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Messaggi di Novembre 2019

Ulisse e l'ombra del tempo

Post n°1034 pubblicato il 13 Novembre 2019 da fedechiara
 

Ulisse e l'ombra del tempo

Ho delle difficoltà a ricostruire i fatti e gli eventi accaduti negli oscuri millenni in una piccola isola greca che ho circumnavigato nella luce limpidissima dell'alba – or sono trenta e più anni - con un gommone a chiglia piatta e il motore al minimo per non oscurare i belati delle capre selvatiche che venivano dal monte e il lamento dei gabbiani sopra i nidi sugli scogli. 
Tentavo, invano, novello archeologo in erba, di riconoscere l'approdo del naufrago più famoso di tutti i tempi descritto nel poema omerico: Odisseo, reduce da decenni di oscure navigazioni tra isole mitiche infestate da maghe possessive e ammalianti sirene.

E, invero, Itaca mi deluse: appendice ionica della più grande Cefalonia e regno piccolissimo agro-silvestre di un tale re greco dalla fama immensa e furbo più una volpe, ma uomo infedele che condannò la moglie ad una attesa snervante mentre se la spassava tra le braccia di Circe e, forse, di Nausicaa che, nel poema, non fa mistero del suo desiderio e arriva a disdegnare lo sposo promesso:

«Sentitemi, ancelle braccio bianco, che dica una cosa: non senza i numi tutti, che stanno in Olimpo, quest’uomo è venuto tra i Feaci divini. Prima m’era sembrato che fosse brutto davvero, e ora somiglia ai numi che il cielo ampio possiedono. Oh se un uomo così potesse chiamarsi mio sposo, abitando fra noi, e gli piacesse restare! Su, date all’ospite, ancelle, da mangiare e da bere».

E la visita dell'isola, a piedi tra le forre e lungo gli alti pascoli delle capre, non mi tolsero il dubbio che Omero, nel narrare del regno di Odisseo, avesse trascurato di rendere verosimile il fatto che in una tale isola piccolissima potessero davvero darsi i potentati agro pastorali dei molti Proci (pochi campi aspri e secchi ciascuno e qualche famiglia contadina i loro sudditi?) che si insediarono prepotenti nella reggia di Penelope e banchettarono e gozzovigliarono per anni pretendendo che la vedova si risposasse, così nominando un nuovo re.

E' vero che non si dovrebbe mai 'fare le pulci' ai gloriosi poemi dell'antichità, mirabili per la narrazione di fatti straordinari ed apparizioni divine in tempi in cui non c'era la televisione nelle case e latitavano i divi di Hollywood e, tuttavia, l'archeologia, scienza della terra, non si è limitata a diminuire la possanza immaginifica della versificazione omerica e a consegnarci una Itaca oggi misera e spoglia al posto di quella ricca di messi e greggi e fitta di uomini di cui si narra.

Perfino la Bibbia, testo magico e verità religiosa per troppi adepti e sedicenti 'fedeli', non ci fa una bella figura posta di fronte alle scarne rivelazioni dell'archeologia relative al monte Ararat e alla mitica Arca e al Sinai del roveto ardente e delle Tavole della Legge e/o al passaggio del popolo ebraico nel mar Rosso. 
E in verità, in verità vi dico che qualche dubbio ce l'ho anche sulla pietra sepolcrale divelta di un tal profeta palestinese crocefisso e i suoi apostoli lo dissero 'risorto', pur se in assenza di prove provate e di un 'corpo del reato' sulla 'scena del crimine'.

