E il ritorno a palazzo Lezze, sede espositiva del padiglione dell'Azerbaigian, che più centrale non si può, (campo santo Stefano, Venezia) ci mostra che 'qualcosa è cambiato' in quel paese – e ci ricordiamo che, due anni prima, gli artisti e i loro sponsor politici e gli addetti culturali e i curatori ci parlavano di e magnificavano un paese privo di conflitti, paradiso in terra di convivenze possibili.
E oggi, invece, altri artisti di quel paese ci raccontano di un conflitto intestino, un ripiegamento, un incartarsi delle coscienze individuali nell'uso distorto di tecnologie che dovrebbero essere sempre liberatorie e diventano, all'opposto, schiavitù e teste dentro la sabbia del preteso Oltremondo della Rete, dove non tutto funziona come dovrebbe e niente va ben, madama la marchesa, - ad ascoltare quei tali, gente sinistra, che gridano alle 'fake news' e agli 'haters' e ai maledetti 'leoni della tastiera' (hic sunt leones) forse nostalgici dei tempi in cui esistevano solo loro e i loro autorevoli 'verba' : i maitre à penser e i professori, circondati da laudatores peripatetici e folle di discenti silenziosi e succubi.
E i manichini ciechi e sordi delle istallazioni hanno gigantesche molle che collegano i crani – e si suppone che vi transitino delle informazioni, sperabilmente importanti e significative, ma gli occhi dei comunicanti sono spenti e non vi è emozione, il solo condimento che dà sapore ai dialoghi e vivacizza i rapporti tra le persone e si costituisce a 'senso' e condivisione di 'umanità'.
Il paradiso può attendere. Da vedere.
Inviato da: LewisCannon
il 15/08/2024 alle 09:09
Inviato da: cassetta2
il 29/07/2024 alle 22:19
Inviato da: ARCAN020
il 29/06/2024 alle 12:34
Inviato da: fedechiara
il 24/06/2024 alle 06:56
Inviato da: VIOLA_DIMARZO
il 23/06/2024 alle 16:38