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Messaggi del 15/10/2024

Accoglienze e deportazioni pretese.

Post n°3354 pubblicato il 15 Ottobre 2024 da fedechiara
 

deportare
[de·por·tà·re]
definizione
1. Condannare alla pena della deportazione
Trasferire in un luogo di prigionia o di pena fuori del proprio paese.
"il condannato fu deportato alla Caienna"
Come potete leggere qui sopra 'deportare' è un termine forte, un j'accuse esplicito verso chi lo pratica ed oggi a tendere il dito accusatore contro il governo in carica e a pronunciare l'orribile parola è la Schlein Elly, la dinamica svizzerotta portavoce di tutta l'opposizione, che accusa la destra di governo di 'deportare' i migranti in Albania, nei centri di accoglienza ivi costruiti con denaro italiano e placet albanese.
Ma davvero l'Albania è una Caienna, luogo storico di pena e prigionia dove si sconta una condanna – come ci riporta il dizionario online citato qui sopra?
O è, più propriamente, una nazione prossima all'Europa dove si smistano i migranti arrembanti sui barchini/barconi che usano impunemente del grimaldello pietoso del naufragio - da loro medesimi organizzato in combutta con i trafficanti di morte al fine di violare leggi e regolamenti italiani ed europei relativi all'immigrazione clandestina?
E se pena vogliamo che sia quel luogo di permanenza traslato – che già i nostri hot spot scoppiano - in attesa di sbrigare le pratiche di riconoscimento personale e di diritti pretesi (profughi o clandestini) non dovremmo farci scrupolo alcuno di dirlo e rivendicarlo.
Organizzare scientemente il proprio stesso naufragio, pagando cifre folli ai trafficanti di esseri umani e mettendo a repentaglio la propria vita e quella dei figli e dei parenti nella oscena 'lotteria del mare' è un crimine manifesto, e come tale dovrebbe essere trattato, con tutte le conseguenze penali del caso, ma abbiamo, invece, giudici italici apostolici che preferiscono riconoscere a quei dessi un fumoso diritto internazionale di 'salvataggio in mare' e accoglienza dovuta invisa a una maggioranza di europei che premiano vieppiù le destre politiche ad ogni tornata elettorale.
E stamattina registravo l'ennesima nota stonata del nostro capo dello stato che forniva un assist indebito alla Schlein in vena di parole forti e fuori misura, parlando a ruota libera di 'accoglienza dovuta e necessaria'. 'Dovuta e necessaria'?!!?
Chissà se una maggioranza di italiani si riconosce nel suo autorevole verbo para papale o se, al contrario, è favorevole ad una stretta sullo spaventoso disordine immigratorio di cui alle cronache.
C'è una prima nave diretta verso i centri per migranti in Albania - Il Post
ILPOST.IT
C'è una prima nave diretta verso i centri per migranti in Albania - Il Post

 
 
 

Fatima e Teodolinda.

Post n°3353 pubblicato il 15 Ottobre 2024 da fedechiara
 

Nomi strani. 15 ottobre 2021

E' vero che alcuni nomi e toponimi 'cantano' e altri no, come fa notare Paolo Rumiz nel suo 'La leggenda dei monti naviganti' a proposito dei paesuoli del nostro Appennino solitari e dimenticati.
E Galla Placidia e Teodolinda sono nomi che ben si attagliano alle regine 'barbare' che li hanno indossati e ce ne hanno lasciato ampia traccia storica e vestigia e Cristian, di contro, non fa venire a mente altro che post moderni calciatori e attori poco memorabili di un presente che non so se verrà censito dalla Storia per il troppo di infamia che contiene e che noi presenti e vivi vorremmo cancellare dagli annali.
E Mario fa venire in mente il 'signor Rossi' italico (e il presidente del consiglio in carica che tutti ci vuole vaccinati e guai ai disertori) e, se ci aggiungi un 'super' ecco il viso del simpatico personaggio virtuale che saltella di qua e di là come un grillo nel rettangolo del famosissimo gioco che abbiamo regalato ai pargoli in gioventù.
E il tempo presente annovera, nell'accoglientissima terra di Europa sotto scacco di invasioni quotidiane, anche una gran quantità di Muahmmad e Mustafà di varia importazione e di difficile censimento – dal momento che, per violare il colabrodo delle frontiere europee distruggono i documenti e si fanno 'uccel di bosco' trasvolanti con gran facilità di paese in paese; e compaiono, di quando in quando, sui giornali nelle cronache di sangue di cui al grido rauco 'allah u akbar' che tanto ci spaventa, se lo sentiamo gridare all'interno di un autobus o nel chiuso di un teatro affollatissimo.
E chissà che nomi daremo ai personaggi di fantascienza proiettati oltre il presente millennio e se ci sarà una Fatima che ci servirà il tè a bordo delle enormi astronavi che fanno rotta per la costellazione di Orione o se torneranno le Teodolinde e le Placidie longobarde, ma noi non ci saremo e saremo onde e/o particelle vaganti e sussurranti nel buio del cosmo noncurate da nessun viaggiatore spaziale.
Chi vivrà dirà e 'ogni tempo unicamente verrà', come chiosava il Zanzotto buonanima, poeta-filosofo delle colline del Solighese.
Nessuna descrizione della foto disponibile.
Tutte le reazi