Ma tant'è. I millenni sono tanti, milioni di milioni, e di cose sorprendenti e mitiche sulla crosta del pianeta Terra ne sono successe tante davvero, tutte diverse tra loro, molte contraddittorie e incredibili. E latitano, di questi tempi, i profeti che ci dovrebbero convincere di eventi miracolosi - e l'ultimo che ricordiamo, tale Muhammad, è per via dei 'radicalizzati sul web' che, di quando in quando, fanno strage di infedeli per le strade e negli aeroporti. 
Ed è il nostro cruccio e la pena che meritiamo noi cittadini europei per il troppo che stroppia che è stato stipato nelle tristi 'banlieues' delle città europee dal futuro oscuro e drammatico.

https://www.corriere.it/…/10-ritagli-tempo-81e313a0-03d4-11…

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Melting pot e dintorni

Post n°1033 pubblicato il 12 Novembre 2019 da fedechiara
 

Lavori in corso

http://www.mymovies.it/trailer/?id=36077

Ho visto un film, ieri, in tivù ('Travaux – Lavori in casa' di Brigitte Rouan) che ci parla di un allegro casino che rappresenta, in chiave paradossale ed esagerata, la realtà che viviamo di convivenza difficile coi cosiddetti 'migranti'.

In realtà il film è una commedia brillante, brillantissima e cinematograficamente sapiente, tutto conchiuso nella sua ideazione umoristicamente sgangherata e che mal si presta a dirci una parola in più o una parola esemplare e moralmente sostenibile sulla convivenza tra diversi che è la realtà delle nostre città da qualche decennio a questa parte.

Perché parlarne allora? Ne parlo per la didascalia finale in cui si ringraziano i 'migranti' che hanno attraversato il mare per la ricchezza che ci donano (ricchezza non petita, peraltro; e il vertice di Malta sull'immigrazione cerca, in colpevole ritardo, di arginare l'eccesso dell'offerta). Ed ecco espressa a chiare lettere la pretesa degli autori di aver girato un film 'morale' che ci indica la via maestra di una serena e allegra convivenza cogli arrembanti 'popoli del mare' e con le culture e tradizioni di appartenenza che menano seco, il tristo islam in testa.

Ma il 2015 è stato l'anno della strage di Charlie Hebdo e del museo del Bardo e, se digitate 'i conflitti sociali nelle banlieues' su un qualche motore di ricerca vi appariranno articoli a profusione in cui si narra che è il conflitto e il disagio sociale e la mancata integrazione a farla da padrone nelle periferie urbane delle metropoli europee e, se sfogliate le pagine di 'nera' di un qualsiasi giornale locale, è un florilegio di rapine, furti negli appartamenti, gangs di minori multietniche che compiono le loro bravate criminali o la banda dei nigeriani che sotterra le dosi di droga da spacciare nel parco della Bissuola e sono stati i residenti e le mamme a informarne la polizia - e mi chiedo da quale angolo neuronico mal manutenuto fuoriesca il buonismo imperante della maggior parte dei nostri giornalisti e dei politici di professione e di molti cineasti che continuano a dirci e propinarci che 'melting pot è bello' e il futuro è un rosa-confetto di 'tutti insieme appassionatamente'.

Forse quei giornalisti e quei politici e i loro supporters e-lettori non leggono i giornali o fingono di non vedere o scambiano i loro desideri per realtà, non lo so e mi piacerebbe saperlo - e confrontarmi in un pacato dibattito in cui si mettono a confronto i dati che tutti abbiamo a disposizione e si analizzano gli scenari realisti di una convivenza difficile e foriera di troppi conflitti futuri.

E, per certo, i 'buonisti' per vocazione e partito preso dovrebbero seguire con maggiore attenzione le cronache di quanto avviene in Germania e in Svezia, dove le frontiere aperte si sono rinchiuse e i governanti sono stati indotti a più assennati consigli sul merito di 'accogliamoli tutti', mentre le frontiere di prima linea della Slovenia, Croazia e Ungheria sono state militarizzate e l'allarme è massimo per le cifre insostenibili dell'invasione che cambia troppo rapidamente i connotati della nostra civiltà europea.

Chi vivrà vedrà e la vita è la nostra e dei nostri figli e nipoti, abbiamone cura.

MYMOVIES.IT
Un film di Brigitte Roüan con Carole Bouquet, Jean-Pierre Castaldi, Didier Flamand, Françoise Brion. I lavori di casa: si sa quando cominciano....

 
 
 

Fascismi storici e anti fascismi d'accatto

Post n°1032 pubblicato il 12 Novembre 2019 da fedechiara
 

Fascismi storici e anti fascismi d'accatto.

