Creato da AIUTACI.AD.AIUTARLI il 05/04/2006
Gli animali non possono parlare, ma come possiamo io e te non parlare per loro e astenerci dal rappresentarli? Ascoltiamo, noi tutti, il loro silenzioso pianto di agonia e aiutiamo quel pianto a essere ascoltato nel mondo. *Rukmini Devi Arundale*
 

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Grazie alla collaborazione  di Cani&Ga. 

 

L'URLO DEGLI ANIMALI AL CIELO

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Quando

la carne

urla!!!

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Scariche elettriche,

testicoli strappati

e tosature chimiche,

prima di finire sui

banconi dei negozi.

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Ci sarebbero meno bambini martiri

se ci fossero meno animali torturati,

meno vagoni piombati che trasportano

alla morte le vittime di qualsiasi dittatura,

se non avessimo fatto l'abitudine ai furgoni

dove gli animali agonizzano senza

 cibo e senz'acqua diretti al macello.


immagineMarguerite Yourcenar immagine

 

No al latte

Non molti lo sanno ma anche le mucche e i vitellini sono uccisi nel processo di produzione del latte. Le mucche vivrebbero venti anni, ma negli allevamenti sono macellate quando la loro produzione di latte diminuisce, in genere dopo cinque-sei anni. I vitellini, strappati alla madre subito dopo la nascita, sono destinati al mattatoio a pochi mesi di vita (carne di vitella) o fatti ingrassare per essere macellati dopo due anni (carne di manzo). Le mucche sono inseminate artificialmente: se non mettessero al mondo i vitelli destinati al macello non produrrebbero latte. Inoltre sono geneticamente selezionate per aumentare la loro produttività, anche se questo induce negli animali tare genetiche che causano loro grandi sofferenze. I vitellini sono isolati in box, legati a catena, sottoposti a una dieta carente di ferro che li rende deboli e anemici: così viene prodotta la carne bianca tanto apprezzata dai consumatori. Ecco perché i vegan rifiutano latte e derivati. Non importa se il formaggio contenga o meno caglio animale (ottenuto dallo stomaco degli animali macellati): i latticini, anche se biologici, derivano comunque da un ciclo produttivo che prevede la sofferenza e la morte degli animali.

Tratto da www.saicosamangi.info

 

No alle uova

Ogni anno miliardi di pulcini e polli muoiono sgozzati e tritati vivi  

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Tacchino che lotta per vivere immagine

 

Ti prego non uccedermi!

Una scelta etica, per il rispeto della natura e di tutti gli esseri viventi.

 

GLI ORRORI DELLA PESCA

«I pesci, che poche ore prima nuotavano nell’acqua, giacevano sul fondo della barca con gli occhi vitrei, la bocca ferita e le squame ricoperte di sangue. I pescatori, ricchi che pescavano per sport, pesavano i pesci e si vantavano delle loro prede. Ogni volta che Hermann assisteva alla macellazione di animali o alla pesca, compiva sempre la stessa riflessione: nel loro comportamento verso queste creature, tutti gli uomini erano nazisti.»

 

LA TERRA DIVORATA

Impatto ambientale dell'industria zootecnica

Tutti devono sapere la verità

 

C'era una volta un angelo

Ho amore e pietà,per questi miei fratelli,quando vanno a dissetarsi,sostano senza bere x illudersi di placare l’arsura del male, che corrode le loro viscere,poi si adagiano e si lasciano morire.Guardateli negli occhi,non abbandonateli,quello sguardo vi accompagnerà per tutta la vita!

 

A-MORE BESTIALE

Documentario inchiesta sulla liberazione animale - Amore bestiale immagine

Molto bello e commovente!

Tutti gli animalisti dovrebbero essere come quei bravissimi attivisti! immagine

 

 

L'orrore della vivisezione

Il vivisettore, o è un tarato psichico, un debole di mente immagineoppure, se si vuol considerarlo normale, è un autentico criminale. Nel primo caso il suo posto è il manicomio; nel secondo il carcere immagine

Tu scopri in lui gli stessi organi di sentimento che sono in te. Rispondimi, vivisettore, la Natura ha dunque combinato in questo animale tutte le molle del sentimento perché non senta??? immagine

 

Se li conosci li eviti

Tutto ciò accade nei laboratori PROCTER & GAMBLE produttrice delle linee IAMS e EUKANUBA!

Boicottali tutti!!

 

A CHI INDOSSA UNA PELLICCIA, ECCO COSA MERITA...

Questa è la fine che dovrebbero fare tutta la massa di vigliacchi che indossano cadaveri immagine

 

Cominciamo a pensare al freddo inverno.....magari con una pelliccia di volpe potremmo riscaldarci meglio. Prima però diamo un'occhiata a queste foto al video e al sito riportato sotto. Solo dopo potremo davvero decidere se indossare la sua pelliccia oppure no.

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SALVIAMO LE PECORE

Tutta la verità su come vengono trattate le pecore usate per la produzione di lana e come terminano la loro infelice e breve vita.

