In un turno di campionato in cui le prime tre fanno bottino pieno, continua a fare notizia la discesa negli inferi dei record negativi della Newventus. A Udine la squadra dalla maglia color domopack incassa la dodicesima sconfitta stagionale in campionato. Con 47 gol subiti quella newventina è una delle peggiori difese del campionato, perché peggio di così hanno fatto solo cinque squadre. Subisce gol ad ogni partita ormai da 19 incontri e questa volta non si può nemmeno accampare la scusa della stanchezza per il turno infrasettimanale di Europa League. Non c’è niente da salvare e questa volta la chiamata è forte anche per Zaccheroni. Incomprensibile la formazione iniziale con tre mediani e Del Piero spesso decentrato all’ala, troppo lontano da Amauri, su cui la difesa friulana ha avuto gioco facile. L’ingresso di Giovinco ha portato un po’ di vivacità, ma a quel punto la squadra era già sotto di due gol. In campionato ormai Zaccheroni ha messo insieme 11 partite conquistando 15 punti, mentre Ferrara di partite ne aveva fatte 21 conquistando 33 punti. Per Zaccheroni una media di 1,36 punti, per Ferrara di 1,57 punti. Nell’arco di un campionato quella di Ferrara sarebbe una media da metà classifica, ma quella di Zaccheroni sarebbe invece una media da salvezza poco più che stitica. Incomprensibile poi la scelta del silenzio stampa della società, a meno che non porti a decisioni clamorose, anticipando il repulisti che per forza dovrà esserci a fine campionato. Ci vuole un elettroshock che porti nell’ambiente quell’energia positiva con cui poter salvare il salvabile. Il quarto posto è ancora lì a tre punti, ma prendiamo atto che quella di Zaccheroni è stata l’ennesima scelta sbagliata di una gestione fallimentare, della quale non c’è stata ancora una seria assunzione di responsabilità da parte di chi adesso si nasconde pure allo stadio. Come non pensare in questi giorni che la Juventus, quella vera, stia giocando la sua partita più importante nelle aule del tribunale di Napoli? E’ quella la Juventus che sta lottando per riottenere quegli scudetti che la sentenza di Farsopoli le ha portato via. Questa è una ferita che non si rimarginerà mai per chi ama la Juventus ed è questa la distanza abissale che ci divide da gente che ha tirato una riga dopo Calciopoli, lasciando infangare la storia del club con l'accettazione delle allucinanti decisioni della giustizia sportiva. Da quel peccato originale, macchia indelebile di cui si è macchiata una proprietà che ha ribaltato gli accordi presi da Gianni e Umberto Agnelli, il calcio italiano ha abortito tre scudetti nerazzurri più quello di cartone di cui ancora Moratti si vanta. Se già fosse emersa nell’estate 2006 la grande familiarità fra i dirigenti interisti e i designatori, chissà se quello scudetto sarebbe stato assegnato. Forse sarebbe bastato così poco a cambiare radicalmente la situazione attuale. Quella di oggi vede tre squadre in lotta per il vertice. Insieme agli Onesti per definizione, che sbrigano con una tripletta la pratica Bologna, tiene il passo una Roma più in palla che mai, mentre il Milan è sì vincente, ma con tanti, troppi affanni che non lasciano presagire un salto in avanti. Dietro arranca il Palermo, sconfitto nel derby siciliano dal Catania, che viene raggiunto dalla Sampdoria che porta a casa la posta piena dalla trasferta del Bentegodi contro il Chievo. Il Napoli sopravanza di un punto la Juventus grazie al pareggio rimediato all’Olimpico contro la Lazio. La Newventus è, nonostante tutto, ancora lì, a tre punti. In coda, la vittoria dell’Atalanta nello scontro diretto contro il Siena alza l’asticella della quota salvezza. I bergamaschi hanno la Lazio nel mirino, staccata di tre lunghezze, mentre un punto più su ci sono l'Udinese e il Bologna, che con quella di Milano è alla quarta sconfitta consecutiva. Si fa dura per il Siena e il Livorno, pure capace di strappare un buon pareggio a Marassi contro il Genoa, ma recuperare 8 punti in 6 partite sarà un’impresa veramente difficile.
TOP DI GIORNATAMaurizio Mosca. Ci ha lasciato alla vigilia di una giornata di campionato. La malattia lo aveva fiaccato visibilmente, ma fino all’ultimo ha continuato con passione a seguire il più grande amore della sua vita: il calcio. Da giornalista a uomo spettacolo il passo è stato breve, nell’era dei processi al campionato e dei pendolini per pronosticare le partite di cartello. Certe “bombe” di calciomercato, anche se spesso fantasiose, hanno sempre avuto un riferimento per antonomasia: il suo. Lascia un grande vuoto di simpatia.
Il Catania. Sotto la gestione di Mihajlovic sarebbe un Catania da Champions League. Meglio degli etnei, nelle ultime 17 partite, hanno fatto solo Roma, Milan e Inter.
Moratti. La prende male, il padrone degli Onesti per definizione, la pubblicazione delle intercettazioni che lo riguardano. La confidenza con Bergamo con cui parla amabilmente di designazioni arbitrali merita il top, così come l’occhiolino che gli strizza il guardalinee di un'Inter-Sampdoria, ma senza dimenticare le visite negli spogliatoi che riempiono gli arbitri di gioia.
FLOP DI GIORNATASky Sport. Quelli del canale 200 sembrano sempre più la bella copia di Inter Channel. La notizia delle intercettazioni di Moratti la chiudono spesso in un panino fra le elucubrazioni di Mourinho e le note dell’agenzia ANSA che, a nome di imprecisati inquirenti, difendono a spada tratta la società nerazzurra che nemmeno è parte in causa al processo. Mah! Lo speaker del notiziario delle 21.30 del venerdì santo commenta con un “giustamente” l’agenzia ANSA in questione, lasciando trasparire il suo pensiero. L’apoteosi si raggiunge con i servizi post partita dedicati, udite udite, a capitan Zanetti che nemmeno ha giocato. Spudorati!
Zaccheroni. Formazione indecifrabile quella schierata ad Udine con un De Ceglie improponibile nella fase difensiva, un Del Piero palesemente fuori ruolo e il ricorso tardivo a Giovinco, che pure poteva tornare utile dall’inizio per trovare lo spazio fra le linee. E’ tempo che anche Zac si assuma le sue responsabilità per scelte discutibili e perdenti.
Il silenzio stampa. Quello di Mourinho è irritante ed è anche una mancanza di rispetto per tutti. Per la Juventus invece il discorso è diverso: è un silenzio evidentemente di disperazione quello imposto dalla società. Ci si domanda se la proprietà, a parte inutili battutine, non possa prendere la situazione in mano facendo sentire il proprio peso. Se c’è una parvenza di attributi bisognerebbe metterla sul tavolo, per non perdere definitivamente anche l’ultimo traguardo, ma anche per dare un segnale ad un popolo mai così disorientato e nauseato per come è stata ridotta questa società.