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Post n°64 pubblicato il 30 Luglio 2014 da rebeldia.rossa
Lo sapevate che… di Sara Chiarello
(da Il Nuovo Municipio n°3 anno 2006)
Beata ignoranza o conoscenza sale della vita? Non voglio dare qui nessuna formula assoluta, ma so che, per quanto mi riguarda, mi sento sicura nel sapere con chiarezza ciò che mi sta intorno. Ma questo implica il non accontentarsi di quel poco che ci viene propinato dai media, implica lo sforzo di ricercare, informarsi, mettere in discussione, ascoltare più fonti e... ragionare. Non apro qui il discorso che tenere il popolo nell’ignoranza fa sicuramente parte di un disegno ben preciso. A sostegno della tesi che, nonostante tv e giornali ci bombardino di notizie, ciò di cui veniamo portati a conoscenza non è che una minima parte dello scibile, vi parlerò di una situazione che conosco e che mi sta particolarmente a cuore. Si è fatto un gran parlare di Palestina, di Hamas, di elezioni, del ricovero di Sharon, ma sapevate forse che in questi giorni a Nablus è in corso un’operazione militare dell’ I.O.F (Israeli Occupation Forces)? Dal 17 febbraio a Nablus, in modo particolare nel campo profughi di Balata, ma anche a Tulkarem sono tornate in azione le squadre speciali israeliane.
Il 20 febbraio nel capo profughi di Balata e nella città vecchia di Nablus, ci sono state forti esplosioni; buldozer, tanks e una ventina di jeep hanno devastato le abitazioni, fatto rastrellamenti casa per casa, demolito. Sono state uccise quattro persone e trenta ferite.
Il 21 febbraio i soldati israeliani hanno allargato l’operazione alla città vecchia di Nablus, a Balata sono state occupate venti case e la scuola femminile, dove hanno distrutto l’aula computer e dipinto immagini offensive. Altre venticinque persone sono state ferite ed altri morti si sono aggiunti alla lista. Il U.P.M.R.C (Medical Relief) ha rilasciato un comunicato sottolineando che l’operazione dell’I.O.F è ancora in corso. Il 23 febbraio l’esercito israeliano ha sparato anche sulle squadre di primo soccorso e sui giornalisti. Sono stati feriti gravemente tre volontari del Medical Relief, tra cui anche il mio amico Jerir. Sono stati feriti anche due internazionali, un americano e un tedesco. Il Medical Relief ricorda come questi atti, gli attacchi ai mezzi di pronto soccorso e al loro personale, gli attacchi alla stampa, violino la quarta convenzione di Ginevra. So di essere emotivamente coinvolta, in generale per la situazione palestinese e in particolare quando degli amici con i quali ho condiviso momenti felici e tragici vengono feriti o uccisi, ma dal punto di vista dell’informazione e divulgazione di ciò che realmente accade c’è ancora molta strada da fare.
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Post n°63 pubblicato il 28 Luglio 2014 da rebeldia.rossa
La serata in memoria di Sara Chiarello, organizzata grazie al prezioso aiuto dell'Associazione Liberamente e realizzata ieri sera all'interno della festa Rockerellando, è andata più che bene! Grazie a tutti quelli che hanno contribuito alla buona riuscita di questo piccolo evento che comunque è stato molto prezioso! A seguire il link con il video, per gli amici che avrebbero desiderato essere lì ma che per motivi vari non c'erano. Scusate se la qualità dell'audio non è un granchè, purtroppo non abbiamo grandi mezzi, spero comunque che riuscirete a sentire tutto. Prima vedrete Cristina Milani leggere un articolo che Sara aveva scritto dopo il suo ritorno dalla Palestina, nel 2006 e poi sarà Alfredo Barcella, dell'Associazione Italia Palestina di Brescia, a prendere la parola, raccontando della situazione in Medio Oriente e delle continuie vessazioni subite dal popolo palestinese nel corso degli anni, fino ad oggi. Per quanto sia possibile dalla limitazione dei nostri mezzi... buona visione!
https://www.youtube.com/watch?v=TmmEf2nJvi8&feature=youtu.be
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Post n°62 pubblicato il 28 Luglio 2014 da rebeldia.rossa
Come nel post "Sara e la Palestina", ripropongo un altro articolo che la nostra Sara scrisse sul periodico "Il Nuovo Municipio". Era il numero uno, l'anno il 2005, e con questo pezzo lei ci introduceva verso un mondo di cui avevamo sentito brevemente parlare solo dai media, verso una guerra che non capivamo, cominciata ancor prima che la maggior parte di noi nascesse. Ascoltavamo mentre ce lo leggeva e non sapevamo che dietro quelle parole c'era un mondo intero fatto di persone che da noi non erano tanto più diverse, che amavano, sopravvivevano sotto le bombe da sempre e talvolta, purtroppo, morivano. Persone che a dispetto di quanto accadeva nella loro terra, la Palestina, resistevano ad un sistema che non desiderava altro che vederli andare via. Con le sue parole Sara ci ha insegnato tanto ed è bello pensare che un pezzetto di lei viva ogni volta che qualcuno rilegge i suoi scritti.
