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Anche il più lungo dei viaggi inizia con un passo
 

 

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Post N° 70

Post n°70 pubblicato il 06 Novembre 2006 da NewDealNow

Girovagando per i Blog si legge spesso di persone che, io compreso, non stanno vivendo bene la loro vita. In molti casi, a me per esempio faccio riferimento, sembra quasi inspiegabile; perché? immaginePerché una persona che, apparentemente, non ha motivi che possano indurlo alla “stanchezza” finisce col sedersi? Sedersi, sedersi a guardar la Vita come si guardano i piccioni beccare delle briciole di pane. Perché io mi son “seduto”?

Principalmente perché non mi sono rassegnato all'accettazione dei fatti! Non ho voluto accettare le cose per quelle che erano, le ho contrastate, combattute, ripudiate, odiate!

A un certo punto ho iniziato a pensare in questi termini “Non l'accetto! Non l'accetto! Non l'accetto! Io voglio che la realtà delle cose sia differente!!!”

Le cose non sono, ovviamente, cambiate, hanno continuato a seguire il loro corso ignorandomi completamente, senza minimamente preoccuparsi del mio grido di disappunto.

Volevo che, alcune frasi pronunciate dalla persona con la quale vivevo una storia sentimentale in quel periodo, venissero cancellate dalla mia mente. Mi avevano ferito ed ero arrabbiato con lei, volevo punirla per ciò che mia aveva detto non volevo più che mi vedesse, non fisicamente però, volevo punirla non mostrandole più la parte migliore di me. Non volevo troncare la storia, volevo che quanto da lei detto venisse cancellato o che, per lo meno, “espiasse” la sua colpa con il rimorso per avermi ferito! (Oggi mi sembra quasi assurdo che abbia potuto pensare una cosa del genere) E io mi rodevo! Mi rodevo dentro, covavo rabbia e dispiacere per quanto accaduto, in nessun modo riuscivo ad accettarlo, mi ossessionavano quelle parole da lei pronunciate!

Volevo che la mia vita professionale venisse premiata e invece venivo messo in un angolo, mi veniva imposta una mansione che condizionava pesantemente la mia vita privata, facendomi confondere il giorno con la notte, il mercoledì con la domenica, il giorno di Natale con quello San Casimiro... Volevo che la mia vita professionale venisse premiata e invece venivo relegato (senza che avessi colpe o mancanze) in un ruolo di gran lunga meno specializzato rispetto a quelle che erano le mie competenze, un ruolo senza prospettiva alcuna e con una spada di Damocle sempre sopra la testa... il trasferimento in altra città. Non lo accettavo!! Ma perché? immagineAvevo dato il massimo, ero arrivato a fare anche più di 100 ore di straordinario, a lavorare sabato e domenica, a dare il mio contributo anche quando ero in vacanza e la ricompensa qual'era? Venivo gettato in un angolo, mi veniva tolta ogni prospettiva di crescita, mi veniva tolta la possibilità di vivere una vita privata “normale”, venivo massacrato da orari di lavoro disumani, venivo tenuto nella continua precarietà di una sede di lavoro che, da lì a poco, sarebbe stato logico cambiare con conseguente trasferimento in un'altra città, tale rischio imminente mi veniva ricordato mensilmente (o anche più frequentemente) dal mio responsabile, dal suo capo, dal capo del suo capo, dal capo del personale e da qualunque fesso avesse la possibilità di farlo.

Allora, ricapitoliamo: non accettavo la presa di coscienza riguardo ad alcuni aspetti della mia ragazza di allora, era così perfetta e alla fine tutto veniva rovinato da quella sua linguaccia!! Se non mi avesse detto nulla!! Tanto che bisogno c'era di raccontarmi certe cose?!?, non accettavo la ricollocazione “punitiva” e ingrata che l'azienda per la quale lavoravo mi aveva riservato, provai a cercare un altro lavoro – tutto inutile, la crisi era cominciata, decisi così di riscrivermi all'università per terminare ciò che anni addietro avevo abbandonato - i docenti mi presero, fin da subito, a pesci in faccia non accettando di buongrado la presenza di un, anagraficamente parlando, fuoricorso.

