Martiri ed eroi

Post n°45 pubblicato il 14 Novembre 2005 da Under.me
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Premetto che ho il massimo rispetto per chiunque prenda una decisione e la porti avanti fino alle estreme conseguenze. Premetto che ammiro il coraggio di chi sa far scelte difficili. Premetto che non sta a me giudicare nessuno.

Però non concordo minimamente con chi abbia ricordato le vittime di Nassiriya come martiri o eroi. Perchè la mia concezione di martire e di eroe è palesemente diversa.

Chi è un martire? Chiunque si immoli per un ideale. Chiunque consideri qualcosa più prezioso della propria vita ed è pronto a sacrificarsi in funzione a questo. Chiunque creda in qualcosa fino all'estremo.

Ed un eroe? Cosa può esser definito eroico? Un gesto di solidarietà gratuita. Un'azione capace di mettere a rischio chi la compie per il bene di altri. Una scelta di amore, nel senso più ampio del termine, che prescinda da propri vantaggi. Un eroe può anche non morire, ed i pompieri stars and stripes dell'undici settembre ne sono la prova illuminante.

I ragazzi di Nassiriya, i nostri ragazzi, sono stati semplicemente delle vittime. Vittime che hanno pagato con la propria esistenza in primis la scelta di una professione difficile e poi la volontà di operare in una zona estremamente pericolosa. Che lo abbiano fatto per ideali, per danaro o per ambizione non sta a nessuno sindacare. Soprattutto guardando occhi di figli senza più padri, mogli senza più mariti, compagne senza più compagni.

Hanno compiuto una scelta difficile e l'hanno purtroppo pagata con la vita. Ma non sono ne eroi ne martiri. Salvo D'Acquisto fu eroe e martire. I ragazzi di Nassiriya furono vittime. Ed il loro ricordo ha, in me, il massimo rispetto.

 
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Coincidenze

Post n°44 pubblicato il 28 Ottobre 2005 da Under.me
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Qualcuno si ricorda la sindrome "mucca pazza"?" Massì, quella paura di contagio di virus animali a mezzo carni "rosse"... quella situazione che obbligò la Comunità Europea a mettere al bando la fiorentina, che fece crollare drasticamente il consumo di carni rosse a vantaggio di quelle bianche...

Ecco... non se ne parla più... e proprio adesso, casualmente, termina pure l'embargo internazionale alla tagliata tanto cara all'Alighieri...

E intanto scoppia il fenomeno aviaria... crollo del consumo di carni bianche a vantaggio di quelle rosse.

Quindi un paio d'anni or sono viene svolta una massiccia campagna di terrorismo mediatico sulle carni rosse a vantaggio di quelle bianche ed ora accade esattamente l'inverso...

E' tutto molto strano... molto...

 
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Fenomeni d'informazione d'un quotidiano stupefacente

Post n°42 pubblicato il 25 Ottobre 2005 da Under.me
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Sui media si sta assistendo ad un fenomeno estremamente bizzarro: la socializzazione di ogni fenomeno. Qualsiasi problema si avverta, quasiasi situazione venga esposta al pubblico commento non termina con la narrazione dell'accaduto. No, viene attuata una sorta di procedimento d'osmosi oltre la quale l'avvenimento viene proposto come un nuovo fenomeno sociale. Per vendere più copie allungando l'effetto onda? Giammai, l'informazione è deontologia, remember...

E' il caso ad esempio dello stress, diventato fenomeno di massa e sottoposto all'esatto procedimento di restyling dell'hamburger (una volta si chiamava svizzera e costava un'inezia... oggi viene venduto a peso d'oro grazie al maquillage nominale). I bambini sono stressati... gli impiegati sono stressati... i manager sono stressati... pure i calciatori e le veline sono stressati... per tacere degli attori, a loro volta soggetti ad immani carichi di tensione. Ops, stress...

