Creato da MarioRagagnin il 09/08/2006
L'autogestione dal basso

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MarioRagagnin
MarioRagagnin il 26/03/11 alle 10:42 via WEB
Basta proteste a vuoto, che lasciano il tempo che trovano Le minoranze richiederanno autonomie e indipendenze ai fini di attuare un progetto mondiale, per realizzare il quale occorre essere liberi e sovrani. È solo l'esposizione di un programma generale (analogamente a come fanno i candidati a cariche), quale controproposta in positivo allo stato delle cose, che fonderà e integrerà il diritto di vedersi riconosciuto uno status alla pari coi vertici in carica. Ciò dimostrerà la maturità e perciò la idoneità di quella minoranza a non essere più bloccata e trattata da base. L'impedimento esercitato dai vertici sulle masse ha una giustificazione finché queste non sono sufficienti a sé. Quando esse si dimostrano capaci di autogestirsi, con l'essere pronte a liberare gli altri (come è tipico di qualsiasi capo, che diventa capo per questo motivo), viene meno e cade ogni funzione e diritto dei capi su esse. Ciò vale non solo per le collettività, grandi e piccole, ma anche per un solo individuo. Le singole persone hanno lo stesso diritto e dovere di una collettività e di uno Stato. È sufficiente che uno di base richieda esplicitamente ai capi quanto gli occorre, precisando in positivo i mezzi e le forme, e che cosa devono fare essi entro il suo progetto, perché egli dimostri di avere tutti i diritti nei confronti dei capi. Ciò configura, anche secondo le leggi positive vigenti, la responsabilità giuridica dei capi: che dovranno rispondere di quello che altrimenti avranno omesso. Non si può invece (come si fa nel procedimento naturale) accusarli solamente dopo, di ciò che avverrà. Mario Ragagnin www.marioragagnin.net
 

 
MarioRagagnin
MarioRagagnin il 20/01/11 alle 17:29 via WEB
Il problema di fondo -www.marioragagnin.net Oggi, seguendo il procedimento naturale, ogni conquista si ferma al primo passo. Si accorge di quello che manca, ma non sa cosa fare per colmare la lacuna. Crede che il protestare (tipico della base che così resta base) sia sufficiente, e che il dovere di trovare una soluzione in positivo spetti ai capi. Così si ritorna all'azione negativa a due dimensioni. Le associazioni di base protestano perché facciano tutto i capi tradizionali, le cosiddette autorità, e decidano loro quello che occorre per risolvere i problemi. Creano così le premesse perché i capi giustifichino ancora di più sé stessi, e con ciò non facciano altro che aggravare i problemi stessi. E l’aspetto più paradossale di questo procedimento sta poi nel fatto che così i dirigenti delle associazioni di protesta giustificano l’azione di autoaffermazione in negativo della propria associazione, gratificano l’emotività dei seguaci e giustificano la propria collocazione di vertice. Soprattutto perché nessuno pensa che stia proprio lì il problema di fondo di ogni male. L'errore di partenza è dovuto al ritenere che la causa del cattivo andamento delle cose sia la cattiva volontà degli uomini, e precisamente di quelli che in quel momento ci troviamo di fronte ad ostacolarci (e che noi stiamo ostacolando). Mario Ragagnin www.marioragagnin.net
 

 
MarioRagagnin
MarioRagagnin il 17/05/09 alle 09:02 via WEB
Grazie, ormalibera, dell'attenzione e delle parole di condivisione e suggerimento,che terrò presenti. Se ti interessano queste idee, puoi visitare il mio sito www.marioragagnin.net Ci risentiamo. Cordialmente, Mario Ragagnin
 

 
ormalibera
ormalibera il 28/03/09 alle 17:49 via WEB
condivido, spero che la gente che la pensa in questo modo possa diventare quella famosa "massa critica" che poi farà davvero la differenza, ovvero un vero cambiamento del percorso sin qui toccato. Un saluto
 

