Creato da NewDealNow il 08/09/2006
Anche il più lungo dei viaggi inizia con un passo
 

 

Post N° 133

Post n°133 pubblicato il 16 Luglio 2007 da NewDealNow
 

In queste settimane ho letto parecchio riguardo all'autostima, riguardo al pensiero buddista e riguardo a tutta una serie di idee e punti di vista utili a interpretare fatti e a disegnare traiettorie che consentano di vivere le proprie giornate, per quanto possibile, nel migliore dei modi.

Urbi et orbi il concetto che vi sono determinate cose che sfuggono dall'autocontrollo e hanno un bel dire che la sofferenza è causata dall'attaccamento alle cose terrene dalle quali, per ben fare, bisognerebbe staccarsi... il ragionamento file ma alla prova dei fatti (quando i fatto sono tosti) è assai arduo mantenere il “distacco”; mi riferisco ovviamente alla malattia di mio padre e quando, ahi me, la vita lo abbandonerà. Saprò consolarmi dicendomi “è una cosa normale” ? Posso realmente distaccarmi da lui a tal punto che la sofferenza per quando non farà più parte di questo mondo si attenui? Non lo so, sinceramente non lo so. Penso di no, posso farlo per mille altre cose, per il 99.99% delle cose dalla mia vita ma per la perdita di un genitore, di un figlio o anche per una mia malattia o magari infermità non so se sarei così saggio da riuscire ad accettare la durezza della vita con serenità.

Tornando a bomba, leggendo un po' qua e un po' la ho elaborato un piccolo sistema di “trading autogeno” e devo dire il vero che per ora sta funzionando abbastanza, in cosa consiste:

  • Avere un sogno: ho letto che alla base della felicità c'è un sogno da inseguire, costruire; questo concetto viene, anche se in maniera differente, proposto sia dal buddismo che da queste “scuole” per l'autostima. Bene! Ho messo insieme i miei desideri e ho cercato farli diventare un sogno (o progetto di vita)

  • Crearsi la via: per realizzare il sogno è necessario mettere in atto delle azioni ad esso funzionali bene, ho pensato a quelle che potrebbero anzi, dovranno essere le azioni che nell'immediato mi debbono indirizzare verso quel sogno che rincorrerò e costruirò nell'arco di tutta la vita

  • Essere al timore è una gran cosa: seppur soggetto ai condizionamenti e agli eventi che mi capitano cerco di ricalibrare le mie decisioni e i miei obiettivi secondo la situazioni contingenti tenendo presente solo ed esclusivamente quella che dovrà essere la meta ultima. Ogni mattina mi dicoCome sono felice oggi! è una giornata splendida e non vedo l’ora di dire al mondo intero che ogni cosa che faccio servirà a realizzare i miei sogni

  • Vedere il bicchiere mezzo pieno: temendo di finire nell'autocommiserarmi vedendo tutto nero ogni mattina elenco quanti di bello mi attende in quella giornata: “vado a lavorare e ho la possibilità di dimostrare il mio valore, vado a lavorare e guadagno quanto mi servirà per vivere la mia vita, sono sveglio e sto bene, oggi mio papà sta abbastanza bene e oggi potrò avere ancora un'altra occasione per passare un po' di tempo con lui, ho rispettato la Dieta e sto dimagrendo, oggi compirò un altro passo verso questo piccolo primo obiettivo

  • Cercare di cogliere, fintanto che è possibile, solo il meglio delle persone e delle situazioni. Vedere il lato buono e valorizzarlo trascurando e combattendo perciò con l'indifferenza il lato “cattivo”.

Queste solo le piccole cose che sto mettendo in pratica in questi giorni e funzionano, ve lo assicuro. È vero che a supporto ho la sapiente mano della mia amica medico che mi “cura” con l'omeopatia e i fiori di bach ma penso che il piccolo riflesso di sole che percepisco dentro al mio cuore è anche conseguenza di questo tentativo di approcciare diversamente le mie giornate, gli avvenimenti, la vita.


È infondo questo il New Deal.

 
 
 

PROMEMORIA...

