Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Messaggi di Maggio 2021

Voce del verbo mostrare.

Post n°1641 pubblicato il 31 Maggio 2021 da fedechiara
 

Andare per mostre (2) 30 maggio 2016
...ed è come un excursus storico di grande respiro e 'preso alla lontana'. Come se, per dare un senso alle architetture post moderne dovessimo sempre rapportarci alle origini. Da dove veniamo per capire dove andiamo, - se davvero andiamo da qualche parte e un qualche 'progresso' connota il nostro andare a tentoni nella Storia.
E c'è chi ci rappresenta l'informe concretezza del caos come una nuvola rappresa che l'uomo domina da par suo ed esplora le sue caverne e interne concrezioni e gruviera speleologici e chi ci ricorda l'opera e l'ingegno di ricercatrice di Maria Reiche – la cui suggestiva foto di schiena in piedi su una scala di alluminio e di fronte l'arido deserto delle 'linee di Nazca' campeggia nel manifesto della Mostra.
Foto emblematica che ci dice che ogni opera geniale e meritevole di attenzione nasce dalle piccole cose: la sua scala di alluminio di ricercatrice così come i paletti e le corde degli architetti della civiltà Nazca che servirono a disegnare quelle enormi figure che dovevano essere viste dal Cielo, secondo alcuni ricercatori, e segna(la)re una comune 'via delle stelle' (da dove veniamo e dove andiamo), ma, secondo altri, servivano piuttosto a un progetto di irrigazione, - buffa ipotesi per un deserto così arido e privo di vento che ci ha conservato i meravigliosi disegni aero-terrestri per secoli.




Il paradiso può attendere 30 maggio 2019
E il ritorno a palazzo Lezze, sede espositiva del padiglione dell'Azerbaigian, che più centrale non si può, (campo santo Stefano, Venezia) ci mostra che 'qualcosa è cambiato' in quel paese – e ci ricordiamo che, due anni prima, gli artisti e i loro sponsor politici e gli addetti culturali e i curatori ci parlavano di e magnificavano un paese privo di conflitti, paradiso in terra di convivenze possibili.
E oggi, invece, altri artisti di quel paese ci raccontano di un conflitto intestino, un ripiegamento, un incartarsi delle coscienze individuali nell'uso distorto di tecnologie che dovrebbero essere sempre liberatorie e diventano, all'opposto, schiavitù e teste dentro la sabbia del preteso Oltremondo della Rete, dove non tutto funziona come dovrebbe e niente va ben, madama la marchesa, - ad ascoltare quei tali, gente sinistra, che gridano alle 'fake news' e agli 'haters' e ai maledetti 'leoni della tastiera' (hic sunt leones) forse nostalgici dei tempi in cui esistevano solo loro e i loro autorevoli 'verba' : i maitre à penser e i professori, circondati da laudatores peripatetici e folle di discenti silenziosi e succubi.
E i manichini ciechi e sordi delle istallazioni hanno gigantesche molle che collegano i crani – e si suppone che vi transitino delle informazioni, sperabilmente importanti e significative, ma gli occhi dei comunicanti sono spenti e non vi è emozione, il solo condimento che dà sapore ai dialoghi e vivacizza i rapporti tra le persone e si costituisce a 'senso' e condivisione di 'umanità.
Il paradiso può attendere. Da vedere.

 
 
 

Chiama, Saman.

Post n°1640 pubblicato il 31 Maggio 2021 da fedechiara
 

  • Chiama, Saman, e rassicuraci.
    La televisione surroga e si intromette nelle indagini in corso e si costituisce a 'giuria popolare' - chiassosa sui social dove i colpevolisti sono in maggioranza e, se fosse per qualcuno, si tornerebbe alla pena di morte.
    Però è uno strumento potente, la televisione, e ci offre l'audio e i video, come fossimo in tribunale, delle vicende strampalate e tragiche del nostro vivere associati ed è difficile sottrarsi al gioco della giuria e non immaginarci tutti giurati, chiamati a giudicare dei casi più gravi della nostra storia.
    E come giudicare quel padre pachistano 'fuggito in Pakistan', - lo ha detto la televisione forse un filo colpevolista – che con voce persuasiva e tranquilla afferma, invece, che Saman è viva ed è in Belgio, 'lo ha già fatto altre volte'?
    E la voglia di credergli e di scagionarlo dall'orribile accusa di aver ucciso o fatto uccidere la figlia è forte e tutti noi giurati televisivi, i carabinieri e gli inquirenti in testa, ci chiediamo come mai Saman non impugna il cellulare (ce l'abbiamo tutti e, certo, anche Saman) e si mette in contatto con i suoi parenti e gli amici e con chi indaga sulla sua morte presunta e ci rassicura sul fatto che il padre non è un maledetto orco assassino che ha voluto punire la poveretta a causa del suo negarsi e rifiutare un matrimonio combinato – secondo l'orribile usanza pachistana.
    E quella voce paterna così tranquilla e che ci rassicura sul fatto che la figlia è viva ed è in Belgio, nell'ipotesi terribile e sconvolgente che pronunci una menzogna, ci dà conferma che gli orchi assassini hanno apparenza di normalità fino al momento del loro digrignare i denti e mostrarsi quali belve assassine di vittime inermi – e a Norimberga si seppe che perfino i carcerieri assassini dei famigerati campi di concentramento coltivavano le rose nei loro giardini e ascoltavano Mozart.
    Chiama, Saman, chiamaci dal Belgio o da dovunque tu sia e rassicuraci che sei viva e che è solo un maledetto incubo quest'accusa spaventosa che si rivolge a un padre: di essere capace di uccidere o far uccidere la figlia e farla seppellire chissà dove - e dirci, poi, con voce assolutamente tranquilla che: 'E' in Belgio, l'ha fatto già altre volte'.
    Saman Abbas scomparsa, arrestato un cugino in Francia per omicidio e occultamento di cadavere
    FANPAGE.IT
    Saman Abbas scomparsa, arrestato un cugino in Francia per omicidio e occultamento di cadavere
    Saman Abbas scomparsa, arrestato un cugino in Francia per omicidio e occultamento di cadavere

