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Post n°203 pubblicato il 25 Aprile 2012 da valerio.sampieri
Ho ritrovato, tra le carte di famiglia, un opuscoletto dattiloscritto di 16 pagine, intitolato "Cenno storico politico della Famiglia La Ginestra", scritto in data imprecisata, probabilmente, dal mio bisnonno materno, Giuseppe La Ginestra, a sua volta nipote del personaggio al quale il post si riferisce. Anche il mio bisnonno, a quanto sembra, al pari del padre Nicola e del nonno Giuseppe, fu vittima di persecuzioni politiche, seppur meno gravi di quelle subite dai suoi ascendenti, in quanto fervente "patriota". Al di là di ogni giudizio sulla persona e sul suo operato, quello che emerge è l'enorme tensione morale che ha portato Giuseppe La Ginestra a sacrificare ogni suo avere per i suoi ideali. Ecco perciò perché anche io sono così fesso: deve essere una questione ereditaria da generazioni e generazioni.
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Quanto al mio antenato, leggendo l'opuscolo, si respira aria di altri tempi, ci si trova di fronte a sentimenti che sembrano ormai sconosciuti. Ma non c'è bisogno di risalire al 1800, basta tornare a meno di un secolo fa per imbatterci in modi di pensare ... da marziani!
Verso la metà degli anni '50, mio Zio Masi (classe 1900) fece ritorno dalla Germania, dove aveva lavorato per alcuni anni, e ci venne a trovare. Io avrò avuto 6-7 anni, non di più, e ricordo che disse che aveva viaggiato per tutto il tempo sveglio e seduto su un sedile in legno. I miei gli chiesero: "Ma il treno era pieno? Non potevi stenderti?" e lui rispose: "No, ero solo nel vagone, ma un posto pagai, un posto occupai!"
ciao Valerio...un saluto all'Avvocato ^__*
P.S.: sono passato velocemente sul tuo blog ed ho letto le tue gentili parole. Al mio ritorno ti ringrazierò compiutamente; ora ti mando un semplice "antipasto" e ci aggiungo un sorriso, con l'augurio di trascorrere serenamente le prossime giornate festive o quasi: logicamente, l'augurio puoi allungartelo a tuo piacimento ^_____^
condivido quello che hai detto sul fatto degli aneddoti,delle piccole storie di gente comune.Ho sempre pensato che la storia da studiare sarebbe dovuta essere quella del popolo e non dei grandi.Quando ho studiato "storia della chiesa locale" ho avuto un prof che se gli parlavi in sede d'esame dei contadini,dei loro giacigli sotto il cielo accanto ad un albero,della difesa del paese dai turchi con forconi e rastrelli ti metteva 30 senza neanche farti continuare.Ho sempre apprezzato chi parla dei semplici...quindi apprezzo te caro Valerio e ti ringrazio.
un sorriso per te e per la "gioia" che avrai sotto braccio domani *^_________________________________^*
Dai Vale, festeggiamo sempre! :). Alèohoh. Abbraccione Vale, prrr Avv. e saluti a tutti gli amici del blog (qui, niente nemici)
Li accetto insieme ai tuoi ringraziamenti più sentiti che hai dimenticato di scrivere ma che ovviamente hai pensato.
Il senso del tuo apprezamento e della tua riconoscenza, infatti, "trasudano" dai tuoi commenti e da quelli della perfida piratina.
In fin dei conti, diciamolo pure, questo blog senza di me sarebbe ...... "più vuoto".