Post n°132 pubblicato il 09 Luglio 2007 da NewDealNow
 

La mia ex è andata a pranzo con una sua amica senza sapere che l'amica in questione è più mia che sua. Le ha raccontato, con gli occhi lucidi, di come sia stato straziante porre fine alla nostra relazione ma che, fondamentalmente, il fatto che io avessi ritirato fuori il suo comportamento del primo anno l'aveva scoraggiata. Scrivo queste righe non tanto per piacere di scriverle ma per averle come promemoria in futuro, non vorrei mai che i ricordi si appannassero e germogliasse qualche malinconia. A dire il vero è innegabile che per me il fatto che l'inizio della nostra relazione sia stato invaso dalla presenza in tutti i suoi racconti del suo precedente ragazzo è stato immensamente e insanabilmente demotivante, dissacratorio, avvilente. Il perché non abbia posto fine al rapporto all'epoca è altra questione, non mi importa affrontare la cosa ora. Dopo aver rovinato ogni momento con una delle sue classiche uscite inopportune non ha avuto neanche l'astuzia di mentire un pochino nel corso del tempo.

Ci siamo conosciuti così. Messi a sedere fianco a fianco per puro caso in occasione di una festa, lei era con il suo ex. Durante la festa abbiamo chiacchierato amabilmente e ci siamo trovati in sintonia. Dopo un anno ci rincontriamo casualmente, lei era tornata single io pure e così abbiamo iniziato a vederci. Dopo che mi aveva umiliato mettendomi completamente in secondo, terzo o quarto piano rispetto al suo ex per mesi io provavo a elemosinare un po' di considerazione chiedendole “ma alla festa ti ero piaciuto da subito?” - e lei rispondeva - “ma guarda a dire il vero non ci pensavo neanche in quanto avevo già parecchio a cui pensare riguardo alle persona con cui stavo” - e questa domanda gliel'ho posta un sacco di volte sperando che lei mi dicesse - “Sì!!! Mi sei piaciuto subito da impazzire! Ho sentito che c'era qualcosa tra noi!” - cazzate del genere ma lei niente! Diceva la verità! - “Se è così. È così!”.

Per il suo comportamento schifoso non ha praticamente mai mostrato pentimento e ci ha messo anni per chiedermi scusa cosa che, volendo essere precisi, non mi ha mai chiesto in quanto al massimo ha detto con tono dispiaciuto “Se tornassi indietro non lo farei ma non posso, dimmi tu cose devo fare” ma l'atteggiamento predominante era "io ho fatto la vita che ho fatto e se ho commesso degli sbagli pazienza, c'era un motivo validissimo che non mi fa sentire minimamente in colpa, il problema è il tuo, devi superarlo tu"

 
 
 

Post N° 131

Post n°131 pubblicato il 09 Luglio 2007 da NewDealNow
 

Buongiorno e buon inizio settimana a tutti!

Il week end è passato “abbastanza” tranquillo. Sabato finalmente mio papà è potuto uscire dopo quasi un mese, l'ho portato a casa mia e così ha potuto un po' svagarsi facendo qualche piccolo lavoretto (o più precisamente supervisionando a qualche piccolo lavoretto), ha ispezionato il mio piccolo quadrato di terra dove ho piantato pomodori, fagiolini, fragole, fiori vari e così si è un po' tirato su di morale però forse si è stancato un po' troppo infatti, nel tardo pomeriggio d'improvviso ha smesso di parlare... non riusciva più ad emetter parola... accennava a parlare, emetteva un suono ma niente. Le parole non uscivano... era una crisi epilettica. È stata abbastanza lunga questa volta... è abbastanza spaventevole assistere a queste “crisi” e non poter fare nulla, non c'è niente che si possa fare se non attendere che passino da sole...


Cari Mr.Green e Silviuzz avete ragione entrambi. Troppe, troppe seghe mentali e poca, troppo poca azione. La “segona” mentale però ha portato i suoi frutti.... ANSIA. Ecco come si chiama.

ANSIA. Su questa bisogna lavorare. ANSIA di fare, non fare, di dire e non dire. L'avevo chiamata in mille modi ma mai col suo nome. È ANSIA. Sono un ANSIOSO.

 
 
 

Post N° 130

Post n°130 pubblicato il 06 Luglio 2007 da NewDealNow
 

 aver bisogno di una Donna..

Mi domando? Cosa si nasconde dietro alla paura di non trovare una donna e all'incapacità di starne senza?

