Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 4
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

orpheus730fedechiaraViddameabella.itossimoramonellaccio19only_viruallySognoproibito49ahmad785pettihomeshop0nehadasQuartoProvvisoriocassetta2BornsicksuaairpodsDott.Ficcaglia
 

Ultimi commenti

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

Sogno o son desto?

Post n°3324 pubblicato il 14 Settembre 2024 da fedechiara
 

I sogni non sono desideri. - 11 settembre 2022
Faccio sogni in technicolor. E perfino in tecnologia digitale – cosa che i sogni hanno inventato molto prima dei tecnici che ce l'hanno rifilata. E sono spesso sogni realistici, minimalisti, ma le realtà che descrivono sono altro da me e temo che uno psicanalista faticherebbe a trovare il bandolo che lo condurrebbe nel mio 'profondo' - e dovrebbe inventarsi qualcosa per giustificare la salatissima parcella.
Che se è vero che la vita è sogno, per certi suoi aspetti, io sono l'uomo che visse due volte, praticamente un (adorabile) Matusalemme del ventunesimo secolo.
E stanotte i sogni erano due – o forse uno era filiazione dell'altro e mi sono perso il passaggio fatale a causa di una giravolta di troppo tra le lenzuola (mi ci avvoltolo come una mummia).
Il primo narrava di uno scultore/pittore, che abbandonava lo stile figurativo (l'han fatto in molti nell'ultimo secolo) e si dedicava alla costruzione di mastodontici cieli nuvolosi di cartapesta (un materiale giusto per intenderci, in realtà erano molto somiglianti al cielo originale e luminosi del pari). Cieli che collocava sul soffitto di luoghi chiusi per offrire l'illusione di una 'via di fuga' dall'angusto e dall'avvilente delle nostre cose di quaggiù.
Lo so che la cosa vi piace e la trovate poetica, ma vi assicuro che il personaggio – del quale io ero una sorta di alter ego – non era affatto cordiale e bendisposto nei miei confronti (l'alter ego), forse per via del fatto che costruire cieli per degli umanoidi che non li meritano è come 'offrire perle ai porci', come recita il noto adagio.
E il secondo sogno mi vedeva solo in una onirica città di N.Y.
Pochi i mitici grattacieli, nel sogno, bensì una metropolitana piuttosto male in arnese che mi portava dal luogo di lavoro (uffici la cui funzione non era precisata) ad una cameretta angusta dove scioglievo sogni e lacrime lungo le tristi notti della mia transumanza colà. E, nel corso delle giornate di lavoro, chiedevo i permessi per rivolgere suppliche inascoltate ai severissimi funzionari della sanità pubblica: che mi concedessero gli esami medici necessari per appurare le cause della scarsa ossigenazione del mio sangue.
Altro dirvì non vo', in proposito. Perché e come fosse che il mio sangue riceveva poco ossigeno non era spiegato nel sogno. I sogni non sono sempre desideri, a volte sono incubi ingiuntivi e condanne immeritate, sappiatelo.
Di bello c'era che il mio principale, una sorta di Tom Selleck molto disponibile al dialogo, mi confortava dicendo di non badarci e fare come se fossi sano, funziona meglio di cento esami, diceva.
E l'unica cosa poetica era la mia discesa nel piazzale, la sera, alla fermata della metropolitana.
E. prima di chiudermi nell'angusta cameretta, sguazzavo, incurante delle scarpe e dell'orlo dei pantaloni che si bagnavano tra le basse onde di una risacca che lavava le pietre del selciato e davanti a me era una porta, una sorta di arco in pietra monumentale, ma privo di fregi e figure.
Lo chiamavo 'la porta sull'oceano' e talvolta mi avvicinavo, ma arretravo quando l'acqua mi arrivava alle ginocchia.
Poi, com'è, come non è, l'improvviso risveglio e di corsa nel bagno...
Tu
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 

Il caro vita, i pantaloni, la gonna e gli Stranamore del Pentagono.

