RIVOLUZIONE COPERNIC

LA RIVOLUZIONE COPERNICANA NEL PIATTO. Anche l'alimentazione onnivora sotto accusa, quale ultimo corollario della visione antropocentrica dell'Universo. Se l'uomo può fare a meno della carne, come già dimostrato dalla Scienza, non è ammissibile che gli sia ancora concessa la possibilità di uccidere solo per un sapore in bocca.. CREDI DAVVERO CHE X UNA BISTECCA NE VALGA LA PENA? guarda l'immagine del blog

 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Agosto 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30 31  
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 7
 

TESTIMONIANZE

 

NESSUNO CI PENSA MAI....MA GLI ANIMALI CHE FACCIAMO NASCERE APPOSTA X L'ALIMENTAZIONE FANNO FECI...

Post n°101 pubblicato il 07 Aprile 2008 da anatomia.comparata
 
Tag: FECI

http://www.alimentazionesostenibile.org/...
"...Produzione di escrementi da parte della popolazione
globale degli USA: 5.500 chili al secondo
- Produzione di escrementi da parte del bestiame allevato
negli USA: 105.000 chili al secondo
- Quantita’ di rifiuti non riciclabili prodotti in un anno negli
USA dagli allevamenti: 1 miliardo di tonnellate"
*
http://www.progettogaia.it/dirittiuman/f...

 
 
 

Dal Lancet: occorre più che dimezzare il consumo di carne

Post n°100 pubblicato il 04 Aprile 2008 da SSNV_Aggiornamenti_S
 
Tag: LANCET

Nel numero del 13 settembre della rivista scientifica internazionale "The Lancet", l'articolo "Cibo, allevamenti, energia, cambiamenti climatici e salute" mostra quanto questi aspetti siano correlati tra loro e quanto sia urgente una diminuzione drastica del consumo di carne per evitare il disastro ambientale.

E la responsabilità, sottolineano, è di tutti.

Nell'abstract, gli autori - scienziati di varie università in Australia, Gran Bretagna e Cile - spiegano che il cibo fornisce energia e nutrimento, ma anche per produrlo occorre spendere energia e la quantità di energia spesa per unità di energia ottenuta dal cibo è in continuo aumento.

La correlazione tra energia, cibo e salute è oggi molto complessa e pone delle sfide molto serie alle istituzioni di tutto il mondo.

Esiste ancora la malnutrizione, ma esiste anche il problema opposto della sovralimentazione, che causa obesità e altre conseguenze per la salute molto rilevanti.

Nel mondo, le attività agricole, in special modo l'allevamento dei polli e delle vacche, sono responsabili per circa un quinto del totale delle emissioni di gas serra, che contribuiscono al cambiamento climatico.

Le istituzioni dovrebbero prestare una particolare attenzione ai rischi per la salute dovuti al rapido aumento del consumo di carne, rischi dovuti sia all'impatto delle produzione di carne sul cambiamento climatico sia al diretto contributo all'insorgenza di alcune malattie legate al consumo di alimenti animali.

Per prevenire l'aumento di emissioni di gas serra occorre ridurre sia il livello globale dei consumi di prodotti animali, sia l'intensità delle emissioni.

La proposta è quella di una strategia di contrazione dei consumi e convergenza verso un livello di consumo sostenibile.

L'attuale media globale dei consumi di carne è di 100 grammi al giorno per persona, ma con molte differenze (anche di 10 volte) tra le varie regioni del mondo (vedi tabella).

L'unica soluzione è dunque quella di ridurre il consumo di prodotti animali da parte dei paesi più ricchi, e fissare una soglia da non superare per i paesi in via di sviluppo, in modo che tutti i paesi convergano verso lo stesso livello di consumo, molto più basso di quello attuale dei paesi ricchi: non più di 90 grammi di carne al giorno pro-capite.

Tabella:
Regione - Consumi giornalieri di carne pro-capite in grammi
Africa 31
Asia meridionale e orientale 112
Asia occidendale (compreso il medio oriente) 54
America Latina 147
Paesi in via di sviluppo (media) 47
Paesi sviluppati (media) 224
Totale 101

Per arrivare a 90 grammi, nei paesi industrializzati come l'Italia, occorre dunque più che dimezzare il consumo di carne, per la precisione arrivare a un consumo che sia del 40% rispetto all'attuale.