Infondo infondo mi rendo conto che di tanto in tanto quando la mia mente pensa al futuro mi immagina con una Strafiga... e fa di più... mi immagina con una Strafiga, magro e in piena forma che sfilo davanti alla mia ex che rosica... se un pochino questo può esser giustificato dal desiderio di “vendetta”, di rivalsa, dal desiderio di farle vedere che io sto benissimo e che sto con una che è mille volte meglio di lei c'è anche qualcosa di più... quali insicurezze nasconde questo mio desiderio? Vi racconto con un po' di pudore, che in più di un'occasione mi sono trovato a immaginarmi sotto l'ufficio della mia ex mentre me ne stavo a cavalcioni di una moto (un bel CBR 600), magro e in forma, jeans, maglietta e giubbino in pelle da moto, occhiali da sole. La mia ex esce dal portone e mi viene incontro, io sono indifferente, la sua collega le dice “ecco quello troppo figo di cui ti ho parlato” - riferendosi a me. Entrambe stanno arrivando in mia prossimità quand'ecco che appare la “mia” nuova donna strafiga che si mette il caso e sale sulla moto... (che sciocchezza messa per iscritto...)

Giustificandomi per il fatto di voler rincontrare la mia ex una volta tornato in forma per farle vedere che bel pezzo di figliuolo s'è lasciata scappare, capisco in parte l'inserimento in questa fantasia della donna... è vero che l'idea di rincontrarla in forma, in compagnia di una strafiga mentre lei magari sola che si mangia le mani mi piace però, questa maledetta fissazione che ho per l'avere una donna mi infastidisce!

Per prima cosa penso di pensare che uno senza donna è uno sfigato e quindi uno che s'ammazza dalle seghe.

Penso di pensare che senza una donna non sia piacevole andare a cena fuori, al cinema, in vacanza.

Penso di pensare che il fatto di dire e farmi vedere con una donna accresca la mia importanza.

Penso di pensare che se non la troverò mai.

Penso di pensare che sia l'unico modo per essere veramente felici.


Cos'altro posso pensare? Perché faccio così fatica a immaginarmi single, a vivere bene una situazione dove non ho nessuna relazione stabile o instabile e inizio a cercarla disperatamente nell'ossessione di non trovarla?


Di cosa ho paura? Di cosa sono così profondamente insicuro? Che cosa mi manca per poter stare bene con me stesso?


Dove devo guardare?

 
 
 

Post N° 129

Post n°129 pubblicato il 06 Luglio 2007 da NewDealNow
 

 ...difficile ricominciare...

Indubbio che apporre l'ultimo punto su un capitolo della propria vita, voltar pagina e iniziare a scrivere nuove pagine può essere entusiasmante ma anche assai difficile. Difficile dico...?... perchè difficile? Cosa c'è di difficile? Penso che la prima “sofferenza” stia nel venir meno della quotidianità, delle abitudini, delle consuetudini, il venir meno delle sicurezze che, seppur basate su principi sbagliati, sempre sicurezze restano ed essendo ben definite ed avendo i contorni chiaramente tracciati risultano alla fin fine concrete e tangibili dando la sensazione di possedere qualcosa al contrario dell'incertezza che, seppur carica di aspettative è l'ignoto del domani, è ciò che non si conosce, è la paura del buio, del diverso, del confronto, del mettersi in discussione, del fallimento. Potrei dire che il primo blocco di sensazioni lo si può immagine come costituito da due principi basilari: la crisi d'astinenza e la paura dell'ignoto.

La seconda “sofferenza” penso stia nello sforzo che richiede il cambiamento. Psiche e soma vengono inevitabilmente coinvolti in diverse fasi, con diversi ruoli e con peculiari trasformazioni. Voltando pagina, come in un libro, non è possibile riprendere quanto precedentemente detto e ribadirlo o metterlo giù sotto diversa forma... che razza di libro verrebbe fuori? Seppur molti aspetti rimangono come, ad esempio la trama (e cioè la vita) o alcuni personaggi, le nuove pagine debbono contenere nuove idee, nuovi fatti, nuovi personaggi. Se per uno scrittore è difficile inventare con la penna quanto la sua fantasia può partorire senza legame alcuno con le regole della vita, del caso, dei fatti e dei fattori scrivere un nuovo capitolo essendo soggetti a tutte quelle che sono le regole della vita diventa molto più complicato. Le cose non vanno come vorresti, non ti capitano gli eventi eccezionali, il tuo destino non ti travolge risucchiandoti in nuove pagine della tua esistenza... non è detto che tu ne esca vincitore e comunque la grande spinta, il new deal, deve partire da te e questo comporta indubbiamente un sacrificio. Hai la forza e le risorse necessarie per dare il via alla rivoluzione? Secondo blocco di sensazioni: inerzia e scoraggiamento.

