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Messaggi di Dicembre 2019

Gli auguri e il mondo nuovo che ognuno si rappresenta

Post n°1092 pubblicato il 31 Dicembre 2019 da fedechiara
 

L'entropia e il teatro del mondo

Spengiti, spengiti breve candela! La vita non è che un'ombra che cammina, un povero commediante che si pavoneggia e si agita, sulla scena del mondo, per la sua ora, e poi non se ne parla più; una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e di furore, che non significa nulla.  Macbeth: atto V, scena V

Un mio amico coltivava il suo giardino e l'orto in maniera magistrale. Disponeva gli spazi rivolti al sole e nessuna porzione di terra ed aiuola ne era priva e gli alberi da frutto fruttificavano a riempire una mitica cornucopia e la vite aveva grani grossi dal sapore di miele. Il suo paradiso terrestre.

Aveva disegnato una porzione di mondo straordinariamente ordinata e l'apparenza di quella sua famiglia era di serenità e buon vivere – e tutto affondava radici negli insegnamenti del nonno, mi diceva, e del come il nonno aveva disegnato la sua porzione di mondo nell'Istria del tormento degli esuli, - e la sua botanica personale elencava puntigliosamente i nomi e i metodi di coltivazione e il giusto periodo dell'anno per mettere a dimora le piantine e potare e rivoltare le zolle. 
Il Signore del Tempo e dello Spazio nello spazio ristretto di un giardino. 
Poi venne la malattia e la morte e quel suo spazio di rappresentazione di sé e delle sue vite a contorno abbuiò, mutò e più non esiste nelle forme su descritte e il mondo perse una sua perla e l'universo un grumo di atomi ordinati e rispettosi delle orbite gravitazionali e il Caos e l'entropia si ripresero la scena in quell'hortus conclusus magico e denso di vibrazioni positive.

E il più vasto teatro del mondo, in verità, a ben cercarli, offre spazi conchiusi altrettanto belli a vedersi e fitti del canto degli uccelli più vari e diversi e, insieme, le scene desolate degli slums urbani della miseria diffusa e immedicabile e i naufragi organizzati degli annegamenti in mare e le accoglienze improbabili e caotiche di cui non sappiamo gli esiti ultimi, ma solo le notizie in cronaca di destini grami di miseria aggiunta e piccola criminalità impunita in un paese che di miseria potrebbe esportarne a quintali ma, magicamente, viene detto un grande paese fondatore di un grande progetto di coesistenza pacifica, l'Europa, di paesi che, nel secolo appena scorso, hanno conosciuto guerre spaventose e morti a milioni e atrocità post belliche, ma siamo rinati dalle nostre ceneri, è ben vero, come l'araba fenice.

A questo pensavo, ieri sera, prima di coricarmi e al mio privato teatro del mondo e di come l'ho vissuto, alle storie finite le cui orbite temporali e le luci fioche che illuminano i volti fatico a rappresentarmi nei molti ricordi dei miei biblici settantanni e ai miei orti conchiusi e paradisi effimeri che ho lasciato in rovina e alle mie poche qualità e ai talenti sprecati di cui all'apologo evangelico e mi sovveniva 'l'eterno e le morte stagioni e la presente e viva' del contino Giacomo e insieme il ruggito di Macbeth de: '… la vita non è che rumore e furore e non significa niente', ma, intorno a questo mio cono d'ombra che si disegna nel Tempo universale e lascia un suo gemito di onde gravitazionali lontane da nessun telescopio raccolte, brulica il mondo nuovo che ci rappresenta i suoi rumori e furori nuovi e diversi nell'anno che verrà - che si aggiunge a quello che già è venuto e abbiamo consumato avidamente e già consegnato agli annali delle infamie ultime scorse di speranze tradite di voltagabbana e avvocati parolai e signori nessuno di un futuro prossimo gramo.

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Chissā come, chissā dove, chissā che.

Post n°1091 pubblicato il 30 Dicembre 2019 da fedechiara
 

Mondi ultraterreni e visioni new age

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Mondi ultra terreni e visioni new age

C'era un impressionante silenzio nella chiesuola del collegio confinata sull'angolo estremo dell'edificio dove iniziava il grande orto coltivato da Sante, il rude ortolano dalla faccia lunga e scavata. Credo che iniziò lì dentro il mio preteso 'ateismo': da quel silenzio assoluto che lasciava vagare nel vuoto della navata le preghiere che recitavo con grande pathos; e nessuno le raccoglieva, però, e nessuna risposta veniva da quel Dio misterioso e aereo circondato da santi e beati incessantemente salmodianti - e ancora nessuno, dopo tanti anni di vita vissuta, ha saputo spiegarmi in modo credibile come esitano le sue/loro di preghiere e quali echi ne hanno avuto e come facciano a ritenere quel vuoto e quel silenzio una risposta soddisfacente e capace di giustificare la loro 'fede'.