Una volta ci si sentiva stanchi... si prendeva un giorno di ferie, si andava al lago, a giocare a calcetto o in camporella e il giorno dopo si era come nuovi. Adesso no... occorre una terapia adeguata, perchè lo stress, si sa, è una vera malattia.

Così capita che un manager rampante, a capo di una importantissima azienda di famiglia a supporto statale, si senta stressato. Da una fidanzata troppo giovane e bella, magari pure esigente in sfoghi sessuali... da un ambiente troppo elitario e da continue estenuanti serate di gala... o da una squadra di calcio che deve per forza vincere... e se è stressato il tifoso figurati lui che è pure proprietario... E così il nostro eroe che fa? Beh, mica potrà entrare in una clinica per curarsi, sottraendo così la sua persona alla determinazione quotidiana del Pil nazionale. No, poveretto... deve fare tutto da solo... trovare una sorta di soluzione omeopatica... e così eccolo circondarsi da sontuosi infermieri travestiti (o travestiti infermieri?!) ed autosomministrarsi una medicina a posologia del tutto personalizzata.

Tanto era il senso sociale e la conseguente voglia di tornare di nuovo in sesto, poverino, che il malcapitato ha ecceduto in farmaci. Beh, c'è da capirlo... i farmaci portano stress e la somministrazione di medicinali è, per un giovinotto iperattivo, quanto di più difficile da accettare.

Impietositi da tanta diligenza da buon padre di famiglia (come recita il nostro Codice Civile) i media si sono così attivati per mettere in guardia la società da un nuovo satana: una medicina appellata cocaina. Cocaina quindi come fenomeno di massa, come rischio sociale. Stiano attenti i pensionati con la minima... si allertino i CoCoCo... badino a prestar adeguata attenzione i metalmeccanici... la cocaina è allarme sociale. Esattamente come avviene nei paesi poveri quanto a denutrizione, bassa scolarizzazione o malattie. Il nuovo flagello della società italiana è la cocaina. Nessuno può chiamarsi fuori.

Così ecco che agli occhi dei media la droga diventa fenomeno sociale. Perchè chi vive nelle periferie più o meno degradate o in realtà di strada non se n'era mai accorto prima. Solo che il tossico vicino casa è un emarginato, una minaccia, un miserabile cui estirpare anche i più elementari diritti civili. Uno da arrestare, processare e, magari, punire magistralmente. Magari si potrebbe fare anche con Lapo. Magari. Però, poi, chi ci mettiamo a tirare le fila dell'economia del Paese?

 
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Tutela del consumatore

Post n°41 pubblicato il 03 Ottobre 2005 da Under.me
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Canonicamente, da ottimo limone ormai spremuto dai perversi ed oliatissimi meccanismi dell'economia nazionale, mi sono assoggettato ieri sera al balzello da dipendenza da calcio. Inserita l'amabile tesserina mediaset premium nel decoder mi sono lasciato asportare cinque ricchi euro dal personalissimo credito residuo per assistere all'incontro juventus - Inter.

Tutti, più o meno, sappiamo come si è concluso l'incontro e mi risulta quindi inutile indugiare sulla cronaca degli avvenimenti. Faccio solo presente che quanto mi è stato proposto non l'ho trovato di mio gradimento.

E cosa succede in Italia in casi come questo? Se, ad esempio, comperi un computer... vai a casa... lo provi e non ti soddisfa... oppure se acquisti un impianto hi-fi... un palmare o quant'altro in cui non trovi riscontro alle aspettative? che fai a quel punto?

Semplice... torni dal rivenditore... fai presente che l'acquisto non si è dimostrato all'altezza delle aspettative e chiedi il rimborso di quanto corrisposto o, eventualmente, la sostituzione. Si chiama avvalersi della facoltà della clausola soddisfatti o rimborsati.

Ecco... io ieri sera ho acquistato la possibilità di vedere juve - Inter ma lo spettacolo non mi è piaciuto. Soprattutto la conclusione!!!! Per questo motivo ho intenzione di muovermi per vie legali contro Mediaset per la restituzione dell'importo asportato.

