Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Consolazione della filosofia in tempi di guerra prossima.Consolazione della filosofia in tempi di guerra prossima. - 02 maggio 2022 Negli ultimi due anni del nostro scontento abbiamo rivalutato la filosofia. 'Godi di ciò che hai e sii contento di averne.', ci diciamo – dopo che la pandemia e le clausure conseguenti hanno reso precarie le vite e le libertà, perfino quelle fondamentali dell'uscire di casa e progettare un viaggio anche minimo, di prossimità. E chi aveva un lavoro e i suoi ritmi di vita conseguenti si è dovuto adattare al 'telelavoro' e le vite degli adolescenti, già rincretiniti di loro per l'uso massivo e sregolato dei cellulari, è sprofondata ancora di più a fondo nel virtuale delle malate relazioni a distanza e nella schizofrenia che, spesso, ne consegue. E la presente guerra di Ucraina ha sconvolto il paesaggio planetario e quello nostro personale – e non sappiamo più chi siamo e che cosa abbiamo (di cui godere) e se qualcosa lasceremo ai figli in un mondo che teme di esplodere da un giorno all'altro nella più devastante delle guerre: quella termonucleare delle distruzioni reciproche totali dei confliggenti e di quella del pianeta - di quel che ne resterà, ad esplosiva salva nucleare conclusa. E vien da sorridere nel leggere i commenti su F/book di gente che si schiera a favore di una o dell'altra delle fazioni in guerra e delle storiche 'appartenenze' Nato a fronte dell'incombere dell'olocausto nucleare che tutto cancella – e tornano a fiorire, negli aridi boschi dei socials, i velenosi carpofori delle stupide partigianerie da prima e seconda guerra mondiale e 'guerre fredde' redivive. E tornano in auge, udite, udite, gli odiati confini - che un professore di vaglia in un suo libro aveva detto estinti e patrimonio negativo bellico dei maledetti nonni e dei padri guerrieri e noi esenti, che fortuna! Noi gaudenti figli dei computer e della liberatoria virtualità delle 'seconde vite' virtuali e della salvifica postura 'uomo-schermo-tastiera' che cancellava d'emblé la postura 'uomo-moschetto-trincea' dei milioni di morti stupidi delle lapidi e delle medaglie alla memoria (A. Baricco 'The Game'). Che bella illusione ci ha nutrito, noi figli della seconda metà del secolo Ventesimo che aborriamo ogni e tutte le guerre, di avere sconfitto il demone ipogeo che oggi impazza in terra ucraina – ma già da otto anni aveva seminato di morti (soldati e civili, uomini, donne e bambini) le sue regioni confinanti con la Russia in una guerra peraltro dimenticata, guerra locale, periferica che, chissà perché, non commuoveva a sufficienza i nostri bravi giornalisti della stampa e delle televisioni mainstream e non ce ne ragguagliavano, non si stracciavano le vesti, né menavano scandalo come fanno oggi, invece, dopo l'invasione risolutiva delle truppe russe. E tocca trovare rifugio e consolazione nella filosofia di Boezio (caducità e vanità delle umane cose), come dicevo all'inizio, e nell'Ecclesiaste che ci ammonisce a non riporre tutte le nostre speranze nelle umane cose che 'picciol tempo duran' e ricordare, invece, che viviamo in prossimità di un: (…) abisso orrido, immenso ov'ei (il genere umano n.d.r.) precipitando il Tutto oblia.' Tale è la vita mortale, vergine Luna. |
Inviato da: LewisCannon
il 15/08/2024 alle 09:09
Inviato da: cassetta2
il 29/07/2024 alle 22:19
Inviato da: ARCAN020
il 29/06/2024 alle 12:34
Inviato da: fedechiara
il 24/06/2024 alle 06:56
Inviato da: VIOLA_DIMARZO
il 23/06/2024 alle 16:38