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Un blog creato da Mthrandir il 11/01/2005

Schegge di vetro

Ad averlo saputo prima, me ne stavo nel Beleriand! (Le immagini riprodotte su queste pagine sono di proprietà dei rispettivi autori, sperando che la dichiarazione mi sollevi dalla promozione di cause civili, che non ho tempo)

 
 

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BOCCA DI ROSA

Post n°58 pubblicato il 05 Settembre 2005 da Mthrandir
 
Foto di Mthrandir

……
E fu così che da un giorno all'altro
bocca di rosa si tirò addosso
l'ira funesta delle cagnette
a cui aveva sottratto l'osso.
Ma le comari di un paesino
non brillano certo d'iniziativa
le contromisure fino al quel punto
si limitavano all'invettiva.
Si sa che la gente da' buoni consigli
sentendosi come Gesù nel tempio
si sa che la gente da' buoni consigli
se non può dare cattivo esempio.
Così una vecchia mai stata moglie
senza mai figli, senza più voglie
si prese la briga e di certo il gusto
di dare a tutte il consiglio giusto.
E rivolgendosi alle cornute
le apostrofò con parole acute:
"Il furto d'amore sarà punito
 -disse- dall'ordine costituito".
……..

Non me ne voglia la Signora Caterina Bonci, trentottenne di Fano, se associo la sua vicenda ai versi di De Andrè i quali, va sottolineato, non sono stati scritti per un’insegnante di religione. E la combinazione non vuole significare alcuna comunanza professionale con la protagonista della canzone. Tuttavia, la trama della canzone e la vicenda reale in cui la Signora è rimasta coinvolta hanno più di un punto in comune. Per farla breve, la Bonci insegnava religione alle elementari da 14 anni e, nel 1995, ha divorziato dal marito. Quest’anno (2005),  è stata licenziata dalla Curia poiché il suo stato civile la rende inadatta al compito. E se ne accorgono dopo 10 anni? Invero, don Alcide Bardelli, responsabile dell’Ufficio Scolastico della Diocesi di Fano, dice: «Mi chiamavano spessissimo per dirmi se una donna così avvenente potesse continuare ad insegnare religione. Mi dicevano che si presentava anche con la minigonna. Ah, lo so io le proteste che ho ricevuto».  Pover’uomo, quanto lo capisco, specie quando ribadisce: «L’abbiamo lasciata nel suo posto malgrado il divorzio perché convinti che la rottura del matrimonio fosse stata colpa del marito. Ma poi l’insegnante ha partecipato ad un concorso senza attendere il nostro certificato di idoneità e questo ha fatto precipitare le cose perché noi, appena lo abbiamo saputo, siamo corsi ai ripari annullando la sua prova. Era divorziata, e allora non poteva partecipare. Ci sono stati scambi di lettere legali e si è arrivati alla rottura totale». Rincara la dose lo scrupoloso prelato: «Ci abbiamo pensato e ci dispiace ma non possiamo tornare sulle nostre decisioni. Siamo stati misericordiosi nel lasciarla in quel posto per 14 anni perché era sola con una figlia, ma adesso basta. Non possiamo più tollerare la sua presenza anche perché ci ha trascinato davanti al Tar e al Consiglio di Stato. Non c’è nessun motivo per riaprire la discussione sulla professoressa Bocci. Abbiamo preso la decisione con troppo ritardo. Dovevamo bloccare la pratica dieci anni fa, ma siamo stati caritatevoli». Inutile dire che anche il vescovo, Monsignor Vittorio Tomassetti, appoggia su tutta la linea la decisione, anche perché la Bonci, che deve essere una bella testa di legno, non ha ascoltato nemmeno i saggi consigli che le avevano dato: «Non ci ha ascoltato. Le avevamo consigliato di avviare le pratiche per l’annullamento del matrimonio e nel frattempo, in attesa della decisione della Sacra Rota, avrebbe potuto continuare. Ha preferito partecipare a quel concorso senza il nostro certificato di idoneità. Ora ecco le conseguenze. Per lei non c’è più posto».

E così, le gerarchie ecclesiastiche dimostrano ancora una volta quale sia il loro concetto di equità in campo morale: il Cardinale LAW, quello che ha tentato di coprire gli scandali degli abusi sui minori in Nordamerica, viene promosso alle celebrazioni delle messe funebri del predecessore di Benedetto XVI e la Bonci viene licenziata perché divorziata. O perché è una minaccia alla proliferazione ormonale dei mariti delle comari. O perché ha sgarrato e portato la Curia in Tribunale. In ogni caso, non perché non si sia dimostrata in grado di svolgere l’incarico. E, mentre le comari godono per l’allontanamento auspicato e realizzato con la collaborazione dei capoccia della Diocesi, osservo che quella che costoro considerano una vittoria è un’altra rovinosa sconfitta della Chiesa Cattolica. La quale, convinta che chiusura ed ortodossia strettissima siano le risposte che chiede il nostro mondo, si allontana ogni giorno di più dalla realtà e dai bisogni dei singoli. E’ anche il segnale che la Chiesa Cattolica, consapevole di non potersi candidare a fulgido esempio in campo morale, ha scelto di rifugiarsi nel moralismo. Perché un esame di coscienza serio imporrebbe di riassumere la Bonci e licenziare intere nomenclature. Ma, per esaminarla, la coscienza bisognerebbe averla.

Mthrandir

(Testi delle dichiarazioni e foto sono state “scippate” a La Nazione)

 
 
 
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