Creato da: diefrogdie il 27/09/2007
Diario politicamete scorretto di un catto-democratico.

Area personale

 

...si avvicinano le elezioni

 

...le elezioni sono sempre più vicine

 

Contatta l'autore

Nickname: diefrogdie
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 47
Prov: PS
 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 5
 

Ultime visite al Blog

cianchonicolettipaolo74eracristianaajdgl7pillipilli0bock0oldanianiellovittosp89alfar0elubinmdfacsmenevadoalmareadrogenfedericosimpatiavitolopez
 

Ultimi commenti

Thanks for taking this opportunity to discuss this, I feel...
Inviato da: Nicole
il 10/05/2011 alle 21:04
 
C'è una cosa che, soprattutto, mi ronza in testa e...
Inviato da: claudio
il 02/03/2011 alle 16:36
 
immigrati maledetti pezzenti, ladri e scrocconi... si stava...
Inviato da: Antonio
il 14/01/2011 alle 23:28
 
FREE ASIA BIBI! luca
Inviato da: luca
il 16/11/2010 alle 21:59
 
Condivido in toto ed auspico che, ammanaite le bandiere di...
Inviato da: luca
il 26/10/2010 alle 17:24
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

 

EDEN

Post n°180 pubblicato il 17 Dicembre 2010 da diefrogdie
 

EDEN

Metà dei cristiani in Iraq è già in esilio. Si ripete la storia degli ebrei fuggiti dai paesi arabi dopo il 1948.
E' in atto un piano di
pulizia etnica dei cristiani dal medio oriente. L'ultimo massacro alla cattedrale siro-cattolica di Baghdad è stato esemplare con preti, bambini e donne incinte assassinate.
All’indomani dell’11 settembre 2001, le televisioni di tutto il mondo trasmisero un video di propaganda di al Qaida. Un drappello di jihadisti fa irruzione in una casa, marcia sotto lo stendardo nero, spara contro un bersaglio. E' una croce cristiana. Simbolo da polverizzare, come i Buddha afgani e la Tomba ebraica di Giuseppe a Nablus.

La storia della persecuzione cristiana in medio oriente è proibita in Europa, nelle scuole nessuno ne parla e in Vaticano c'è tanta codardia. 
Meglio dare la colpa all'"occupazione" d'Israele.

La famosa eterogeneità mediorientale si sta riducendo alla piatta monotonia di un’unica religione.
Gli stessi cristiani sono vittime di una spaventosa amnesia: gente spossessata della propria storia, cultura, identità, tradizione, condizionati alla subalternità, non si mettono più nemmeno in relazione di eguaglianza con i musulmani.

Lo sfregio dell'Iraq è angosciante perché quella è la terra di cui si narra la presenza dell’Eden e dell'albero di Adamo che cambiò la storia dell'uomo, da Ur proveniva Abramo e Ninive, l’antico nome di Mosul, è la città del profeta biblico Jonah, qui è passato il profeta Daniele, qui riposa il profeta Ezechiele, quello della visione della valle di ossa che rivivono.
Qui caldei e assiri, i più antichi abitanti dell’Iraq, pregano ancora in aramaico, la lingua di Gesù.
Presto tutto questo diverrà polvere. Volti pieni di sangue e lacrime.

Giulio Meotti

 http://www.ilfoglio.it/zakor/718 -

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

FREE ASIA BIBI!

Post n°179 pubblicato il 04 Dicembre 2010 da diefrogdie
 

FREE ASIA BIBI!

FREE ASIA BIBI!

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

insensibilità riguardo la situazione dei Cristiani in Iraq

Post n°178 pubblicato il 10 Novembre 2010 da diefrogdie
 

INSENSIBILITA' (MENEFREGHISMO?) RIGUARDO I CRISTIANI IN IRAQ

Riporto una parte di un bellissimo articolo di Toni Capuozzo sulla insensibilità (menefreghismo?) della stampa e dell'opinione pubblica italiana riguardo la drammatica situazione dei Cristiani in Iraq

Vorrei, come spesso mi accade, saltare sul carro di qualche perdente. In questo caso: i cristiani d’Iraq [..]
C’è da dire che spaventa la quiete con cui la loro fine viene accompagnata.
Tutta l’energia delle missioni, tutta la solidarietà di tante parrocchie verso il cosiddetto Terzo mondo, tutto il gran daffare di Curie e Caritas per gli immigrati, tutto svanisce davanti al sacrificio annunciato non di una missione, ma dei resti della storia del cristianesimo là dove è nato.