Carlotta
ISRAELE – PALESTINA
Di Sara Chiarello (da Il Nuovo Municipio n°1, anno 2005)
Notizie, report, riflessioni dai territori occupati (e campi profughi) che non vogliono essere un quadro completo del conflitto medio orientale, ma degli spunti che mettano in luce soprattutto quanto poco i nostri media ci trasmettono e lasciano trasparire di tutto ciò che realmente accade. Perché essere meglio informati, nonostante il conflitto non ci tocchi in prima persona e ciò ci fa sentire autorizzati ad ignorarlo, è già un inizio per permetterci di prendere il distacco dal “pensiero unico” (ci lasciano ancora pensare?).
Contro il muro in Palestina e contro il muro dell’ignoranza…
Le notizie arrivano per la maggior parte dal Coordinamento Cappa (Campagna per la Presenza in Palestina), che raccoglie varie realtà (singoli, associazioni, gruppi) da tutta Italia, tutte già operanti ed attive nei territori palestinesi. Per esempio ne fanno parte lo SCI (Servizio Civile Internazionale) presenta ad Hebron, Operazione Colomba che opera a Ramallah, Assopace (Verona, Napoli, Padova, Roma) che ha un presidio fisso a Nablus, le Donne in Nero (delle quali Luisa Morgantini è una delle presenze veramente attive in molti luoghi), Pax Christi, Salama Ragazzi dell’Ulivo che ha un progetto a Gaza, Project Hope, Berretti Bianchi, Agisci, etc.
Dalla Striscia di Gaza:
Cari tutti,
la giornata trascorsa è stata una di quelle nelle quali ti senti trascinato e non riesci a capire quanto vivi e quanto sei vissuto. Ieri notte il concerto dei rumori della guerra non ci ha fatto addormentare sereni, sapevamo che qualche cosa stava succedendo. In questi momenti è la radio che prende il controllo, ti senti stringere la gola, senti il rumore della guerra e tu non puoi fare niente, solo ascoltare, ascoltare il moto pesante dei cingolati e il rumore degli elicotteri. Qualche sparo. Prima di addormentarmi, all’una e trenta di notte, annoto queste parole sul mio squadernino “Notte, un lampo in lontananza, non è un temporale”. Un rombo in cielo, non è un temporale. Rumori sinistri in questa notte che era sembrata tranquilla. Sono gli elicotteri da combattimento Apache in cielo e i Tank a terra. Magari domani mattina ci saranno lanci d’agenzia che daranno i numeri, tot morti, tot feriti, tot case distrutte. Numeri, numeri del cazzo, magari qualcuno in Italia preferirà la hit del momento alla voce del giornale radio che elenca i numeri. Ma queste normalità di numeri e rumori molesti è agghiacciante e non ci dovrebbe essere acconsentito nemmeno a noi, nei nostri comodi letti europei e nord americani, di dormire questa notte. Cristo!
