Creato da valeriosampieri il 01/05/2011

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La Cantatrice Calva

"Interno borghese inglese, con poltrone inglesi. Serata inglese. Il Signor Smith:, inglese, nella sua poltrona e nelle sue pantofole inglesi, fuma la sua pipa inglese e legge un giornale inglese accanto a un fuoco inglese.

Musica orologio

Signora Smith: "Già le nove. Abbiamo mangiato minestra, pesce, patate al lardo, insalata inglese. I ragazzi hanno bevuto acqua inglese. Abbiamo mangiato bene questa sera. E' perché noi abitiamo nei dintorni di Londra il nostro nome è SMITH".

Avevo meno di vent'anni quando lessi "La Cantatrice Calva" di Eugene Ionesco e la mia prima reazione fu di sbigottimento, poi proruppi in una fragorosa risata che ancora mi porto appresso dopo altre 40 anni. Quello che mi faceva più ridere, a parte l'evidente nonsense, era il problema di fronte al quale doveva venirsi a trovare il regista, per rendere a dovere "serata, pantofole e fuoco" inglesi. Non ho potuto verificare di persona, perché non ho mai visto rappresentata in teatro questa commedia dell'assurdo -la prima del genere-, ma sono certo che nessuno sarebbe in grado di rendere nel dovuto modo la geniale idea di Ionesco: una commedia in cui cui non succede nulla ed il cui protagonista, la Cantatrice Calva, è praticamente inesistente. Tutto si svolge, se è il caso di dire così, sulla base di frasi vuote, stereotipi privi di qualsiasi reale significato, o di discorsi al limite del paradosso, dove avviene esattamente il contrario di ciò che viene detto, come quello che segue, per esempio:

"Signora Smith: Signor capitano, visto che ci ha aiutato a chiarire la questione, si metta in libertà, si tolga il casco e si accomodi un momento.
Pompiere: Chiedo scusa, ma non posso trattenermi molto. Accetto di togliermi il casco, ma non ho il tempo di sedermi. (Si siede, senza togliersi il casco) Vi confesserò che sono venuto a casa vostra per tutt'altro motivo. Sono in missione di servizio.
Signora Smith: Ci racconti tutto, signor capitano!
Pompiere: Spero che vorrete perdonare la mia indiscrezione (molto imbarazzato), ehm (indica col dito i Martin) ... posso... davanti a loro...
Signora Martin: Non si faccia scrupoli.
Signor Martin: Siamo vecchi amici. Ci raccontano tutto.
Signor Smith: Parli pure.
Pompiere: Ebbene, ecco: non ci sarebbe per caso il fuoco qui da voi?
Signora Smith: Perchè questa domanda?
Pompiere: Perchè ... scusatemi, ho l'ordine di spegnere tutti gli incendi in città
Signora Martin: Tutti?
Pompiere: Sì, tutti.
Signora Smith: (confusa) Non saprei ... non credo, vuole che vada a vedere?
Signor Smith: (annusando) Non dev'esserci nulla. Non si sente odor di bruciato.
Pompiere: (desolato) Proprio niente? Non avreste un piccolo fuoco nel camino? Qualche cosa che bruci in solaio o in cantina? O almeno un piccolo principio d'incendio?
Signora Smith: Senta, non vorrei darle un dispiacere, ma ho paura che non ci sia proprio niente per il momento. Le prometto che l'avvertirò non appena si presenterà l'occasione.
Pompiere: Ho la sua parola? Mi farebbe una vera cortesia.
Signora Smith: Ha la mia parola.
Pompiere: (ai Martin) E anche da loro, niente che bruci?
Signor Martin: Disgraziatamente, no.
Signora Martin: Gli affari vanno piuttosto male , in questi tempi!
Pompiere: Molto male. Non accade quasi nulla, qualche sciocchezzuola, un camino, una stalla. Niente di serio. Cose che non rendono. E siccome non c'è rendimento, anche il premio di produzione molto magro.
Signor Smith: Andiamo male. In tutti i campi è la stessa storia. Il commercio, l'agricoltura, proprio come il fuoco, quest' anno ... non si riesce ad ingranare."

Ed in tutto questo nulla, soltanto alla decima delle undici scene che compongono la commedia, appare la fatidica domanda del Pompiere, in risposta al commiato della Signora Smith:

"Signora Smith: Grazie a lei, abbiamo passato un quarto d'ora veramente cartesiano.
Pompiere: (si dirige verso l'uscita poi si ferma) A proposito, e la cantatrice calva?
Silenzio generale, imbarazzato.
Signora Smith: Si pettina sempre allo stesso modo!
Pompiere: Ah! E allora, saluti alla compagnia!
Signor Martin: Buona fortuna, e buon fuoco!
Pompiere: Speriamolo. Per il bene di tutti. (Se ne va. Tutti lo accompagnano fino alla porta poi ritornano ai loro posti)".

Stop! Della Cantatrice Calva non vi è più traccia in tutta la commedia, se non nel titolo: paradosso allo stato puro, pari quasi alla demenza di questi cialtroni attualmente al governo. Già, perché ormai nessuno può più permettersi di non avere un conto corrente, per via della "tracciabilità" di tutti i flussi di denaro, salvo quelli che finiscono nelle tasche loro (loro i governanti, intendo). Però a questo sostanziale obbligo del cittadino non corrisponde un obbligo delle banche di mettere il cittadino in condizione di ottenere l'apertura di un conto corrente, sicché oggi ho assistito ad una scenetta davvero grottesca.