Post n°3323 pubblicato il 14 Settembre 2024 da fedechiara
 

Il caro vita, i pantaloni, la gonna e gli Stranamore del Pentagono. - 12 settembre 2022
Pare, si dice, che l'autunno caldo sia già in essere. Se essere o non essere è il problema, i lavoratori, all over the world, pare abbiano optato per l'essere e l'abbiano risolto pro domo loro. In piazza e contro. Contro il caro-vita e la maledetta guerra Nato in Ucraina che lo causa e conduce.
La differenza con altri anni di decenni trascorsi di imponenti manifestazioni sindacali e 'popoli contro' i maledetti (s-)governi in carica è che oggi dei maledetti giornalisti dalla schiena poco dritta vanno dicendo sui loro fogli che quelle manifestazioni 'fa(ra)nno piacere a Putin'.
Che è come dire che la cioccolata a colazione ci rallegra la vita, ma non è chiara la relazione tra la vita di ognuno di noi e la cioccolata, a parte la pubblicità in merito che ce la raccomanda ben calda e densa e con la panna in coppa e il ventaglio del biscotto sospeso dazu.
Che le manifestazioni sindacali presenti e le future siano dette 'populiste' e un favore fatto a Putin è chiosa ridicola degli utili idioti filo Nato perché, da tempo immemorabile, il caro vita è stato una causa scatenante delle rivendicazioni sindacali, sia esso causato dall'aumento delle materie prime e/o dai costi di produzione, sia da cause esogene come, oggi, la guerra per procura Nato voluta dall'arzillo Biden e dai suoi dementi Stranamore seduti intorno al tavolo ovale del Pentagono - che foraggiano i prodi combattenti ucraini e li illudono di una impossibile vittoria.
Con sullo sfondo l'orrore del pulsante rosso della guerra termonucleare che 'a chi la tocca, la tocca' e 'si salvi chi può'.
Una guerra pagata per intero da noi, cittadini probi che mai avremmo immaginato, qualche mese fa, che potesse esistere una stra maledetta relazione tra una guerra dimenticata nel Donbass da ben otto anni e il nostro portafoglio già al lumicino di suo – e d'un tratto svuotato dello stretto necessario al vivere quotidiano dalle decisioni idiote di s-governanti che si sono detti, come un sol uomo, uno dopo l'altro con piglio di autocrati rimbec....ti , atlantisti e filo Nato e filo armamenti all'Ucraina dei nazistoni Azov in guerra contro l'odiato nemico russo.
Tutto ciò considerato, cittadini, manifestate, manifestate, manifestate. E riempite le piazze e mandateli a quel paese con cori intonati e le giuste enfasi e qualche altra invettiva creativa che vi verrà in mente.
E se qualche imbec.... di recente nomina vi avverserà e ci contesterà, stringetelo d'assedio davanti ai parlamenti nazionali e 'mandatelo a casa'. I cimiteri sono pieni di lapidi di gente indispensabile che passava per illuminato statista in vita.
Lapide più lapide meno, aggiungiamo qualche nome dei presenti e vivi e redigiamo gli opportuni 'coccodrilli' a futura memoria.
Che indossino i pantaloni o la gonna, poco importa.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante attività all'aperto
Tutte le reazioni:

 
 
 

Ma non era meglio Gaugamela?

Post n°3322 pubblicato il 11 Settembre 2024 da fedechiara
 

Ma non era meglio Gaugamela?
Succede anche a voi? Cerco notizie sullo stato delle cose della guerra in Ucraina e mi appaiono siti dei più vari e diversi – in maggior parte filo occidentali e che danno conto solo delle pretese battaglie perdute dalla Russia e della costante predazione di carri armati da parte dell'esercito di Kiev.
Rare le ammissioni di perdite e morti a decine degli eroi ucraini (i cui cimiteri crescono a dismisura) a causa di bombardamenti russi.
In alcuni siti occhieggiano le faticose ammissioni dell'avanzamento lento ma costante dei Russi nel Donetsk e la conquista di tre/quattro villaggi ogni settimana.
Una guerra di logoramento, una guerra 'dosata', una strana 'operazione speciale' con conquiste limitate e poco eclatanti da parte della Russia, a parte le vendette di missili a decine per l'occupazione di alcuni villaggi nell'oblast di Kursk e la figuraccia internazionale di Putin.
E sarà perché ne abbiamo le scatole piene di questa e di altre guerre infinite e della 'guerra dei sessi' ultima scorsa tra san Gennaro 'o ministro e Maria Rosaria gran biondona che il pensiero va a quelle meravigliose guerre di rapidissimo avanzamento dei tempi andati (non ci sono più le guerre di una volta, signora mia) come quella di Alessandro a Gaugamela, per dirne una, - e i suoi possenti fanti d'assalto in costante avanzata che infilzavano i malcapitati con le lunghe sarisse oscillanti come i pungiglioni di un immenso porcospino, e il generalissimo a cavallo di Bucefalo che guidava la carica da sinistra e aggirava i Persiani rintronati e ne sterminava a decine ad ogni passaggio.
E Zelensky (pardon Dario) in fuga disordinata sotto ai droni (i dardi, mi scuso) sibilanti di sopra e di sotto. Volete mettere Gaugamela con Kiev?
Non ci sono più gli Alessandri di una volta, mannaggia, mannaggia.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 

Gely e Viktor. Grandi mostre.