Tutto l’ardore che nasce contro l’occupazione israeliana, responsabile di ogni male, evapora quando a calare la mannaia è il fondamentalismo terrorista.

Come per una suprema eleganza: occupiamoci di tutto, ma non di noi stessi. E se non si occupano loro di se stessi, perché dovremmo emozionarci noi miscredenti, che già abbiamo le nostre perplessità quanto a prediche e razzole, e perché dovrebbero dire qualcosa gli islamici di casa nostra, e perché dovrebbero aprirsi il petto come santini lacerati i miei amici di Baghdad? Troppo facile invitarli a restare, hanno ragione a volersene andare via, in quelle condizioni.

E allora se giustamente il ministro degli Esteri Franco Frattini e il buon vecchio Marco Pannella andranno a Baghdad per evitare la condanna a morte di Tareq Aziz, diano un’occhiata anche ai quattro superstiti che non ambiscono al martirio.

Ecco due biglietti che mi giungono da San Vittore Olona, da due sorelle irachene cristiane, che non sono tipe da salire su una gru, e nessuno le sta a sentire:
“Mi chiamo Maryam Yousif Bago, sono cittadina italiana, sono sposata da 27 anni con un cittadino italiano, Claudio Buratti, che aiuta me e mia sorella a redigere questa nostra richiesta. Con l’aiuto di mio marito, sto preparando la richiesta di ricongiungimento familiare per mio fratello Thamer Yousif Bago. Mio fratello è l’ultimo membro della famiglia rimasto a Baghdad; tutto il resto della famiglia è sparpagliato fra Italia, Stati Uniti e Canada; mio fratello ha grossi problemi di salute che è impossibile affrontare nelle condizioni in cui versa attualmente il nostro paese. Io e gli altri famigliari desideriamo farlo venire in Italia per poter essere curato, assistito da noi e rifarsi una nuova vita.

Quattro anni fa, con grande fatica e solo dopo molta insistenza da parte di mio marito con l’ufficio visti dell’Ambasciata d’Italia a Baghdad, eravamo riusciti a ottenere un visto turistico per lui che doveva accompagnare mia madre che, colpita da cancrena, aveva subito l’amputazione della gamba destra. Il visto era finalmente stato concesso, dopo più mesi dalla richiesta, dietro la minaccia che, in caso di mancato rientro a Baghdad, mio marito sarebbe stato denunciato per favoreggiamento di immigrazione clandestina. Ora, dopo il recente massacro di cristiani, è ancor più pressante la necessità di poter svolgere le pratiche necessarie a ottenere il ricongiungimento nel più breve tempo possibile, e questo è lo scopo della mia richiesta di aiuto”.


“Mi chiamo Talia Yousif Baho, sono rifugiata in Italia dal 2000 assieme a due delle mie tre figlie, attualmente sto preparando la richiesta di cittadinanza. Ho tentato diverse volte di far ottenere il visto a mia figlia Atour T. Ishak attraverso le mie sorelle, cittadine italiane, Maryam e Majdolin, ma inutilmente: l’Ambasciata d’Italia a Baghdad ha sempre opposto un netto rifiuto. Mia figlia Atour con suo marito e i suoi due figli, è sotto minaccia ed è l’ultima della mia famiglia rimasta a Baghdad, il padre è caduto nel 1987, durante la guerra tra Iran e Iraq. La situazione oggi si è ulteriormente deteriorata e i pericoli sono aumentati; anch’io, come mia sorella Maryam, chiedo un aiuto affinché la pratica di ricongiungimento possa andare rapidamente a buon fine”.

 

Toni Capuozzo -  http://www.ilfoglio.it/soloqui/6773

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

MARTIRI

Post n°177 pubblicato il 02 Novembre 2010 da diefrogdie
 

MARTIRI

All'indomani della barbara uccisione di cristiani a Baghdad, monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro ha parlato così ai fedeli nella cattedrale di Pennabilli: «Si vede chiaro ogni giorno che passa, in barba a tutti gli irenismi e a tutte le ricerche delle moderazioni, che il terrorismo internazionale ha un obiettivo esplicito: la conquista islamica del mondo e, all’interno di questo obiettivo che certamente sarà a più lunga scadenza, un obiettivo più immediato cioè la distruzione del cristianesimo in Terra Santa, nel Medio Oriente e poi, più o meno, in tutti i Paesi anche di antica tradizione cristiana».
Sono martiri – ha aggiunto –, «noi li pensiamo così; sono martiri che hanno offerto la loro vita quasi senza saperlo, senza aspettarselo, senza deciderlo, una sorta di nuovi santi innocenti».

