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Un blog creato da nick60libri il 18/05/2008

Nicola D'Agostino

a che servono le parole ?

 
 

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« ANCORA LE "MALEDETTE COSE"Ci si mette pure Muccino »

Baciami ancora Prefazione di Giorgio Saponaro

Post n°17 pubblicato il 22 Febbraio 2009 da nick60libri
 

 

Prefazione

di Giorgio Saponaro


Prima di tutto la necessità inderogabile che una storia credibile venga rappresentata, raccontata nella maniera che l'Autore si è scelto (o è stato scelto) per narrare le vicende che ora più gli stanno a cuore, per tentare di trascinare così il lettore in un mondo certamente più reale di quello che vive, nonostante tutto, ogni giorno. Una realtà viva, vera e credibile, immortale, dunque, com'è quella dell'arte.

Allora, dov'è il cuore che batte sicuro, sostenendo e dando vita al libro di Nicola D'Agostino “Baciami ancora”? Certamente ed inequivocabilmente nella musica di Puccini (Gianni Schicchi, Manon, Bohéme) che fa da colonna sonora alla storia di Athor Zicowsky, artista di strada.

Come Athor, siamo tutti “artisti di strada”, con più o meno fortuna. Parenti, amici, conoscenti, lettori, in questo caso, formano il nostro pubblico -folto o meno folto- per il quale ci esibiamo.

E per i lettori di questo secondo, felicissimo libro di Nicola D'Agostino, anche il suo Autore è, certamente, un “artista di strada” che canta e narra una storia onnicoinvolgente in cui l'atmosfera è quella di un George Simmenon.

Dunque la musica, il melodramma di Giacomo Puccini e la poesia del Vate (Gabriele D'Annunzio), in una visita con la bella Caterina Vinci nel museo pescarese dedicato al poeta.

Athor canta e scherza con il suo pubblico di bambini e adulti e con il suo fare affascina e seduce la bella Caterina.

Una storia che affascina con immediatezza per la sua atmosfera, appunto alla Simmenon; dove tutto è chiaro, tutto è vero, tutto è inventato. E ogni cosa, personaggi e vicende, funzionano alla perfezione.

E qui le parole, che sono solo dei simboli, si trasformano in sapiente scrittura che narra la storia e che, inequivocabilmente, non potrebbe essere diversa da quella che è e che con tanta strabiliante chiarezza Nicola D'Agostino narra, racconta. Una scrittura piana che prende le mosse da una personale cultura che tutto tramanda e che si trasforma, prontamente, in una realtà concreta che tutto rappresenta. Per l'Amministratore, il socio della “Sempresorrisi”, nonché per la segretaria Anna Solaris, la vicenda s'intrica e ci sono anche le intercettazioni telefoniche, oggi, in Italia, di gran moda.

Intanto Puccini con la sua musica continua a tenere a bada il vecchio Verdi e con la musica ammalia sia Caterina Vinci che la stessa Anna Solaris: ha ragione Athor ad amare tanto Caterina. Ma sono sempre gli innocenti a pagare per primi.

Per quanto riguarda il secondo libro, questo “Baciami ancora” di Nicola D'Agostino è la prova più difficile da superare, e l'Autore ce la fa, ampiamente.

Allora non sono nove personaggi in cerca di Autore (in luogo dei sei pirandelliani) ma Athor Zicowsky, Caterina Vinci, Remo Costa, Mario Tosches, Anna Solaris, Patrizia detta “Patti”, Conte, Armenti e Bardi, che hanno trovato in Nicola D'Agostino il loro Autore, il loro regista, il loro musicista.