Secondo l'articolo del Lancet, in alcuni paesi l'energia totale spesa per la produzione di cibo è molto superiore a quella ottenuta dal cibo stesso, il che non è ormai più sostenibile. Un altro aspetto messo in luce è quello della scarsità del terreno utilizzabile per coltivare mangimi per gli animali o per far pascolare gli animali. Ormai la domanda crescente di carne che arriva dai paesi in via di sviluppo può essere soddisfatta (e solo in parte) usando le foreste pluviali del Sud America, specie del Brasile, Bolivia e Paraguai.

L'articolo degli esperti di nutrizione illustra inoltre una serie di punti e dati statistici molto interessanti e precisi che vogliamo qui riassumere:

- Le emissioni di gas serra causate dal settore agricolo sono pari al 22% del totale; come percentuale questa è simile a quella dovuta all'industria e maggiore di quella dovuta al settore dei trasporti.
L'allevamento degli animali per la carne (compresa la coltivazione del mangime e il
trasporto) contribuisce per l'80% al totale del settore agricolo.

- Il metano e l'ossido nitroso - entrambi potenti gas serra e strettamente associati all'allevamento di bestiame - contribuiscono al totale per il settore agricolo molto di più dell'anidride carbonica.

- Data la situazione, è urgente un intervento per bloccare le emissioni dovute all'agricoltura e soprattutto all'allevamento. Invece, il numero di animali allevati è in crescita continua e si prevede che lo sarà ancora per decenni, specie nei paesi in via di sviluppo.

- Le tecnologie applicabili a costo sostenibile possono ridurre le emissioni al massimo di un 20%, per questo l'unica soluzione realisticamente applicabile è quella della contrazione dei consumi.

La conclusione degli scienziati, con la quale il NEIC - Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione - non può che essere d'accordo, e che farà il possibile per diffondere e sostenere, è che il problema del cambiamento climatico richiede risposte forte e radicali.
Come sostengono gli autori dell'articolo, all'obiezione secondo cui la diminuzione dei consumi e la convergenza verso un livello comune non potrà funzionare perché la gente ama mangiare carne, si deve rispondere con l'urgenza e la necessità estrema di un cambiamento per fermare un problema ben più serio delle preferenze alimentari delle persone.

Le persone più informate, nei paesi ricchi, specie in Gran Bretagna, stanno già dimostrando di voler ridurre il consumo di cibi animali, a quanto sembra soprattutto per prevenire il rischio di malattie cardiovascolari. Per aiutare le persone a fare questa scelta, affermano gli autori, sarà utile eliminare i sussidi statali alla produzione di mangimi animali (grano e soia), in modo che il prezzo al consumo rispecchi i reali costi, e quindi aumenti. Questo inoltre aiuterebbe a dirottare i raccolti verso i paesi poveri, per il diretto consumo umano, riducendo la "concorrenza" tra la coltivazione di cibo per gli animali e quella di cibo per gli umani.

La proposta porterebbe a molti effetti collaterali positivi: una dieta più sana, migliore qualità dell'aria, maggiore disponibilità di acqua, una razionalizzazione dell'uso dell'energia e della produzione di cibo.

Naturalmente, aggiungono gli esperti del NEIC, maggiore sarà la contrazione dei consumi di alimenti animali, maggiore sarà il benessere che si può raggiungere da ogni punto di vista: impatto sull'ambiente, consumo di risorse ed energia, salute, benessere degli animali.

Comunicato del NEIC - Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione
http://www.nutritionecology.org/it/

Fonte: Anthony J McMichael, John W Powles, Colin D Butler, Ricardo Uauy,
Food, livestock production, energy, climate change, and health, The
Lancet, September 13, 2007
http://www.eurekalert.org/images/release_graphics/pdf/EH5.pdf

 
 
 

UNO STUDIO SULL' IMPATTO DEI DIVERSI STILI ALIMENTARI SULL'AMBIENTE.......

Post n°99 pubblicato il 03 Aprile 2008 da vendikatore.affli

Articolo sull'impatto ambientale dei diversi stili alimentari pubblicato sull'European Journal of Clinical Nutrition

Un importante risultato è stato ottenuto con la pubblicazione sull'autorevole rivista scientifica internazionale "European Journal of Clinical Nutrition" dell'articolo intitolato "Evaluating the environmental impact of various dietary patterns combined with different food production systems" (Valutazione dell'impatto ambientale dei vari stili alimentari e dei diversi metodi di produzione): l'articolo afferma e sostiene con risultati numerici la preferibilità dell'alimentazione a base vegetale dal punto di vista dell'impatto sull'ambiente. Le diete esaminate sono: - alimentazione onnivora/vegetariana/vegan; i metodi di produzione: - allevamento intensivo e agricoltura non biologica/allevamento e agricoltura biologici.