La terza sofferenza è forse la più devastante, l'astinenza, la paura dell'ignoto, l'inerzia e lo scoraggiamento rischiano di farti rimanere immobile a fissare quell'ultimo punto posto a seguito di quell'ultima parola di quell'ultima frase attendendo che la pagina si volti da sola e che il nuovo capitolo inizi a scriversi autonomamente. Se accade questo è il dramma! E da qui è dura uscirne. È dura uscirne perchè per prima cosa alla terza sofferenza vi si arriva dopo parecchio tempo dalla messa dell'ultimo punto e quindi le sensazioni si sono assai ovattate... idealizzate... modificate... ciò che è fuori si mischia con ciò che è dentro... il fatto, le conseguenze, le cause e la situazione in quel momento diventano una distesa desolata senza proprietario, un'immensa proprietà suddivisa in mille e mille piccoli eredi. I propri pensieri vengono dominati dai rancori e dalle delusioni del passato che sopperiscono alla paura dell'ignoto e alla crisi d'astinenza ma il tanto tempo passato ti toglie il diritto di sfuriare sinceramente quindi recrimini su qualcosa che non esiste più da tempo e nessuno ti presta più attenzione, nessuno ti ascolta, nessuno da più importanza a quel qualcosa che è così distante togliendoti il diritto alla scusa per al tua indolenza. Ti rendi conto a quel punto che in tutto quel tempo avresti potuto costruire un qualcosa di nuovo, adesso ti servirebbe all'istante ma Roma non è stata costruita in un giorno... come un astronomo che guarda stelle che in realtà potrebbero non esistere più da milioni di anni e ciò che vedono è solo la luce emessa dal pianeta un sacco di tempo fa tu continui a guardare le ultime sensazioni lasciate dal passato come se fossero il presente, ti interroghi sui “perchè?”, cerchi i modi per rifarti nei confronti di quella situazione ma alla fin fine capisci che il nocciolo è altrove. Terzo blocco di sensazioni: vivo in un mondo che non esiste più da tempo.

Depressione. Combatti nemici immaginari... che non esistono, non esistono più da tempo. Come puoi vincere?

Come evitare di cadere in questo baratro? Provo a darmi qualche consiglio...

Ovviamente prevenire è meglio che curare quindi la prima cosa da combattere solo le “crisi d'astinenza” e le “paure dell'ignoto”. Bene! Come fare?


Crisi d'astinenza: come si fa a smettere di fumare? Per prima cosa si butta il pacchetto di sigarette e tutto ciò che al rito del tabacco è legato. Bene! Se bisogno disintossicarsi da un periodo della propria vita gettare tutto ciò che ad esso è legato e quindi fotografie, ricordi vari come regali o regalini, biglietti, lettere, e-mail insomma, tutto ciò che potrebbe saltar fuori all'improvviso e innescare la voglia di ricordare. Quando si smette di fumare penso non sia utile frequentare fumatori quindi... evitare qualsivoglia contatto con chicchessia che possa in qualche maniera essere legato al periodo che si vuole superare. Farsi nuovi amici, nuove abitudini, frequentare posti nuovi. Evitare assolutamente di andare in luoghi legati al passato come ristoranti, pub, locali o comunque fare cose simili a quelle che si sono fatte nel periodo precedente. Scontato ma essenziale, evitare assolutamente di comprare un pacchetto di sigarette da tenere nel cassetto, evitare di mettersi a fumare la pipa o il sigaro, evitare di sostituire la dipendenza dalla nicotina con quella, per esempio, dall'alcool... quindi evitare di cercare di dolce concilio con il passato se di fondo c'è il desiderio di non staccarsene, evitare di cercare di ricreare il passato cambiando i soggetti... ne verrebbe fuori un casi bestiale. Consiglio che viene dato per le diete e che può esser anche qui applicato: se ti vien fame cerca una cosa da fare e rimanda a dopo quell'attività lo spuntino... superato il momento di debolezza. L'idea guida dovrebbe essere “Rivoluzionare la propria vita e le proprie abitudini”