Io ho pagato per vedere vincere l'Inter... ecccheccavolo.... se il finale è così aleatorio l'azienda deve far presente, con apposito messaggio prima dell'asportazione del credito, che non è detto che la visione possa ottemperare le aspettative.

Gaudemus igitur...

 
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Sotto i trenta difficilmente si potrà capire...

Post n°40 pubblicato il 29 Settembre 2005 da Under.me
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Distrattamente noto su una bancarella di libri consunti un manuale sul gioco degli scacchi... sfoglio le prime pagine ed osservo la data del copyright... 1970... trentacinque anni fa... e mi perdo via...

Per un bambino di almeno cinque lustri or sono gli scacchi rappresentavano il mistero, il fascino...
Il villaggio globale rappresentava solo un ardito vaticinio sociologico, ben lungi dalla reale manifestazione attuale.
Un bambino aveva un solco già tracciato, una divisione netta. Da una parte il suo mondo, fatto di giochi, di orari televisivi assegnati, di immaginazione... all'altra quello degli adulti, con telegiornali monocromatici a descrivere situazioni distanti ed incomprensibili oppure con palinsesti televisivi che non tenevano conto dei gusti dei più piccoli.

E mondi come gli scacchi nel mezzo... a navigare nell'onirico... Mondi popolati di campioni di cui si imparava nome e cognome ma dei quali non si conosceva la faccia... di mosse dalle definizioni strategicamente incomprensibili... e di immagini scarsissime...
Fotografie che ritraevano saloni ampissimi, con platee silenziose che affollavano le poltroncine e su palchi austeri un tavolo, due poltrone, due persone che senza nemmeno osservarsi si sfidavano... eppoi, vicino a loro due cronometri... le bandierine della loro nazione (generalmente rosse striate da una falce e un martello) e un proiettore che mostrava su una parete un ingrandimento di ciò che avveniva sulla scacchiera...

Tenevo a Korchnoy, corcnoi, che mai avevo visto in una foto non sgranata e che suggestionavo fosse una specie di Brezniev. Temevo Karpov, il giovane... che a quanto si diceva rappresentava il nuovo che avanzava... ed ero totalmente indifferente a Fisher, che avendo lo stesso cognome del mediano della nazionale tedesca (dell'ovest... perchè c'era anche quella dell'est...) puzzava di troppo vicino. Anche se, a dire il vero, era degli States...

Un mondo con la Guerra Fredda... con meno comunicazione... meno libertà... ma nel quale un ragazzino poteva permettersi di crescere senza doversi sentire per forza già grande...

 
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Russi e tedeschi...

Post n°39 pubblicato il 28 Settembre 2005 da Under.me
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... se un russo cosiderava Stalin il più grande dei governanti significava che lo stesso Stalin poteva contare su circa venti milioni di tifosi (molti di più, ovviamente, erano quelli del Beato Lenin).

E, anche a voler dimezzare quella cifra, limitandola agli ammiratori più sfegatati, si era pur sempre nell'ordine di dieci milioni di persone. Dieci milioni di stalinisti nella Federazione russa, dopo qurant'anni di denigrazione?

Mamantov aveva ragione, era una cifra strabiliante. Perchè, Cristo, se un tedesco su sei avesse sostenuto che Hitler era stato il più grande statista della Germania, il "New York Times" non si sarebbe accontentato di dedicare all'argomento un editoriale: l'avrebbe sbattuto in prima pagina.


(cfr. pag. 126 - Robert Harris - Archangel - 1998 - Mondadori)

p.s. purtroppo è fuori catalogo...

 
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Priorità informativa

Post n°38 pubblicato il 27 Settembre 2005 da Under.me
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Edizione delle 20.00 del tg5… scorrono le notizie della giornata… e ragiono.

