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« Comune di Luni…avanti tutta…Appello per il Comune di Luni. »

Comune di Luni e “studio di fattibilità”…

Post n°316 pubblicato il 30 Maggio 2013 da ortonovo
 

Il dibattito sulla “fusione” fra i comuni di Castelnuovo Magra e Ortonovo sta animandosi sia fra i cittadini che nel “web”.

Come sempre e come in tutte le occasioni, non si riesce a fare a meno sia della “giusta voglia” di capire di più che della “facile polemica”.

Una delle affermazioni che mi capita di ascoltare con maggiore insistenza :”…ci vuole uno studio di fattibilità”. Come non essere d’accordo, ma non bisogna dimenticare che il  processo di fusione dei Comuni, a differenza della Unione o della Associazione di Comuni, è una scelta politico-culturale prima che tecnico-economica, indubbiamente legata alle condizioni economiche di partenza e di prospettiva ma non determinata. Nel nostro caso, trattandosi di solamente due Comuni che si basano su una  comune identità territoriale, che deriva dall’essere  comuni con grandi affinità nascenti dalle peculiari situazioni culturali e storiche”  e soprattutto dalla loro complementarietà economica e funzionale il processo di “fusione” è senz’altro favorito.

Non meno importante il fatto che entrambi i Comuni si attestano su un ugual numero di abitanti che scongiura di fatto quello che in molti casi le comunità locali potrebbero percepire come  rischio di annessione al comune maggiore e di annullamento della loro identità storica.

Di conseguenza nella nostra situazione più della “fattibilità” sono i risultati attesi dalla fusione  che fanno la differenza e che mi permetto  di semplificare e sicuramente non in maniera esauriente:

·         Mantenimento e miglioramento del livello di servizio ai cittadini, nuovi investimenti e attivazione di nuovi servizi con un utilizzo più efficiente delle risorse disponibili passando attraverso l’ottimizzazione della gestione.

·         Diffusione dei servizi nel territorio, tramite sportelli decentrati dei servizi di prossimità.

·         Superamento delle difficoltà finanziarie, unendo le forze.

·         Maggiore potere di mercato verso i fornitori.

·         Specializzazione e motivazione del personale, mediante la formazione e l’offerta di opportunità di sviluppo professionale.

·         Gestione centralizzata del back-office e delle funzioni di direzione dei servizi con il mantenimento delle sedi comunali, come punto di riferimento per i cittadini.

·         Possibilità di elaborare strategie di sviluppo del territorio su una scala più ampia, valorizzando le specificità e le complementarietà.

·         Maggior peso politico a livello provinciale e verso gli enti di gestione dei servizi di pubblica utilità.

·         Semplificazione del quadro istituzionale.

·         Diminuzione dei “costi della politica“.

·         Costruzione di una nuova classe politica locale, con una nuova idea dell’amministrazione e una visione dello sviluppo del territorio che sappia andare oltre i confini e gli steccati.

 Ritengo quindi che oltre le necessarie valutazioni tecnico-economiche la “fusione” sia il frutto di una scelta politica degli amministratori locali, che devono credere fermamente nel progetto e  assumersene la responsabilità di fronte ai cittadini, il cui consenso è indispensabile per realizzare la “fusione” e ai quali devono saper comunicare più le convenienze e le opportunità e ad essi devono renderne conto. Le eventuali differenze iniziali dovranno essere oggetto di uniformazione verso l’alto, anche in virtù dei contributi che il nuovo comune potrà ottenere e delle economie che saprà realizzare.

Senza dimenticare che il passaggio politico cruciale della “fusione” è il referendum popolare, che ancorché a carattere consultivo, vista la posta in gioco e la sua obbligatorietà, è innegabile che abbia un forte peso politico nel processo decisionale.

Quindi, credo, che la proposta di fusione sarà valutata dai cittadini per i vantaggi concreti che porterà in termini di servizi e per la possibilità di essere ascoltati e ricevere risposte dagli amministratori che hanno eletto. I cittadini devono percepire chiaramente i vantaggi della “fusione” più e oltre i tecnicismi e per  questo sarà necessario assicurare rappresentanza politica alle comunità di origine e forme di decentramento dei servizi ai cittadini, con una giusta ripartizione dei rappresentanti fra le comunità originarie e l’istituzione di municipi negli ex-comuni, con l’elezione di organi consultivi e forme di partecipazione dei cittadini alle scelte fondamentali del Comune.

Ai cittadini interessano i risultati, non come ci si organizza per raggiungerli. 

Il nome e i simboli del nuovo comune devono rispecchiare l’identità dell’area quindi…Comune di Luni…avanti tutta…

 
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