Per approfondimenti: http://www.agireora.org/info/news_dett.php?id=51

 

 
 
 

Post N° 98

Post n°98 pubblicato il 03 Aprile 2008 da SSNV_Aggiornamenti_S
 

UNA BISTECCA CHE PUZZA
L'ennesimo allarme catastrofico sul futuro del pianeta. Eppure c'e' una cosa che possiamo fare anche noi, stando comodamente seduti a leggere il giornale. Ed e' semplicissima: eliminare la bistecca dalle nostre tavole.

 
 
 

Post N° 97

Post n°97 pubblicato il 03 Aprile 2008 da SSNV_Aggiornamenti_S
 

LA SPESA DI MARIO TOZZI
Il conduttore televisivo, presidente del Parco dell'Arcipelago toscano, vegetariano da otto anni, al supermercato per una spesa in nome della tutela ambientale.
"Sono vegetariano da otto anni -esordisce Tozzi, entrando nel supermercato con il carrello- percio' mangio tanta frutta e verdura, privilegiando il biologico".

 
 
 

MANGIARE CARNE DANNEGGIA IL CLIMA

Post n°96 pubblicato il 03 Aprile 2008 da SSNV_Aggiornamenti_S
 

Rischio siccità? Meno carne, e risolviamo il problema Argomento: Salute/Ecologia della nutrizione

L'allarme siccità di cui si parla in questi giorni non è certo un problema solo italiano: la scarsità d'acqua, il sovrasfruttamento delle falde acquifere e il loro inquinamento sono uno dei più gravi problemi del nostro tempo. Un problema di cui molto si discute, ma troppo poco peso viene dato un aspetto: il consumo d'acqua (e il suo inquinamento) legato alle nostre scelte alimentari.

"Eppure è proprio su questo aspetto che ciascun singolo cittadino può intervenire molto efficacemente", dichiarano gli esperti dl NEIC, il Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione. "Se pensiamo che per produrre un solo chilo di carne bovina si consuma tanta acqua quanta ne consuma una persona in un anno per tutte le sue necessità - bere, cucinare, lavarsi, fare il bucato, ecc. - è chiaro che la prima cosa da fare, per risparmiare davvero acqua, è diminuire i consumi di alimenti animali, privilegiando il consumo diretto di vegetali (cereali, legumi, verdura, frutta): come singola azione da compiere è la più potente in assoluto, molto di più di qualsiasi altra azione di risparmio il singolo cittadino possa compiere."

Per approfondimenti:
http://www.agireora.org/info/news_dett.php?id=218

 
 
 
 
 

Il clima e l'allevamento

Post n°94 pubblicato il 03 Aprile 2008 da Rivoluzione_Copernic
 
Foto di Rivoluzione_Copernic

Pubblicato dalla Fao un rapporto sugli impatti climalteranti della zootecnia a livello mondiale, insieme a una proposta di approcci tecnici e decisionali per mitigare gli effetti.

Secondo uno studio commissionato dalla FAO, l’industria mondiale del bestiame è responsabile direttamente ed indirettamente del 18% delle emissioni globali di gas ad effetto serra. E’ il caso, per esempio, della deforestazione per le attività di pascolo. La FAO auspica politiche e misure adeguate al fine di combattere l’aumento dei gas ad effetto serra, in particolare alla luce delle stime di produzione di carne al 2050, che indicano una crescita attesa del 50%.

LM

H. Steinfeld, P. Gerber, T. Wassenaar, V. Castel, M. Rosales, C. de Haan (2006). Livestock’s long shadow. FAO

http://qualenergia.it/view.php?id=510&contenuto=Documento

 
 
 

Post N° 93

Post n°93 pubblicato il 01 Aprile 2008 da SSNV_Aggiornamenti_S

CLIMA: MENO CARNE PER RIDURRE LE EMISSIONI DI CO2
Ridurre il consumo di carne per combattere i cambiamenti climatici: e' l'appello rivolto dal presidente del Comitato Intergovernativo sul mutamento climatico (Ipcc), Rajendra Pachauri, ai cittadini europei nel corso dell'assemblea della Commissione sui cambiamenti climatici del Parlamento europeo.