Ho, nella mia biblioteca, parecchi libri che ci parlano diffusamente del fascismo, del nazismo e della contrapposta colonna d'Ercole della post modernità che è il comunismo. Colonne in macerie, per nostra fortuna, ma che ci rifiutiamo di visitare (almeno nei libri) e così fa fastidiosamente capolino, in questi nostri tempi grami di anti-salvinismo un tanto al chilo, l'uso improprio delle parole maledette riferite a fatti ed eventi precisamente raffigurati nella Storia.

La monumentale 'storia del partito comunista' di Spriano, ad esempio ben ci ragguaglia nel merito di quella contrapposizione ideologica che si è fatta storia di conflitti sanguinosi, guerre e massacri e bombardamenti. E olocausti – anche se citare questo vocabolo al plurale fa inorridire la schiera dei detentori esclusivi della memoria del martirio ebraico, e quello degli armeni viene derubricato a 'genocidio' – sottordine di atrocità e ferocia degli esseri umani nella storia del 'secolo breve'.

E tuttavia non dovremmo dimenticare che tutto l'orrore del secolo breve è memoria collettiva, invece, e condivisa e che il giusto esorcismo di quegli eventi lontani passa per la lettura attenta delle pagine di storia - e mi piacerebbe sapere se anche solo la metà di coloro che intonano 'bella ciao' ad ogni stormir di fronda politica avversa e ad ogni visita elettoralistica di Salvini, il loro mostro e incubo personale, sono mai giunti alla fine di un qualche libro che del fascismo ci dà contezza di personaggi e azioni e contesti precisi e non contestabili.

E il 'caso Segre', con il corollario atroce di una scorta che accompagna una gentile vegliarda di anni 89, viene usato dalla nostra 'sinistra' politica come un ariete politico, così come hanno fatto, e fanno tuttora, con la chiamata alle armi degli antifascisti da centri sociali che gridano compulsivamente 'al lupo! al lupo!' anche quando il supposto lupo è solo un cagnolino da passeggio e nessun fascismo è alle porte, bensì il normale svolgersi e risuonare in cronaca delle normali contrapposizioni politiche – e le elezioni in questo paese si svolgono, da sempre, in serenità (malgrado le stragi di stato e le famigerate P2 che agivano nell'ombra) e premiano chi è capace di con-vincere senza i mezzucci e le grida farlocche dei pastorelli antifascisti che nessuno ascolta più nel segreto dell'urna.

Vinca il migliore, qualunque sia il senso della parola 'migliore'.

TUTTOSTORIA.NET
La parola “fascismo” deriva dal fascio di verghe che erano portate nell’antica Roma da appositi addetti chiamati “littori”, (da qui la denominazione “fascio littorio”). I fascis littorii erano le guardie del corpo personali del magistrato e rappresentavano il potere che avevano di ucci...

 
 
 

Il paradosso del gatto imburrato nel migliore dei mondi possibili

Post n°1031 pubblicato il 10 Novembre 2019 da fedechiara
 

Il migliore dei mondi possibili di Leibniz è teoria filosofica che 'mostrava la corda' già ai tempi suoi e solo i grassi fratoni delle abbazie e conventi di allora e i ricchi e potenti principi nelle loro regge avevano motivi e buone ragioni per discettarne e provare a convincere i loro sudditi e sottoposti. 
E, se fosse stato vivo il Murphy dell'omonima legge paradossale il dibattito filosofico sarebbe stato per certo molto più acceso e a Leibniz avrebbero tolto i gradi di filosofo con disonore in cerimonia pubblica.

Tutto questo premetto per dire che 'si stava meglio quando si stava peggio' - quando c'era il muro di Berlino e la 'cortina di ferro' - e mi riconosco piuttosto, e plaudo, nella figura della madre 'risvegliata' del bel film 'Good by Lenin' piuttosto che nel coro stonato dei troppi laudatores liberisti che dicono questo che viviamo il migliore dei mondi possibili, appunto.

