Creato da sinaico il 08/05/2008

Rivotorto

fede e vita - natura e grazia

 

Messaggi di Aprile 2023

Tempo

Post n°1287 pubblicato il 15 Aprile 2023 da sinaico

Il tempo esiste come caratteristica dell’universo enon come materia, un po’ come le leggi fondamentali della fisica o come lavelocità della luce.

Entra nei calcoli della scienza ma in certo modo staal di fuori della scienza.

La Meccanica Quantistica dimostra che il caso esiste,ma è insito nell’universo, ed esiste all’interno di un ordine ferreo non dovutoal caso, confermando che non è per caso.

Pare che per la Meccanica Quantistica le potenzialitàe le probabilità siano come costituenti dell’universo, ma sono il tempo e ilcaso a determinare gli “atti”.

L’uomo interagisce con l’universo, ma concretamente ciòavviene solo secondo un ordine scientifico.

La sua libertà, che agisce anche attraverso il caso,non agisce direttamente sulla materia, ma agisce sulla mente e, perciò,conseguentemente agisce attraverso il corpo che è materia (anche sespiritualizzata).

La materia ha un limite, e infatti l’uomo non solo nonpuò crearla, ma non può nemmeno plasmarla a piacimento, ma solo secondo delleleggi inscritte nell’universo. E compatibilmente col caso, secondo le leggidella Meccanica Quantistica.

 
 
 

Caratteristiche umane e grazia divina

Post n°1286 pubblicato il 13 Aprile 2023 da sinaico

Le emozioni e le sensazioni umane, sia a livellofisico che psichico, sono legate ai sensi e in relazione con l’apparato nervosoed il cervello, che nell’uomo, che è costituito di anima e corpo, oltre adessere enormemente più complessi di quelli degli animali, sono spiritualizzati.

Tutto ciò che si può dire di autentico sulle sensazionie sulle emozioni sia a livello fisico che psichico, lo si può anche dire,conferendogli un significato spesso simile ma comunque più profondo, anche alivello spirituale, proprio dell’anima.

E poiché l’anima umana, essendo libera, è dotata divolontà vera, l’amore umano si configura essenzialmente come una sceltavolontaria, che è in relazione con tutto l’uomo in tutta la sua complessità.

La gioia umana, perciò, anche se in relazione con ogniambito umano, non riduce né e un’emozione, né a una sensazione, e potrebbesussistere anche senza di esse. Ma non può sussistere senza la pace.

Tra il piacere fisico e psichico e la gioia spirituale,la pace fa da discrimine: tutto ciò che favorisce la vera pace può essere, acerte condizioni, assunto dall’anima per il proprio bene e tra il piacere(lecito) dei sensi e la gioia vera dell’anima, c’è una differenza di specie,cioè di stato, analogo a quello che c’è tra l’autentica gioia umana e la gioiasoprannaturale. Ma tra di esse non c’è contrapposizione, ma “continuazione”. 

 
 
 

Discernimento e rivelazioni private

Post n°1285 pubblicato il 13 Aprile 2023 da sinaico

Papa Urbano VIII ha detto: “Nei casi che riguardanorivelazioni private, è meglio credere che non credere.

Infatti, se tu credi, ed è vero, sarai felice di averecreduto, poiché la nostra Santa Madre lo ha chiesto.

Se, al contrario, avrai creduto e saràprovato falso, riceverai tutte le grazie come se fosse stato vero, perchéhai creduto essere vero”.

E’ da notare che qui si tratta di quelle rivelazioniprivate che la Chiesa acconsente che possano essere credute, o, quanto meno,che non condanna esplicitamente.

Ma occorre sempre il discernimento, perché il beneviene dalla Verità.

Anche dalla Verità contenuta dalla verità che èoriginata dalla Verità, cioè anche dalla grazia che si manifesta in quelleverità umane che originano, comunque, dalla Verità.

Il discernimento è necessario perché, di per se, làdove c’è più verità, la grazia tende a manifestarsi meglio.

 
 
 

Ama il prossimo tuo come te stesso

Post n°1284 pubblicato il 11 Aprile 2023 da sinaico

Ti vuoi veramente bene? Pensa prima all’anima che al corpo.

