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Messaggi del 19/02/2023

Di draghi sputasoldi e commercianti arabi.

Post n°2452 pubblicato il 19 Febbraio 2023 da fedechiara
 

Quel che Alice non sa. 19 febbraio 2021

E se dovessimo ridire tutte le cose che: 'Alice non lo sa' della nota canzone ci viene in mente il commerciante arabo qui sotto – che non ha un cappello con relativo portafortuna da mostrarci – ma ha chiuso il suo sgabuzzino di ottimo kebab e chissà che gli è capitato: se se n'è tornato al paese a fare l'hummus di ceci o sopravvive coi 'ristori' di Conte.
Per quelli di Draghi si vedrà, controlliamo i conti dell'Inps perché mi sa che fra un po' ci sarà un problema con le pensioni, malgrado il 50 per cento di morti in più abbia fatto cassa.
E non c'è nessun 'Cesare perduto nella pioggia', Gott sei dank, perché ci si vede davvero pochino, tangheri/e inclusi, di questi tempi di pandemia ed estreme vite casalinghiche (neologismo); magari qualche videoconferenza con amici e parenti, ma non troppe, per non sentirci dire : 'Sei ingrassato/a.' - che è vero, ma fatevi un po' gli affaracci vostri che già tirar mattina e notte è un problema di non facile soluzione.
E Alice non sa neanche che sia la pandemia – con protagonista il simpatico virus coronato e le sue varianti zuzzerellone inglesi/sudafricane/brasiliane/cinesi e turche - che chi più ne indaga più ne scopre e tutte le siringhe dei vaccini sono sue.
Ai suoi tempi, i tempi di Alice, non usava e usava, invece, l'amore libero e i megaconcerti gratuiti nel fango di Woodstock, bei tempi; ma poi venne l'aids e si diedero tutti una regolata e ci si guardava con sospetto con i gay perché, si diceva (e si scriveva sui giornali), che fossero i soggetti più a rischio.
Ma se una dicitura sopravvissuta su un modulo della a.s.l. ce lo ricorda, apriti cielo! tutto il 'politicamente corretto' accumulato in decenni di permissivismo totale ti viene addosso ed eccoti additato come omofobo e fascista e chi più ne sa più ne dica.
E Alice non sa che perfino il papa argentino si chiede(va) : 'Chi sono io per giudicare?', interrogato da un giornalista sul rovello religioso dei gay devoti – ed è dimentico dei tempi in cui la Curia sosteneva a spada tratta l'infallibilità del papa sulle questioni dottrinali, le usanze di Sodoma e Gomorra incluse.
E andiamo 'tutti insieme appassionatamente' con un drago sputasoldi alla testa dello s-governo futuro e solo un manipolo di 'duri e puri', di un Movimento che aspirava alle stelle, si unisce all'opposizione di una donna alla testa di un suo partito in forte crescita - che rivendica le urne quale sola risposta legittima e sensata contro il presente pantano parlamentare e il relativo 'mercato delle vacche'.
Ma tutto questo Alice non lo sa.
Verduriere, sportule e bianconigli para costituzionali. - 19 febbraio 2022

C'è da credere che il Draghi abbia usato della facile ironia nel suo definire il suo s-governo di tutti contro tutti 'un bellissimo governo' perché a noi (non un plurale maiestatis, bensì un sicuro ventuno per cento degli italiani) la sua esistenza in vita (precaria) è causa di affezioni delle più diverse: dall'orticaria a strani sommovimenti intestinali, secondo le decisioni diverse che assume o non assume (tipo il far decadere, da subito, le odiose sanzioni relative al greenpass).
E ci rendiamo conto, e rispettiamo quei tali professori che ce lo ricordano per iscritto, che sostituire un tale uomo della provvidenza e che gode di una stima universale in Europa e che ci porta tanti bei soldini di futuro debito col pnrr della pretesa rinascita sia un azzardo grande, ma ricordiamo loro che il popolo è davvero sovrano, si levi lode alla Costituzione – sovrano anche nei pasticci che combina nelle urne elettorali, anche nello stranissimo suo aver premiato di recente un Movimento dell'antipolitica oggi ridotto ad un ammasso tristo di cozze semivuote, ma col bisso tenacemente abbarbicato alle cadreghe della vuota scatoletta di tonno parlamentare.
E se al potere nel 2023 o dintorni andrà una 'verduriera' con le sue 'sportule' insieme ad un noto 'bibitaro' – per stare alle fiorite definizioni di controparte - toccherà fare di necessità virtù e tollerare gli alti lai dell'Europa tutta, che si straccerà le vesti per l'oltraggio massimo e sbalzamento di sella di uno dei suoi portabandiera e mai dimenticato banchiere del 'What ever it takes'.
Se ne facessero una ragione. Addavenì Meloni, prima o poi. E più Mattarella la tirerà per le lunghe e farà uscire stuoli di bianconigli dal cappello di prestidigitatore para costituzionale più i suoi consensi (della Meloni con attributi) cresceranno. Il futuro è appena cominciato.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 

Le nostre vite così poco gentili.