E ci saremmo risparmiati le invasioni barbariche dei paesi nuovi e poverissimi che sono riaffiorati dalla Storia del maledettissimo ventesimo secolo quali Moldavia, Ucraina e Romania - che ci hanno rifilato le centinaia di migliaia di 'badanti': croce e delizia dei vecchietti abbandonati dai figli e dagli eredi, diseredati per via di tardo matrimonio di interesse. 
E, forse, la 'crisi globale' ci sarebbe stata lo stesso, grazie agli stra maledettissimi 'cinesi' degli omonimi negozi e prodotti taroccati a un euro, ma avrebbe avuto corso più lento e meno disastroso e, oggi, non saremmo qui a lamentarci e paventare la 'terza guerra mondiale' e il ritorno della 'guerra fredda' per via dell'Ucraina nazionalista che difende i suoi confini, ma è stata, fino a ieri, il cuore pulsante della Grande Madre Russia degli zar e della 'fratellanza slava'.

E, se è vero che 'la Storia non si fa coi se e coi ma', qualcuno potrebbe spiegarmi perché tutte le maledettissime cose negative che possono accadere continuano ad accadere a pioggia e grandine fitta e mai una lodevole e ragionevolmente lunga sequenza positiva si delinea sull'orizzonte dei viventi che riesca a farci riabilitare Leibniz e dica possibile e credibile la sua teoria?

Paradosso del gatto imburrato:
« Se è vero che una fetta di pane cade sempre dal lato imburrato e che un gatto cade sempre in piedi, lasciando cadere un gatto con una fetta di pane sulla schiena nessuno dei due cadrà mai per primo e si avrà il moto perpetuo. »

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http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaV/VOLTAIRE_%20LEIBNIZ%20E%20IL%20MIGLIORE%20.htm

 
 
 

Mitici muri e improbabili ponti

Post n°1030 pubblicato il 09 Novembre 2019 da fedechiara
 

Viviamo in tempi grami e in un mondo rotto che scaglia le sue schegge impazzite per ogni dove e oggi la ricorrenza del 'muro di Berlino' diventa sineddoche di ogni frontiera e barriera che si interpone tra gli esodi biblici dei 'popoli del mare' (e di terra) e il futuro di un'Europa e di un mondo che non riusciamo più ad immaginare – di certo non quello prefigurato da l'Inno alla Gioia di Beethoven -, ma che ricomincia, invece, dalle guerre perdute (Irak, Siria), il lavoro che non c'è e i rivolgimenti epocali che hanno il loro centro nel maledetto islam che deflagra nelle sue mille contraddizioni e opposizioni con la post modernità dell'Occidente evoluto, com'è deflagrato il Comunismo che aveva perso la sua arrogante sfida al Capitalismo. 
E cadde il 'muro' maledetto infine - e, di lì a poco, l'intero impero sovietico franò e si dissolse e, stupiti, conoscemmo i nomi dei cento paesi che aveva incorporato e nascosto nella sua fredda cortina di ferro: la Georgia, l'Ossezia, l'Ucraina, la Moldavia, l'Abkazia e tutti gli altri.

E il quadro che abbiamo davanti del Capitalismo trionfante sul Comunismo è di rovine e macerie sociali com'è ogni quadro post bellico: salari al palo, precariato diffuso, consumi al minimo e, per sovrappiù, l'immissione incontrollata dei nuovi schiavi africani, siriani, iracheni e afghani che, nel mercato del lavoro sottopagato, si sostituiranno ai cinesi dei capannoni nascosti di Prato dove si lavora in nero per dodici/quattordici ore di fila.

Si stava meglio quando si stava peggio? La domanda sorge spontanea e il mondo dei vasi comunicanti e degli inevitabili travasi al ribasso e cessione di ricchezza dai paesi più ricchi che ancora siamo ai nuovi straccioni arrembanti non è certo il migliore dei mondi possibili o quello delle 'magnifiche sorti e progressive' - e speriamo che questo suo rinculare sia quello dell'atleta che dal rinculo trae spinta per il suo salto in avanti, ma temo che sia, invece, l'incerto passo del gambero in fondo al mare caotico che lo ospita: un passo avanti e due indietro.

Arridatece i muri e la loro primaria funzione di contenimento e meritorio argine al troppo del mondo rotto e al disordine epocale che ne è conseguito.

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