E il secondo riscontro dubbioso e scettico lo ebbi ascoltando un coro delle voci bianche, molti anni più tardi e già quasi fuori della soglia dell'adolescenza, e osservavo quelle bocche fanciulle modellarsi sulle vocali e battere ripetutamente sul 'son' finale del 'kyrie eleison' e sull'erta salita sonora del 'gloria' e mi chiedevo che specie di Dio fosse Colui che ascoltava quei canti ripetuti che si levavano da ogni chiesa e sala di concerto e se ne beava senza mai annoiarsi del repertorio.

E, ieri, disteso sul lettino del massaggiatore che tentava di sbloccarmi la maledetta schiena dolorante, quel valido para medico mi chiedeva come si fa a 'non dirsi cristiani' - e io cercavo di spiegargli che era più facile dirsi atei, invece, in un mondo dilaniato da verità di fedi contrapposte e assassine, e di fedeli che sono detti 'infedeli' da degli idioti 'radicalizzati sul web' che pretendono il loro dio grande (u akbar) ed è, invece, la rappresentazione asfittica e meschina e stupida della loro mente malata di assassini seriali.

E anche il bel film di Eastwood: 'Hereafter', che è passato su Iris l'altro ieri, parlava di quelle nostre strane e inverosimili credenze post mortuarie: di un tunnel che si attraversa e di una luce e di strane presenze e di mancanza di senso della gravità ed ecco i nuovi 'fedeli' new age sbracciarsi su numerosi libri e dirci e provare a convincerci che 'qualcosa c'è', ma dai! Tutto un mondo di sopravvissuti radunati chissà dove e chissà come in una nuova e diversa Giosafatte a fare chissà che. Qualche ulteriore delucidazione un filo più credibile e condivisibile sarebbe oltremodo gradita.

E chissà che cosa raccontavano i sopravvissuti in era medioevale (molto meno numerosi, data la scarsa scienza rianimatoria dell'epoca) intrisi com'erano delle terrorizzanti narrazioni che venivano dai pulpiti savonaroliani e da quella geniale narrazione cinematografica della Commedia, poi detta 'divina', che mostrava gli ignavi e gli iracondi e quegli altri immersi nella palude Stigia - e davvero non era un bel sognare e desiderare di entrarvi e soggiornarvi in quegli scenari ultra terreni da urlo e 'orribili favelle e grida di dolore e accenti d'ira', ma il convento altro non passava e bisognava farsene una ragione e transitare da una sponda all'altra dell'umana vita dubbiosi e avviliti e sconvolti.

 
 
 

L'anno che č giā venuto

Post n°1090 pubblicato il 29 Dicembre 2019 da fedechiara
 

 

L'anno che verrà. La follia degli s-governi a guida democratica e l'ignominia degli odierni giallo-rossi incollati alle cadreghe.

E' stato l'anno del G.I.R. il Grande Imbonimento Renziano – finito nelle discariche della storia seppellito da una valanga di 'no'. E chissà a cosa brinderanno gli orfani di Renzi e del suo pd di s-governo che si erano riempiti i pensieri degli slogans ex berlusconiani: 'L'Italia è una grande paese' con varianti zuccherose, - il paese dei vouchers e della disoccupazione a due cifre – e dell'avvilente lotta titanica e donchisciottesca contro l'Europa del nostro scontento e dell'austerità permanente che alimenta il mostro del lavoro-zero.
E lo slogan renziano più atroce è stato quello del : 'Salviamo vite' che si è tradotto in cinquemila affogati e il terribile messaggio sedicente buonista lanciato urbi et orbi in Africa e nel Medio Oriente de : 'Venite, partecipate in massa alla Lotteria della Traversata Mediterranea.' Lotteria di naufragi organizzati da criminali scafisti assassini. Più gente entra più morti si contano.
E contiamo, in parallelo, il conseguente numero dei clandestini che non hanno titolo di profughi e che girano per l'Europa di Schengen come schegge impazzite e alcuni di loro si 'radicalizzano sul web' o sono già radicalizzati in partenza e salgono sui Tir di Nizza e di Berlino e fanno le stragi che abbiamo visto e ascoltato in cronaca. 
E chi non arriva a tanta disperazione radicale vivacchia tra mendicismo e piccola criminalità sull'orizzonte di disoccupazione cronica e permanente di un paese che fatica a dar lavoro ai suoi e finanzia l'operazione 'mare nostrum' dei salvataggi in mare con i continui tagli alla Sanità e al residuo welfare.