Paura dell'ignoto: la parola all'esperto “La Altra responsabilità ce l’hanno i sogni: i bambini che si svegliano dopo un incubo, con grande difficoltà capiscono che quelle immagini, quelle storie che l’hanno spaventato sono solo nella loro testa e non nella realtà. Per questo è necessario, in questi casi accendere le luci, far loro bere qualcosa di caldo, come un bicchiere di latte o una camomilla, ma soprattutto parlare loro di eroi positivi, o di storie divertenti”paura del buio è una paura tipica dei bambini, per varie ragioni. In primo luogo infatti essi si rendono scarsamente conto della realtà che li circonda e non capiscono ad esempio che quei rumori che emettono gli armadi di notte sono del tutto normali e dovuti agli assestamenti delle lastre di legno, in seguito agli sbalzi termici, o all’umidità… Il bambino non capisce tutto questo e quindi, nella sua semplificazione mentale, pensa che sia accaduto qualcosa di magico, di sovrannaturale, che genera apprensione perché pieno di mistero. Un altro motivo per cui i piccoli hanno paura è che, da sempre, gli raccontiamo storie, o gli facciamo vedere programmi televisivi, che raccontano storie piene di mostri, fantasmi, lupi neri e così via...” -  
Tornando a noi... cercare di non abbandonarsi all'irrazionalità, cercare di essere quanto più obiettivi nei riguardi del futuro, obiettivi ma ottimisti o ben intenzionati. Non aspettarsi cose irrealizzabili, troppo grandiose e al contempo non abbandonarsi all'ingiustificata paura che tutto andrà male. Effettivamente perché dovrebbe andare tutto male? Il domani, nel bene e nel male, è imprevedibile... quindi tanta sicurezza si può avere per il fatto che non ci sarà felicità alcuna quanto per il fatto che la felicità dominerà la nostra vita, più realisticamente si può pensare che entrambe le cose, in maniera alternata, coloreranno la nostra vita. Per sfruttare le buone occasioni che la vita ci offre è necessario esser in qualsiasi momento pronti a coglierle, è come un centometrista che non conosce l'ora, il giorno, il mese e l'anno della gara delle olimpiadi nella quale può giocarsi la medaglia d'oro... ha due possibilità: attendere che gli comunichino la data per iniziare ad allenarsi o tenersi continuamente pronto come se la gara fosse il giorno successivo. Cosa cambia? Il corridore allenato saprà sfruttare l'occasione al meglio anche se gli diranno che deve scendere in pista da li a 10 minuti... il corridore che ha atteso la comunicazione della data sarà, quanto meno, fuori forma se non talmente distante da quel mondo da esserne oramai avulso. L'idea guida dovrebbe essere: tieniti pronto, domani potrebbe accadere qualcosa di straordinario e devi essere pronto a coglierlo

 
 
 

Post N° 128

Post n°128 pubblicato il 06 Luglio 2007 da NewDealNow

"Ma s' io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, le attuali conclusioni..." 

"...va beh, lo ammetto che mi son sbagliato e accetto il "crucifige" e così sia, chiedo tempo, son della razza mia, per quanto grande sia, il primo che ha studiato..."

"...giovane e ingenuo io ho perso la testa, sian stati i libri o il mio provincialismo, e un cazzo in culo e accuse d' arrivismo, dubbi di qualunquismo, son quello che mi resta..."


L'avvelenata – F.Guccini


...Nel sole dei cortili i tuoi fantasmi giovanili corron dietro a delle Silvie beffeggianti, si è spenta la fontana, si è ossidata la campana: perchè adesso ridi al gioco degli amanti? Sei pronto per gettarti sulle strade, l' inutile bagaglio hai dentro in te, ma temi il sole e l' acqua prima o poi cadrà e il tempo andato non ritornerà...

