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« Oremus fratres.Le guerre perdute degli ... »

Narrative di ordinaria demenza.

Post n°2814 pubblicato il 06 Ottobre 2023 da fedechiara
 

'(...) devi restare qui e respirare la stessa aria che respiro io.'
(La saggezza della madre - inascoltata - nel trailer.)

C'è anche Rai Cinema tra i vari produttori del film 'Io capitano'. Un film candidato all'Oscar, nientemeno, che offre una narrazione pietosetta ed elegiaca di un tale che 'tecnicamente' e secondo la vulgata di destra è uno 'scafista', ma il bravo regista lo promuove, invece, senza se e senza ma e con il plauso dei buonisti riuniti nella 80sima Mostra del cinema, a 'Capitano' di una carretta del mare dei naufragi organizzati dai maledetti trafficanti di vite umane.
Spudorata apologia di reato e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, si sarebbe detto una volta, ma nel mondo a rovescio in cui viviamo il film in questione diventa un manifesto politico, una fiera dichiarazione di correità con i milioni di 'sognatori' sul piede di partenza verso Bengodi-Europa dove diventeranno calciatori e/o rapper o altro di sognante, appunto, mentre le cronache ci raccontano, con dovizia di particolari e di irritanti statistiche, di periferie urbane degradate e dello spaccio di droga in mano ai nigeriani e via elencando delle storie di micro criminalità e stupri e aggressioni che hanno quali protagonisti i nostri ospiti immigrati.
E degli 11 milioni di euro del costo di produzione del film finora i produttori hanno incassato 2 milioni e mezzo al botteghino, ma auguriamo loro di recuperarne altrettanti nel passaggio alle sale estere e americane e l'inevitabile passaggio in tivù - per il male che vogliamo loro, poveri buonisti in fregola di far assurgere le loro narrative distorte e pietose a sproposito a veri e propri messaggi evangelici, complici le quotidiane dichiarazioni in tivù e sui giornali di Francesco, il papa famoso per il rovello de: 'Chi sono io per giudicare?' (sei il papa, Francesco, quello delle antiche 'verità rivelate', ricordi? Non un qualsiasi Dalai Lama o sacerdote indù).
E sono curioso di sapere come verrà archiviata in bilancio l'eventuale perdita dei produttori del film, nel caso più che probabile che qualche milioncino graziosamente elargito al loro campione di sogni migratori mancasse all'appello.
Qualche ragioniere-ispettore non buonista ce lo racconterà, alla fin della vicenda?

 
 
 
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