                                                                              Giorgio Saponaro

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Commenti al Post:
JuliedeJaloux
JuliedeJaloux il 14/03/09 alle 16:14 via WEB
Si usa il blog per presentare un libro.E'commercio anche questo.Gratis.Mentre una casa editrice spende soldi per fare pubblicità.Ma questo non c'entra niente con i miei complimenti per il tuo scrivere.Auguri.Julie
 
 
nick60libri
nick60libri il 14/03/09 alle 19:34 via WEB
E' una questione terminologica, Julie, perché l'obiettivo, da parte delle Case Editrici, dovrebbe essere quello di "investire" danaro proprio su Autori da lanciare, non di "spendere" i soldi che chiedono agli stessi per pubblicare qualsiasi maialata, senza nemmeno troppo pensarci su. Ma il discorso è complesso. Grazie per gli auguri, comunque. Nicola D'Agostino
 
   
JuliedeJaloux
JuliedeJaloux il 15/03/09 alle 11:36 via WEB
Sei un romantico, Nicola. Anch'io. Sono come te. Però cerco di stare con i piedi per terra. Gli editori fanno un'attività a fini di lucro, per guadagnare. Non per scegliere. Pubblicano tutto, ammenochè non siano specializzati in settori. Chiedono soldi ai nuovi scrittori. A quelli già affermati 'danno' solo più diritto d'autore. Ma la rete che viene messa in piedi sia per far pubblicità sia per la distribuzione sul territorio (librerie, eccetera) è onerosa. Ora ti faccio una domanda: da quando hai aperto questo blog quanti dei tuoi libri hai venduto? Non occorre che tu mi risponda. Ma te lo chiedo perchè mi pare che giri poco tra i blog, non interagisci commentando e facendoti conoscere, non curi le relazioni sociali: cioè non investi del tuo tempo per pubblicizzare il tuo scritto. Non è che aprendo un blog automaticamente saltano fuori gli amici e i compratori. E se non lo fai tu, lo fa una casa editrice. Ma se tu hai scelto questo mezzo,devi spendere del tempo e qualche risultato lo ottieni. Scusa se mi sono dilungata, ma forse fa bene sentire un parere diverso. Ciao e buon lavoro. Julie
 