 
 
 

Post N° 92

Post n°92 pubblicato il 01 Aprile 2008 da SSNV_Aggiornamenti_S
 

SE IL PIANETA MUORE DI BISTECCA
Vivere al vertice della scala delle proteine è piuttosto un rischio che non un vantaggio.

 
 
 

ESPERTI DI SALUTE NEL MONDO RACCOMANDANO LA DIETA VEGETARIANA

Post n°91 pubblicato il 01 Aprile 2008 da Rivoluzione_Copernic
 

La dieta vegetariana non protegge soltanto la salute personale ma contribuisce anche alla salvaguardia dell'ambiente, così hanno affermato i responsabili della salute della Chiesa avventista a livello mondiale, riuniti in un congresso all'Università avventista di Loma Linda, California.

 
 
 

DUE VERONESI AL SUMMIT DEI VEGETARIANI

Post n°90 pubblicato il 01 Aprile 2008 da Rivoluzione_Copernic
 

Contributo degli esperti scaligeri all'incontro di Loma Linda per spostare la riflessione sugli squilibri alimentari che affliggono il mondo
.

 
 
 

SULL'ACQUA CI GIOCHIAMO TUTTO... CI GIOCHIAMO LA NS. STESSA DEMOCRAZIA E IL FUTURO DEL PIANETA!!

Post n°89 pubblicato il 01 Aprile 2008 da Rivoluzione_Copernic
 

Caro Walter...
Nella giornata mondiale dell'acqua Alex Zanotelli scrive a Walter Veltroni: "Caro Walter, sull'acqua ci giochiamo tutto, ci giochiamo la nostra stessa democrazia, ci giochiamo il futuro del pianeta..."

http://www.vegetariani.it/vegetariani/articles/1938.html

 
 
 

LESSON NUMBER TWO.  I pesticidi:  perchè oggi siamo costretti ad usarli?

Post n°88 pubblicato il 27 Marzo 2008 da simoveganblu
 

Ora Ti dimostro perchè se abolissimo gli allevamenti intensivi (lasciando, a chi vuole mangiar carne, la possibilità, se proprio deve, di andare a caccia),    NON dovremmo più utilizzare i pesticidi...   ..Leggi bene...

Se tutti i terreni coltivabili della terra venissero usati esclusivamente per produrre alimenti vegetali, si potrebbe sfamare una popolazione 5 volte superiore a quella attuale: verrebbe quindi risolto il problema della fame nel mondo.

Per ottenere 1 kg di carne occorrono 15 kg di cereali; il resto va in escrementi.

Questi, vista la grande quantità, non possono essere riassorbiti immediatamente dal terreno e di conseguenza immettono ammoniaca e metano nell’atmosfera.

L’ammoniaca prodotta dagli allevamenti è riconosciuta come una delle maggiori cause delle piogge acide e il metano va ad aggiungersi a quei gas responsabili dell’effetto serra.

Per poter nutrire un così alto numero di animali da allevamento è necessaria una sovraproduzione di cereali e per far ciò vengono utilizzate grandi quantità di fertilizzanti (come l’azoto) e pesticidi .

L’azoto finisce nei fiumi e nei mari, soffoca i pesci e facilita il formarsi delle alghe (quelle che ci ritroviamo sotto forma di mucillagine).

I pesticidi vengono ingeriti dagli animali allevati portando la loro carne a una concentrazione di residui che risulta essere 14 volte superiore a quella contenuta nei vegetali.

Ogni anno viene bruciata una parte della foresta amazzonica per far posto a nuove coltivazioni e a nuovi allevamenti, la cui carne è destinata anche al mercato europeo (è grande ma finirà… e dopo cosa respiriamo?).

Senza la produzione di carne, solo 1/5 del terreno agricolo verrebbe utilizzato per le coltivazioni, lasciando rigenerare la terra (non avremmo quindi bisogno di utilizzare fertilizzanti chimici).