...Professionisti acuti, fra i sorrisi ed i saluti, ironizzano i tuoi dubbi sulla vita, le madri dei tuoi amori sognan trepide dottori, ti rinfacciano una crisi non chiarita: la sfera di cristallo si è offuscata e l' aquilone tuo non vola più, nemmeno il dubbio resta nei pensieri tuoi e il tempo passa e fermalo se puoi...”


Un altro giorno è andato– F.Guccini


Vedi cara, certe crisi son soltanto segno di qualcosa dentro che sta urlando per uscire...”

Vedi cara – F.Guccini

 
 
 

Post N° 127

Post n°127 pubblicato il 05 Luglio 2007 da NewDealNow

Baudelaire, L'albatros

Spesso, per dilettarsi, gli uomini della ciurma
catturano gli albatros, grandi uccelli marini
che seguono, indolenti compagni di viaggio,
la nave che scivola sugli amari flutti .

Appena deposti sulle assi della tolda
questi re dell'azzurro, maldestri e vergognosi
lasciano pietosamente le .grandi ali bianche
trascinarsi come remi accanto a sè.

Quant'è'è goffo e fiacco questo viaggiatore alato!
Lui, prima così bello, quant'è comico e brutto!
Uno tormenta il suo becco con un mozzicone acceso,
l'altro mima, zoppicando, l'infermo che volava.

Il Poeta assomiglia al principe delle nubi
che sfida la tempesta e sbeffeggia l'arciere;
esiliato al suolo in mezzo al baccano
le sue ali di gigante gli impediscono il cammino.

 
 
 

Post N° 126

Post n°126 pubblicato il 05 Luglio 2007 da NewDealNow
 

Quanto sia difficile capire l'importanza delle persone che ami quando ci sono è uno dei luoghi comuni più inflazionati ma è talmente vero che finisce col diventare un'ovvietà e quindi lo si da per scontato. Infondo non mi compiaccio mai del mio braccio destro e non mi curo particolarmente del fatto che lo possiedo, del suo funzionamento perfetto e della sua consolatrice presenza che mirende completo. Mai ho ringraziato il divino per il mio braccio destro. E se lo perdessi?


Perdere una persona cara (ma assai cara) è come perdere un pezzo di noi stessi. Il fatto che mio padre sia gravemente ammalato e che stia morendo fa sì che in un certo senso avverta tutta una parte di me malata, tutta una gran bella fetta della mia vita malata. Quando mi hanno detto che da lì a poco sarebbe morto è stato come se mi dicessero che da lì a poco avrei perso una parte di me. Che una parte di me sarebbe morta. Morta poco a poco. Morta giorno dopo giorno. Morta e basta.


Il vuoto... la mancanza... il per sempre... il mai più e lo schiacciante peso dei mille e mille ricordi belli, dei mille e mille insegnamenti, dei mille e mille buoni esempi, delle mille e mille cose che non si potranno mai più fare. Il paradiso, il riconciliarsi ai propri cari, il tornare a stare insieme è un pensiero consolatorio. Infondo diventa solo questione di tempo. Invidio chi crede ciecamente in questo.


Il posto vuoto a tavola al pranzo della domenica... un evento bello da non poter condividere... un consiglio da non poter ricevere... un po' di ottimismo da non poter attingere... il sorrisone affettuoso e buono che si spegne per sempre e che diventa solo un ricordo... l'entusiasmo per le cose...


Quanto è difficile da accettare la morte. Si accettano un sacco di cose che sono del tutto innaturali ma la morte, che esiste da poco meno della vita, non si riesce ad accettare.


MAI PIU'


PER SEMPRE


IN ETERNO

 
 
 