Vuoi davvero bene a te stesso? Ama gli altri, anche i tuoi nemici. Prima nell’anima e poi nel corpo.

Pensa agli altri più che a te stesso, a cominciare dal tuo prossimo più prossimo, e allora operi prima di tutto per te stesso, perché operi per gli altri come per te stesso. Tu infatti sei il termine di paragone del tuo amore per gli altri, e l’amore di Dio è il termine di paragone del tuo amore per Dio, da cui deriva necessariamente l’amore verso il prossimo come a te stesso.

Ami i tuoi progetti? Ama quelli degli altri come fossero i tuoi, perché l’essenza dei tuoi progetti deve essere l’amore e se lo realizzi, e più lo realizzi, più si realizzano i tuoi progetti, nell’amore e misticamente.

Ami la tua famiglia? Ama anche quelle degli altri e allora amerai innanzi tutto la tua famiglia.

Dai perciò in necessario innanzi tutto ai tuoi famigliari, senza però dimenticare gli altri, e darai davvero ai tuoi, agli altri e a te stesso.

 
 
 

Carità e ragione

Post n°1283 pubblicato il 10 Aprile 2023 da sinaico

Se in Paradiso si conosce e si ama con uno stesso atto di amore, e la conoscenza avviene per “visione”, cioè viene comunicata come per “impressione”, in questa vita si conosce intellettualmente attraverso il ragionamento logico (che conferma e specifica anche l’intuizione) e si ama attraverso il desiderio assecondato e spinto dalla volontà.

In questa vita la conoscenza e l’amore si manifestano come fenomeni diversi, ma in profonda relazione: si vuole conoscere perché si ama l’oggetto della conoscenza, e si ama ciò che si conosce.

Per questo la ragione, se usata correttamente, è più sicura, mentre il desiderio, che si manifesta nell’amore, è più profondo, e perciò ha più capacità di conoscere la realtà.

 
 
 

L'Assoluto

Post n°1282 pubblicato il 10 Aprile 2023 da sinaico

Solo l’Assoluto non è contingente ma necessario per se stesso, e l’universo, anche se, per ipotesi più assurda che reale, fosse infinito, non è un assoluto.

Perfino il concetto di infinito non è un assoluto, perché non può concepirsi, ma può solo essere concepito, e non può conoscersi, ma può solo essere conosciuto, e chi lo conosce è l’Assoluto e l’Infinito, che lo pensa e lo partecipa.

Il pensiero umano, che evidentemente non è un assoluto perché concepito da un individuo che non origina da se stesso e dalla sua volontà, può trattare il concetto di infinito attraverso le categorie della ragione umana, perciò lo può concepire come un mistero, ma senza conoscerlo del tutto, cioè conoscendolo in modo limitato.

Ma conoscere il concetto di infinito, che è illimitato, al modo di chi non è infinito, e soprattutto conoscere l’Infinito, cioè l’Assoluto, che è infinitamente trascendente, da chi è contingente, sebbene costui abbia ricevuto in dono dall’Assoluto un modo di conoscere che trascende la natura delle creature, non può che realizzarsi attraverso il mistero.

 
 
 

Realtà e verità

Post n°1281 pubblicato il 10 Aprile 2023 da sinaico

 

La realtà “contiene” la fantasia e non è la fantasia a contenere la realtà.

L’assurdo di per se non esiste, ma solo esiste come concetto assurdo, e non come verità, per cui non è contenuto nella verità, che è l’essenza della realtà, ma la realtà, contemplando il concetto che può essere negata sebbene sia evidente, contempla l’assurdo come evidenza dell’impossibilità di contraddire la verità.

Per cui la verità che nega la realtà non può che essere una individualità personale che non è la Verità, ma che deriva dalla Verità: una verità però libera anche di negare la realtà così com’è, e perciò di negarne la verità, ma la negazione non esiste nella realtà se non in chi la nega, cioè solo attraverso un libero rifiuto di essa.

Da qui l’inferno, la realtà vera e reale che contiene l’assurdo che non esiste di per se, ma contiene chi l’assurdo lo ha scelto nonostante l’evidenza della sua non realtà, connaturandolo, se così si può dire, a se stesso.