     
nick60libri
nick60libri il 16/03/09 alle 00:31 via WEB
Eccellente polemista, ti rispondo con grande piacere. E' vero. Anche più che romantico, mi ritrovo ad essere. Direi quasi ottocentesco, come i personaggi delle Opere di Puccini, che hanno sogni disperati che non si realizzeranno mai. Prigionieri delle “cose”. Ma i sogni che scalpitano, dài e dài, qualche spazio se lo conquistano, prima o poi, nella realtà. Perché se “tutto ciò che è reale è razionale”, è anche vero che “tutto ciò che è razionale è reale” a dirla con quel simpaticone di Hegel. Sicché, in ogni ambito, l'ordine costituito può essere sovvertito dalle spinte che avanzano dall'interno, se sono più rispondenti alle esigenze effettive dei più. Scendendo nel personale, se non avessi nutrito i miei sogni, ad esempio, non sarei diventato un Avvocato, quando moltissimi anni fa lasciai un impiego tranquillo (l'aggettivo “tranquillo” per me è una parolaccia) avendo tutti contro che me lo sconsigliavano perché nessuno in famiglia lo era e quindi non si capiva come avrei mai potuto “farmi una clientela”. Né si spiegherebbe la mia pretesa, a 48 anni suonati, di far pubblicare e conoscere i miei due (per ora) libri, i miei “figli”, per così dire. Sogni, null'altro che sogni. Splendidi sogni, per me. Forze inconsce e divine che hanno frantumato “le cose” che le contrastavano. Li ho già realizzati. Ma ora i miei libri, i miei figlioletti, devono crescere, cioè: vogliono essere letti. E quindi, nel merito della questione, devo dirti che tra noi, in effetti, la più romantica sembri proprio tu. Si, perché da quello che mi dici mi sembra di capire che ritieni che un Editore, quando chiede i soldi agli Autori esordienti, si preoccupi poi realmente di promuovere e distribuire i suoi libri. Magari! Il problema è proprio quello, cara Julie. Il problema è che nel momento stesso in cui l'Editore ha chiesto e ottenuto il c.d. “contributo”, ha già coperto tutte le sue spese di produzione del libro e realizzato un certo guadagno. E la promozione? E la distribuzione? E la partecipazione a quelle porcate immonde che chiamano “concorsi letterari”? E...., e..... (ne potrei enumerare a dozzine). Solo cenni simbolici e manifestazioni d'intenti. Perché? Perché nel numero complessivo di Autori disposti a “contribuire” per nutrire il proprio narcisismo e nel danaro che complessivamente termina nelle casse degli Editori, si consuma la stessa ragion d'essere di molte, troppe di queste Imprese. La loro “mission” è stata già raggiunta. Il resto (promozione, distribuzione e quant'altro, appunto) rappresenta un rischio d'impresa che non sono più motivati a portare avanti, lasciando l'Autore esordiente in perfetta solitudine. Del resto, ormai ne sono convinto, i libri che pubblicano non li leggono, facendo esaminare le bozze da qualche loro impiegato malpagato e indolente, giusto per non incorrere in uno sgambetto giudiziario. Ecco perché sono contrario a che si paghino gli Editori per pubblicare. Perché così si trasformano in tipografi. Almeno lo dicano e uno si regola di conseguenza! Ed ecco perché, per il mio secondo, ho scelto una forma diversa. Ma hai ancora ragione tu, sotto questo aspetto: non riesco a “socializzare” abbastanza per raggiungere l'obiettivo, per trasformare il sogno in piena realtà. Non ho idea di quanto stia “vendendo”, visto che è da pochi giorni che mi sono affidato, per “Baciami ancora” esclusivamente ad Internet. Sarei anche appagato, per il momento, di conoscere anche solo il gradimento di chi mi legge fuori dalla schiera di conoscenti e amici. Non sono sufficientemente “tecnologico” da muovermi con agilità tra questi strumenti così innovativi (per me) e poi, tra gli impegni della professione, della famiglia, dello scrivere, il tempo da dedicare non riesco a trovarlo facilmente. Però, per quel poco che posso, mi capita anche di incontrare persone come te, che con spirito critico e bonario mi bastonano e mi fanno pensare, diventando mie amiche. Vuoi vedere che è già un primo passo? E voglio anche confidarti un segreto: schhh...., avvicina l'orecchio, non posso farmi sentire da tutti! Io, un Editore che sia degno di tale nome, lo vorrei proprio. Eccome! Lo conosci? Ottima vita, come ama salutare il mio amico Giorgio Saponaro (leggi qualcuno dei suoi libri, se ti capita, facendo spallucce a quelli che ci rifilano nelle vetrine delle librerie). Nicola D'Agostino.
 
     
JuliedeJaloux
JuliedeJaloux il 19/03/09 alle 11:08 via WEB
ah bene, è l'incipit di un altro romanzo? alla ricerca di un editore degno del nome! forse poteva succedere nel periodo romantico quando si pubblicava e si moriva di fame, si dipingeva e si moriva di fame. Oggi saresti disposto a morire di fame pur di scrivere? e perchè dovrebbe farlo un editore? si lavora per vivere. Anche tu lavori per vivere. Scrivere è una passione, che, anche se non ti procura cibo per il corpo, nutre la tua anima. Stai pubblicando te stesso, bene allora, procedi, va avanti per la tua strada. 48 anni? e cosa sono di fronte all'eternità? siamo mica nell'800 che si moriva a 30. Camilleri ne ha 80. Nelle vetrine ci sono libri di ottuagneri e oltre. Non disdegno nè gli uni nè gli altri. Chi ha qualcosa da dire la dica, al lettore poi scegliere. Su su,vai avanti. Chi si ferma non è mai partito. Buona giornata. Julie
 
     
nick60libri
nick60libri il 20/03/09 alle 00:39 via WEB
Ho capito, va. Devi essere sposata a un Editore. Sei persa. Senza speranza. Mi arrendo. Nicola D'Agostino
 