Post N° 125

Post n°125 pubblicato il 05 Luglio 2007 da NewDealNow
 

Mio papà, dopo un periodo discretamente buono, ha ripreso ad avere un po' di problemi... nuovamente ha iniziato ad avere difficoltà a parlare e poi è ripiombato in uno stato emotivo molto depresso... Pover uomo... Mio papà è sempre stato una persona molto ottimista, sorridente, uno che ha sempre visto il bicchiere mezzo pieno, una persona sensibile ma concreta però, da quando il tumore ha iniziato ad ucciderlo, il suo carattere è cambiato... sarà per il fatto di sentirsi e vedersi malato, sarà per le quintalate di medicinali che prende ma che non lo guariscono, sarà per il fatto di sentirsi handicappato, sarà per il fatto della malattia in sé sita proprio nel cervello, sarà per certe pastiglie che prende ma... è diventato talmente sensibile e indifeso che anche piccole cose lo commuovono o lo rattristano sino alle lacrime... ieri ho finito di lavorare alle 19:30 e avevo ordinato la consegna della spesa a domicilio dalle 20:00 alle 22:00 quindi non sono potuto passare a trovarlo come faccio tutti i giorni da 4 mesi a questa parte e lui, poveretto, ci è rimasto talmente male che ha pianto... quanto mi dispiace... ci tiene così tanto che vada a trovarlo, gli è rimasto pochissimo tempo da vivere e le cose che può fare sono talmente poche che lui le attende con ansia felice ed entusiasmo. Quando arrivano le quattro del pomeriggio inizia a dire “bè tra poco arriva” - riferendosi a me, tutta la settimana progetta cosa fare al sabato (unico giorno in cui può uscire) e elabora mille idee...

In questi mesi ho provato tanto tanto dispiacere, tanto tanto ho sofferto per la sua malattia, per vederlo non più come prima, per saperlo in partenza imminente ma, purtroppo, i dolori più grandi devono ancora venire... il degenerare della malattia... la paralisi... l'intorpidimento mentale... la morte... speriamo che il Signore ci conceda di trascorrere ancora un Natale insieme... se dovessimo arrivarci sarà dura trattenere le lacrime, trattenere la commozione ma sarebbe un Natale molto molto speciale... probabilmente l'ultimo...

Ogni giorno vivo con la sensazione che sia l'ultimo giorno e questo mi ha un po' salvato dalla disperazione, mi ha impedito di guardare oltre il prossimo minuti, la prossima ora per la maggior parte del tempo ma, quando il pensiero della sua morte si affaccia una profonda tristezza mi riempie il cuore, gli occhi si riempiono di lacrime e il senso dell'enorme vuoto che ci sarà poi mi fa sentire la futuro così tanto triste... non sono il primo e, ahi noi, non sarò l'ultimo però quando capita a te sembra sempre che sia più doloroso....

 
 
 

Autogrill

Post n°124 pubblicato il 03 Luglio 2007 da NewDealNow


La ragazza dietro al banco mescolava birra chiara e Seven-up,
e il sorriso da fossette e denti era da pubblicità,


come i visi alle pareti di quel piccolo autogrill,
mentre i sogni miei segreti li rombavano via i TIR...


Bella, d' una sua bellezza acerba, bionda senza averne l' aria,
quasi triste, come i fiori e l' erba di scarpata ferroviaria,


il silenzio era scalfito solo dalle mie chimere
che tracciavo con un dito dentro ai cerchi del bicchiere...


Basso il sole all' orizzonte colorava la vetrina
e stampava lampi e impronte sulla pompa da benzina,


lei specchiò alla soda-fountain quel suo viso da bambina
ed io.... sentivo un' infelicità vicina...


Vergognandomi, ma solo un poco appena, misi un disco nel juke-box
per sentirmi quasi in una scena di un film vecchio della Fox,


ma per non gettarle in faccia qualche inutile cliché
picchiettavo un indù in latta di una scatola di té...

Ma nel gioco avrei dovuto dirle: "Senti, senti io ti vorrei parlare...",
poi prendendo la sua mano sopra al banco: "Non so come cominciare:
non la vedi, non la tocchi oggi la malinconia?
Non lasciamo che trabocchi: vieni, andiamo, andiamo via."

Terminò in un cigolio il mio disco d' atmosfera,
si sentì uno sgocciolio in quell' aria al neon e pesa,
sovrastò l' acciottolio quella mia frase sospesa,
"ed io... ", ma poi arrivò una coppia di sorpresa...

E in un attimo, ma come accade spesso, cambiò il volto d' ogni cosa,
cancellarono di colpo ogni riflesso le tendine in nylon rosa,
mi chiamò la strada bianca, "Quant'è?" chiesi, e la pagai,
le lasciai un nickel di mancia, presi il resto e me ne andai...

 
 
 

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