Nonostante i miei tentativi di rimettere in carreggiata le cose, la vita finì col calare un poker di sfighe che iniziarono a farmi “sedere”.

Non accettavo assolutamente questa situazione, avevo faticato per far bene le cose e quando era il momento di raccogliere i frutti cosa succedeva?!? Mi ritrovavo a dover ricominciare tutto da capo; NO! NON ERA GIUSTO!

Cosa si innescò dentro di me? E' difficile razionalizzarlo, è difficile scrivere in che modo ho iniziato a ragionare, posso dire che suonava simile a: “Mi avete trattato ingiustamente e io punisco voi mostrandovi tutto il mio disprezzo mandandomi in malora! Voi mi trattate come uno straccio, senza riguardo e senza rispetto, e io dovrei preoccuparmi di piacervi? Dovrei preoccuparmi di tenermi in forma? Dovrei preoccuparmi di essere interessante e divertente? Vi dimostro tutto il mio malessere imbruttendomi!”

Ecco cosa ho iniziato a pensare e i risultati, almeno in questo caso, non hanno tardato a venire. Nell'arco di pochi mesi, da un fisico longilineo, un abbigliamento curato, un viso sempre colorito da una lampada alla settimana, da una miopia nascosta della lenti a contatto mi ritrovai ad essere grasso, trasandato, pallido, con la barba quasi sempre incolta e un bel paio di occhiali da “secchione”.

Inutile dire che “il mondo” non aveva raccolto il mio grido di dolore e i fatti continuarono, del tutto indifferenti, a seguire il loro corso; io mi ritrovai invece ancor più debole di prima, adesso, oltre a non aver più una sicurezza che mi poteva esser garantita da una vita sentimentale serena o da un lavoro appagante, non avevo neanche più stima in me stesso, avevo pudore a mostrarmi, a incontrare persone che non vedevo da magari un anno le quali, molto “delicatamente”, mi facevano notare, con un sorrisino quasi di soddisfazione,: “mi sembra che sei un po' ingrassato”....

A quel punto la frittata era fatta! Le cose che erano andate storte continuarono per quella via e io non ero in grado di trovare dentro di me la forza, ma soprattutto, la convinzione per reagire.

Diventai il bersaglio preferito delle malignità dei miei colleghi, nessuna cattiveria sulla mia vita privata veniva, per educazione o per rispetto, risparmiatami, nessuna battuta assassina sul mio aspetto fisico veniva omessa... se c'era da farsi qualche risata umiliando e distruggendo qualcuno io ero diventato il bersaglio ideale. Ero solo, nessuno mi mostrava solidarietà, nessuno si schierava dalla mia parte, d'altronde.. come rinunciare a una bella risata che sminuisce un'altra persona, che la offende, che la umilia? Non era mai una sola persona, erano sempre almeno tre o quattro, una volta ricordo che a farsi da spalla l'un col l'altro erano per lo meno in otto, e rideeeevano! Eccome se ridevano. Potevo cercar di insultarli, ma le loro parole sovrastavano le mie, potevo cercare di rispondere ad una “battuta” con un'altra “battuta” ma venivo ignorato, avrei dovuto prendere un bastone e spaccare a tutti quanti loro il cranio! Ma non potevo farlo, ero sul posto di lavoro e anche un'eccessiva reazione l'avrei potuta pagare cara. Erano tutti compatti contro di me! Ero il loro zimbello da prender in giro! D'altronde... loro stavano solo scherzando! Erano battute! Già... erano solo battute...


Mi ero seduto.
immagine

Giù... Giù... Giù... Giù... sempre più giù! Ecco dove mi ritrovai a distanza di tre anni passati in questo modo... e tutto iniziò da quello maledetto modo di pensare che un dì la mia mente decise di far suo: “Mi avete trattato ingiustamente e io punisco voi mostrandovi tutto il mio disprezzo mandandomi in malora! Voi mi trattate come uno straccio, senza riguardo e senza rispetto, e io dovrei preoccuparmi di piacervi? Dovrei preoccuparmi di tenermi in forma? Dovrei preoccuparmi di essere interessante e divertente? Vi dimostro tutto il mio malessere imbruttendomi!”