Sono pazzi, pazzi davvero questi renziani. Prima li seppelliremo a fondo nella discarica della Storia prima potremo concentrarci sulla difficile e faticosa guarigione delle purulente piaghe sociali aperte da questa genia di folli di s-governo.

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S.p.q.r. Son patetici questi piddini ex renziani.

Un tempo l'avremmo detta una 'contraddizione in termini', ma oggi la paghiamo a botte di civili inermi assassinati per le strade.

Erigere muri alle frontiere no,dentro le città si.
Poi passeremo ad indossare giubotti antiproiettile x uscire di casa. #pd siete patetici!

Carmen ن on Twitter

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Gli x-files dell'Europa prossimi venturi

Post n°1089 pubblicato il 28 Dicembre 2019 da fedechiara
 

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Controlli di vicinato e orizzonti aperti.

Mi hanno invecchiato Mulder e Scully, aiuto! Sapientemente, i truccatori della nuova serie televisiva X-files hanno gonfiato le guance di Fox Mulder, fatto scendere gli angoli degli occhi e disegnato atroci 'borse' e appesantito il fisico al fine di raccontarci quel che resta degli x files quindici anni dopo.
Sorte migliore è toccata all'agente Dana Scully: fatta dimagrire mediante un trucco mozzafiato che le ha infossato le guance mentre i capelli più lunghi e foggia anni Cinquanta l'hanno trasformata in una rossa Joan Crawford d'annata con la boccuccia a cuore. E se anche i mitici agenti degli x files invecchiano e ci raccontano un'altra stagione delle loro vite tormentate, chi sono io per oppormi ai guasti che il tempo mi disegna addosso (sob) e nei pensieri?

E un episodio recente di questa nuova serie racconta le peripezie tragiche di giovani 'radicalizzati sul web' e nelle carceri e nelle moschee di importazione nelle 'banlieues' nostrane che si fanno saltare in aria per uccidere il maggior numero possibile di noi infedeli - ospiti generosi e pietosi delle loro migrazioni in terre di occidente che li diciamo 'cittadini', ma sono i rinnegati terroristi della porta accanto che proviamo a fermare con la fragile e spesso inefficace azione delle 'intelligences' delle forze dell'ordine dei diversi paesi malati di buonismo. 
E, nel finale di quell'episodio, si cita la presente Torre di Babele dell'odio inter etnico e inter religioso e si invoca una pacificante 'lingua comune' - di là da venire in questo nostro secolo di violenze insensate e suggestivi verbi religiosi usati quali armi improprie e strumenti di stragi.

E se la cronaca degli eventi luttuosi delle stragi e degli assassini di vittime inermi dei terroristi islamo-radicali diventa fiction televisiva vuol dire che abbiamo introiettato e metabolizzato la tragedia di eventi prevedibili e previsti, e dati per scontati dalle 'intelligences', che segneranno il futuro prossimo di una 'discesa agli inferi' del melting pot globale. Che, speriamo, facciamo gli auguri, aprirà spiragli sull'orizzonte di una convivenza pacifica di effettive integrazioni da qui a qualche decennio, pagando il prezzo, però, di altre centinaia, forse migliaia di vittime incolpevoli.

E dirsi 'populisti' e votarli, i partiti populisti, ad ogni tornata elettorale è un modo per dirsi agenti anche noi e 'vigilanti' di ciò che ci accadrà nel nostro futuro immediato, magari anche solo come 'controllo del vicinato', come si legge nei cartelli dei paesi in cui la polizia latita - o arriva sulla 'scena del crimine' solo per constatare i decessi e/o le violazioni di domicilio e le violenze perpetrate dai criminali. Mala tempora currunt. Estote parati.

 
 
 

A che punto č la notte. Quando ero di sinistra

Post n°1088 pubblicato il 27 Dicembre 2019 da fedechiara
 

Quand'ero 'di sinistra'. Prima del biennio di sangue del terrore islamo-radicale 2015/16 e degli sbarchi a tre cifre quotidiani dello s-governo immigratorio dei buonisti d'accatto. Il mondo cambia, date aria al cervello.

