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UN AMORE GRANDE

La sera di giovedì 7 settembre, il portone del civico numero 10 di via Palestro, nel nuovo cuore della città di Genova edificato poco più di una decina d'anni prima, era aperto. Alla spicciolata arrivarono dei singolari personaggi che, a vederli oggi, si sarebbe detto fossero appartenuti al Circolo Pickwick. Se l'aspetto tradiva la loro provenienza, i loro cognomi - come si seppe più tardi - non potevano che confermarla: Charles De Grave Sells, S.Green, G.Blake, W.Riley, D.G.Fawcus, Sandys, E.De Thierry, Jonathan Summerhill Senior e Junior, e soprattutto Charles Alfred Payton. Questi, futuro baronetto dell'Impero Britannico, era il Console generale di S.M. la Regina Vittoria a Genova. E l'appartamento (all'interno 4) che accolse l'allegra compagnia d'Albione era proprio la sede del Consolato inglese nella Superba. La cerimonia che stava per andare in scena era l'ufficializzazione del circolo sportivo che da oltre un anno svolgeva una indefessa attività, àuspici e protagonisti i residenti britannici nel capoluogo ligure: il Genoa Cricket and Athletic Club.

 

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« COSA NON SI FA X STARE S...ASSASSINI »

Siete patrioti

Post n°363 pubblicato il 06 Dicembre 2008 da riddik61
 

Berlusconi brinda con i soci della Cai. Li chiama "patrioti" e annuncia future
assunzioni nella compagnia aerea. Rivolgendosi ai soci della cordata riuniti a
cena a Villa Madama, a Roma, insieme a Intesa Sanpaolo, il presidente del
Consiglio definisce il salvataggio di Alitalia "un atto di patriottismo
necessario per avere una compagnia di bandiera italiana e salvaguardare il
turismo, settore vitale per il nostro Paese". "Ci guadagnerete". Berlusconi non nasconde la convinzione che aver
salvato la compagnia si trasformerà per gli azionisti della nuova azienda in
un"buon investimento": "Vi ho consentito l'ingresso in un settore in crescita -
dice - e sono convinto che alla fine questa operazione vi permetterà di
guadagnarci". 



Quanto ci costa la furbata sporca di Berlusconi su Alitalia

Lo schema messo a punto da Banca Intesa per salvare l'Alitalia costa allo
Stato tra i 2,8 e i 4,4 miliardi in più rispetto alla soluzione prospettata
da Air France. Colloquio con Ugo Arrigo Nei prossimi sette anni la
realizzazione del piano messo a punto da Banca Intesa per Alitalia rischia
di costare allo Stato tra i 2,8 e i 4,4 miliardi in più rispetto allo schema
a suo tempo prospettato da Air France-Klm... A fare i conti è Ugo Arrigo,
professore di Finanza pubblica all'Università di Milano Bicocca. 
Il punto di partenza è il mancato introito legato all'operazione con Air
France. Il gruppo guidato da Jean-Cyril Spinetta, oltre a farsi carico di
passività e di nuovi investimenti per più di 3 miliardi, avrebbe pagato 135
milioni. Il Tesoro, azionista al 49 per cento, ne avrebbe dunque incassati
66 e spiccioli. Poi bisogna mettere nel conto le perdite accumulate dalla
compagnia aerea da aprile, quando sarebbe stato possibile cederla ai
francesi, almeno fino a settembre. Di sicuro è stato bruciato l'intero
prestito-ponte di 300 milioni. Più una cifra compresa tra i 100 e i 300
milioni, che per il solito 49 per cento è di competenza del ministero di
Giulio Tremonti. Si passa quindi al capitolo creditori e obbligazionisti".

Cioè?
"L'Alitalia ha debiti per 1,2 miliardi, che è più realistico stimare in 1,5.
Per tutto quello che cederà alla nuova società, aerei, slot e quant'altro,
il commissario incasserà circa trecento milioni. Poi Augusto Fantozzi
cercherà di vendere la parte della flotta non rilevata da Roberto Colaninno
& C.: un centinaio di aerei piuttosto vecchi. Ma piazzare una simile
quantità di velivoli, che per giunta consumano troppo in un'epoca di
caro-barile, non è una cosa facile, e dovrà tenere i prezzi molto bassi.
Alla fine, dunque, il Tesoro dovrà mettere mano al portafoglio per una cifra
tra i 450 e i 650 milioni di euro. Altri 150 milioni, che potrebbero salire
a 250, se ne andranno poi per indennizzare, così come previsto dal decreto
che ha modificato la legge Marzano, i piccoli azionisti rimasti incagliati
nel disastro Alitalia".