  • I cugini che impugnano le pale (del supposto seppellimento). https://www.ilgiornale.it/.../sono-i-cugini-riconusciuti...
    "Ecco chi c'è nel video...": svolta sul caso Saman
    ILGIORNALE.IT
    "Ecco chi c'è nel video...": svolta sul caso Saman
    "Ecco chi c'è nel video...": svolta sul caso Saman

 
 
 

Ripartenze e speranze

Post n°1639 pubblicato il 30 Maggio 2021 da fedechiara
 


Amedeo Nazzari dixit. 30 maggio 2020
Que reste-t-il de nos virus / que reste-t-il de ces beaux jours?
Già. Che cosa resta di tutti questi nostri virus che ci hanno fatto buona compagnia lungo la fine inverno e quasi tutta la primavera dell'anno fatale 20-20, adesso che ci toglieremo le mascherine e torneremo a respirare liberi e a pieni polmoni, finalmente?
Confesso di aver provato un segreto filo di affezione (to be affected) per questa pallina buffa con la coroncina in coppa su ogni antennina che, forse, ho ospitato nel mio corpo nella primissima fase della pandemia, quando ancora Conte mandava a dire spavaldo sui telegiornali che era cosa tutta 'cinese' e non dovevamo temere per la salute pubblica degli italiani.
Se te ne stai rinchiuso per mesi due e giorni sei in casa, afflitto dalla spaventosa infodemia televisiva che ha costruito i nostri incubi notturni, finisci per dare un nome e affezionarti anche a un pallone su cui hai dipinto occhi naso e labbra, come è successo a Tom Hanks, il protagonista del bel film 'Cast away'.
Dunque saliremo anche noi sulla zattera di Tom Hanks e torneremo liberi, alleluia! e già si fa ricordo tutto il baillamme di menate ridicole che abbiamo letto su facebook: propinate dagli inflessibili supporters teutonici delle mascherine da tenere incollate sui visi anche al bagno e a letto – o mentre nuoti, come mi è capitato di vedere in un video virale.
Mascherina che, forse, diventerà la moda del prossimo semestre e già ci hanno dipinto e cucito sopra cuoricini e bandiere serenissime e il dito medio eretto – e qualche buontempone ci riserverà altre ardite sorprese in proposito, ne siamo certi.
Né mancheranno le vezzose mascherine rosse o nere modello 'ganchos' o 'boleos' nelle milonghe, ad esorcismo della ingiusta condanna al digiuno comminata agli amanti del genere.
Resta ancora un residuo di diffidenza da parte di coloro che ci erano 'una faccia una razza' fino a ieri e oggi ci discriminano e toccherà andare alle Maldive o a Mauritius o a Capo Verde piuttosto che a Mikonos, che rabbia!
Ma quella dei greci è solo la cattiva battuta di teatro di chi vuole fotterci una fetta di turismo balneare e non dovremmo tenerla in troppo conto, bensì preoccuparci di aprire, aprire, aprire tutto come le finestre di casa in una giornata ventosa e il vento che ci porta dentro il sole dell'estate e fan.... a tutti i menagrami dell'ondata di ritorno, o.m.s. compresa - che Trump fa benissimo a castigare perché di tutte le organizzazioni sovranazionali, Europa compresa, non abbiamo più nessuna stima, dopo gli esempi che hanno mostrato di scarsa efficienza e nessuna solidarietà effettiva fino all'ultimo giorno del nostro tormento.
E' finita. Fi-ni-ta: leggete il labiale. E chi non festeggia con me corona virus lo colga (A. Nazzari dixit).