 
 
 

MEGLIO LA CACCIA DEGLI ALLEVAMENTI INTENSIVI.  Riporto da Simo

Post n°87 pubblicato il 27 Marzo 2008 da Rivoluzione_Copernic
 

Premetto che ho perso, proprio l'anno scorso, l'uomo che amavo perchè andava a caccia, volevo solo dire che se paragoniamo la caccia agli allevamenti intensivi, allora è più ecologica (oltre ad evitare castrazioni inutili, animali storpiati e costretti in gabbie minuscole aspettando che ingrassino, senza nemmeno potersi muovere di un millimetro)

perchè non comporta il previo abbattimento di intere foreste x far spazio alle coltivazioni di foraggio per gli animali,

né comporta piogge acide e inquinamento di tutte le falde acquifere causato dalla concentrazione in un unico punto di un ammasso enorme di letame ogni giorno.

 

 
 
 

SE IL PIANETA MUORE DI BISTECCA - La Stampa

Post n°86 pubblicato il 27 Marzo 2008 da Rivoluzione_Copernic

MARIO TOZZI
Proviamo a riflettere ancora una volta sulla scelta degli uomini di «sacrificare» animali in grandi quantità in occasione delle feste comandate, magari appena dopo un digiuno o un venerdì «di magro». Atteso che quasi nessuno ricorda più neppure lontanamente l'eventuale origine religiosa o tradizionale, resta l'ecatombe priva di senso logico e del tutto fuori linea rispetto al futuro ambientale del pianeta. Non è questione di empatia con altri esseri viventi. Non è, in altre parole, questione di decine di migliaia di agnelli sgozzati, di centinaia di migliaia di maiali dissanguati e milioni di polli costretti a vivere tutta la loro vita nello spazio di un foglio A4: nessun animale si comporta così verso gli altri, e già questo uso industriale e massivo di altri viventi ci porrebbe oggettivamente fuori dal corso naturale della storia del pianeta. Il fatto è che gli uomini non nascono carnivori né predatori, al contrario, come testimoniamo i ritrovamenti paleontologici per anni male interpretati: noi eravamo oggetto della caccia di tigri dai denti a sciabola insieme ai mammuth, non gli uccisori degli altri. Dentizione, lunghezza dell'intestino e molti altri caratteri testimoniano che eravamo destinati a mangiare vegetali e solo occasionalmente proteine di origine animale, carogne o animali malati cacciati per caso, un po' come fanno altri primati.

Non è neppure questione di salute, sebbene da tempo i dati medici espongano molto chiaramente che un eccesso di consumo di carni produca malattie cardiovascolari, diabete e tumori. I tre milioni di danesi che furono costretti dall'embargo del 1917 a una dieta di patate e orzo (da grandi consumatori di burro, latte e carni bovine che erano) videro ridotto il tasso di mortalità di quasi il 35%. Come a dire che vivere al vertice della scala delle proteine è piuttosto un rischio che non un vantaggio. Nelle culture carnivore occidentali l'incidenza del tumore al colon è dieci volte superiore a quella delle culture vegetariane asiatiche, tanto da arrivare alla conclusione che la sola quantità ottimale di consumo di carne rossa è zero.

E' un'altra, però, la ragione per abbattere il consumo di carne. E' una ragione ambientale nel senso più ampio del termine. Per allevare il complesso bovino mondiale, composto da quasi un miliardo e mezzo di capi, ci vogliono pascoli sempre più ampi: ma dove li impiantiamo, visto che la superficie di terre emerse è sempre quella e che, anzi, la terra migliore, quella più fertile e più vicina alle fonti d'acqua, è già virtualmente esaurita? Pervicacemente si sottraggono territori sempre più ampi alle foreste tropicali e pluviali, che però reggono uno sfruttamento industriale solo per cinque o sei anni, dopo di che non sono più fertili e dunque spingono a disboscare nuove terre. La carne sottrae foresta al mondo, visto che per ottenerne 1 kg ce ne vogliono 9 di mangimi: gli animali di allevamento non consumano liberamente erba come si crede, ma vengono «finiti» (come si dice) a cereali. E a chi verrano sottratti quei cereali, se non ad altri uomini, che per questo patiranno la fame? Un manzo di allevamento di 500 kg ha consumato 1200 kg di granaglie, come a dire che, solo negli Usa, 157 milioni di vegetali, che potrebbero essere consumati dagli uomini, finiscono invece a produrre 28 milioni di tonnellate di carne. E per allevare un manzo ci vuole tanta acqua quanto quella che serve a far galleggiare un incrociatore. Ha un senso tutto questo in un pianeta in cui sono milioni coloro che non hanno il mais per sopravvivere, mentre altri si devono mettere a dieta per ridurre i rischi del consumo di carne? Desertificazione, disboscamenti, sprechi d’acqua, alterazioni degli ecosistemi, inquinamento delle falde, incremento dei gas serra sono questi i veri motivi per cui dovremmo ridurre il consumo di carne. Ma mettere in conto i danni ambientali della bistecca è un tabù che nessuno si sogna di discutere seriamente.
QUI