Tirando le somme?
"Tra maggiori spese e mancati introiti, l'operazione che vede protagonisti
Colaninno e soci costerà allo Stato tra i 4,1 e i 6,8 miliardi di euro nei
prossimi sette anni".

Quindi circa cento euro a italiano, compresi i neonati... E invece il piano
Air France quanto costava?
"Il piano Spinetta oscillava tra 1,3 e 2,4 miliardi sempre nei sette anni.
La differenza è dunque compresa in una forchetta che va da 2,8 a 4,4
miliardi di euro".

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Un blog di: riddik61
Data di creazione: 28/06/2005
 

CHE GUEVARA

 

HO SENTITO CHE NON VOLETE IMPARARE NIENTE

Ho sentito che non volete imparare niente.
Deduco: siete milionari.
Il vostro futuro è assicurato - esso è
Davanti a voi in piena luce. I vostri genitori
Hanno fatto sì che i vostri piedi
Non urtino nessuna pietra. Allora non devi
Imparare niente. Così come sei
Puoi rimanere.

E se, nonostante ciò, ci sono delle difficoltà, dato che i tempi,
Come ho sentito, sono insicuri
Hai i tuoi capi che ti dicono esattamente
Ciò che devi fare affinché stiate bene.

Essi hanno letto i libri di quelli
Che sanno le verità
Che hanno validità in tutti i tempi
E le ricette che aiutano sempre.

Dato che ci sono così tanti che pensano per te
Non devi muovere un dito.
Però, se non fosse così
Allora dovresti studiare.

-Bertolt Brecht

 

UN DOVEROSO RICORDO

immagine

www.uaar.it

Campagna di “sbattezzo”


Il più importante riconoscimento giuridico ottenuto dall’UAAR.

In risposta all’arroganza delle gerarchie ecclesiastiche, abituate a millantare cifre fantasiose sul numero dei proprî fedeli basate sui battesimi, l’UAAR ha sensibilizzato i proprî soci a chiedere alle parrocchie la cancellazione del proprio nome dai registri dei battezzati.

L’indisponibilità dimostrata dal clero cattolico ad accogliere questa richiesta ha spinto l’UAAR a presentare un’istanza al Garante per la tutela della privacy: quest’ultimo, nel settembre 1999, si è pronunciato sull’argomento riconoscendo il diritto di ogni cittadino a veder annotata la propria volontà di non essere più considerato un fedele della Chiesa cattolica. Il 21 novembre 2002 la Conferenza Episcopale Italiana, riunita in seduta plenaria, ha preso ufficialmente atto della legittimità delle richieste di cancellazione degli effetti civili del battesimo formulate dai soci UAAR.

Da allora, migliaia di cittadini italiani si sono “sbattezzati”, anche se nel frattempo l’obiettivo “statistico” è venuto meno (le cifre diffuse sui battesimi sono comunque non vere).

Il timore di subìre pratiche religiose quando non si hanno più le forze per impedirle; la spinta a uscire da un’organizzazione sempre meno religiosa e sempre più politicizzata, mandandole un segnale molto forte; la volontà di non essere più considerato, da un punto di vista legale, subordinato alle gerarchie ecclesiastiche; la scelta di essere coerenti fino in fondo; l’orgoglio di rivendicare la propria identità atea: tutte queste motivazioni hanno creato un vero e proprio fenomeno di costume, che ha attirato l’attenzione di diversi media.

Per maggiori dettagli consultate la scheda relativa: troverete anche un modulo pro-forma da compilare e spedire per cancellare ogni effetto civile derivante dall’appartenenza alla Chiesa cattolica.

 

QUARCÖSA


Aldo Gennaro

Ho bezëugno de credde
in quarcösa
co no segge lontan
comme o çê.
Quarcösa co segge ciù vixin,
ciù concreto,
co me parle, co me stagghe a sentî.
Co me dagghe amicizia, emoziôin, amô.
Co me fasse sognà.
Che insemme se posse
giöi, soffrî
de tûtto quello che o futuro
da vitta o l'avià da parte pe noî.
E questo quarcösa
vêuriae che ti fosci tì.

 
 

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