Solitamente in un telegiornale le proposte vengono offerte all’attenzione dello spettatore in funzione dell’importanza delle stesse.
Ciò vale a meno che l’uomo nell’immagine non sia un genio, un novello Magellano alla scoperta di confini nuovi oltre i quali trasportare le sinapsi del popolo bue. Un Vate illuminato capace di mostrare nuovi mondi della comunicazione…


Bene; ieri sera l’esimio Direttore, in sede di cronaca, ha preferito dare priorità al racconto degli eventi che hanno coinvolto il divo tossicodipendente in depressione di turno piuttosto che mostrare l’attualità dell’episodio di Gerenzano, della morte del milite durante una rapina, delle nuove piste su cui muovono le indagini del delitto di Cogne.

Una sorta di caleidoscopico rotocalco da basso gossip, con il massimo rispetto per i professionisti che vi operano. Meglio lo scoop (scoop?!) sul big che le storie di straordianria follia (mi perdoni lo zio Buk) del quotidiano ordinario. Un ragazzo che muore per sventare un crimine o il percorso verso la verità nell’assassinio di un innocente valgono sicuramente meno di trenta grammi di cocaina…

Avrà anche ragione, il dottor Rossella. Ma a me la scaletta non è piaciuta…
 
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Meditate gente, meditate...

Post n°37 pubblicato il 26 Settembre 2005 da Under.me
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All Iberian, assolto Berlusconi
Il falso in bilancio non costituisce più reato, il Premier viene assolto.

 
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Perchè questo ragazzo è un grande

Post n°36 pubblicato il 26 Settembre 2005 da Under.me
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Fine del MotoGp... il l'immenso Dottore campione del mondo per la settima volta e il grande Capirex, una nuova volta, meritatamente davanti a lui.

Interviste.

Il buon Valentino, unanimente ritenuto il migliore del mondo ed altrettanto ecumenicamente considerato sulla sella di una moto ottima ma non imbattibile, esprime la propria soddisfazione in prima persona plurale. Per tutta l'intervista.

Non Io sono stato il migliore bensì NOI siamo stati i migliori. Non Io ho vinto bensì NOI abbiamo vinto. Non Io ho dominato la stagione bensì NOI abbiamo dominato la stagione. Non IO mi sono fatto un culo tanto per rendere questo mezzo velocissimo bensì NOI ci siamo fatti il medesimo sfintere.

In sintesi, la vittoria del Singolo è la vittoria del Gruppo. In ulteriore sintesi è stato un sentito, sincero, leale ed affettuoso ringraziamento a chi, dietro le quinte, ha reso possibile il suo settimo...

Ecco perchè, ripeto, questo ragazzo è un grande.

 
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Tributo

Post n°35 pubblicato il 22 Settembre 2005 da Under.me
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Vi sono momenti in cui il proprio Io si imbatte nell'imprevisto. Considerazioni che mutano... certezze che vacillano... si è di fronte all'Assoluto... si ha l'esatta percezione di ciò che si è realmente e ci si sente un'unità infinitesimale, una nullità inespressiva e priva di valore.

Capita poche volte. Ma capita.

Queste righe di ermetismo voluto e cosciente sono un gesto di devota sottomissione, al pari di un miserevole sguardo al Cielo, verso Chi nemmeno sono degno di nominare. Ma che leggendo, offrendomi un compiaciuto sorriso, capirà...

 
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Colpo di genio!

Post n°34 pubblicato il 19 Settembre 2005 da Under.me
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Elezioni in Germania. Tg5 al servizio introduttivo e giornalista che espone la situazione pressochè definitiva. Caos... difficile governabilità... questa in estrema sintesi l'analisi del corrispondente. Nessuno mollerà il colpo, aggiunge, per assurgere al Governo. Ergo nessun accordo ed estrema difficoltà relazionale.

Tutto normale, direi. Ma ecco il colpo di genio in agguato. Per dare al telespettatore la chiara dimensione degli screzi prossimi fururi il prode cronista si cimenta in una metafora. "Si prospetta una notte dei lunghi coltelli!" asserisce chiudendo il servizio.

