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Post n°233 pubblicato il 26 Giugno 2012 da valerio.sampieri
Si, amico mio, hai solo 70 anni e ad agosto ne avrai 71, se riuscirai a sopravvivere al mio post. Ricevo sempre più copiosamente lettere, fax, mail, piccioni viaggiatori da parte di più o meno noti cantanti, i quali mi scongiurano di non inserirli nel mio personale Gotha musicale nel quale solo fantasmi sembrano pullulare. Ebbene, voglio sfatare una leggenda: non è necessario essere già morti per apparire in un mio post di carattere musicale. Da oggi accetto anche chi si è semplicemente prenotato. E mo', se dovesse succedere qualcosa al povero Craig Douglas, non venitemi a dire che sono stato io a giustiziarlo. E se proprio, facendo i debiti scongiuri, il povero Craig dovesse ridursi a mal partito e voleste pensare che sia stato io, con i miei influssi malefici, il responsabile ... beh ... pensateci bene prima di farmi arrabbiare. Ma il buon Craig si salverà, perché quella che presento qui è la sua versione di un famoso pezzo di Sam Cooke (Samuel Cook, nato il 22/1/1931 e morto l'11/12/1964: il cadavere già c'è quindi!), pubblicato nel 1959, che restò in cima alle classifiche musicali americane per un mesetto almeno. In verità fu proprio la versione di Douglas quella più venduta. Dice Wikipedia che nel solo Regno Unito Only Sixteen di Douglas vendette più dischi di quanti fu in grado di fare Cooke in tutto il mondo. Io ero troppo piccolo per averne memoria, ma Vince lo rammenterà senza dubbio. Il brano dimostra ormai tutti i suoi anni, ma, secondo me, conserva tuttora il suo fascino di spensieratezza e di allegria (anche se poi, a leggere bene il testo, più che di allegria si dovrebbe parlare di allegra malinconia, ma di spensieratezza ... hai voglia quanta ce ne è!). Craig Douglas - Only Sixteen (agosto 1959) She was only sixteen, only sixteen / But I loved her so / She was too young to fall in love / And I was too young to know We'd laugh and we'd sing / and do funny things / And it made our hearts glow / But she was too young to fall in love / And I was too young to know So why did I give my heart so fast / it never will happen again / But I was a mere child of sixteen / I've aged a year since then She was only sixteen, only sixteen / oh with eyes that would glow / But she was too young to fall in love / and I was too young to know (So why did I give my heart so fast) / But, it never will happen again / (But I were a mere child of sixteen) / Oh, I've aged a year since then She was only sixteen, only sixteen / Oh but I loved that girl so / But she was too young to fall in love / And I was too young to know She was too young to fall in love / And I, I was too young, I was much too young know
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Strano però, anche nei primordi non è che facessero canzoni molto diverse dalle tue! Me sa che ho trovato l'inghippo pure qui (ammazzate, oh!, come diceva Luciano Rossi, a me pure Sherlock Holmes me fà 'n baffo a tortiglione! Me farebbe, perché, dato che a me tutti mi fanno un baffo a tortiglione, sono stato costretto a taglarli perché me li stavano spelacchiando troppo).
Se non sbaglio fu Nancy Sinatra (o era Conny Francis, al secolo Concetta Franconero? Questi si che sono i veri dubbi amletici! Se solo fossi stato contemporaneo di Shakespeare, quel poveretto avrebbe dovuto fare il semplice scribacchino, perché anche il "To be or not to be" mi avrebbe fatto un baffo a tortiglione), negli anni '60 a fare la "cover" della Danza delle Ore (te lo posso svelare, tanto di Ponchielli si conosce solo questo pezzo e quindi avresti vinto tu ugualmente). La presentatrice che, all'epoca, era inspiegabilmente meno zappa di quelle attuali, le disse con sorridente sorpresa: "Ah! Ponchielli!" E la famosa artista, tanto famosa che manco mi ricordo chi fosse, rispose con ancor più veemente sorpresa: "Noooouuu!!! Twist!".
Come vedi, gira che ti rigira, cambia che ti ricambia blog, stiamo sempre al "costì e costà", al "sozzo bubbone di un livido paonazzo" di caparezziana memoria ed a Nino Biperio!
Et de hoc satis.