Tutto per non aver accettato le cose per com'erano. Tutto per non aver avuto l'intelligenza di dire “Bene, questa strada è chiusa, posso riaprirla? No! E va bé, pazienza, me ne aprirò un'altra!”

Ritrovare la bussola è stato più difficile di quanto pensassi...
Ritornare a vedere una via da seguire lo è stato ancor di più...
Il peggio è stato ritornare a credere di valer qualcosa e di poter avere un futuro migliore!

immagine

Vorrei riuscire a migliorarmi. Adesso l'orizzonte è sereno ma... la tempesta potrebbe arrivare d'improvviso come accadde l'ultima volta. Non voglio farmi trovare così facilmente condizionabile, così poco cosciente delle conseguenze, così fragile, così poco maturo.


Adesso ci credo, sto lavorando su me stesso cercando di districare questo aggroviglio di pensieri, paure, timori, desideri, complessi che da sempre porto con me.

ciao, new

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follettadeiventi
follettadeiventi il 06/11/06 alle 13:24 via WEB
La strada è lunga ma quando si inizia a salire il più è fatto. Qualcuno dice arrivati a toccare il fondo si può solo risalire ed io e te invece abbiamo scoperto che in fondo c'è un botola!! Io sono scesa giù per quella botola e ho perso completamente me stessa. Era proprio quello che mi serviva. Perchè me stessa fino a quel momento era un mix tra la mia essenza e quello che il mondo mi aveva imposto di essere, quello che mi aveva portato ad essere. Io ero colpevole quanto il mondo perchè avevo lasciato che facesse di me ciò che voleva, IO ero più colpevole del mondo. Vuota di ogni cosa ho iniziato a camminare nel buio totale sbattendo di qua e di la, ed ogni volta che mi facevo male ritrovavo un pezzo del mio io perduto, e capivo anche se quel pezzo apparteneva a me o al mondo. Piano piano ho ricostruito la mia essenza, raccogliendo solo i pezzi "veri" della mia persona. Sono passati diversi anni ed ancora oggi resto con gli occhi aperti perchè ho capito che nella vita si continua a raccogliere, resto attenta a non raccogliere pezzi falsi. Tieni gli occhi aperti e continua a lottare perchè la tua essenza è l'unica cosa che non ti tradirà mai. Buona fortuna.
 
wmechesognate
wmechesognate il 06/11/06 alle 14:46 via WEB
.....e quando ti capita non vuoi niente e nessuno che ti ronzi intorno e ti dica che stai sbagliando perchè anzi se puoi ti fai ancora piu' male.A me è successo 2 anni fa....comincia col lasciarti la ragazza poi termina col turno di lavoro che cambia radicalmente( dalla mattina mi mettono a fare la sera ma per sera intendo ore 16 ore 04 di notte)....e tu che gia' annaspavi prima ti agiti di piu' e cerchi di nuotare ma invece di ricevere una mano la mano te la appoggiano addosso per farti affondare....ora pero' il peggio è passato,ho cercato di reagire e ce l'ho fatta: ho cambiato lavoro e ho conosciuto una persona....non so' se continuera' ma una cosa è certa:non ci casco piu!!!! ciao
 
 
NewDealNow
NewDealNow il 06/11/06 alle 16:37 via WEB
ciao wmechesognate, quando intraprendi una strda sbagliata e te ne accorgi troppo tardi è quasi quasi meglio proseguire puttosto che tornare indietro. Le cose lasciate sono oramai distanti, troppo distanti. Giunti a quel punto la strada è da percorrere interamente, sino infondo, costi quel che costi. Prima o poi ogni stato d'animo (anche il più negativo) diventa sempre più lontano dal tuo nuovo modo di essere. A quel punto puoi reinventarti. Puoi riprendere per la tua strada. ciao, new
 
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