Un signore va in banca per versare un assegno di 100.000 Euro, provento di una vendita di un piccolo immobile fuori Roma. Il signore amministra una Snc, per lungo tempo inattiva, recentemente posta in liquidazione dopo il recesso dell'altro socio. La Banca solleva un'obiezione: il sistema non ci consente di aprire il conto corrente in favore di una società con un solo socio. La stessa obiezione viene sollevata da altri isituti, sino a che se ne trova una che dice: si, il conto lo apriamo, ma ci serve tutta una serie di documenti. Dopo una faticosa ricerca, finalmente i documenti richiesti vengono reperiti e, fiducioso, il signore si reca in banca con il suo gruzzoletto in tanti begli assegnetti e la catasta dei documenti richiestigli. Il cortesissimo impiegato raccoglie il tutto, opera sul sistema e si commiata facendosi dare il numero telefonico del signore per concordare l'appuntamento per la firma del contratto di conto corrente. Ed in effetti la telefonata arriva pochissime ore dopo, ma non per concordare l'appuntamento: la direzione della Banca ha detto no. Ed ora il signore si ritrova con in mano tanti bei pezzetti di carta sui quali c'è scritto 100.000, ma che, almeno per il momento, si spera, non valgono una cicca.

Altro che teatro dell'assurdo di Ionesco: questa è paranoia pura e semplice. Ma è la realtà in cui ci troviamo a vivere. C'è davvero da restare interdetti, come il signore dell'immagine del titolo.

P.S.: il signore dell'immagine del titolo non è l'Avv. Rattazzi in un suo brillante atteggiamento pensoso, ma un suo semplice sosia.

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Commenti al Post:
lamiapelle
lamiapelle il 07/06/12 alle 15:57 via WEB
ah eco, mi pareva di averlo riconosciuto in quella foto.
Ciao Vale...abbraccione
 
 
lamiapelle
lamiapelle il 07/06/12 alle 15:58 via WEB
"eco"..che arriverà fino alle sventole dell'Avv. ...eh!..:)
 
lamiapelle
lamiapelle il 07/06/12 alle 15:59 via WEB
Uè, ma sto scrivendo solo io?!
 
lamiapelle
lamiapelle il 07/06/12 alle 16:00 via WEB
a proposito, ho ucciso i virus e sono....dadan....guaritaaaaaaaa! :)
 
 
lamiapelle
lamiapelle il 07/06/12 alle 16:02 via WEB
sì, ma ho dovuto dormire 3 giorni di seguito sotto il pimone incandescente. Vale.., tu come fai a guarire se non riesci a dormire! Ma anch'io non dormi.., effettivamente vado in catalessi
 
   
lamiapelle
lamiapelle il 07/06/12 alle 16:02 via WEB
"dormi"...non l'ho scritto io
 
   
valerio.sampieri
valerio.sampieri il 07/06/12 alle 17:16 via WEB
ahahahah ... come faccio a guarire? mmo' tt'o dico, Piratò! ... allora ... già :-O ... come faccio? :((( Abbraccione :))))
 
     
lamiapelle
lamiapelle il 08/06/12 alle 15:04 via WEB
per guarire da ogni malattia bisogna rimanere immobili (come morti), avere i brividi e coprirsi fino sudare sudare sudare. Poi ci si scopre e si è guariti. Il training autogeno l'ho bello che inventato io
 
serio.vin
serio.vin il 07/06/12 alle 17:01 via WEB
proprio inglesi questi inglesi....ma non sarà inglese anche la banca?!...assurdo per assurdo non mi pare tanto difficile!...o siamo noi che abbiamo superato le assurdità inglesi?boh!mi sono accartocciata nel cercare di capire..forse sarebbe stato meglio dormire?sai il caldo qui fa brutti scherzi ^__*
abbraccio....
 
 
valerio.sampieri
valerio.sampieri il 07/06/12 alle 17:16 via WEB
Hai centrato il succo del discorso, Vin! Ionesco scrisse questa commedia nel 1950 (ecco, forse, perché Vince ed io diciamo certe assurdità, a volte :))))) quando iniziò a studiare l'inglese, a tal punto era rimasto colpito dalla vacuità delle frasi che leggeva sui libri. E la medesima vacuità la traspose per iscritto in una geniale commedia che, in fondo, è quasi lo specchio della realtà. Sono certo che dopo questa mia spiegazione, continuerai a pensare che dormire sarebbe stato meglio ... e senza forse!!! ^___^ Comunque, se ti capitasse di sentire superpippo monti biascicare, al ritmo di mezza parola ogni tre minuti, degli sconnessi suoni che nella sua capoccia bacata dovrebbero essere termini inglesi, a suo parere perfettamente comprensibili da ogni pensionato ottuagenario che si rispetti, al quale le sue parole dovrebbero essere dirette, converrai con me, che superpippo monti è molto più assurdo ed incomprensibile della commedia di Ionesco, soprattutto perchè la commedia è geniale e divertente, superpippo monti, invece, è banale e tedioso: e, soprattutto, è parte integrante e sostanziale di questo criminale sistema bancario-finanziario che ci sta affossando sempre di più. Non pensare che superpippo monti mi stia antipatico: lo trovo odioso e ributtante! ^____^
Abbraccio ricambiato *___^
 
Vince198
Vince198 il 07/06/12 alle 18:45 via WEB
E beh, un pò conosco Ionesco e il "teatro dellì'assurdo": favoloso! Anzi, come hai ben eccepito, una.. favolosa paranoia.. Ottimo post, Valerio, però non urtare la sensibilità del sosia di Rattazzi: non vedi com'è perplesso? ^__* Ciao, Vince ^___^
 
lamiapelle
lamiapelle il 08/06/12 alle 15:01 via WEB
ciao amici, BBBBB. Vince, abbraccione Vale, prrrr Avv. ...qui c'è un tempo da chiodi :)
 
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