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Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Viaggiare richiede un atteggiamento adeguato ai luoghi in cui si viaggia, un atto di sottomissione a partire dalla richiesta dei visti (che già affermano un limite temporale al viaggio) e dal laborioso/odioso rito di ingresso con l'occhiuto controllo dei documenti ed il controllo bagagli - e l'eventuale sequestro delle cose proibite/sconosciute in loco, a volte medicinali della cui funzione salvifica fatichiamo a dar conto ai severi militari incaricati dei controlli. Guai ai diabetici di tipo 2. Si entra in un mondo chiuso, religione e costumi sociali altri e diversi, evitiamo contaminazioni, si raccomanda nei libri-guida, e le esibizioni sfrontate sulle spiagge candide e solitarie. I figli dell'Occidente sbracato limitino le loro licenze all'interno dei 5 stelle prenotati in patria e off limits per gli indigeni - veri e propri reclusori per turisti. I 'viaggiatori' sono altra cosa. A questo mi è capitato di pensare, guardando il bel documentario sull'Afghanistan mandato in onda ieri da Monica Maggioni. Un ritorno sul luogo del delitto degli sbracati Occidentali che hanno osato credere di poter dominare un popolo di fieri talebani, - barbuti fedeli dell'islam del Corano e della sharia, quasi tutti muniti del loro kalashnikov di riferimento con il quale hanno sconfitto le iper tecnologiche truppe americane alla loro seconda disfatta, dopo la vergognosa partenza dal Vietnam e l'abbandono in loco di tonnellate di armamenti. 'La democrazia non è per noi.' afferma tetragono un talebano intervistato a caso. Corano e democrazia occidentale sono nozze oltraggiose – e questo dovrebbe far insorgere più di qualche dubbio nelle menti bacate degli oltranzisti 'no borders' e dei loro vanesi supporters politici, i giudici di prima e seconda istanza e gli avvocati di patrocinio gratuito inclusi che svuotano i Cpr in nome di una malintesa libertà. Non poteva mancare la lunga geremiade sul capitolo 'donne afghane' recluse nelle case del loro tormento di escluse dalla vita pubblica e dalle scuole – fatta eccezione per qualche scuola privata sorvegliata a vista e guai a sgarrare. Un 'mondo a parte', quello del talebani, arido e secco come le loro montagne e come i versetti che invocano a presidio delle loro vite ossute e dei loro sonni privi di sogni. E tutta la costosissima avventura occidentale di 'enforcing democracy' in quei luoghi mille volte maledetti dagli sventati semidei occidentali ci appare tentativo demoniaco di malintesa 'liberazione', a fronte delle facce e le barbe lunghe degli intervistati e dei loro minacciosi kalashikov appesi alla spalla e nessuna donna in giro, bensì recluse ai domiciliari del loro supposto tormento. Chissà come si fa all'amore in quelle prigioni domestiche. Afghanistan 3-il Ritorno. E il vento degli altopiani in sottofondo quale sola colonna sonora di secolari solitudini e rocciose clausure di montanari fieri delle loro povere cose e della loro asfittica lingua coranica – che si sono permessi il lusso di estirpare per intero tutte le coltivazioni di oppio dalle quali ostinati peccatori contadini ricavavano gruzzoli sostanziosi, complici gli occupanti americani. Viaggiate in Afghanistan, dove il tempo si è fermato e nessun nemico è più all'orizzonte – e non dimenticate di indossare le palandrane di rito e di ascoltare il canto dei muezzin, la notte. ![]() |
Inviato da: cassetta2
il 08/05/2025 alle 18:15
Inviato da: fedechiara
il 28/03/2025 alle 16:18
Inviato da: cassetta2
il 28/03/2025 alle 15:59
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il 05/03/2025 alle 17:42
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