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« Classici pret à porterMemorie »

Inni alla gioia e marce funebri.

Post n°2124 pubblicato il 20 Giugno 2022 da fedechiara
 

Stupore, è la prima parola che mi viene in mente. E incredulità per quanto le cronache ci raccontano di drammatico. Stavo per dire 'per quanto ci accade', ma, in realtà, non ci sta accadendo nulla di troppo diverso da quanto ci accadeva l'altr'anno e l'anno prima, pandemia e contagi relativi a parte.
Fa caldo, è vero, così come faceva caldo l'anno prima e negli anni a ritroso e il 'far caldo' è evidenza solare acquisita e metabolizzata dalle presenti (e passate) generazioni, ma non dai giornalisti delle redazioni dei tiggi che, con le mani sui capelli, ce lo sommano bravamente alla siccità e ai danni alle coltivazioni - che bruciano o neanche spuntano dal terreno arido e secco, producendo un effetto drammaticissimo 'percepito' dai telespettatori allibiti, ma che non trova immediato riscontro sugli scaffali dei supermercati. I quali, da sempre, raccolgono e smerciano prodotti alimentari provenienti da tutto il mondo: asparagi spagnoli, cetrioli messicani o peruviani, pomodori tunisini, fagiolini senegalesi, patate olandesi. Tutto costa di più, è ben vero.
E' l'inflazione, Bellezza, anzi 'E' la guerra'.
Meglio ancora: 'Siamo in guerra' , ci mandano a dire, via giornali e tivù, taluni personaggi più realisti del re americano e della Nato (vedi, più sotto, l'intervista al presidente di Nomisma).
Ma davvero siamo in guerra? Qualcuno ce l'ha dichiarata e abbiamo messo l'esercito in allarme?
Le fregate e gli incrociatori scaldano i motori? Abbiamo avvisato i riservisti e lo Stato Maggiore ha elaborato i piani di intervento? Nulla di tutto ciò.
Semplicemente mandiamo armamenti leggeri e pesanti all'Ucraina in guerra. Chi ce lo ha ordinato? La Nato, organizzazione militare americana che già sembrava moribonda, prima di questa insensata fiammata bellica di ritorno. Dico 'di ritorno' perché è una guerra che l'Ucraina ha voluto e cercato, forte dello spudorato appoggio occidentale e americano, provocando la Russia, naturale protettrice delle popolazioni russofone, con pervicacia degna di miglior causa nel corso degli ultimi otto anni di massacri ed efferatezze commesse dai suoi nazistoni Azov nel Donbass e nel Lugansk.
Quindi: che ci azzecca l'Italia con la guerra e perché abbiamo partecipato a questa follia assoluta di inimicarci (con le 'sanzioni') un partner commerciale di primaria importanza che ci forniva il gas e il petrolio a buon mercato e le 'terre rare' di cui siamo carenti e incrementava le nostre presenze turistiche ogni anno vieppiù?
Per 'allinearci alla scelta atlantica', dice tetragono il Di Maio - miracolato 5 stelle al ministero degli esteri di un governo emergenziale di tutti i partiti incollati alle cadreghe per tema di 'andare a casa' e restarci.
Domandona che sorge spontanea: 'Importa ancora a qualcuno di una 'scelta atlantica' nata alla fine della seconda guerra mondiale e resa obsoleta nei decenni seguenti fino alla 'crisi di Sigonella' - voluta dal Craxi Bettino allora presidente del consiglio dei ministri?
Uno stato sovrano non è libero di rescindere e/o riformulare i patti sottoscritti nel periodo post bellico che si rivelino delle palle al piede e ci causano pesanti danni economici?
Una sana neutralità atlantica simile a quella dei vicini svizzeri non era/è preferibile, di grazia?
Il 'tutti assieme appassionatamente' di questa Europa disgraziata che ci ha legato a doppio filo bellico all'alleato americano nel suo momento politico più doloroso e grave di perdita della primazia planetaria è il refrain stonato di una 'Marcia Funebre' (per le privazioni che ci aspettano) che sostituisce l'Inno alla Gioia' - presuntuosamente assunto quale orizzonte di futuro dagli speranzosi e volonterosi europeisti a prescindere, nipoti stolidi dei 'padri fondatori'.
Il coraggio politico di innovare e prefigurare un futuro diverso per il paese, mi chiedo, è prerogativa esclusiva di una pattuglia di 5 Stelle dissidenti – che vogliono impedire ad una maggioranza in crisi politica gravissima di votare il mortifero decreto di nuovi e maggiori armamenti all'Ucraina, ma soccomberanno all'ennesima 'fiducia' posta dal premier?
Chi vivrà saprà (e i costi di questa entrata in guerra degli stolti(enberg) sono a nostro carico sulle bollette e sugli scontrini dei supermercati, maledizione!)
Potrebbe essere un'immagine raffigurante attività all'aperto
Siamo in guerra? Davvero l'Italia è in guerra? 😳Le frasi dei personaggi 'più realisti del re americano'.
No alle sanzioni. No alle armi all'Ucraina.
Il presidente di Nomisma
Energia: siamo in guerra, è una situazione eccezionale, servono interventi mirati
ECONOMIA > NEWS
Sabato 18 Giugno 2022 di Andrea Bassi
Gas, Tabarelli: «Inevitabile ridurre i consumi. Le persone vanno preparate all'idea di fare alcuni sarcifici»
Professor Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, il gas russo sta arrivano in Italia con il contagocce. Quanto dobbiamo preoccuparci?
«Non poco. E la parola d’ordine ora diventa: razionamenti. Dobbiamo distruggere domanda e distruggere consumi».

 
 
 
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