Questi non sono numeri, sono persone, storie, sono cose vere e tangibili. Mentre noi siamo testimoni di questi rumori dal nostro balcone nella casa di Qararah (Palestina), nella strada sfrecciano i taxi che portano i lavoratori verso il confine di Erez. Lavoratori spinti dalla fame a lavorare per uno stato che questa notte tiene svegli i loro figli con suoni di una battaglia che per la sua macabra ripetitività sembra quasi normale qui nella Striscia di Gaza. Questa mattina ci siamo immersi nel vortice di rabbia che è scaturito da questa azione militare. Abbiamo sentito le urla della folla che portava le vittime dell’attacco fino alla moschea. C’erano spari e bandiere. Più tardi siamo andati a visitare i luoghi della mattanza. Un uomo anziano ci racconta come hanno ucciso sua nipote di 50 anni, madre di un’attivista, che si è vista piombare i soldati in casa, ai quali terrorizzata ha sbarrato la porta. La risposta dei militi è stata una raffica che l’ha buttata a terra sanguinante. I soldati hanno ammanettato gli uomini,. Le donne sono state rinchiuse in una stanza. La donna sanguinante è stata lasciata priva di aiuto. La zona è stata invasa dai soldati e dai mezzi corazzati israeliani, nessuna ambulanza ha potuto accedervi fino alle tre e mezza. Per la donna è stato troppo tardi. In un altro posto, sempre nel cuore della notte , delle persone osservano gli elicotteri dal terrazzo di casa e come risposta si vedono arrivare un razzo addosso. Ci sono tre feriti di cui uno grave. Le scale della casa sono tutte intrise di sangue, ed è un’immagine di quelle che ti rimangono stampate dentro, anche i volti delle persone ti si appiccicano al cuore, qualcuno ha ancora gli indumenti sporchi di sangue e gli occhi sono umidi di lacrime.. Poco prima delle quattro, i soldati hanno ripiegato e la gente è scesa in strada probabilmente mossa da un misto di rabbia e curiosità. Molta gente si raduna all’angolo di una strada, ma un razzo assassino colpisce il gruppo. La strage è inevitabile: nove morti, alcuni sono giovani fra i 15 e i 16 anni. I feriti sono circa una settantina. Di questa carneficina troviamo traccia nei continui passaggi di ambulanze che corrono verso Gaza, nei cortei funebri, io ne conto almeno sette. La rabbia si respira nell’aria, la battaglia continua fino alle nove di mattina, come due ciliegine sulla torta pare ci sia un lancio di granata verso un insediamento ad opera di Hamas e dei colpi che colpiscono l’ospedale Nasser di Khan Younis, risultato: un morto e otto feriti. La tv palestinese per tutta la mattina ha trasmesso immagini dell’ospedale invaso sai feriti, sangue, sangue vero, l’ospedale della tv palestinese non è quello E.R. Medici in prima linea. Poi ci sonno inni patriottici e una specie di telepredicatore che consola una donna che chiama la tv piangendo e urlando, fino a sera siamo presi in questo turbine di notizia e del numero di vittime che sale. E’ ormai notte, tutto tace, speriamo sia questa una notte tranquilla. ( Operazione Colomba 09/10/05)
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Post n°60 pubblicato il 23 Luglio 2014 da rebeldia.rossa
Domenica 27 luglio, presso il Pattinodromo di Toscolano Maderno, in occasione della ventesima edizione di Rockerellando, a cura dell'associazione culturale "Liberamente", si terrà una cena dedicata alla memoria di Sara Chiarello. Inizierà alle 19.00 e prima di metterci tutti a tavola avremo il piacere di fare due chiacchiere con Alfredo Barcella, uno dei responsabili dell'associazione Italia-Palestina di Brescia, che ci racconterà un pò della situazione in Medio Oriente e di come tutto ha avuto inizio. La cena a seguire avrà un costo di 12,00 euro a persona, di cui 5,00 verranno devoluti ad Emergency di Gino Strada. Se siete interessati a partecipare sarete i benvenuti ma dovrete farcelo sapere entro la sera di giovedì 24 luglio al numero 389 9773779. Sara sarebbe stata felice di parlare pubblicamente di Palestina, una terra mai in pace, che amava fortemente, e per la quale non si spendevano mai abbastanza parole. Sono sicura che ovunque lei sia in questo momento, ne è contenta. |
Post n°59 pubblicato il 23 Luglio 2014 da rebeldia.rossa
Ripropongo su queste pagine un articolo che la nostra amica e compagna Sara scrisse nel 2006, dopo essere tornata da uno dei suoi viaggi in Palestina. Sara adesso non c'è più, se l'è portata via il cancro nel 2012, aveva solo 35 anni. Su questo blog e su quello dedicato al circolo di Rifondazione Comunista che c'era prima nella nostra zona, si firmava Playslow. Di lei ci restano tanti bellissimi ricordi, alcune immagini e le parole forti dei suoi articoli, che colpivano al cuore senza curarsi di infiocchettare il pacchetto. Anche allora la situazione palestinese era disperata, proprio come oggi e lei l'aveva vissuta in prima persona. Gli israeliani bombardavano le città uccidendo i civili senza bisogno di giustificazioni - situazione che dovrebbe farci riflettere, specialmente ora che si cerca di far passare quelli di Hamas come pericolosi terroristi islamici alla stregua di Bin Laden. Se avrete la pazienza di leggere questo articolo fino in fondo sono certa che ne verrete toccati, esattamente com'è successo a noi nel 2006 ed esattamente come succede ora, nel riguardarlo. Ecco Sara, ecco le sue parole, preziose come non mai, proprio come se non fosse passato nemmeno un giorno.