Ricapitolando, in Germania la notte successiva alle elezioni sarebbe dovuta essere una nuova Notte dei lunghi coltelli. Bene... chissà come sarebbe stato felice il personaggio della foto, titolare per la Germania del copyright della definizione...

 
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Comunicazione politica

Post n°33 pubblicato il 14 Settembre 2005 da Under.me
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Cammino svogliato verso il mezzo di trasporto pubbico che, come ogni giorno, mi avvicina alla larvale postazione di lavoro quando ecco imbattermi in un segnale dell'imminente agone elettorale.

Un cartello con delle mani che impugnano saldamente la cima di una fune. Una presa collettiva, forte, massiccia. Un'immagine di coesione, d'unità d'intenti, di certezza.
Bello, penso tra me e me. Indipendentemente dallo schieramento politico questa è un'ottima scelta per rappresentare i presupposti di uno schieramento.

Poi però vado oltre, e leggo lo slogan che è posto alla sinistra dell'immagine. "Abbiamo fatto cadere il Governo novanta volte", recita trionfante la dicitura.

E mi viene da ridere... Beh, bravi, penso. E poi? Cioè... dopo che avete fatto cadere sto ...zzo di Governo per novanta ricche volte che cosa avete fatto? E sono perplesso.

Certo, in Italia le cose vanno così... ti voto perchè sei antifascista... anticomunista... anticlericale... antiamericano e via dicendo...

Ma se io ti omaggio del mio voto cosa ne farai? Ti farai autocadere per novantuno volte? Oppure come già avvenne mandati or sono non metterai in ginocchio il demone che tanto hai stilizzato in tutti questi anni? Perderai l'ennesima occasione di fare chiarezza?

Ok... sei forte e coeso... hai fatto cadere novanta volte il Governo... e allora? Ti devo votare perchè hai fatto cadere il Governo novanta volte?

Non era meglio associare una fotografia tanto suggestiva ad una frase più utile? Magari come quest'altra.

Demagogia, va bene... però, per lo meno, costruttiva...

 
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Sacrifici

Post n°32 pubblicato il 30 Agosto 2005 da Under.me
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Leggo una intervista del presidente del Consiglio della Repubblica italiana nella quale lo stesso definisce un enorme sacrificio (vigolettato, ergo riportato esattamente) il rinnovo della propria candidatura a premier nella prossima tornata elettorale.
E mi domando: ma chi te l'ha chiesto, di sottoporti a sto sacrificio?
Forse la moglie ed i vicini di casa, preoccupati di averlo troppo nei paraggi e di dover condividere con un nuovo commensale la carne delle grigliate? Oppure i figli, colti dal timore di rigorosi controlli da parte di un austero padre vecchio stile? O forse no, l'esiguo budget familiare che necessita di esser reso meno esangue e sofferente? O magari, che so, quel sentimento di speme verso un futuro migliore che solo un animo innocente, disinteressato ed amorevole è capace di offrire?

Mi torturo, nel pensiero. E non so darmi spiegazione. Altruismo. Solo altruismo. La stessa vocazione della quale furono permeati D'Alema, Craxi, Gava e compagnia cantante. Il medesimo animo di Rutelli, Fini, Bertinotti e via elencando. Non per sè quanto per il volgo.

E io, povero pirla egoista, che faccio un lavoro che mi stomaca solamente per onorare il mutuo e riempirmi la panza...

(Nella foto "il cavaliere senza testa" - Il Mistero di Sleepy Hollow - copyright 1999 Paramount Pictures)

 
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Rientro

Post n°31 pubblicato il 24 Agosto 2005 da Under.me
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Rientro dalle ferie e appena in casa butto i bagagli sul pavimento e mi stendo sul divano. Apparentemente nulla è mutato dalla partenza. Apparentemente, tra gli ultimi due giri di chiave, la situazione si è cristallizzata. Bene, penso. Nessuna nuova buone nuove, si dice.