San Paolo lo chiama il mistero dell’iniquità che, come tutti i misteri, quando è evidente, lo è pur rimanendo mistero.

Del resto, nulla è più evidente alla ragione dei misteri, soprattutto se si rivelano attraverso un atto positivo della Verità e che perciò non possono essere rifiutati dalla ragione che ragiona e non vuole rifiutare di ragionare rifiutando se stessa.

I misteri, infatti, sono come una luce “inaccessibile”: più sono evidenti e si conoscono, più abbagliano.

 

 
 
 

La fede di Abramo

Post n°1280 pubblicato il 08 Aprile 2023 da sinaico

La tribù di Abramo, del 1800 Avanti Cristo, era una tribù quasi “primitiva”, eppure, in mezzo a un mondo pagano, pur esprimendosi in un linguaggio comune agli altri popoli della zona e pur avendo un pensiero molto concreto e poco astratto, riuscì ad avere un concetto di Dio puramente spirituale e trascendente, un concetto di Dio come creatore di tutte le cose dal “nulla” e come il Totalmente altro che, però, si fa vicino e si manifesta come la vita per eccellenza e come amore gratuito.

Questo, anche umanamente, non si può spiegare meglio se non come frutto di un’esperienza.

Gli ebrei più arcaici non credevano nemmeno nella sopravvivenza dopo la morte, se non attraverso un’ombra destinata a rimanere sempre negli “inferi”, cioè nel mondo dei trapassati, che non comporta una vera sopravvivenza cosciente. Eppure credevano in un Dio di amore e trascendente. Un Dio eterno.

A quell’epoca non c’è testimonianza storica di un concetto di Dio così elevato e astratto, anche se ci si poteva arrivare attraverso la ragione (ma il peccato originale e attuale rappresenta un ostacolo alla ragione), né la si avrà in seguito, fino all’affermarsi del Cristianesimo.

I greci dei primi secoli Avanti Cristo avevano concetti molto più profondi degli ebrei della stessa epoca, tranne che su Dio, e ciò che le altre religioni hanno sviluppato su un Dio che si avvicina ad essere il Totalmente altro nella sua trascendenza, lo hanno fatto favorite dagli ebrei prima e dai cristiani poi.

 
 
 

Fuggire il peccato

Post n°1279 pubblicato il 08 Aprile 2023 da sinaico

Il non peccare comporta il fare atti di bene, altrimenti è un peccato di omissione. E comporta la carità, altrimenti è dovuto a sforzi umani che, di per se, non manifestano la grazia.

Atti concreti e atti del cuore non sono la stessa cosa, ma tendono a corrispondere.

L’opposizione a questa tendenza “spontanea”, favorisce la contraddizione e l’alienazione.

Molto schematicamente si potrebbe dire che: 1) si può formalmente non peccare peccando, però, col cuore; 2) Si può formalmente non commettere peccato, ma per paura; 3) si può non peccare per amore.

Nel primo caso avviene come per la fede quando non è seguita dalle opere e dalla grazia, tanto che si può credere anche in peccato mortale.

Nel secondo caso il non peccare, sebbene non corrisponda a un peccato, di per se non comporta la grazia.

Nel terzo caso, tenersi lontano dal peccato è tutt’altro che una forma farisaica ma, al contrario, è la migliore espressione della carità, che si comunica nel mondo evitando anche tanti mali.

Il questo caso il fuggire il male con orrore, se il male è oggettivo e non è una paura o una suggestione, non è una forma di bigottismo o di scrupolosità, ma è un atto di amore verso Dio (e di conseguenza verso i fratelli).

 
 
 

Cuore e ragione

Post n°1278 pubblicato il 05 Aprile 2023 da sinaico

La ragione da sola, senza l’amore, possiede solo la prospettiva terrena, e non trascendente, per cui non capisce i piani divini, come la Croce, che esprimono l’amore, e di conseguenza non arriva al suo fine, che è quello di capire, per come è possibile, anche e soprattutto la realtà trascendente e di contemplare il Mistero.