Diario di un viaggio di Sara Chiarello (pubblicato sul periodico "Il Nuovo Municipio n°3, anno 2006)
Sto tentando in tutti i modi di spiegare alle persone che incontro che non c’è solo giusto o sbagliato, c’è anche chi sta nel mezzo. Resto a bocca aperta quando trovo la completa indifferenza, o la condanna in toto del popolo israeliano e palestinese. Non capisco come possa non nascere spontaneamente un sentimento di comunione, di solidarietà, un qualche legame con chi è del tutto simile a noi. Non capisco come si possa vivere così isolati e non sentirsi parte di qualcosa di più grande, del mondo, degli uomini, della natura (senza arrivare allo spirituale, o al religioso, che per la verità sono temi che mi toccano ben poco). Possiamo non sentirci parte dell’umanità e poi creare le reti telematiche nell’etere, ma per unire chi e che cosa poi, se la maggior parte delle persone vuol essere un’unità a sé stante? Cerco allo stesso modo di spiegare a chi mi dice che la guerra è ingiusta e sbagliano tutti, che c’è anche chi la guerra non la vuole e chi la guerra non la fa! Lo Stato è una cosa ed i civili un’altra. Ci sono persone normali che chiedono solo una vita normale: lavoro, casa, studio, la possibilità di costruirsi un futuro, cibo, divertimento. E’ come se all’epoca di Tangentopoli gli stranieri avessero detto che siamo tutti ladri in Italia. Vi sembra forse che io abbia la villa a Arcore? Mi è venuto spontaneo, quando a Nablus siamo entrati in una casa occupata dai soldati, prendere quella ragazza per mano e non lasciarla finché non è uscita con me. I soldati avevano riunito tutti gli abitanti della palazzina in una stanza al piano terra, una ventina di persone ed occupato il palazzo. Uno dei soldati, il capitano era molto arrogante, urlava in continuazione e la ragazza era visibilmente terrorizzata. Avrà avuto 17/18 anni, diceva di essere incinta e che doveva raggiungere suo marito, perché quella non era la sua casa. Dopo lunghe trattative tra i soldati, medici del Medica Relief e volontari, ci hanno lasciato portar fuori la ragazza (forse ha influito la presenza di un osservatore ONU). Mi è venuto spontaneo immedesimarmi in lei, quel che mi domando è chi al mio posto non l’avrebbe fatto? E chi l’avrebbe lasciata lì, magari con la motivazione che “hanno torto tutti”? Quando siamo tornati nella stessa casa io ed un altro volontario palestinese, a portare cibo e medicine ed il capitano ha preso il volontario per il collo e lo strattonava, mi è venuto altrettanto spontaneo urlargli di smetterla immediatamente e di lasciarlo (forse sbagliando, perché ho messo a repentaglio la sua di vita e la mia). Non riuscivo nemmeno a staccare gli occhi dal bulldozer, che vedevo dal tetto di fronte, insieme alla proprietaria di quella che era la sua casa un tempo ed ora un mucchio di macerie. Guardavo lei, le macerie, questo bulldozer alto come un palazzo di 6 piani e cercavo di sorriderle ogni tanto. Altrettanto naturale mi è venuto il tentativo di giocare e dialogare (in un linguaggio tutto particolare, data la mia scarsa conoscenza dell’arabo) con i bambini che su quello stesso tetto mi hanno avvicinata. Mi facevano vedere le figurine dell’Intifada, ma sono soltanto bambini, cos’hanno di diverso dai nostri che si scambiano le figurine dei calciatori? Sono forse “sbagliati” anche loro? Ho sentito di lavorare insieme per un progetto comune, facendo forza d’interposizione con un gruppo di israeliani straordinari che si alzano alle 4 di mattina, aiutano i palestinesi ad entrare nei loro campi , li aiutano a raccogliere le loro olive (trattando con i soldati per il lasciapassare) e poi vanno ai loro posti abituali di lavoro come ricercatori, scienziati, professori ecc. ecc. Sono persone incredibili, che sono talmente attive ed energiche da non dormire la notte. Ho provato la stessa ansia di tutti gli israeliani che erano con me a manifestare fuori dal tribunale di Jaffa per aspettare la sentenza del quinto processo ad un gruppo di refusnik (chi si rifiuta di fare la leva militare obbligatoria, che in Israele è per uomini e donne e dura 3 anni) e la stessa loro delusione quando purtroppo sono stati condannati. Queste sono situazioni che ho vissuto in prima persona e che mi hanno forse particolarmente toccata, ma penso la mia sensibilità non sia diversa quando si parla di molte altre situazioni, dei chapanechi, degli africani, dei profughi che sbarcano in Italia… Lo stessa indignazione e frustrazione mi colpisce nel sapere come stiamo trattando il nostro pianeta, partendo dall’inquinamento e arrivando alle leggi del mercato. Sono fermamente convinta che ognuno personalmente debba fare qualcosa, anche poco, nell’ambito delle proprie possibilità. Penso sia questa indifferenza una delle cause di tutte le guerre: se tutti dicessimo “No tu quella persona non la tocchi, perché se oggi spari a lui, domani spari a me”… Ma è più facile pensare che tanto quella guerra è in un posto sperduto e chi li conosce, che tanto non ci possiamo fare niente, che se l’Italia va male è colpa del governo… E noi cosa abbiamo fatto oggi per vivere meglio?
