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Un blog creato da Mthrandir il 11/01/2005

Schegge di vetro

Ad averlo saputo prima, me ne stavo nel Beleriand! (Le immagini riprodotte su queste pagine sono di proprietà dei rispettivi autori, sperando che la dichiarazione mi sollevi dalla promozione di cause civili, che non ho tempo)

 
 

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Post N° 39

Post n°39 pubblicato il 27 Aprile 2005 da Mthrandir
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LETTERA APERTA

Inviato da 72rosalux72 il 27/04/2005 @ 14:45:00 via WEB
..."I Partigiani furono di utilità militare insignificante, strategicamente quasi dannosi e tatticamente superflui.".. finalmente uno che parla chiaro...son caduti nel trabocchetto centinaia di rappresentanti del popolo, quelli che hanno hanno fatto la costituzione e che credevano che l'antifascismo fosse un valore, conquistato...e conquistato non tanto per dire. Ma i partigiani sono stati grandi stronzi e, ehm... i fascisti come li definisci?
(Rispondi) 

Cara Rosa,
scusa se utilizzo un intero messaggio per risponderti, ma desidererei avere più spazio per articolarla e cercare di limitare al minimo fisiologico gli equivoci.
Partiamo dal “valore” dell’antifascismo: esiste un’equivalenza in base alla quale chiunque creda nella democrazia, anche nel senso del “meno peggio”, sia necessariamente contrario ad ogni forma di totalitarismo, qualunque sia il colore che lo contraddistingue. In base a detta equivalenza, non è detto che valga il reciproco: si può tranquillamente essere “antifascisti” (o “anticomunisti”) senza credere necessariamente nella democrazia. Ecco, io sono democratico e liberale e, con questo, suppongo di aver chiarito il mio “credo”.  Non ho mai provato eccessive simpatie per il fascismo, né per i suoi rappresentanti, anche se furono totalitari all’italiana. Mi spiego con un esempio: la promulgazione delle leggi razziali è una delle pagine più vergognose della storia italiana e non credo si possa considerare un’attenuante il fatto che vennero applicate, rispetto a quanto accadde altrove, all’acqua di rose. Sul piano del principio, non esiste alcuna possibilità di concedere il beneficio di inventario. Per quanto attiene ai singoli, tra le camicie nere si può contare un numero di criminali assai superiore a quello ascrivibile ai nostri eroi partigiani (per tutti, valgano in blocco i 2.300 componenti della “Legione Autonoma Mobile - Ettore Muti”, costituita nel 1944 da Franco Colombo, che si macchiarono di atti di ferocia in tutto equivalenti a quelli delle loro controparti resistenti e i circa ventimila che aderirono alla SS italiane), anche perché numericamente in maggioranza soverchiante. Il punto sta proprio qui: continuiamo a parlare dei criminali, specie limitandoci ad una sola parte, dimenticando i pochi a cui si deve sul serio quel rimasuglio di onore che ha conservato il nostro Paese e quello straccio di dignità che dovrebbe accompagnare il festeggiamento del 25 aprile. Militari italiani che non mollarono e continuarono a combattere al fianco degli Alleati (chi si ricorda, ad esempio, di Montelungo?), civili che aderirono alla Repubblica Sociale non per entusiasmo nero, ma per coprire cariche meramente amministrative e per fare da cuscinetto tra gli occupanti nazisti (e i loro sgherri italiani) e la popolazione civile – e che furono, spesso, oggetto di agguati vigliacchi – la gran parte dei Carabinieri, che pagarono nel Nord Italia un prezzo altissimo per aver tenuto fede al loro motto, centinaia di migliaia di americani e di inglesi che vennero a morire qui per difendere i loro interessi e che, indirettamente, fecero anche i nostri, “imponendo” la svolta verso la democrazia ad un Paese che, ancora oggi, non sa bene cosa sia. Aggiungiamoci, per generosità, qualche idealista sincero: per fare qualche esempio, i Fratelli CERVI, di cui ho accennato nel messaggio precedente, “BANDIERA”, uno sprovveduto e romantico  azionista che credeva di poter dare battaglia alla Wehrmacht da solo e “IL SOLITARIO” – Giorgio Morelli, credo si chiamasse – che ci rimise le piume per aver sfidato l’establishment marxista reggiano. Ma furono una minoranza davvero esigua.
Utilità militare dei Partigiani: ribadisco quanto ho affermato e scritto. Sul piano strategico, non furono mai in grado di creare eventuali teste di ponte che potessero agevolare l’avanzata degli Alleati, né di aprire varchi sulle linee del fronte (gli unici varchi li utilizzò “ARMANDO” – Mario Ricci - per portare in Toscana i suoi uomini e preservarli per il dopo guerra). Anzi. Le ripetute dispute su chi dovesse entrare per primo nelle città abbandonate dalla Wehrmacht (a “liberare” città ormai deserte non ci vuole proprio un’elite militare) rallentarono spesso la marcia degli eserciti regolari. Sul piano tattico, essendo troppo impegnati a compiere attentati contro singoli individui o piccoli gruppi, non riuscirono a creare alcun problema ai nazifascisti né sul controllo delle vie di comunicazione, né li impegnarono eccessivamente in operazioni di polizia, né minacciarono seriamente le linee degli approvvigionamenti.
Manca l’ultimo capitoletto, quello relativo a coloro che definisci “rappresentanti del popolo”. Questa qualifica, sebbene con qualche riserva, si può attribuire soltanto a coloro che furono eletti dopo la guerra (18 aprile 1948). Durante, non rappresentavano nessuno se non loro stessi e l’ideologia che servivano (qualunque essa fosse). Le cosiddette “elezioni” tenutesi a Montefiorino, nel periodo della “Repubblica”, si svolsero a scrutinio palese, nel centro della piazza principale, per alzata di mano e alla presenza delle guardie rosse con il colpo in canna. La democrazia (e la rappresentatività) sono un’altra cosa. Almeno, dal mio punto di vista.

Mthrandir

 
 
 
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