 
 
 

QUALCUNO MI OBIETTA:  "NON PENSARE AI POLLI.. PENSA AI BAMBINI CHE MUOIONO DI FAME"

Post n°85 pubblicato il 26 Marzo 2008 da Rivoluzione_Copernic
 
Foto di Rivoluzione_Copernic

Sì lo so che esistono anche i bimbi che muoiono di fame. E io da qui nel mio piccolo non contribuisco a togliere loro il pane!

Ma sapete che quei pochi terreni fertili nel Terzo Mondo se li sono accapparrati le lobbies dell'industria carnea x coltivarli a foraggio e grano x i polli e le mucche che nei Paesi Occidentali ci mangiamo noi altri?

E lo sapete che lo spreco nel dare prima i vegetali agli animali, anziché mangiarceli direttamente è enorme (la maggior parte dei cereali finisce in feci... che poi inquinano i mari e le falde acquifere...)?

Se decidessimo di cambiare la ns. dieta e al posto della carne mangiarci la soia otterremmo non solo 1 milione di morti IN MENO al giorno per fame,

ma fermeremo anche la deforestazione selvaggia in Amazzonia

e salveremmo i ns. fiumi...

e l'innalzamento del livello dell'acqua a causa dello scioglimento dei ghiacciai causato dall'effetto serra di cui la maggior causa sono proprio gli allevamenti intensivi perchè non viene mai rilevato nelle Vs. scelte individuali x il Vs. menù?

Se i ghiacciai si sciolgono e si innalza il livello del mare lo sapete vero che limiteremo la superficie terrestre e molte città scompariranno x sempre?

 

 
 
 

Essere vegetariani servirà a dissetare qualche miliardo di persone?

Post n°84 pubblicato il 25 Marzo 2008 da Rivoluzione_Copernic
 
Foto di Rivoluzione_Copernic

Nel 2008 oltre un miliardo di persone non può accedere ad acqua potabile e sicura, mentre il 40 per cento della popolazione mondiale, circa 2,6 miliardi di persone, non ha ancora accesso a servizi igienici di qualità e sono esposti a gravi rischi sanitari, specie in Africa e Asia. In particolare, oltre il 20 per cento degli abitanti in 30 Paesi del mondo deve fronteggiare problemi di carenza di acqua, una percentuale che entro il 2025 diventerà del 30 per cento in 50 Paesi. Sono queste le cifre da ricordare in occasione della Giornata mondiale dell’Acqua che si celebra oggi. Sulla risorsa idrica ci saranno sempre maggiori pressioni in futuro, specie da India e Cina, se adotteranno una dieta simile a quella occidentale. Si calcola che per ogni kg di carne si utilizzano 15mila litri di acqua, dieci volte di piu' rispetto ad 1 kg di grano. E le stime dicono che entro il 2030 la richiesta di acqua per la produzione di cibo raddoppierà.

3 giorni fa

(la stampa)

Da quando si mangia + carne diminuiscono i boschi per creare pascoli e l'acqua utilizzata serve per coltivare le erbe che verranno mangiati da questi animali. Di conseguenza aumenta l'effetto serra e scarseggia sempre di più l'acqua.

3 giorni fa

 

 
 
 

news:

Post n°83 pubblicato il 19 Marzo 2008 da Rivoluzione_Copernic

Esperti di salute nel mondo raccomandano la dieta vegetariana
La dieta vegetariana non protegge soltanto la salute personale ma contribuisce anche alla salvaguardia dell'ambiente, così hanno affermato i responsabili della salute della Chiesa avventista a livello mondiale, riuniti in un congresso all'Università avventista di Loma Linda, California.
13 marzo 2008

