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Post N° 78

Post n°78 pubblicato il 14 Maggio 2007 da SEXYSINGLEdgl
 

Fate a New York

immagineMorag e Heather, due fatine punk scozzesi, si ritrovano catapultate senza sapere il perché a New York, nell’appartamento di Dinnie, il peggior violinista del mondo e “nemico sovrappeso dell’umanità”, dopo un rave a base di whisky e funghetti magici di cui ricordano ben poco, e gli vomitano sul tappeto. "Non ti preoccupare", dice una, "Il vomito di fata avrà sicuramente un sapore dolce per gli esseri umani".
Questo il surreale inizio di Fate a New York del genio underground Martin Millar. Rinnegate dalla propria madrepatria per il loro rifiuto dei dogmi dell’essere fata e per l’aver tentato di sovvertire l’ordine del mondo delle fate suonando i riff dei Ramones sulle loro arpe, Morag e Heather non vedono l’ora di godersi la loro ritrovata libertà. Ma il piano si rivela più difficile di quanto sembra e le due intruse sono presto costrette a scappare dalle gang di fate italiane, cinesi e negre che bazzicano dalle parti di Central Park.
Gli umani di questa favola non sono però meno strani delle due “fantastiche” ribelli. Kerry, la vicina di Dinnie, sta lavorano a un “alfabeto di fiori” che spera di usare come arma per persuadere Cal a insegnarle tutti gli assoli di chitarra della storica rock band dei New York Dolls. Gruppo che fa da “colonna sonora” a tutto il libro, con un inaspettato cammeo da parte del loro leggendario leader, Johnny Thunders, che scende dal paradiso alla ricerca della sua vecchia Gibson del ’58. Poi c’è Magenta, una barbona che si crede Senofonte; la fata Regina della Cornovaglia, una magnate in guerra con un gruppo di fate guerrigliere rivoluzionarie e tanti altri personaggi che sono tanto fiabeschi quanto una metafora di quella realtà che Millar sa cogliere così bene.
L’autore riesce magicamente a tessere una tela che collega perfettamente queste storie così diverse tra loro, mischiando l’umorismo a una personalissima e tagliente critica sociale, incarnata straordinariamente da quella musica “estrema” che le due fatine amano tanto.

Martin Millar è un autore di assoluto culto, ha scritto vari romanzi, che sfuggono assolutamente a qualsiasi definizione, dai titoli curiosi come Milk, Sulphate and Alby Starvation, Suzy, Led Zeppelin and Me e Love & Peace with Melody Paradise, di cui vari tradotti all’estero. Nel 1999 Millar ha vinto il prestigioso World Fantasy Award. Fate a New York è il suo titolo di maggiore successo, apprezzato da autori come Neil Gaiman e tradotto in mezzo mondo.
Kate Moss ha acquistato i diritti cinematografici del libro.

 zucchero e Veleno

Oggi a scuola un dormitorio unico. Prime ore di regione(3°area), siamo l’unica classe di sfigati che a Maggio si fa 6 ore al sabato e 2 ore al lunedì di questa roba che chiamano terza area,non ho mai capito il perché di questo nome, ne ha mai suscitato in me la curiosità e l’interesse d’informarmi. Sto arrivando a un livello di sopportazione alto. Prego Dio per fare sì che luglio arrivi in fretta. Fa caldo, andrei in giro nudo se potessi, invece me ne sto qui seduto in mutande e con una canottiera nera, mia madre c tiene a un po’ di contegno. Questa settimana non ha fatto altro che criticare il mio modo di parlare sciatto e di espormi in maniera da scaricatore di porti. <<Hai sempre in bocca il cazzo!!>>mi urlò qualche giorno in dietro,continuo a ripetere e ad esclamare questa parola,è fissa nella mente e mai espressione di mia madre fu più veritiera visto che non sa che sono gay ,e il cazzo in bocca mi piace e come se mi paice. Oggi il cielo era incerto, rispecchiava il mio umore. Nadia è via e resterà a lungo lontana, alla sera esco con alcuni “amici” che amano sbronzarsi, farsi le canne, vomitare nell’erba,puzzare di uova marce, suonare la chitarra elettrica, fare rumore con la batteria…pessimi! Tudor una sera mi vide assente e mi chiese <<che c’è Fra, non t stai divertendo?>> e io preso all’improvviso scossi la testa e gli risposi <<ma che scherzi,senti vado a prendere una boccata d’aria>>. Presi questa scusa e me ne tornai a casa senza dire nulla.  Andai nella “stanza vuota” trascinai il pesante scatolone fino in cucina e inizia a guardare foto. Ho riso, ho pianto, ho ricordato. Avevo rimosso certe situazioni. Il tempo passa e anche veloce. Ho rivisto immagini del mare, quando ero piccolo, biondo platino,assomigliavo a uno svedese, e una pelle abbronzata dai raggi del sole. Restavo sempre nell’acqua, volevo stare nudo, mi faceva sentire libero. Mi spogliavo. Il costume limitava i miei gesti vivaci, la sabbia si appoggiava sulla  pelle liscia e la irritava, poi correvo per pulirmi e scrollarmi nel mare e restavo ore ed ore fino a che esso diventava piatto,liscio, ed il sole era fuoco gettato in quel blu scuro.

 

"Vorrei che ci ritrovassimo tutti quanti, qualsiasi persona che ha incrociato il mio sguardo, qualsiasi persona che mi ha detto un semplice "ciao"scambiandomi per un altro, persone incontrate per strada, gente che va e gente che viene, uomini che sbattano la porta senza salutarti, tutte le donne che hanno fatto parte della mia vita. Si vorrei che un girono ci rincontrassimo per poi morire in un’unica orgia, in un’infinita orgia d’amore."


 
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