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Post n°58 pubblicato il 27 Maggio 2014 da rebeldia.rossa
Ringraziamo chi domenica ha deciso di votarci, ed auguriamo buon lavoro al nuovo sindaco ed alle nuove opposizioni. Fabrizio Silvestri |
Post n°57 pubblicato il 27 Maggio 2014 da rebeldia.rossa
Amici miei, oggi la lista Il Nuovo Municipio Sinistra Gargnanese è stata sconfitta alle urne e mi dispiace davvero molto (eh, non sarei sincera se affermassi il contrario!). Certo, non ci aspettavamo di vincere e nemmeno di essere la seconda lista, forse manco la terza, ma di certo non pensavamo di arrivare ultimi. Tuttavia, adesso che sono passate diverse ore dal verdetto e ho iniziato a somatizzare la cosa, posso dire di ritenermi soddisfatta di alcuni risultati dopo tutto inaspettati. Intanto sono molto felice di aver contribuito alla creazione di questa lista, davvero non me ne pento affatto perché so che le nostre motivazioni erano ottime ed erano mosse da un profondo affetto. Questa esperienza (improvvisata anche per noi) ha contribuito ad unirci ancora di più e a sentirci di nuovo un gruppo entusiasta ed operoso, pieno di fantasia ed ironia, con ancora svariati litri di benzina nel serbatoio!
Carlotta Bazoli |
Post n°56 pubblicato il 22 Maggio 2014 da rebeldia.rossa
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Post n°55 pubblicato il 21 Maggio 2014 da rebeldia.rossa
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Post n°54 pubblicato il 16 Maggio 2014 da rebeldia.rossa
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Post n°53 pubblicato il 14 Maggio 2014 da rebeldia.rossa
A chi ci accusa di essere un gruppo politico formatosi solo per queste elezioni, a chi ci accusa di essere raffazzonati, incompetenti e ridicoli, con elementi che si avvicinano alla politica dopo anni di silenzio, quanto si sbaglia! Siamo forse il gruppo più longevo che c'è a Gargnano, prima identificato con quel che fu il grande partito della Rifondazione Comunista - il nostro blog è qui a provarlo, guardate le data di creazione, 26 maggio 2006 l'anno in cui i blog ebbero il boom del grande successo mediatico:http://blog.libero.it/prc/view.php?ssonc=2046135778 - e poi passati, attraverso un percorso politico ben preciso, al partito di Sinistra Ecologia e Libertà (e qui nacque il nostro secondo blog, quello chiamato "Il Nuovo Municipio Sinistra Gargnanese: http://blog.libero.it/NuovoMunicipio/ , data di creazione 16 aprile 2009). |
Post n°52 pubblicato il 14 Maggio 2014 da rebeldia.rossa
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Post n°51 pubblicato il 14 Maggio 2014 da rebeldia.rossa
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Post n°50 pubblicato il 08 Maggio 2014 da rebeldia.rossa
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Post n°49 pubblicato il 08 Maggio 2014 da rebeldia.rossa
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Post n°48 pubblicato il 08 Maggio 2014 da rebeldia.rossa
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Post n°47 pubblicato il 01 Maggio 2014 da rebeldia.rossa
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Post n°46 pubblicato il 01 Maggio 2014 da rebeldia.rossa
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Post n°45 pubblicato il 01 Maggio 2014 da rebeldia.rossa
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Post n°44 pubblicato il 01 Maggio 2014 da rebeldia.rossa
Ci fate schifo, siete una vergogna per chiunque indossi un'uniforme e creda ciecamente nella giustizia del proprio mestiere! |
Inviato da: Rebeldia
il 14/05/2014 alle 19:34
Inviato da: giampi1966
il 14/05/2014 alle 13:16
Inviato da: Barilla Relazioni Es
il 28/02/2011 alle 12:40
Inviato da: tito
il 25/06/2010 alle 15:58
Inviato da: Alexandriax
il 30/03/2010 alle 12:39