Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
|
Cerca in questo Blog
Ultimi commenti
Chi può scrivere sul blog
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
Messaggi del 25/11/2019
Tempi grami interessanti. Che se dovessimo giudicare, in primis, da questa sfera-non sfera -che i terrapiattisti prenderebbero a visiva dimostrazione che la Terra non è tonda e dentro la sua terrestre caverna platonica echeggia di inquietanti rumori e sibili come nell'antro di un mago del terzo millennio - resteremmo in religioso silenzio e riverente meditazione sull'Arte che tutto plasma e deforma e tutto ri-crea del mondo umano ed extra umano e tutto include del nostro infinito viaggiare nei mondi presenti e nei mondi paralleli che ci fanno corona e materia oscura. 'Ci sono più cose in Cielo e in Terra...' e all'interno delle Biennali di quante noi visitatori curiosi riusciamo ad immaginare, inclusi i sogni e gli incubi. E anche dopo che sull'Arte post moderna abbiamo visto e sentito passare di tutto e di più - e c'è trascorso sopra il 'lo sapevo fare anch'io' degli aspiranti Fontana coi suoi mitici 'tagli' e l'altrettanto mitico e adorabile e sempre attuale: 'Che vole di'?' della sora Lina, o come si chiamava la consorte del frutarolo Alberto Sordi in visita alla Biennale del 1978 - se dovessimo dare un giudizio, dicevo, faticheremmo alquanto a collocarla nei sarcastici 'interesting Times' in cui ci augura di vivere il direttore della 58 Biennale e i suoi artisti qui convocati. E se, poi, sfociando all'aperto dopo i ponderosi padiglioni fitti di complicate installazioni-meditazioni, impattiamo nel peschereccio colato a picco nel Mare Monstrum dei mille e mille annegati e dei morituri che ognora ci provano a raggiungere il nostro Bengodi, o in quelle mani bianche levate in alto come a preghiera e ad impetrare requie al Cielo dopo 'l'acqua granda' di pochi giorni fa a 187 cm – e, a lato, vedi galleggiare placida e inutile una gialla paratia del Mose che non salva proprio nessuno dalle acque e, anzi, è in odore di fallimento ingegneristico clamoroso e a costi decuplicati e ruberie a mazzo - ti vien fatto di toccarti di sotto e dirli un filo menagrami questi artisti internazionali dalle cento voci e intelligenze diverse che ci plasmano il presente dei tempi interessanti, ma grami, e disgrazie a mucchi e quintali, e, francamente, rimpiangiamo la riposante arte figurativa dei tempi del Liberty e l'Art Nouveau - e speriamo che la prossima Biennale, se ancora ci saremo, sia meno tragica di questa e altrettanto interessante agli occhi dei figli e nipoti. Amen e così sia.
|
Il Mondo Nuovo dei conquistatori Non è paragonabile al mitico 'Salon' di Parigi, questo è certo: né a quello ufficiale a cui ambiva esporre le loro opere la quasi totalità degli artisti, né a quello dei 'Refusés' a cui diede vita e fama una pattuglia di arditi detti gli 'impressionisti', - e sapete che seguito hanno avuto e fortuna di quotazioni stratosferiche alle aste internazionali. Basta saper aspettare qualche mezzo secolo o poco più e gli eredi dell'Artista sommo passato a miglior vita si fregheranno le mani. Sembra piuttosto una vetrina autunnale di Bata, questa 57sima Biennale, un sorprendente 'robivecchi', un trovarobato di storico e glorioso teatro o di circo Barnum in disarmo a guardarne certi angoli ed esposizioni che, interrogate, non rispondono. C'è del genio, certo, per talune invenzioni - un pizzico di genio e follia non si nega a nessuno – e ancora si incontra qualcuno che 'lo sapevo fare anch'io' tra la folla dei visitatori giovani e giovanissimi che scatenano un allegro casino da nessun guardia-sala contrastato perché impegnati - tutti, tutti! - a zampettare col ditino anchilosato sull'asfittico schermo del loro personale tamagochi (e chissà se il direttore del personale è d'accordo, ma, si sa, siamo nell'ambito del tollerantissimo servizio pubblico e il contratto, verosimilmente è 'a chiamata'). E ancora capita di notare sedie vuote e sgabelli in paziente attesa di senso, come le nostre vite poco artistiche bensì umane e ci chiediamo, - come la coppia A.Sordi e consorte, frutaroli di Roma in visita alla mitica Biennale del 1978 posti di fronte a certe laboriose installazioni - 'Ma che vole di'?' . E torna prepotente il cartello 'Si prega di non toccare' – segno che il libero 'interagire con l'opera d'arte' dei mitici Settanta de 'l'opera aperta' ha lasciato il posto a un desiderio di rispetto e di distanza. E l'Opera dell'Artista chiede oggi di essere guardata a distanza come i quadri nei musei e lo spettatore faccia lo spettatore - che ne ha di cose da capire e di cui darsi contezza e senso. Corsi e ricorsi. E, per nostra fortuna, ci sono i libri a farla da padrone, in questa Biennale che si avvia al suo tramonto. Libri di ogni genere e scrittura e in tutte le salse e apparizioni inquietanti, perché tritati, tagliuzzati, bruciati, ingessati e intubati – per dire di una sorte comune a tutti noi mortali che ci spegniamo, prima o poi, e la memoria dei discendenti è, quasi sempre, avara di ricordi e ricorrenze, a parte i primi giorni di novembre e l'effimero dei fiori davanti alle lapidi. E se la scrittura e la filosofia e i libri vengono bistrattati e ridotti alla personale visione e rappresentazione di ogni artista, più o meno degno di nota e memoria, c'è ancora chi ce li consegna restaurati e su tela (Maria Lai) in veste di geniale e accattivante scrittura di suture e rammendi e arabeschi e colori che profumano d'antico come i merletti delle nonne. L'Arte della 57sima Biennale è come i gamberi sul fondo del mare: un passo avanti e due indietro e resterà negli archivi a futura memoria di critici e curatori che già pensano a come stupirci, fra un paio d'anni, con nuove invenzioni e scoperte. |
Inviato da: Anthony101990Jones
il 26/04/2024 alle 10:55
Inviato da: aracnoid.999
il 11/04/2024 alle 16:31
Inviato da: animasug
il 29/03/2024 alle 15:03
Inviato da: fedechiara
il 27/03/2024 alle 14:40
Inviato da: maresogno67
il 27/03/2024 alle 08:31