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La pace che consegue alla guerra.

Post n°2341 pubblicato il 03 Dicembre 2022 da fedechiara
 

La pace che conseguirà agli esiti della guerra.
Se leggete tra le righe della prima pagina di ieri che vi propongo, noterete l'espressione 'pace giusta' riferita alla guerra di Ucraina. A definirla così è solo una delle due parti che, ad un eventuale tavolo di trattativa, si provassero a ricomporre il complicato puzzle post bellico.
Cosa è 'giusto' sottolineare e convenire in questa drole de guerre per procura Nato, valorosamente combattuta dagli Ucraini a futura memoria dei centomila caduti in battaglia?
Giusto ieri, per dirne solo una, una fake new di smaccata propaganda ucraina indicava in 13.000 i caduti di parte loro e 150.000, invece, gli odiati Russi. Fonti militari americane, nei giorni scorsi, indicavano 100.000 alla pari per le due fazioni in guerra. La guerra è un abisso dove la verità dei fatti precipita nel profondo e si defilano i mitici 'fact chekers' di Zuckenberg e gli stanchi ricercatori di bufale.
Cosa è giusto, dunque, nella fumosa prospettiva di pace tra la Russia e la Nato (per interposta Ucraina)? La restituzione delle terre conquistate con lacrime e sangue dai soldati russi? Improponibile, direbbe Peskov in prima battuta nei laboriosi mesi della ipotetica trattativa. Scordatevelo, lo imbecca Putin nel telegiornale di ieri sera.
O sarà decisiva la scrittura di un patto di non aggressione da parte della Nato, relativa alla cintura di paesi satelliti che hanno sottoscritto lo scellerato patto militare con l'Occidente?
Basterebbe a Putin una tale scrittura, condivisa da Europa, per restituire il maltolto? E' lecito dubitarne.
I miracoli accadono, talvolta – magari per intercessione vaticana (che, da sempre, afferma di avere i suoi canali privilegiati in alto con Chi di Dovere) supportata da novene e intense preghiere dei fedeli.
Ma se questa dovesse essere la carta nascosta al tavolo di trattativa dovrebbe essere accompagnata da amplissime garanzie di rispetto dei confini della Russia che si andranno a patteggiare e ridisegnare e dalla solenne cancellazione futura della parola 'nemico' riferita all'orso russo – che è all'origine della folle 'confrontation' atomica tra gli Stranamore occidentali e i Russi fin dai tempi della 'guerra fredda' e l'altissimo rischio di guerra termonucleare a Cuba – di quando la Russia provò ad installare una sua base missilistica colà.
Temo che Biden e Macron dovranno attendere la prossima primavera per poter rassicurare il mondo sull'avvio di una seria trattativa di pace – ed entrambi dovranno tenere in serissima considerazione il presupposto russo di aver spostato, manu militari, i confini oltre il Donbass e la Crimea e gli altri territori dove le sue truppe si sono acquartierate e preparano la controffensiva del 'generale inverno'.
Avvisino Zelensky di tenersi pronto al grande evento internazionale e provvedersi di robuste razioni di Lansoprazolo.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 7 persone, persone in piedi e il seguente testo
In attesa delle trattative di pace. (No, quello al centro non è Zelensky)🙄.

 

 
 
 
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