da www.avvenire.it

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

berlusconi di nuovo nello scandalo

Post n°176 pubblicato il 30 Ottobre 2010 da diefrogdie
 

Già qualche tempo fa, avevo riportato un articolo di Famiglia Cristiana fortemente critico nei confronti della moralità di colui che è chiamato a governare il Paese.
E' passato un pò e ci risiamo: berlusconi non è affatto rinsavito (o guarito) e continua a pensare solo a se stesso e ai suoi piaceri da vecchio bavoso. E tutta la stampa - tanne quella da lui controllata - insorge. Un altro bell'articolo di Famiglia Cristiana. Il modello offerto alla gente - soprattutto a più giovani - è sempre più vergognoso.

Malattia cronica o semplice esibizionismo? Una cosa è certa: non voglio essere governato da questo tizio!

Berlusconi di nuovo nello scandalo!!!

La moglie, Veronica Lario, lo aveva già segnalato: uno stato di malattia, qualcosa di incontrollabile. Incredibile che un uomo di simile livello non abbia il necessario autocontrollo.

 

29/10/2010
 

L’ultima bufera su Berlusconi e la sua corte di ragazze sta provocando ondate di reazioni, una diversa dall’altra. C’è chi, con linguaggio sprezzante, lo esorta a dimettersi. Chi già apertamente lo insulta nelle rubriche tv, con termini da trivio. Chi vede solo l’aspetto etico e chi tenta analisi politiche a freddo, interrogandosi sule conseguenze. Chi tende a ingigantire e chi tenta di arginare: però nel secondo caso, vedi stampa di destra, con titoloni su tutta la prima pagina. Per una vicenda che si voleva sopire, strana tecnica. E siamo solo all’inizio. Come sa chi ha un minimo di esperienza sul gossip e le sue diramazioni, aspettiamoci il peggio.

    Fra tutte queste reazioni ne manca una che faticheremmo a definire, qualcosa che sta fra la tristezza civile e la pietà umana.
Non assistiamo soltanto a una tegola sulla testa del Berlusconi politico, primo ministro in carica e aspirante al Quirinale. Né stavolta si può parlare di complotto giudiziario, o tanto meno poliziesco. Semmai, fino a ieri, prevaleva la circospezione. Il fatto è che esistono testimonianze, alcune opinabili ma altre, ahimè, documentate, che creano un duplice ordine di problemi.

    Uno, ovviamente, è politico: la credibilità, meglio ancora la dignità, dell’uomo che governa il Paese; i riflessi sulla vita nazionale e sui rapporti con l’estero; l’esempio che dall’alto viene trasmesso ai normali cittadini. I quali non si sognano né trasgressioni né festini, ma da oggi dovranno abituarsi alle variazioni pecorecce sul “bunga bunga”.

    L’altro problema, da valutare come se Berlusconi fosse un tizio qualunque, è la condizione che già la moglie, Veronica Lario, aveva pubblicamente segnalato.
Uno stato di malattia, qualcosa di incontrollabile anche perchè consentito, anzi incoraggiato, dal potere e da enormi disponibilità di denaro
. Si sa che Berlusconi è un generoso, non lesina su aiuti e ricompense. Ma quale tipo di aiuti, e ricompense per che cosa?
Incredibile che un uomo di simile livello e responsabilità non disponga del necessario autocrontrollo. E che il suo entourage stia a guardare.

    E’ vero che in passato abbiamo avuto personaggi di primo piano che, oggi, non l’avrebbero passata liscia. Altri tempi, però. Altro comportamento di giornali e tv. Altre cautele. O forse allora si taceva o si sminuiva un po’ per prudenza, un po’ per tristezza e un po’, nessuno sghignazzi, per pietà.

Giorgio Vecchiato - www.famigliacristiana.it

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

UOMINI DI DIO

Post n°175 pubblicato il 26 Ottobre 2010 da diefrogdie
 

La fede cristiana martoriata è un segreto vincente o una resa alla storia?