Aria alle pareti. Finalmente un po' di fresco a ripulire la stantia impressione di immobilità.

Una doccia è quello che ci vuole. Già... sana vecchia doccia di casa... E' una sorta di bentornato virtuale, quel lasciarsi scorrere l'acqua sul capo e sulle spalle. Piacevole sensazione. Relax fugace ma apprezzabile.

E adesso un po' d'acqua fresca... apro il frigorifero, sguarnito come una qualsiasi base sovietica in Ungheria nei primi anni novanta, e non percepisco quel refrigerio quasi tattile consueto ad ogni apertura dello sportello.
Appoggio la mano sui ripiani. Calore. Insicutibilmente calore. Sbuffo... impreco, bestemmio e sbuffo. M'incazzo.
Il beneficio della doccia è indiscutibilmente svanito. Adesso sono davanti ad un elettrodomestico, pagato in lire e nemmeno a buon mercato, che non funziona più.

Mi guardo in giro. Continuo ad imprecare e maledire ogni genere di pensiero mi accompagni. Mi ricordo che devo radermi e torno in bagno. Bestemmiando torno in bagno.

Faccio scorrere nuovamente l'acqua calda per ammorbidire la lama del rasoio e mi accorgo che l'unico flusso liquido che viene erogato è freddo.
Torno in cucina, apro l'anta che cela lo scaldabagno e scopro che non c'è scintilla. Riprovo. Faccio forza su me stesso per eseguire silente l'operazione ma nulla cambia.

Guardo il frigorifero. Guardo lo scaldabagno. Bestemmio.

A questo punto mi rendo conto che è necessario passare dalla fase distruttiva a quella propositiva, così cerco il cordless per telefonare ad entrambi i centri assistenza.

Il cordless è completamente scarico. Nell'assenza le batterie si sono azzerate e non c'è più energia.

Torno sul divano. Mi guardo in giro. Rido. Impreco, bestemmio e rido. Scuoto la testa, alzo gli occhi verso il soffitto e rido. Non ci credo nemmeno io a tutto quello che sto vivendo.

Così torno in cucina. Il frigo è ancora caldo e lo scaldabagno ancora inerte. Vado nuovamente in bagno. L'acqua è ancora fredda e per di più il tubo sotto il lavandino ha prodotto una piccola pozza d'acqua sul pavimento.

Beh... non mi resta che procedere ad una minzione liberatoria. Alzo il copriasse ed espleto. Finisco. Come si dice da queste parti, tiro la corda. Il regolaflusso non riesce a tornare nella posizione neutra e un fastidiosissimo flusso continua a scendere. M'incazzo seriamente. Divento verde e inizio a muovere la manetta che, evidentemente, ha risentito del prolungato inutilizzo. Almeno questa va a posto.

Guardo l'ora. Potrei accendere la televisione e distrarmi un attimo. Ma non ce la faccio. Ho paura..

(nella foto: esempio dell'unica zona franca domestica)

 
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Coerenza

Post n°30 pubblicato il 20 Luglio 2005 da Under.me
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Esco in pausa e sono in attesa del verde ad un incrocio particolarmente trafficato. Uno stradone a tre corsie, la centrale per il proseguimento in direzione; quella a destra per il proseguimento oppure per la svolta a destra; infine quella di sinistra con l'obbligo di svolta in quella direzione.

Verde esclusivamente per la svolta a sinistra.

Arriva un veicolo di grossa stazza che però, evidentemente in errore, non curva a sinistra all'arrivo del verde dedicato. Così si arresta ed attende di potere proseguire diritto.

A questo punto s'avvia l'insurrezione del conducente del veicolo seguente, che abbassa il finestrino e inizia a coprire d'insulti e contumelie l'ignaro guidatore causa del suo ritardo. Ignaro perchè sigillato nel suo veicolo climatizzato, probabilmente assorto nell'ascolto di una musica.