Post n°2451 pubblicato il 19 Febbraio 2023 da fedechiara
 

Le nostre vite così poco gentili.

Vi confesso di essere disorientato. Ho visto un film che ha tutto l'aspetto di essere un film di straordinaria tessitura scenografica e registica, ma è ambientato su di un'isola con scarsi abitanti che soffrono di solitudine e i dialoghi che li confrontano sembrano essere quelli di una tragedia greca – con la morte, una vecchia Parca, a far da coro narrante che tesse la trama di vite irrisolte e le spezza a piacimento.
Potrei azzardare una estrema sintesi per meglio intenderla:
'Non mi vai più a genio, non mi rivolgere più la parola, ogni volta che ci proverai mi taglierò un dito.'
Che, detto così, non aiuta a capire, bensì ci avvicina cautamente alla straordinaria complessità di quelle vite solo apparentemente semplici di solitari mandriani e pescatori.
Né aiuta la frase seguente, delle poche che lo stralunato protagonista Padraic (Colin Farrel) riesce a strappare a Colm, il suo deuteragonista - musicista ispirato che impone il silenzio e la distanza fisica all'amico sempliciotto al fine di avere spazio per scrivere le canzoni e le melodie per le quali sarà ricordato post mortem e la sua vita vi troverà un senso e un traguardo.
'Che cosa resta delle nostre vite? Nessuno ci ricorderà per la gentilezza, bensì per le nostre opere e le musiche e le canzoni.'
Ma il mandriano Padraic lo contesta rabbiosamente e riafferma il primato della gentilezza e si fotta la fama degli uomini che furono grandi e lasciarono vasta impronta di sé (...più vasta orma stampar. A. Manzoni - 'Il 5 maggio').
Ecco, ora iniziamo a dare contorno e spessore ai personaggi e alla simbologia di cui si fanno portatori: il senso delle nostre vite oltre la morte e la gentilezza che abbiamo espresso in vita – e possiamo prendere fazione per l'una o per l'altra e sostenere i nostri campioni nella loro singolar tenzone.
'...se sia più nobile nella mente soffrire
i colpi di fionda e i dardi dell’oltraggiosa fortuna
o prendere le armi contro un mare di affanni
e, contrastandoli, porre loro fine?
Morire, dormire, nient’altro,
e con un sonno dire che poniamo fine
al dolore del cuore e ai mille tumulti naturali
di cui è erede la carne: è una conclusione
da desiderarsi devotamente. Morire, dormire.
Dormire, forse sognare. …'
Torna la tragedia, come vedete, Amleto e l'essere che si prefigura il non essere e il non agire. Filosofia pura, incarnata dal mandriano Padraic che pure 'prende l'armi' contro il suo privato 'mare di affanni' e li contrasta e vi pone drammatica fine con il bruciare che farà la casa dell'amico che lo ha respinto – e qui gli autori della sceneggiatura e i critici si provano a suggerirci che il film è metafora cruenta e singolare della maledetta guerra civile e religiosa che si combatte(va) nell'isola maggiore: quell'Irlanda irredenta che fa sentire gli scoppi delle bombe e gli spari nel sonoro del film e sospende la privata narrazione dei protagonisti e prefigura la maggiore dei 'fratelli-coltelli' che tante lapidi ha disseminato nei cimiteri irlandesi.
E a a me viene in mente quest'altra guerra che si combatte insensatamente: dei 'fratelli-coltelli' russi e ucraini che il maledetto Occidente-Nato ha artatamente diviso e contrapposto e che rischia di scivolare dai coltelli macellai alle bombe termonucleari che tutti incenerirà – e la Morte, come nel film di cui narro, sta seduta alta sulla sedia a osservare beffarda il vano nostro agitarsi e proclamare un senso improbabile alle nostre vite poco gentili.
('Gli spiriti dell'isola' di Martin Mac Donagh – Una valanga di premi. In questi giorni nelle sale.)

 
 
 
 
 

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