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Ieri accadeva 26 dicembre 2013

 

Non si dovrebbero mai turbare le atmosfere natalizie, di dolcezze e abbandoni e lucine intermittenti e i regali da rivisitare e degustare - e tutto il bendidio di cibi luculliani ingurgitati ieri e l'altro ieri da riproporre in tavola, alla faccia de 'la fame nel mondo'.
Però il conflitto è latente, il nemico è alle porte, i barbari sono ai confini dell'impero occidentale e, dopo le feste, torneranno 'i forconi', pare, si mormora, che il diavolo se li porti - e ricomincerà la bagarre e la piazza greca e l'Europa in fiamme stretta d'assedio dai peones del sud, i rivoluzionari mediterranei de 'una faccia, una razza' che maledicono lo spread ed esigono il ritorno alla 'sovranità nazionale' e alla liretta da svalutare al bisogno, per rilanciare le importazioni, dicono. E che il debito pubblico si fotta, chi se ne frega, vogliamo i militari e niente tasse, morte a equitalia, patria o morte, eia eia, alalà.

Non è così semplice - non è mai così semplice – e, per chi avesse voglia di approfondire l'argomento e di 'farsi una cultura' sui rischi che si correrebbero in caso di uscita dall'euro, i link sul web abbondano, cliccate, cliccate e molte lampadine si accenderanno nel buio cerebro.
Ma i 'rivoluzionari' dei presidi e dei blocchi stradali odiano i 'cacasenno' e gli intellettuali in genere - che invitano a riflettere e meditare e 'non darsi la zappa sui piedi' e tenere a freno le lingue e moderare gli slogans para fascisti ed eversivi che si sono ascoltati dopo il 9 dicembre.

Non sappiamo bene che idea di sviluppo economico del paese abbiano costoro, temiamo nessuna e sarebbe bene cominciare a farsi un'idea di come difendere l'ordine democratico manu militari, nel caso tornassero più minacciosi che pria - e se fosse vero quel che scrive Guido Viale in un suo articolo: che l'insorgenza eversiva del 9 dicembre è stata preparata e concordata con alcuni alti papaveri della polizia e, speriamo non sia vero, dell'esercito - lo confermerebbe la compiacenza del 'togliersi i caschi' e la 'mano morbida' nel fronteggiare gli esagitati.

Però il Natale li ha fermati, alleluia! Temo, peraltro, che non li abbia fatti diventare 'più buoni' e più rispettosi dei diritti degli altri concittadini, perciò attrezziamoci. Chi sta con l'ordine democratico lo dica, lo manifesti, prima che sia troppo tardi. Ne va del futuro di questo tragico paese.

 

 

Che sensazione di leggera follia

Un tale, un uomo di cultura, sale in macchina e la conduce a sbattere contro il cancello dell'Eliseo, nientemeno. Ribellismo italiano d'esportazione, che mostra a qual punto di 'leggera' follia' sia arrivato il 'sentire comune' di manifestanti e 'rivoluzionari' di ogni risma e condizione sociale e causa da perorare anche con un discreto uso di violenza.

Dunque converrà farsene una ragione di questo straordinario imperare della follia in questo scorcio di millennio entrante che supera il Medioevo perché la follia non è più il segno del sacro che s'impone dolorosamente sulla vita degli uomini, bensì una laica variante della normalità di noi postmoderni e della libertà di 'fare un po' il caxxo che ci pare', in barba alle leggi e alle convenzioni sociali e alle buone regole di vicinato con il nostro prossimo diverso da noi e che ha interessi diversi.

E se un uomo di cultura arriva al diapason della sua follia protestataria e perde il senso del limite e si fa arrestare in flagranza di violazione delle leggi del paese che lo ospita, figuriamoci che cosa potrà succedere da noi con i cosiddetti 'forconi' e movimenti poveristici aggregati e i partiti politici di destra e populisti che li sostengono e rilanciano a gran voce le confuse richieste di 'niente più tasse' e 'fuori dall'euro' – come fossero la panacea di tutti i mali e ritorna il lavoro per tutti e l'economia rifiorisce d'incanto.

Che cosa ci porterà il nuovo anno? Una sensazione di leggera follia e di ebbrezza sociale e politica in aumento, temo. Ma niente paura, l'umanità ha visto di peggio e forse doppierà il capo di buona speranza del 2050 previsto dal Casaleggio e associati quale nuovo 2012 dei disastri annunciati dai Maya.

Di Hans Holbein il Giovane - Web Gallery of Art: Immagine Info about artwork, Pubblico dominio,

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