Post n°3321 pubblicato il 10 Settembre 2024 da fedechiara
 

Gely e Viktor uniti nella lotta - 10 settembre 2019
E, se volete costruirvi un percorso di visita tematico, andate a palazzo Rota Ivancich – che anche nel nome del secondo proprietario richiama i tempi grami dell'occupazione dell'Istria e della Dalmazia e della sua 'liberazione' per mano dell'esercito partigiano titino - di cui alle rinomate 'foibe' piene di cadaveri uno sull'altra che hanno agitato i nostri dibattiti recenti.
E vi espone Nadia Prlja, artista designata dalla Macedonia per il suo padiglione, con scritte che sembrano state prese dai muri dei 'writers' all over the world prima e dopo la caduta del muro.
Ma non è celebrazione o, di contro, vituperio delle note vicende del socialismo/comunismo che ha agito nei nostri sogni ed incubi per oltre cinquant'anni – prima di cadere esausto su se stesso per l'immane compito che si era dato di liberare l'umanità dalle sue catene – bensì è 'destrutturazione', nelle intenzioni dell'artista.
Che è come scomporre i pezzi di una macchina per capirne gli interni meccanismi di funzionamento o dissezionare un cadavere per scoprire di cosa è morto veramente e quali malattie interne covava.
E si viene avvolti dal rosso, naturalmente, colore-simbolo e tormentone dei nostri Sessanta – come quell'inno stolido di 'Bandiera rossa la trionferà...' (oggi 'Bella ciao') che ci propinava alle 12 in punto Radiocapodistria, insieme alle dediche e agli auguri dei radio-ascoltatori del nord-est.
Ma se, invece, volete 'rifarvi la bocca' e gli occhi e tornare agli echi del socialismo reale dissequestrato e finalmente sdoganato dallo zdanovismo delle origini e curato con bravura e attenzioni massime alla Storia e ai suoi echi nella storia dell'arte russa, da parte dei professori di Ca' Foscari, sezione lingue slave, andate a vedere la mostra dedicata a un mostro sacro della pittura Gely Korzhev, il cui genio è capace di ri-proporci i nudi della classicità, ma con addosso gli stivali di una contadina tornata dal duro lavoro dei campi. Una Venere tizianesca polpacciuta e potente come nessun'altra nella storia della classicità. E vi sono, naturalmente, gli echi della guerra e le bandiere rosse al vento o a terra, secondo che si narri di sconfitte o di vittorie, ma è il trionfo e il fascino del pittore della tradizione che vi si evidenzia, il pittore di tele – che torna a Venezia 57 anni dopo la sua partecipazione alla XXXI Biennale nel mitico padiglione dell'U.r.s.s.
Un altro grande pittore russo, un'altra splendida mostra cafoscarina, dopo quella che ci propose i quadri mirabili di Viktor Popov, - che tanto ci piacque e ci convinse della bontà delle scelte di quella storica sede espositiva. Chapeau.
(Ca' Foscari Esposizioni 03/05 – 03/11/2019)

 
 
 

Il 'campo largo' e l'orizzonte degli eventi che ci mostra i suoi lampi.

Post n°3320 pubblicato il 09 Settembre 2024 da fedechiara
 

Il fragore dell'acqua che scende dai torrenti di montagna e la pioggia intensa che dilava la aride pianure. E' settembre, andiamo, è tempo di cambiare. Il caos interno alle nostre cellule ci prepara all'autunno e il caos del mondo e della sua 'nave dei folli' in precaria navigazione ci agita i pensieri: siamo 'stelle danzanti', implosioni, buchi neri, universi in disfacimento e ri-creazione a partire dalle oscure onde gravitazionali.
Si, lo so, fa un po' ridere dare cosmica forma poetica al Casino Royal del 'campo largo' che si agita e ci manda i suoi flebili lampi di luce e ci ammannisce le stanche intuizioni politiche dalle varie 'feste' settembrine (Festa del Fatto, Festa dell'Unità'+).
Conte+Schlein+Fratoianni e Bonelli-Renzi fratto Calenda.
Più che un 'campo largo' un ronzante buco nero che tutto macina al suo interno e nel fondo dell'imbuto gravitazionale si sente l'eco in dissolvimento della pulzella svizzera che grida: 'Prepariamoci a governareee'.
Risate cosmiche dall'orizzonte degli eventi che lo contorna.
Quei dessi 'vogliono governare', lo hanno detto davvero con sublime sprezzo del ridicolo – con l'Ucraina che collassa e i suonati filo Nato che continuano a mandarci armamenti sempre più letali e 'a lungo raggio' per far finalmente deflagrare la contesa termonucleare.
A seguire, tutte le altre proclamazioni velleitarie sul buon governo che verrà a guida sinistra (nomen omen). E l'unico collante di quei malnati aspiranti al potere malgrado le mille divisioni interne e le idiosincrasie personali è lo ius scholae e il 'Venite parvulus' lanciato alle coste africane e medio orientali con il sostegno a spada tratta alle ong-taxi del mare.
Ma hanno il papa dalla loro, il papa della ipocrita misericordia che tutto risolve dei conflitti di un mondo in cui trionfa la demenza (sic) e la violenza. Quante divisioni politiche può schierare il papa? Facciamoglielo sapere nelle prossime urne elettorali. Fra tre anni.
Intanto zappate, voi preclari ingegni del 'campo largo', qualche stenta patata o altro stitico tubero si mostrerà, nella bella stagione. Concimatelo, concimatelo, il vostro campetto, cari.
O nascondetevi i pochi denari di Pinocchio – con il Gatto e la Volpe che spiano nell'ombra.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante spazio

 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963