 
MarioRagagnin
MarioRagagnin il 21/08/06 alle 18:49 via WEB
www.marioragagnin.net COME INIZIERÀ L’AUTOGESTIONE DAL BASSO Le associazioni di base devono collegarsi e fare sistema Oggi ci sono un'infinità di associazioni locali; che si ritengono senza potere, perché non sanno che devono collegarsi tra loro per creare sistema e formare quella autosufficienza che le renda indipendenti anzitutto psicologicamente. Gli animatori delle associazioni di base devono diventare puramente organizzativi. Il procedimento naturale, di dare voce a chi non ce l'ha, è di attribuirgli una cosiddetta identità. Gli animatori di associazioni sentono questo impulso nel guidare il gruppo, e credono in buona fede di dare a esso una identità e una importanza di immagine verso il mondo. Ciò è valido come punto di partenza. Ma se il gruppo non procede oltre, in modo da estrinsecare l'identità in funzione di unificazione (e perciò di soluzione) del mondo esterno, rimane passivo e cristallizzato, compiacendosi di sé stesso come se fosse il punto di arrivo dell'evoluzione e della storia. Invece l'identità di ogni entità (individuale e collettiva) proviene da tante radici contemporaneamente; e noi la scopriremo nell'azione dinamica volta all'esterno e proiettata al futuro, verso le realtà che andremo a risolvere e che si riveleranno identiche a noi. Oggi ogni iniziativa ritorna al punto di partenza, alla collettività da cui è promossa, ritenuta anche punto di arrivo a causa della mentalità del castello che provoca il corto circuito. Il collegarsi con gli altri gruppi, già operanti altrove e in altra forma, permetterà ai membri del gruppo di partenza di estrinsecare sé stessi con l'indicazione di quello che occorre aggiungere, di collegamenti esterni e di integrazioni interne. Ne conseguirà una forza qualificata delle basi sulle autorità, dalle locali fino all'ONU, per ottenere strutture di sostegno e mezzi di comunicazione (a nome di tutti: il che fonderà il diritto). Ogni comunità si raccoglie in sé al posto dell'intera umanità. La comunità deve sgomitolarsi: dopo aver costruito il filo costruendo sé stessa, deve tesserlo con i fili delle altre realtà: per costruire il comune tessuto dell'umanità. www.marioragagnin.net
 

 
MarioRagagnin
MarioRagagnin il 16/08/06 alle 18:06 via WEB
La soluzione dei problemi mondiali è possibile e urgente di Mario Ragagnin Il potere ai Volontari (prima parte) Si ridistribuirà il potere a tutti gli uomini sotto forma di libertà attraverso l'intrecciarsi delle ideologie fra i popoli e le nazioni. Ciò capovolgerà i rapporti tra i governi e le basi all'interno degli Stati. Non è un passaggio di poteri a una determinata categoria. Ma è la dissoluzione del fenomeno "potere" (verticistico attuale) consistente nella somma di libertà sottratte ai sottoposti. Il potere ritornerà al punto di partenza, ad ogni uomo, ad acta, in forma di mezzi, facoltà e riconoscimenti da utilizzare ai fini dell'unificazione umana. I Volontari, ottenendo quanto è necessario per realizzare il loro progetto, svuoteranno i governi di diritti e legittimazione. La sovranità assoluta degli Stati sarà riconosciuta alle singole persone. Il nuovo ordine umano partirà da Israele (seconda parte) Israele è l'occhio del ciclone perché è la culla delle idee che muovono i Paesi decisionali, l'Occidente e l'Islam. Israele, fornendo le strutture ai Palestinesi e predisponendosi ad essi per l'espansione comune verso i Paesi terzi, diverrà il leader degli Arabi e dell'Islam. I Volontari di tutto il mondo, nuovi emergenti di base, con l'intrecciare religioni e politiche fra gli Stati, uniranno i popoli. E, appoggiandosi ai religiosi (cattolici, protestanti, ortodossi e musulmani) col legittimarli e renderli egemoni rispetto ai governi, controlleranno l'ONU. L'autogestione dal basso unificherà e libererà l'umanità (terza parte) Per unificare l'umanità dal basso e così risolvere tutti i problemi, tradurremo le ideologie (oggi qualitative, e perciò intraducibili fra loro se non con la forza) nel comune denominatore dei rapporti di potere fra basi e vertici (individuali e collettivi) da cui le ideologie derivano. I fini ideologici si risolveranno nei mezzi di reciproca apertura e disponibilità. La soluzione oggettiva consisterà nell'organizzazione che si formerà a tale fine, e che rappresenterà il cervello dell'umanità, oggi inesistente. Il procedimento, unificando l'umanità, risolverà i problemi delle conflittualità già dall'inizio del suo configurarsi. Lo spirito unitario immortalerà in sé chi avrà contribuito a farlo essere. www.marioragagnin.net info@marioragagnin.net
 

 
lucignolo_fumante
lucignolo_fumante il 09/08/06 alle 19:32 via WEB
...hai già firmato la petizione?..se non lo hai ancora fatto...ti prego fallo...e fa firmare tanti di digiland...Passavo di quì...un saluto.... Se ti va, vieni nel mio blog, a firmare una petizione a favore di 1800 persone rinchiusi in container, in Eritrea.Grazie Dio ti ricompenserà.
 
 
 

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