     
JuliedeJaloux
JuliedeJaloux il 23/03/09 alle 16:40 via WEB
caro lei, siamo mica nell'800, sposata a...! . Non stai tu stesso tentando di essere editore di te stesso? ahahah Io sarei persa e tu ti arrendi? simpaticone, ciao e tienimi aggiornata, mi raccomando ;)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 16/03/09 alle 15:02 via WEB
GRANDE NICO! In bocca al lupo!
 
pugnonellocchio
pugnonellocchio il 17/03/09 alle 10:58 via WEB
Ciao. Scrivi libri. Complimenti. Ho seguito il ragionamento tuo e di Julie, per ora non mi pronuncio.Devo farmi un'idea.Ciao Nick60
 
digiorno.ungiorno
digiorno.ungiorno il 21/03/09 alle 10:57 via WEB
Che dialogo interessante.Ha ragione Julie.Tu scrivi bene.Un simpatico buongiorno ad entrambi.
 
 
JuliedeJaloux
JuliedeJaloux il 25/03/09 alle 16:57 via WEB
Urla che ho ragione. Chè nick60 è sordo. E non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. 'ngiorno, giorno;)
 
rugiadadellasera0
rugiadadellasera0 il 22/03/09 alle 14:27 via WEB
Buona Domenica !! :)
 
meryalipervolare
meryalipervolare il 16/04/09 alle 11:42 via WEB
CIAO A TE...GRAZIE DELLA VISITA E TORNA QUANDO VUOI....MERY
 
federica150
federica150 il 10/05/09 alle 21:11 via WEB
Iniziato!
 
 
nick60libri
nick60libri il 10/05/09 alle 21:46 via WEB
Non è mai troppo tardi. Mi stavi facendo stancare Athor Zicowsky e Caterina Vinci nell'attesa...
 
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L'INCIPIT DI BACIAMI ANCORA

 

Nonostante la minaccia di un imminente temporale, alle sette del mattino i primi ambulanti, mestamente, collocavano le loro mercanzie lungo il Viale dei Fori Imperiali. Era Novembre e faceva freddo. Athor era giunto da poco a Roma a bordo del suo vecchio ma ben tenuto furgone westfalia rosso, allestito come un mini camper. Lo parcheggiò alla meno peggio nei pressi della Domus Aurea. Tentò di avviare la piccola stufa a gas, sfregandosi le mani, ma l'aggeggio stentò a partire. Provò ancora mentre intonava:

 

Nei cieli bigi vedo fumar dai mille comignoli

Parigi, e penso a quel poltrone di un vecchio

caminetto ingannatore,

che vive in ozio come un gran signore.

 

Proveniva da Sorrento. Le prime ore della notte le aveva trascorse guidando. In autostrada si era fermato un paio di volte presso gli autogrill a bere caffè per restare sveglio. Per esibirsi preferiva giungere sul posto con molto anticipo, così da avere il tempo per il disbrigo delle formalità e riposarsi prima di lavorare. Gli piaceva viaggiare di notte. A notte fonda, quando accedeva nei punti di ristoro delle stazioni di servizio più piccole, un po' stordito dalla musica e dalle vibrazioni della vettura, viveva come in un sogno l'atmosfera piatta che aleggiava nei bar quasi deserti dove i clienti consumavano piano, in silenzio, le loro bevande. Si sentiva come un personaggio del quadro di Edward Hopper più noto: Nighthawaks.

Restò nel camper circa una mezz'ora. Poi scese e raggiunse il Viale. - Qui potrebbe andare bene. - si disse strisciando il piede sulle basole per liberare la zona che aveva scelto dalle cicche.

La presenza del Colosseo garantiva un via vai sufficiente di turisti e la muraglia ad una trentina di metri dinanzi a sé avrebbe consentito un effetto acustico accettabile. Lo spazio era ampio abbastanza per farvi sostare chiunque avesse voluto farlo. Quel posto era proprio l'ideale per ciò che doveva fare Athor.

 

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