Nessuna descrizione della foto disponibile.

 

 
 
 

La libertà non è gratis.

Post n°1638 pubblicato il 29 Maggio 2021 da fedechiara
 

La libertà non è gratis. Goldoni che non seppe descrivere i tempi nuovi.
Carlo Goldoni va a vivere e lavorare a Parigi. Un invito a corte che non si può rifiutare, malgrado la Comèdie italienne in loco non se la passasse affatto bene? O un dispetto a Venezia che non apprezzava troppo la sua rivoluzione teatrale di personaggi veri e 'di strada', opposti alle stanche moine delle maschere della Commedia antica medievale?
Fatto sta che Goldoni a Parigi non 'sfonda', come diremmo oggi e viene confinato nel ruolo di insegnante di italiano per le figlie del re e trascina la sua vita di esule in suol straniero (vivrai Venezia nel mio pensiero) confidando nella generosità del re che gli elargisce una modesta pensione. E la rivoluzione francese lo coglie impreparato e nei suoi 'Memoirs' non compare uno scritto e un pensiero che sia uno relativo a quel grande sommovimento sociale, a quel terremoto politico che confinava i suoi personaggi nel ruolo di macchiette di un tempo che stingeva nell'odiato Ancien Regime.
Gli storici si affanneranno a dirci che quel suo stupefacente silenzio era dovuto al debito di riconoscenza che lo legava alla corte di Luigi XVIsimo, ma è una falla di scrittura talmente macroscopica da risultare incredibile.
Come dire che io, che pure godo di una pensione graziosamente elargitami dal presente regime, rinunciassi nei miei scritti a descrivere e chiosare da par mio i nefasti della presente scena politica e i pesantissimi limiti di un vincolo costituzionale che ingessa l'espressione del consenso popolare nei ripetuti minuetti quirinalizi che ci hanno mostrato gli immangiabili sformati di s-governo di Conte, prima, e del Draghi pigliatutto poi.
E Goldoni chiude la sua vita da esule in Francia e gli venne risparmiato il dolore di vedere la sua amatissima patria veneziana occupata dall'esercito sparviero dell'ingombrante Coso imperiale che, secondo gli illusi patrioti italiani, regalava gratis la libertà ai paesi che conquistava, - ma si limitò, invece, a piantarne gli alberi (della Libertà) privi di robuste radici e che non attecchirono e il resto lo sapete o andate su Wikipedia per un veloce ripasso in vista degli esami di maturità prossimi venturi.

Potrebbe essere un'illustrazione raffigurante in piedi

 
 
 

Gli artisti salveranno il mondo

Post n°1637 pubblicato il 28 Maggio 2021 da fedechiara
 

28 maggio 2016

L'architettura, come l'Arte, salverà il mondo? E' lecito dubitarne, dal momento che il mondo è stato distrutto da due guerre mondiali e un intero paese, la Siria, è affondato nel suo Medioevo islamico di guerre e sette religiose e tribali - e perfino le meravigliose rovine dell'antico (Palmira e altri siti archeologici) sono incorse nelle distruzioni a botte di esplosivo da parte di fanatici islamisti provenienti perfino dalle famigerate 'banlieues' islamiche delle maggiori metropoli europee.
Il mondo non verrà salvato dall'Architettura e dagli architetti (che solo l'altro ieri erano detti, in un famoso libro, 'maledetti'), però ci ri-provano a incantarci coi loro progetti spesso un tantino astratti e cervellotici, ma suggestivi e affascinanti.
E pazienza se molti padiglioni, la Germania in testa, hanno dedicato l'intero spazio e le tesi e gli elaborati al dramma degli immigrati che ci assediano e che il nostro mondo, ahinoi, lo stanno cambiando davvero - e non in meglio, ad ascoltare le cronache dai quartieri dove la polizia teme di mettere piede e solo i clamorosi attentati e le centinaia di morti innocenti la obbligano a fare i 'blitz' delle teste di cuoio per scovare i terroristi-serpi in seno ivi annidati e che trovano solidarietà e protezione nelle 'enclaves' immigratorie a maggioranza islamica.
E, scorrendo lungo e dentro i padiglioni uno via l'altro, ho conferma che i nostri ospiti immigrati si affollano nelle metropoli e snobbano i piccoli centri, per le ovvie ragioni delle opportunità che vi si offrono e gli apparentamenti familiari e i riconoscimenti dei valori religiosi di provenienza – che è quanto dire che di integrazione quale panacea del presente malessere europeo in crisi immigratoria esplosiva è ridicolo parlare e la tendenza del melting pot globale è quella del proliferare tribale in ambito urbano e metropolitano e del covare degli atavici conflitti sotto la cenere, estote parati.



 
 
 
 
 

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