Organizzato 25 anni or sono da numerosi professionisti avventisti, il Congresso sulla nutrizione e il vegetarianesimo quest'anno ha riunito oltre 700 rappresentanti provenienti da tutto il mondo. Gli avventisti hanno contribuito a confermare i benefici della dieta vegetariana che prima del 1950 era considerata "con molto scetticismo". Il dottor Allan Handysides, direttore del dipartimento della Salute della Chiesa avventista, ha sottolineato che l'opera dei pionieri in questo campo ha fatto progressi e in occasione dell'ultimo Congresso avventista sull'alimentazione, che ha avuto luogo dal 4 al 6 marzo scorso, oggi i consumatori tendono ad evitare la carne per salvaguardare la natura e i diritti degli animali.
"Certamente queste sono buone ragioni, ha sottolineato Handysides, ma chi tende a divenire vegetariano lo fa anche e soprattutto per ragioni di salute. Infatti gli avventisti hanno anche l'abitudine di fare ginnastica regolarmente, bere molta acqua ed esercitare uno stretto controllo sull'alimentazione. Nutrire le nazioni del mondo in rapida crescita diventa un grosso problema. Per far crescere il corrispondente di una libbra di proteine vegetali, occorrerà un decimo di acqua e di energia in meno di quella richiesta per la medesima quantità di proteine animali. Non ci possiamo aspettare che tutta la popolazione del mondo accetti di divenire vegetariana, ma se convincessimo ad esserlo almeno per due volte la settimana, e la cosa è fattibile, avremmo grossi vantaggi".
Gli oratori hanno anche presentato i meriti di una dieta vegan - vegetariani che mettono da parte uova, latte, formaggi e spesso anche sottoprodotti animali quali le gelatine ed il miele - sono particolarmente magri ed hanno un tasso di colesterolo più basso dei vegetariani, hanno sottolineato gli oratori. Tuttavia studi preliminari indicano che i dati di mortalità nei vegan sono leggermente più alti dei vegetariani. Questi dovrebbero probabilmente adeguare maggiormente l'apporto di vitamina B-12 e di calcio".
Handysides aggiunge: "Possiamo dire che la dieta vegan è superiore alle altre, tuttavia la dieta vegetariana è superiore ad una dieta che include la carne. I benefici ottenuti dalla cioccolata che contenga almeno il 75% o più di cacao, apporterà una maggior quantità di sangue al cuore e al cervello dell'anziano. Le qualità protettive e antiossidanti della cioccolata spesso sono diminuite dal latte e da altri additivi del cacao".
I partecipanti al congresso hanno sottolineato che noci, mirtilli, lamponi ed altre bacche colorate favoriscono l'aumento del colesterolo buono, l'HDL.
Il ricercatore della cattedra della Loma Linda University, il dottor Joan Sabati, che per primo ha scoperto una diecina di anni or sono la diminuzione dei rischi di attacchi al cuore del 30 e 40% grazie ad una dieta che comprende un quarto di tazza di noci quattro volte alla settimana, ha spiegato che i sottili involucri marroni di mandorle e arachidi sono le parti più nutrienti.
Il dottor Peter Landless, vice direttore dei Ministeri della Salute della Chiesa avventista, presentando l'astinenza dall'alcol, altro segno distintivo dello stile di vita avventista, ha detto che se anche un uso limitato di alcol riduce i rischi di attacchi al cuore, i presunti benefici non cancellano gli effetti delle miriadi di sostanze dannose. Introdurre l'alcol in casa può drasticamente accrescere la probabilità di indurre all'alcolismo un bambino. Infatti, il 40% dei bambini si avvicina all'alcol prima dei 14 anni.
L'anno prossimo gli esperti della salute della Chiesa avventista si riuniranno a Ginevra, Svizzera, con i rappresentanti dell'Organizzazione mondiale della salute per la prima Conferenza internazionale sugli stili di vita.

 
 
 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: Rivoluzione_Copernic
Data di creazione: 23/08/2007
 

IL FATTO E' CHE C'E' CHI VIVE SENZA CARNE...

 

...NON SOPPORTO PROPRIO...

...ki accarezza cani e gatti e poi fa 

la fila dal macellaio xfar uccidere altri animali 

 

 

L'UOMO NON HA ALCUN BISOGNO...

L'UOMO NON HA ALCUN BISOGNO DI MANGIARE CARNE...

CONTINUA a leggere QUI 

 

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

pecoraroenricodaniscxdadicantonitommy0082roberth_milanoiceman_5132chiariste1982MolteniAlessandroAdolciolinaelenafaracabietta2008unamamma1andrea.iaianicercotechiaraducciodelia.miao
 

ULTIMI COMMENTI

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi e commenti in questo Blog.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963