Ci sono tanti tipi di vestiario che possono sostituire e riscaldare anche più della lana!!Ad esempio il Il pile, caldo e morbido, ha soppiantato la lana nell'abbigliamento sportivo oppure 
il  velluto, microfibre, pile, ciniglia, caldocotone, cotone felpato, acrilico..
per quanto riguarda gli indumenti intimi, ottima alternativa è il cotone invernale, nella cui trama si trovano microscopiche camere d'aria che isolano perfettamente dal freddo, o la spugna di cotone.
Per le imbottiture, lasciamo alle oche le loro piume, possiamo acquistare prodotti fatti con Hollifill.
Oltre ai materiali citati ve ne sono numerosi altri senza crudeltà, vegetali o sintetici, come per es: cotone, lino, viscosa, acrilico, canapa, fustagno, goretex, nylon, poliestere. thinsulate, polarguard, fibrefill, cordura, durabock, pelltech, aitech. Boicottate la lana e tutti gli altri derivati animali.

NO ALLA LANA, NO ALLE PIUME, NO ALLE PELLICCE, NO ALLE PELLI E NO ALLA SETA!

 

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« AIUTA A FERMARE "CRUELTY 101"Messaggio #46 »

Post N° 45

Post n°45 pubblicato il 20 Maggio 2006 da AIUTACI.AD.AIUTARLI
 

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Dopo il grande successo della prima edizione, ecco la nuova "Guida ai prodotti non testati su animali". Nuova, completamente rivista e aggiornata, ricca di informazioni sulle aziende no cruelty e su quelle che, a dispetto della crescente sensibilità del pubblico, continuano a testare i prodotti o le materie prime su animali, una pratica crudele e ormai confutata anche a livello scientifico.
Imparare a riconoscere i prodotti che non sono costati dolore e morte a migliaia di animali è molto importante per poter fare scelte consapevoli. La Guida è uno strumento di consumo critico per incentivare le aziende a proseguire in questa direzione e dare un segnale a chi deve legiferare per metter fine a una pratica che da un lato condanna gli animali ad atroci torture dall¹altro non tutela minimamente gli esseri umani ma solo gli interessi delle multinazionali.
Nel testo, una pratica miniguida da ritagliare e portare con sé, per sapere sempre quali prodotti scegliere.


Leggete attentamente e divulgatelo a chiunque inviando anche il filmato della vivisezione! Non utilizzate prodotti testati su animali!

Video




A colloquio con Antonella De Paola, militante per l'affermazione dei diritti degli animali da anni e collaboratrice dell'Enpa di Savona, che ha pubblicato - per la prima volta in Italia - la "Guida ai prodotti non testati su animali"

6 agosto 2002 - Dietro il detersivo più sbiancante, la cera più lucidante e l'ultima eccezionale crema che rende la pelle più vellutata, scorre un mare di sangue e di indicibili sofferenze del mondo animale legate alla sperimentazione.


La realtà delle grandi multinazionali, americane soprattutto, è un gigantesco inferno per milioni di animali: nei laboratori scientifici ogni anno ne muoiono dai 300 ai 400 milioni di tutti i tipi. Il 70% degli esperimenti riguarda una infinità di prodotti, da quelli cosmetici, agli industriali o bellici: detersivi, colla, forni a microonde, vernici, ombretti e mascara, sigarette, aromi e coloranti artificiali, shampoo, gas di scarico, creme solari, dentifrici, gel per capelli, schiume da barba, e la lista potrebbe continuare a lungo.



I metodi per testare questi prodotti sono tanto feroci quanto fantasiosi e a contribuirvi, nella maggior parte dei casi inconsapevolmente, è la spesa di ogni buon cittadino. Di consumo critico in Italia si è cominciato a parlare da qualche anno, gettando luce sul pesante sfruttamento operato dalle grandi multinazionali sulla manodopera, anche minorile, nei paesi del Terzo Mondo, e in secondo luogo dell'ambiente. Ne ha studiato e parlato per primo il Centro nuovo modello di sviluppo fondato in provincia di Pisa da Francesco Gesualdi, assestando un duro colpo a marchi stranoti con pesanti denunce documentate che hanno sollecitato interventi decisivi. Tuttavia poco o nulla si era ancora detto sullo sfruttamento degli animali nel consumo di massa.
Almeno fino a quando non è stata pubblicata la Guida ai prodotti non testati su animali, la prima in Italia, di Antonella De Paola, militante per l'affermazione dei diritti degli animali da anni e collaboratrice dell'Enpa di Savona.
La guida, delle Edizioni Cosmopolis, è un documento che denuncia a viso aperto le più grandi multinazionali mondiali e le aziende minori affiliate, stilando una lista "nera" e "bianca" dei prodotti da boicottare e da preferire in relazione all'iter di sfruttamento degli animali e, in secondo luogo, dell'ambiente. Un libro certamente scomodo per tutti coloro che temono di veder turbate le tranquille abitudini acquisite, ma che può abbagliare la coscienza a tal punto da cambiare la vita di ognuno, gettando luce su un inferno sommerso.