Quando il Papa fu aggredito per il discorso di Ratisbona, per quel passaggio di elementare buon senso storico e teologico sul nesso tra fede e conversione forzata nella religione maomettana, e nessuno lo difese come si doveva, e il Vaticano si impegolò in gesti di scusa e di correzione non persuasivi perché insinceri mentre i fanatici islamisti chiamavano a raccolta folle vocianti, una suora veniva assassinata, e altri delitti venivano compiuti in nome dell’intolleranza in ogni parte del mondo, ebbi un brivido di paura e un senso di rivolta.
Altro che gaffe: era stata detta una profonda verità, anzi il fondo della verità era stato toccato nel cuore dell’Europa cristiana, a pochi anni dall’11 settembre, e subito la verità era stata sepolta in nome della diplomazia, mentre la strada islamica e araba gridava alta e forte la sua intollerante menzogna, ingaggiava e vinceva la sua ennesima violenta battaglia.

La questione non è se vinciamo o perdiamo contro l’Islam, ma se riusciamo o non riusciamo a essere ancora cristiani nel III millennio, vale a dire nella nostra vita. Benedetto XVI sta dicendo che si può. I musulmani si accolgono, infatti, non per pietà o per reciprocità. E tanto meno si ama e si perdona se stessi, prima ancora degli altri, per convenienza o interesse. E’ la fede cristiana stessa che, in definitiva, impone interiormente e pubblicamente di accettare, perdonare e agire virtuosamente, anche quando non vi è nessuna motivata ragione umana e sentimentale per farlo.
Il segreto di Ratzinger è la fedeltà e l’autenticità della sua fede, eroica, razionale e trionfante, anche quando non è politicamente in grado d’imporsi, ed è costretta all’umiliazione. La convinzione ultima è che così la Chiesa vincerà alla fine non solo in Cielo, ma anche sulla Terra.

 La domanda che mi nasce spontanea e che mi tormenta – soprattutto dopa la visione del film “Uomini di Dio” – è se la fede cristiana martoriata è un segreto vincente o una resa alla storia?

Locandina italiana Uomini di Dio

 Riporto uno stralcio del testamento spirituale di Frére Christian, “Quando si profila un addio”:

 

Se mi capitasse un giorno (e potrebbe essere oggi) di essere vittima del terrorismo che sembra voler coinvolgere ora tutti gli stranieri che vivono in Algeria, vorrei che la mia comunità, la mia chiesa, la mia famiglia si ricordassero che la mia vita era donata a Dio e a questo paese.
 Che essi accettassero che l’unico Padrone di ogni vita non potrebbe essere estraneo a questa dipartita brutale. Che pagassero per me: come potrei essere trovato degno di una tale offerta? Che sapessero associare questa morte a tante altre ugualmente violente, lasciate nell’indifferenza dell’anonimato.
la mia vita non ha più senso di un’altra. Non ne ha neanche meno. In ogni caso non ha l’innocenza dell’infanzia. Ho vissuto abbastanza per sapermi complice del male che sembra, ahimè, prevalere nel mondo, e anche di quello che potrebbe colpirmi alla cieca.
venuto il momento, vorrei avere quell’attimo di lucidità che mi permettesse di sollecitare il perdono di Dio o quello dei miei fratelli in umanità, e nel tempo stesso di perdonare con tutto il cuore chi mi avesse colpito.
non potrei auspicare una tale morte. Mi sembra importante dichiararlo. Non vedo, infatti, come potrei rallegrarmi del fatto che questo popolo che amo sia indistintamente accusato del mio assassinio. Sarebbe un presso troppo caro, per quella che, forse, chiameranno “la grazia del martirio”, il doverla a un algerino, chiunque egli sia, soprattutto se dice agire in fedeltà a ciò che crede essere l’Islam.
so il disprezzo col quale si è arrivati a circondare gli algerini globalmente presi. So anche le caricature dell’Islam che un cero islamismo incoraggia. È troppo facile mettersi a posto la coscienza identificando questa via religiosa con gli integralismi dei suoi estremisti.
L’Algeria e l’Islam, per me, sono un’altra cosa: sono un corpo e un’anima. L’ho proclamato abbastanza, credo, in base a quanto ne ho concretamente ricevuto, ritrovandovi così spesso il filo conduttore dell’evangelo imparato sulle ginocchia di mia madre, la mia primissima chiesa, proprio in Algeria e, già allora, nel rispetto dei credenti mussulmani.
evidentemente, la mia morte sembrerà dar ragione a quelli che mi hanno rapidamente trattato da ingenuo o da idealista.. “Dica adesso quel che ne pensa!”. Ma costoro devono sapere che sarà finalmente la mia più lancinante curiosità. Ecco che potrò, se piace a Dio, immergere il mio sguardo in quello del Padre, per contemplare con lui i suoi figli dell’Islam come lui li vede, totalmente illuminati dalla gloria di Cristo, frutti della sua passione, investiti del dono dello spirito, la cui gioia segreta sarà sempre lo stabilire la comunione e ristabilire la somiglianza, giocando con le differenze.
in questo grazie in cui tutto è detto, ormai, della mia vita, includo certamente voi, amici di ieri e di oggi, e voi, amici di qui, accanto a mia madre e a mio padre, alle mie sorelle e ai miei fratelli, e ai loro, centuplo, accordato come promesso!
e anche te, amico dell’ultimo minuto, che non avrai saputo quel che facevi. Sì, anche per te voglio questo grazie e questo ad-Dio da te previsto. E che ci sia dato di ritrovarci, ladroni beati, in paradiso, se piace a Dio, Padre nostro, di tutti e due. Amen!
         Insciallah