 
 
 

Fuochi fatui.

Post n°3352 pubblicato il 15 Ottobre 2024 da fedechiara
 

Le glorie del 'vecio Leon' 15 ottobre 2019
Vista con gli occhi dell'esule Venezia è proprio quella 'bella città' pubblicizzata nelle agenzie di viaggio dell'intero pianeta, città sull'acqua, sospesa nella magia delle sue apparizioni (vado bene per un dèpliant?) - e si capisce la pulsione irresistibile, la macchina fotografica come protesi e i gridolini di ammirazione -, e io faccio spazio in vaporetto, sorridendo, a quei turisti in fregola di clic fotografici la cui memoria all'interno delle schede registra il Canal grande per intero, metro per metro, da mostrare ad amici e parenti al ritorno. Amici e parenti a cui daranno l'indirizzo del loro b§b e/o appartamento affittato su internet: tanto carino - e vedessi la 'camera con vista': su canale interno e/o campiello o cupola di chiesa.
E la città è davvero una 'città di turisti' e li vedi entrare, a gruppi di tre o quattro, con le chiavi in mano negli appartamenti venduti a caro, carissimo prezzo (vendiamo cara la pelle, in effetti, come il povero Bragadin resistente all'assedio dei 'turchi') e riempiono i supermercati perché farsi da mangiare all'interno delle cucine dei veneziani esodati 'non ha prezzo', con o senza mastercard, - e neanche più i fantasmi li perseguitano, questi barbari danarosi, in quelle stanze che hanno registrato il passaggio e le vite illustri 'de' viniziani' di ogni epoca e tempo.
Città neanche più di fantasmi, dicevo, e, se passi davanti all'Arsenale 'de' viniziani' dove 'bolle d'inverno la tenace pece', ascolti la guida turistica non più indigena (ci hanno sottratto con destrezza anche il diritto dell'illustrazione indigena del nostro abbandono - che almeno uno straccio di occupazione la garantiva) la ascolti raccontare al gruppo di turisti estasiati le prodezze guerresche dei soldati della Serenissima che vinsero a Lepanto e nell'Arsenale riparavano 'i legni lor non sani' e commerciavano nel Mediterraneo con i sultani mai domi.
Le glorie del 'vecio Leon': canto sguaiato che neanche più senti risuonare nelle osterie oggi restaurate e fitte dei nuovi ospiti danarosi a cui piace 'la carbonara' e 'la matriciana'(senza la 'a' iniziale), là dove si mangiava la 'spiensa' e la 'tripa ri(s)sa'.
E quelli che hanno piantato le tende davanti alla Vida (no stene cavar 'a Vida) la metaforica vita l'hanno persa nell'ennesima battaglia campale (da 'campo') per la sopravvivenza di quel poco che resta della 'popolarità' di quel campo ormai ridotto a 'riserva indiana' - e tanto vale che si infilino le penne tra i capelli, a mo' dei Sioux o degli Cheyennes, che si vedono nelle foto-ricordo virate in seppia nei campi di prigionia dopo la resa e la consegna delle armi.
E leggere gli striscioni che ieri hanno steso fuori dalle eleganti trifore di Ca' Farsetti (dove si celebrano i matrimoni dei nuovi ospiti asiatici a botte di dollaroni) fa una tristezza, ma una tristezza che 'lèvati!'. 'Basta sfratti!' vi si leggeva. Con il lucro che si ricava da una casa affittata ai turisti anche le cause per sfratto devono aver subito le accelerazioni del caso. Ma è solo un 'ritorno di fiamma' - o un fuoco fatuo, fate voi.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 
 
 

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