Perciò la ragione da sola non raggiunge il suo fine, mentre l’amore di Dio, da solo, raggiunge il suo fine, perché è trascendente e perché è la stessa Verità.

L’amore capisce più della sola ragione perché arriva alla sua pienezza, che è anche la pienezza della verità, mentre la ragione, da sola, non arriva alla pienezza della conoscenza, che è l’amore.

L’amore da solo, anche se non capisce, conosce, mentre la ragione da sola conosce solo quello che capisce.

La sola ragione, negando la trascendenza, disumanizza l’uomo, mentre una persona incapace di capire, ma che ama, non è disumanizzata perché vive in profondità, perché la vita non si riduce alla sola biologia o, peggio, a una sola questione meccanicistica, ma possiede un principio spirituale che trascende a materia.

Che Dio è amore lo afferma la ragione che si apre al trascendente, ma è anche ragionevole prendere in considerazione non solo le evidenze della ragione, ma anche quelle dell’esperienza e del cuore, che non contrastano con la ragione.

 
 
 

Unità tra spirito umano e corpo

Post n°1277 pubblicato il 05 Aprile 2023 da sinaico

Lo spirito umano è nel corpo umano e fisicamente non può agire al di fuori di esso, perché non può agire contro la natura del suo corpo. Lo dimostra l’indemoniato liberato da Gesù che agiva con forza sovrumana spezzando le catene a causa del demonio che era in lui. E lo dimostrano le testimonianze di tanti esorcisti.

Per questo i poteri sensitivi non esistono: o sono semplicemente dovuti all’intuizione, o a delle coincidenze a cui si fa caso, mentre non si fa caso alle innumerevoli volte che non si sono verificate, o cose simili e comunque naturali. O ad agire è il demonio, e allora si parla di azione preternaturale.

Esistono anche i carismi e gli interventi del Cielo, ma questi non vanno confusi coi “poteri” del sensitivi e dei parapsicologi, che quando sono reali, sono dal demonio.

Lo spirito umano ha la capacità propria di ragionare, di astrarre… e può agire sulla psiche e può fare cose straordinarie andando a pescare ricordi nel sub conscio o processando inconsciamente un’innumerevole quantità di dati in una frazione di secondo, me sempre secondo la natura dell’uomo.

Lo spirito umano non ha le capacità di azione degli spiriti angelici e quello che di spirituale “aggiunge”, lo fa nel proprio corpo.

Direttamente, dunque, non ha poteri sugli altri e sui loro pensieri e non ha poteri sulla materia.

L’uomo può agire universalmente amando o rifiutando l’amore.

Le conseguenze delle sue azioni malvage si propagano naturalmente come uno tsunami dopo un maremoto, e a quest’azione si può aggiungere quella degli spiriti maligni. E le conseguenze dei suoi atti di amore si propagano, e a maggior ragione, non solo perché per loro natura sono atti alla realizzazione di tutta creazione, per cui sono naturalmente adatti affinché tutta la creazione raggiunga, anche attraverso la natura che è propria ad ogni creatura, il suo fine, ma soprattutto perché si aprono all’azione della grazia.

 
 
 

Povertà evangelica

Post n°1276 pubblicato il 05 Aprile 2023 da sinaico

La povertà assoluta richiesta al Papa da San Francesco prima, e da Santa Chiara poi, è in sostanza l’unica richiesta che il Papa ha fatto difficoltà ad accettare, evidentemente perché non è la norma per l’uomo e si può vivere solo a certe condizioni, come quelle di non avere famiglia e di poter comunque usare del necessario (che è un diritto umano).

Schematizzando si potrebbe dire che il necessario progresso dell’umanità deve nascere dalla preghiera dei consacrati, che però devono anche essere occupati nel lavoro, e dal lavoro dei laici, che però devono anche pregare.

La vedova lodata da Gesù sebbene avesse gettato nel tesoro del Tempio solo pochi spiccioli, aveva dato a Dio non tanto gli spiccioli, ma la sua stessa vita: non che la disprezzasse (infatti Gesù ha anche detto di amare gli altri come noi stessi, che rimaniamo il termine di paragone del nostro amore, che è l’amore di Dio in noi), ma si è offerta come primizia, cioè come la cosa più preziosa che aveva.