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

UN VESCOVO LIBANESE CRITICA L'ISLAM.

Post n°174 pubblicato il 23 Ottobre 2010 da diefrogdie
 

 

Un vescovo libanese critica l’islam. E la segreteria di stato lo purga

moschea

Qui sotto è riprodotto il testo integrale dell’intervento al sinodo per il Medio Oriente consegnato per iscritto dal vescovo libanese di Antiochia dei siri Raboula Antoine Beylouni, così come è apparso sul bollettino italiano n. 21 del 21 ottobre. L’originale è in francese e si trova nel bollettino in questa lingua.

Il 22 ottobre, anche “L’Osservatore Romano” ha stampato l’intervento del vescovo. Ma con notevoli tagli, ordinati dalla segreteria di stato.

Le parti tagliate sono quelle evidenziate in neretto. Il titolo è quello del giornale della Santa Sede.

*

LA MADRE DI DIO E L’ISLAM

di Raboula Antoine Beylouni

In Libano abbiamo un comitato nazionale per il dialogo islamo-cristiano da diversi anni. Esisteva anche una commissione episcopale, istituita in seguito all’assemblea dei patriarchi e dei vescovi cattolici in Libano, incaricata del dialogo islamo-cristiano. È stata soppressa ultimamente per conferire maggiore importanza all’altro comitato; per di più non aveva ottenuto risultati tangibili.

Talvolta vengono portati avanti in diversi luoghi vari dialoghi nei paesi arabi, come ad esempio quello del Qatar in cui l’emiro stesso invita, a sue spese, personalità di diversi paesi delle tre religioni: cristiana, musulmana ed ebraica. In Libano, alcuni canali televisivi come “Télé-lumière” e “Noursat” trasmettono programmi sul dialogo islamo-cristiano. Spesso viene scelto un tema e ogni parte lo spiega e lo interpreta secondo la sua religione. Queste trasmissioni sono di solito molto istruttive.

Vorrei con questo intervento richiamare l’attenzione sui punti che rendono difficili e spesso inefficaci questi incontri o dialoghi. Ovviamente non si discute sui dogmi, ma anche gli altri temi d’ordine pratico e sociale sono difficilmente affrontabili quando sono inseriti nel Corano o nella Sunna.

Ecco le difficoltà con cui ci confrontiamo.

Il Corano inculca al musulmano l’orgoglio di possedere la sola religione vera e completa, religione insegnata dal più grande profeta, poiché è l’ultimo venuto. Il musulmano fa parte della nazione privilegiata e parla la lingua di Dio, la lingua del paradiso, l’arabo. Per questo affronta il dialogo con questa superiorità e con la certezza della vittoria.

Il Corano, che si suppone scritto da Dio stesso da cima a fondo, dà lo stesso valore a tutto ciò che vi è scritto: il dogma come qualunque altra legge o pratica.

Nel Corano non c’è uguaglianza tra uomo e donna, né nel matrimonio stesso in cui l’uomo può avere più donne e divorziare a suo piacimento, né nell’eredità in cui l’uomo ha diritto a una doppia parte, né nella testimonianza davanti ai giudici in cui la voce dell’uomo equivale a quella di due donne ecc.

Il Corano permette al musulmano di nascondere la verità al cristiano e di parlare e agire in contrasto con ciò che pensa e crede.

Nel Corano vi sono versetti contraddittori e versetti annullati da altri, cosa che permette al musulmano di usare l’uno o l’altro a suo vantaggio; così può considerare il cristiano umile, pio e credente in Dio ma anche considerarlo empio, rinnegato e idolatra.