A questo punto mi sembrava brutto che tutti quegli insulti andassero sprecati, così ho richiamato l'attenzione del primo conducente e l'ho informato che c'era, dietro di lui, chi lo additava a coglione e gran testa di cazzo (dixit).

Giustamente allora il soggetto è sceso dalla macchina e, quando l'insultante lo ha osservato e constatato la massiccia mole che gli si stava parando innanzi è immediatamente sceso a più miti consigli, guardando il volante e ostentando timorosa indifferenza.

Purtroppo niente tafferuglio... Sarà il caldo...

La morale è: occorre sempre avere il coraggio di portare le proprie azioni fino in fondo.

 
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Quotidianità

Post n°29 pubblicato il 08 Luglio 2005 da Under.me
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La metropolitana, oggi, è usualmente piena. I soliti occhi assonnati, i consueti sgradevoli odori, il normale afrore di docce di risveglio intrise di profumi più o meno costosi; i soliti quotidiani gratuiti o a pagamento sfogliati con la tipica rassegnazione del travet.

Nulla di speciale, quindi. Se non la consapevolezza dell'accaduto di ventiquattr'ore fa. Un pensiero normale, distante, che però si materializza non appena si scendono le scale verso i mezzanini. E che si rende ancora più ingombrante al sopraggiungere del convoglio.

Marea umana da orario estivo in vigore. Compressione di corpi con la logica della riduzione dei costi per l'accrescimento del profitto.

Si chiudono le porte e si parte. Ho tra le mani un libro, distante anni luce dalla realtà circostante. Volgarità ed oscenità a tratteggiare miserie astratte, a tracciare paralleli molto concreti con la realtà circostante.

Si guardano le figure vicine con diffidenza, fastidio, quasi con disprezzo. Si osservano i tratti somatici, i lineamenti. Si fa esercizio di froge per analizzare la composizione chimica degli effluvi. Non si immagina che possa accadere quanto visto sugli schermi, quanto letto sui titoli. Però si lavora di fantasia.

Una fermata via l'altra... oceani che escono e che si approssimano. C'è rassegnazione e fastidio. C'è attesa e noia. Ci sono binari che si accompagnano all'infinito. Nessuno lo ammette, ma il fastidio è palpabile.

Fastidio per l'umido appiccicoso, per i compagni di viaggio, per la vita di tutti i giorni. Per una paura lontana che non si pensa possa esser propria.

Poi si scende. E non si vede l'ora di ripercorrere all'inverso il percorso.

 
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Addio magico 32

Post n°28 pubblicato il 06 Luglio 2005 da Under.me
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Probabilmente sono uno dei pochi che non ce l'ha con lui. Probabilmente sono uno dei pochi che riesce quasi a capirlo malgrado la blasfemità della scelta.
Probabilmente continuerò a nutrire per lui affetto. In modo diverso, ma continuerò.

Perchè se lavori in un'azienda, per quanto ben remunerato tu possa essere, e di punto in bianco ti fanno capire che il tuo tempo è finito, che è meglio che cambi aria... beh... non vedo perchè dovrei apporre un codice deontologico alle mie scelte.

Pecunia non olet, quindi nessun problema. Avrei preferito per lui un'altra sistemazione, tuttavia mi rendo anche conto che per lui una o l'altra si tratta semplicemente di un luogo di lavoro.

Sei anni non si cancellano. Comunque.

Non capisco semplicemente come mai non ci sia stata, in tutto Palazzo Durini, una testa fina che accettasse di controfirmare la rescissione solamente dopo aver visto quale contratto e con quale squadra era stato vergato il nuovo accordo.

Mi stupirei di vedere Maldini o, che so, Gattuso in nerazzurro. Ma Bobo in rossonero purtroppo no.

In bocca al lupo, magico guerriero. Ma solo a titolo personale.