Antonella, da dove nasce l'idea e la necessità di mettere insieme questa guida?


La molla è scattata leggendo il Manuale del consumo critico edito dal Centro Nuovo modello di sviluppo e incentrato sul maltrattamento di popolazioni povere nel sud del mondo e sullo sfruttamento dell'ambiente. Ho voluto elaborare e approfondire la breve voce dedicata agli animali, lavorando sui cosmetici e sui prodotti per la pulizia della casa. Mi sono spulciata le fonti, ho navigato per settimane su Internet alla ricerca di informazioni sui siti delle singole aziende e sui siti di consumo critico, soprattutto europei. Ho sistematizzato il tutto nella guida. In molti casi ho chiesto dichiarazioni scritte delle aziende sulla loro appartenenza o meno a grandi multinazionali che testano massicciamente sugli animali.



Ci fai un esempio dei tipi di test effettuati per i prodotti di largo consumo...


Per i detersivi, ad esempio, ne esistono diversi: per le allergie cutanee, oculari, per intossicazione interna. Il più famoso test è la cosiddetta "dose letale 50", che consiste nel somministrare le sostanze sotto esame, pompandole nello stomaco degli animali, e il test termina quando il 50'% degli animali è deceduto. Meglio non immaginare cosa ne è dell'altro cinquanta. Per i cosmetici, il test più diffuso è quello effettuato sui conigli per le allergie oculari: i conigli non hanno lacrime, quindi non si corre il rischio che possano espellere la sostanza spalmata su tutto l'interno dell'occhio. Gli viene bloccata la testa dentro una gogna, in modo che non possano grattarsi con le zampe. Quando la cornea è completamente opacizzata, si deduce il grado di irritabilità del prodotto. Poi c'è la vivisezione più spinta, dunque i test chirurgici: difficile entrare nel dettaglio di ciò che accade in campo medico e farmacologico. E difronte ai farmaci, purtroppo, noi cittadini possiamo fare poco. Per legge devono essere testati. L'unica soluzione sarebbe usare farmaci omeopatici, lì dove è possibile.



La non attendibilità della sperimentazione sugli animali è stata ampiamente dimostrata. Perchè allora si continua ad effettuarla? Quali gli interessi?


Sarebbe necessario cambiare le leggi: per farmaci e detersivi, come dicevo, è obbligatorio il test su animali. In parte anche perché non esistono test alternativi. D'altro canto le alternative non vengono messe a punto, perchè nessuno è interessato a farlo. Anzi a volte è più economico utilizzare animali raccattati per strada, che non comprare sofisticati macchinari. Per i cosmetici il meccanismo non cambia.



La tua guida insegna, però, che la presenza dell''etichetta "no cruelty" non garantisce comunque l'eticità del prodotto sul fronte animalista.


Sì, perché la terminologia "prodotto finito non testato" segnala implicitamente, con la parola "finito" che gli ingredienti di cui è composto sono stati invece testati precedentemente. Non si va più sicuri con la dicitura "Prodotto non testato" perché il termine "prodotto" è già sinonimo di insieme di ingredienti. Questo perché non esiste normativa ufficiale a riguardo: chiunque può fregiarsi dell'etichetta "no cruelty", semplicemente perché non testa il prodotto finito. Sul fronte dei cosmetici, andando in erboristeria ha buone chance di riuscire ad acquistare prodotti non testati. Buona norma, inoltre, è quella di evitare nuovi prodotti massicciamente lanciati dalla pubblicità.



Qualche consiglio pratico per salvare gli animali e non impazzire nel fare la spesa...


Avere umiltà e non farsi prendere dal fanatismo, perché è controproducente. Fare un piccolo passo alla volta: cominciare a sostituire un prodotto "incriminato" con uno etico e poi, via via, progressivamente passare ad un altro e poi ad un altro ancora. Pian piano diviene un'abitudine e una grossa soddisfazione. Non bisogna imporsi la perfezione, altrimenti ci si demoralizza e si rischia di mandare alla malora tutto. Un comportamento equilibrato è anche più contagioso verso gli altri, si può trascinare con più facilità qualcun altro al consumo critico.



Per concludere Antonella, ricordiamo perché è importante fare una spesa etica nel quotidiano...


Perchè non sono le multinazionali che devono fare di noi quello che vogliono. Siamo noi ad avere il coltello dalla parte del manico: se non compriamo quello che ci propongono, le multinazionali sono zero. Dobbiamo prendere coscienza che boicottando un determinato prodotto, diamo un piccolo contributo al suo calo delle vendite: nessuna multinazionale, né azienda ha interesse a produrre quello che non gli garantisce multimiliardari. I consumatori hanno un enorme potere e devono e possono usarlo, ogni giorno. Basti pensare a quanti miliardi spendono le multinazionali in pubblicità per farci comprare questo e quello. Siamo noi il vero potere del mercato e possiamo fargli cambiare rotta con le nostre piccole-grandi scelte.


 
 
 
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