Il Corano dà al musulmano il diritto di giudicare i cristiani e di ucciderli con la jihad (guerra santa). Ordina di imporre la religione con la forza, con la spada. La storia delle invasioni lo testimonia. Per questo i musulmani non riconoscono la libertà religiosa, né per loro né per gli altri. Non stupisce vedere tutti i paesi arabi e musulmani rifiutarsi di applicare integralmente i “Diritti umani” sanciti dalle Nazioni Unite.

Di fronte a tutti questi divieti e simili argomenti dobbiamo eliminare il dialogo? No, sicuramente no. Ma occorre scegliere i temi da affrontare e gli interlocutori cristiani capaci e ben formati, coraggiosi e pii, saggi e prudenti, che dicano la verità con chiarezza e convinzione.

Deploriamo talvolta alcuni dialoghi in televisione in cui l’interlocutore cristiano non è all’altezza del compito e non riesce a esprimere tutta la bellezza e la spiritualità della religione cristiana, cosa che scandalizza gli ascoltatori. Peggio ancora, talvolta ci sono interlocutori del clero che, nel dialogo, per guadagnarsi la simpatia del musulmano chiamano Maometto profeta e aggiungono la famosa invocazione musulmana spesso ripetuta “Salla lahou alayhi wa sallam” (che la pace e la benedizione di Dio siano su di lui).

Per concludere suggerisco quanto segue.

Dato che il Corano ha parlato bene della Vergine Maria, insistendo sulla verginità perpetua e sulla sua concezione miracolosa e unica, che ci ha dato Cristo, e dato che i musulmani la considerano molto e chiedono la sua intercessione, dobbiamo ricorrere a lei in ogni dialogo e in ogni incontro con i musulmani. Essendo la Madre di tutti, Ella ci guiderà nei nostri rapporti con i musulmani per mostrare loro il vero volto di suo Figlio Gesù, Redentore del genere umano.

Voglia Dio che la festa dell’Annunciazione, dichiarata in Libano festa nazionale per i cristiani e i musulmani, divenga festa nazionale anche negli altri paesi arabi.

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/10/23/un-vescovo-libanese-critica-lislam-e-la-segreteria-di-stato-lo-purga/

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

L’oltraggio di Ahmadinejad

Post n°173 pubblicato il 25 Settembre 2010 da diefrogdie
 

L'ENNESIMO OLTRAGGIO DI AHMADINEJAD

Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha creato l’ennesimo incidente all’Onu, suggerendo ieri che dietro l’attentato dell’11 settembre alle Torri Gemelle vi sono “elementi all’interno del governo americano”.
A queste parole diversi delegati hanno abbandonato la sala. Poche ore prima, il presidente Usa, Barack Obama, aveva lasciato la porta aperta alla diplomazia con Teheran.
 
Il tutto è avvenuto nella cornice della 65ma sessione annuale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Sull’attentato dell’11 settembre 2001, che ha fatto oltre 3 mila morti, parlando dalla tribuna, Ahmadinejad ha evocato una teoria secondo cui “elementi all’interno del governo americano hanno orchestrato l’attentato per invertire la discesa dell’economia americana e della sua influenza nel Medio oriente, così da salvare il regime sionista [cioè Israele – ndr]”.
 
Subito le delegazioni di Usa, Gran Bretagna, Ue e di altre 30 nazioni hanno abbandonato l’aula. Rappresentanti di Washington hanno definito le parole del presidente iraniano “detestabili e deliranti”.
L'assurda teoria del complotto - che tanto attira cervellini giovani e iper-ideologizzati - è l'erba marcia che nasce sotto le ampie fronde del grande albero della libertà di espressione.
Con l'aggravante che nel caso in esame è formulata da un pazzo che considera come un'invenzione pure lo sterminio di sei milioni di ebrei durante la seconda guerra mondiale.
 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Qualcosa non va a Ikea

Post n°172 pubblicato il 20 Settembre 2010 da diefrogdie
 

QUALCOSA NON VA A IKEA

...forse che qualcosa in Europa sta cambiando e si dice finalmente basta all'immigrazione incontrollata, al filo-islamismo iper-ideologizzato e al rifiuto delle nostre libertà?

Speriamo.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

SAKINEH LIBERA, FUCK GHEDDAFI, STOP ISLAM

Post n°171 pubblicato il 06 Settembre 2010 da diefrogdie
 

SAKINEH LIBERA

FUCK GHEDDAFI

STOP ISLAM

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963