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Libera

Post n°36 pubblicato il 27 Agosto 2008 da signorina.elle


Foto: Gilles Berquet


Nel silenzio, al centro della stanza, le voci del mondo fuori, arrivavano appena percepibili,
gradevoli tutto sommato, rappresentavano per lei l’unica fragile testimonianza del fuori… Voleva ascoltare solo il dentro. Scoprire, come aprendo una scatola. Era lì per questo.

Comprendere quanto fosse disposta ad accettare di sé, nella volontà di raggiungere un piacere più grande, più assoluto.

Per questo era nuda in piedi al centro di quella stanza… in attesa.

Ogni suo muscolo era in attesa, si sforzava di rimanere immobile.

Gli occhi erano chiusi sotto la benda, come a rafforzare quella volontà di estraniazione

Le braccia sollevate, le procuravano un dolore impercettibile le mani si congiungevano dietro la sua nuca. La schiena inarcata, spingeva verso il vuoto intorno a sé le sue natiche, quasi a perforare l’assenza…

Si sentiva offerta in quella posizione ed era esattamente quello che la sua mente, ancor più del suo corpo desiderava.

Era lì, offerta…

Le sembrò molto strano che le sensazioni che stava percependo fossero così sue e personali, in fondo sapeva che a breve non sarebbe più stata sola, ma al momento rimandò il pensiero.

Era lì nuda, offerta. Concentrata. Con la volontà precisa che nulla potesse interferire.

Lì sospesa tra la sua mente, il suo corpo, il vuoto.

Un calore, un frusciare sommesso di stoffa, un odore di saliva, un profumo più aspro.

Non era più sola ora.

Strinse ancor di più gli occhi, le mani a pugno dietro la nuca, accentuò l’ arco della sua schiena, divaricò appena le gambe e le labbra.

Era pronta

L’aria si spostava intorno a sé procurandole piccoli brividi

Attesa…

Un tocco leggero percorse la sua schiena, i suoi fianchi, la linea curva dei suoi glutei, i suoi seni le sembrò che si gonfiassero, i capezzoli rappresentavano in maniera visibile, la somma di ogni brivido.

La corda iniziò a modellare il suo corpo, pennello di un pittore moderno.

Il corpo diveniva immagine artistica, lei non lo vedeva, ma percepiva le forme che man mano si andavano realizzando. Si sentiva oggetto di un’ opera che prendeva forma, espressione di un concetto pensato da mente altra, che diveniva un tutt’uno con la sua carne.

Una goccia densa, iniziò a percorrere un lento ed estenuante tragitto lungo le sua coscia,  la sua gamba, fino a depositarsi sul suo piede destro.

L’idea stava diventando forma, sostanza e lei lo sentiva.

La corda andò a fermare la goccia successiva entrando nella sua carne, imponendo  presenza, aumentando il piacere…

Ne era certa, i suoi desideri erano ora stretti dalla canapa azzurra, ed il nodo più stretto legava la sua mente...

 

  

Gnosienness N.1  -  Erik Satie



 
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