 
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Felicità

Post n°27 pubblicato il 16 Giugno 2005 da Under.me
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La soddisfazione maggiore? Poter guardare i cugini in faccia e sussurrare "non vincete maaaaaiii..."

Meglio vincere la finale di Coppa Italia che perdere quella di Champions. E se qualcuno non è d'accordo... beh... auguri!

Ah, c'è stato chi m'ha chiesto cosa ci sia da festeggiare per una coppetta declassata e vituperata come questa. Beh, ho risposto, nella vita il segreto è sapersi accontentare di ciò che si ha... c'è gente che ha festeggiato il ritorno in serie A... e non una volta sola...

Sorridi, grande Peppino!

 
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Requiem per un campione

Post n°24 pubblicato il 13 Giugno 2005 da Under.me
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La decisione più sofferta. L'ultima, quella definitiva.
Non eri più Iron e se per noi era difficile accettarlo per te lo era ancora di più.

Il più grande degli ultimi anni, però non politically correct. Venivi da Catskill, Bronx. Non eri il nero ammaestrato... non facevi la foca per loro come Ray Sugar Leonard... non scimiottavi i bianchi come gli altri... non li temevi.

Non sei mai stato un modello, non hai mai adottato uno stile di vita adamantino. Hai sbagliato ed hai pagato. Ed hai pagato anche oltre le tue responsabilità, le tue colpe accertate, i tuoi reali errori. Ma non era sufficiente, per qualcuno. Sei stato annientato, umiliato, vessato e deriso.

Avevano in serbo per te il destino che già era stato assegnato a Buffalo Bill, ma hai rialzato la testa e non hai accettato.

Grazie, Iron Mike. Nessuno ti ha mai chiesto di essere un esempio. Sei stato la voce fuori dal coro, la poesia dell'apocalisse. Sei arrivato dove non dovevi. Come Icaro hai toccato il sole e sei precipitato. Ma chi ti ha fatto cadere, il sole, deve accontentarsi di vederlo da lontano.

 
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E io, contribuente, pago...

Post n°21 pubblicato il 07 Giugno 2005 da Under.me
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Leggo dello strano caso del giovane al quale è stata tolta la patente in quanto omosessuale e mi interrogo.
Non tanto sulla logica del provvedimento, si commenta da sola, quanto sulle sue conseguenze.
Dunque, ricapitoliamo. Agendo in nome dello Stato, e quindi del popolo italiano, un giudice toglie il permesso di guida a causa della tendenza gay manifestata dal reo durante le visite di leva.

Visite che ho sostenuto anch'io e che immagino esser state ben diverse dalle mie per potere accertare la diversità di gusti sessuali. Come avranno mai fatto, mi domando, gli zelanti preposti a concordare sull'inclinazione del giovine?! Film porno? Avances di una procace infermiera o di un  avvenente medico? Il mistero permane e s'infittisce...

In ogni caso, tornando a bomba, il ragazzo si sente giustamente discriminato da un provvedimento così palesemente privo di fondamenti giuridici ed incarica un legale di provvedere alla tutela dei suoi diritti.

Come era logico, la Corte di Cassazione non solo riconosce l'illegittimità del provvedimento ma elargisce un risarcimento equitativo, per il danno morale arrecato, pari a cinquecentomila euro, quasi una miliardata delle vecchie lire.

E chi paga, a questo punto? Colui che ha causato il tutto? Il fenomenale giudice? Noooooo...

E allora chi, mi domando retoricamente? Ovvio, la collettività... lo Stato! Che basandosi sul gettito dei contribuenti elargirà quanto pattuito.

Riflessione finale

La prossima volta che farò le visite di leva mi dichiarerò omosessuale, mi metterò d'accordo con un giudice e mi basterà avere un pelo di pazienza per portare a casa, dopo qualche anno, una discreta cifra. Altro che gratta e vinci... senza nemmeno dovere spendere un centesimo per acquistare un biglietto...
(o forse è per questo che han tolto la leva obbligatoria?!)

 
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