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Messaggi del 12/04/2019

Meravigliosi domani

Post n°831 pubblicato il 12 Aprile 2019 da fedechiara
 

Scimmioni tristi e meravigliosi domani  - 12 aprile 2016

E se la primavera è, da sempre, motivo di gioia per la rinascita del verde e il tripudio di fiori nei giardini e le selve, Joseph Klibansky (chi era costui? Mille nuovi artisti crescono, mille arti fioriscono.) si incarica di dirci, nella sua mostra primaverile a palazzo Cavalli-Franchetti (24 marzo -01 maggio), che il futuro è 'beautiful', nientemeno! quale allegria o quale sonora presa per i fondelli, giudicate voi. 
Che già lo scimmione dall'espressione seccata che figura sul manifesto e ha in bocca una carnascialesca trompette d'oro, e gli hanno piazzato in testa il cono delle esibizioni dei clowns nei circhi, dovrebbe farci propendere per la seconda – e se andate a rivederlo nella sala centrale dell'esposizione, circondato da funebri palloncini color antracite, vi gela il sangue con quella scritta antistante che dice: 'Benvenuti nel mondo della realtà. Non c'è ascolto. Niente da applaudire, da ammirare. Nessuno che ti si fila, capito?' Firmato: D. H. Wallace (chi era costui?).

Ma all'ingresso è una festa di riproduzioni di vita nelle principali città del mondo ricche di colori e uccellini e farfalle svolazzanti, che sembra che 'tutto va ben, madama la marchesa', basta trascurare i pensieri dei morti ammazzati di Parigi e Bruxelles e gli affanni del lavoro che non c'è, - ed è vero che il caotico mondo delle metropoli, fin dall'Ottocento della joie de vivre, mostra aspetti gioiosi e miseriosi, (passatemi il neologismo, che già la Crusca ha assolto il 'petaloso') e mostra vita e morte coniugate in un inestricabile groviglio di esistenze diversissime tra loro: dal miliardario felix all'ultimo figlio delle 'banlieues' parigine che si 'radicalizza sul web', tu vedi se era il caso di tirarseli in casa a milioni, maledizione.

E nella penultima sala, J. Klibansky ci mostra l'origine e la fine nostri sospesi in una nicchia e opposti tra loro, feti d'oro e teschi di uguale colore sospesi nel vuoto della sala e ammirati da quegli stessi che vi si riconoscono perplessi per quel monito di brevità e 'cenere alla cenere'.

Ma il guizzo finale di due tartarughe che si accoppiano nella penombra di un ambiente tropicale, animali longevi assai, torna a mostrare il ghigno beffardo dell'artista e il suo dirci che il domani è 'beautiful'. Si vabbè, l'abbiamo capito che la realtà dei giorni è quella che abbiamo sotto gli occhi e ci attrista per la somma di orrori contrapposta alle poche (ma vivide!) gioie.

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Il sogno argentino

Post n°830 pubblicato il 12 Aprile 2019 da fedechiara
 

Buenos Aires, 20 marzo 2019

E che sia 'accogliente' salta agli occhi, questa immensa metropoli di miserie esibite senza pudore.
Ed è perfetta per quei barboni il cui numero aumenta di giorno in giorno perché è avara di piogge e calda e sciroccosa, in questo inizio di autunno che incede pigro e svogliato. 
E qui non hanno il problema degli stop al traffico cittadino, non se lo possono permettere nella Grande Buenos Aires dei trenta e più chilometri di macchia urbana in crescente, mostruosa espansione perché la benedetta pioggia che abbatte le polveri in sospensione non c'è e mai arriva.

E li incontri distesi sui materassi, i senza-dimora, anche in tarda mattina e ad ogni angolo di calle, perfino a lato degli ingressi delle grandi banche che li tollerano perché sono un loro 'portato', la dimostrazione che il capitalismo della finanza si muove con quelle coordinate di indifferenza delle grandi ricchezze esibite. E i ristoranti e i caffè del centro mostrano i lussi smaccati e gli arredamenti sontuosi e, di contro, c'è questa gente che tira l'anima con i denti, famiglie con bambini sui marciapiedi e, interrogata, dice di essere venezuelana, ma per molti è bugia riferita all'attualità delle disgrazie e delle sciagure planetarie, un po' come quelle nostre rom stanziali d'antan che scrivevano le frasi sgrammaticate sui cartelli che pietivano l'elemosina: 'Due figli malati, malatia de zuchero, una moneta per carità.' e oggi sono sostituite dai neri dei barconi, uno ad ogni ingresso di supermercato e le case occupate delle oscene metropoli in cui si dividono i letti.

Paese che vai miseria che trovi, maledizione! e l'indifferenza è, alla fine fine, la risposta 'giusta' a un problema che nessun buonista potrà mai risolvere perché i grandissimi numeri di miserabili prodotti dal sistema capitalistico hanno traversato indenni tutte le rivoluzioni e le rivolte, e sempre si mostrano, una generazione via l'altra, derelitti e sconfitti, ad onta dei sogni americani (o argentini, o italiani) dei pochi che scampano alla loro sorte e 'ce la fanno'.

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