Evidentemente non aveva figli a carico, altrimenti si sarebbe offerta a Dio usando gli spicci per i figli, e la sua sarebbe stata ugualmente gradita.

E’ come l’elemosina: si può fare come i farisei, cioè per farsi vedere e sentirsi approvati da qualcuno, o si può fare di nascosto, magari dando a intendere che non si è fatta. Si può fare per un motivo giusto o per un motivo sbagliato, e si può fare per amore o come forma di investimento, con rendite non necessariamente in denaro, ma in gratificazioni.

 
 
 

Amore e sofferenza

Post n°1275 pubblicato il 02 Aprile 2023 da sinaico

Lo spirito di penitenza sta alle forme di penitenza come la povertà evangelica sta alla povertà materiale: non sono la stessa cosa, ma sono in relazione e consequenziali.

Del resto l’amore non è la sofferenza, eppure, se si soffre per amore, le due cose tendono a coincidere.

La sofferenza induce ad amare e l’amore comporta necessariamente una certa sofferenza.

 
 
 

Conoscenza del peccato

Post n°1274 pubblicato il 02 Aprile 2023 da sinaico

Se il peccato di ognuno è riconosciuto dalla propria coscienza, e se in ogni caso la coscienza di ognuno ha la coscienza del suo stato di “pigrizia” in rapporto alla ricerca della verità, non sempre l’uomo ha la coscienza psicologica del proprio peccato, cosa che, essendo la coscienza psicologica in relazione a quella profonda, è dannosa all’anima, ed è tanto più dannosa quanto più il peccato è grave.

Perciò, conoscere nel modo giusto sempre meglio, grazie alla grazia divina e la preghiera, il proprio stato interiore, non solo ha ripercussioni benefiche sulla sfera psicologica, ma stimola a una conversione sempre più profonda.

 
 
 

Guarigione interiore

Post n°1273 pubblicato il 01 Aprile 2023 da sinaico

Sebbene la psiche umana sia più complessa del corpo, le sue ferite e le sue patologie hanno degli aspetti analoghi a quelle del corpo.

La guarigione della sfera psicologica, perciò, può avvenire sia per via miracolosa, che attraverso l’opera della provvidenza, sia quando è guidata da Dio in modo straordinario ma, anche, quando lo è in modo ordinario, come avviene con l’apporto della scienza.

Di conseguenza, la prima forma di guarigione, sia per quanto riguarda la sfera fisica, che quella psichica, è sempre una guarigione psicologica, che consiste nel saper vivere bene, o sempre meglio, la propria patologia che, per un qualche motivo, non dovesse guarire.

Questa “prima” e fondamentale guarigione può avvenire sia in modo naturale (ma di per se la natura non può darsi ciò di cui manca in se stessa, sebbene abbia un certo potere di “autoripararsi”), e perciò attraverso la psicologia stessa, sia con l’intervento dell’azione divina, che è la guarigione più grande e che produce l’accettazione amorosa della croce in unione a quella di Cristo, e la gioia, così come è avvenuto nei santi come il Venerabile Giunio Tinarelli.

 
 
 
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NON AVERE ALTRI DEI DI FRONTE A ME (DT 5,7)

Quando sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio sta per darti, non imparerai a commettere gli abomini delle nazioni che vi abitano. Non si trovi in mezzo a te... chi esercita la divinazione o il sortilegio o l'augurio o la magia; né chi faccia incantesimi; nè chi consulti gli spiriti o gli indovini, né chi interroghi i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore; a causa di questi abomini, il Signore tuo Dio sta per scacciare quelle nazioni davanti a te. Tu sarai irreprensibile verso il Signore tuo Dio, perché le nazioni, di cui tu vai ad occupare il paese, ascoltano gli indovini e gli incantatori, ma quanto a te, non così ti ha permesso il Signore tuo Dio (Dt 11,9-13) 

 

Tutte le forme di divinazione sono da respingere: ricorso a Satana o ai demoni, evocazione dei morti o altre pratiche che "svelino" l'avvenire. La consultazione degli oroscopi, l'astrologia, la chiromanzia, l'interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza... (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2116).

 

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