Adolfo Rebecchini

«È meglio seguire la strada, anche zoppicando, che correre fuori di essa. Perché chi continua a zoppicare sulla strada, benché avanzi poco, si va avvicinando alla meta; ma chi cammina fuori strada, quanto più corre tanto più si va allontanando dalla strada» (San Tommaso d'Aquino, Coment. Evang. S. Juan, 14,2).

 

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Cristo è risorto! Veramente è risorto!

Post n°156 pubblicato il 09 Aprile 2010 da REBECCHINI

Cristo è risorto! Veramente è risorto!

 
 
 

La chiesa del grembiule

Post n°155 pubblicato il 01 Aprile 2010 da REBECCHINI
 

“Forse a qualcuno può sembrare un’espressione irriverente,
e l’accostamento della stola col grembiule può suggerire
il sospetto di un piccolo sacrilegio.

Si, perché di solito, la stola richiama l’armadio della sacrestia dove,
con tutti gli altri paramenti sacri, profumata d’incenso,
fa bella mostra di sé, con la sua seta e i suoi ricami.

… Il grembiule, invece, ben che vada,
se non proprio gli accessori di un lavatoio, richiama la credenza della cucina,
dove, intriso di intingoli e chiazzato di macchie,
è sempre a portata di mano della buona massaia.

… Eppure è l’unico paramento sacerdotale registrato nel Vangelo.

Il quale Vangelo, per la messa solenne celebrata da Gesù
nella notte del giovedì santo, non parla né di casule né di amitti,
né di stole né di piviali. Parla solo di un panno rozzo
che il Maestro si cinse ai fianchi con un gesto squisitamente sacerdotale.

… La cosa più importante, comunque,
non è introdurre il “grembiule” nell’armadio dei “paramenti sacri”,
ma comprendere che la stola e il grembiule
sono quasi il diritto e il rovescio di un unico simbolo sacerdotale.
Anzi, meglio ancora, sono come l’altezza la larghezza
di un unico panno di servizio: il servizio reso a Dio
e quello offerto al prossimo.

‹‹Allora Gesù si alzò da tavola, depose le vesti,
si cinse un asciugatoio e si mise a servire››.
Ecco la Chiesa del Grembiule.
È una fotografia bellissima della Chiesa.

…Che poi, mettersi il grembiule vuol dire soffrire,
lavare i piedi alla gente, al mondo.

(don Tonino Bello)

 
 
 

Ecce Homo

Post n°154 pubblicato il 01 Aprile 2010 da REBECCHINI
 

 
 
 

Giornata Mondiale della Gioventù 2011

Post n°152 pubblicato il 24 Marzo 2010 da REBECCHINI
 
Tag: GMG

La Giornata Mondiale della Gioventù è un evento internazionale organizzato dalla Chiesa Cattolica, riunisce giovani di tutto il mondo, cattolici e di altre religioni. E' presieduta dal Santo Padre e si celebrerà a Madrid 16-21 agosto 2011

 
 
 

Il silenzio di Giuseppe

Post n°151 pubblicato il 19 Marzo 2010 da REBECCHINI
 


I Vangeli non riportano neppure una parola detta da Giuseppe, ma solo quello ...che “fece”, sempre in fiduciosa obbedienza alla volontà di Dio. Già al momento della sua “annunciazione”, Giuseppe non parlò, ma semplicemente “fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore” (Mt 1,24). Per tutta la vita continuò poi a svolgere “azioni” secondo il progetto del Signore e sempre avvolte dal silenzio. Nei Vangeli non leggiamo sue parole né quando con Maria andò da Nazaret a Betlemme per il censimento, né quando nacque il Bambino, né alla circoncisione e alla presentazione di Gesù al tempio, né in occasione della fuga in Egitto, né al ritorno in Galilea, né nel quieto svolgimento della vita familiare e del suo lavoro di carpentiere a Nazaret, né durante lo smarrimento e successivo ritrovamento di Gesù dodicenne, né dopo.
Scrisse di lui Giovanni Paolo II: "In pochi ma significativi tratti gli evangelisti lo descrivono come custode premuroso di Gesù, sposo attento e fedele, che esercita l'autorità familiare in un costante atteggiamento di servizio. Null'altro di lui ci raccontano le Sacre Scritture, ma in questo silenzio è racchiuso lo stile stesso della sua missione: un’esistenza vissuta nel grigiore della quotidianità, ma con una sicura fede nella Provvidenza."
In questo silenzio di Giuseppe, possiamo capire meglio la definizione che dà di lui il Vangelo di Matteo: era uomo “GIUSTO” (Mt 1,19). Giuseppe è uomo giusto perché, nel suo silenzio, è sempre in ascolto del Signore e pronto ad obbedire ad ogni Suo comando. È uomo giusto perché, nel suo silenzio, non fa obiezioni a Dio ma agisce con fede incondizionata. È uomo giusto perché, nel suo silenzio, è sempre immerso nella contemplazione del mistero: la Parola fatta carne in quel Bambino, poi Adolescente, infine Uomo, di cui Dio lo aveva chiamato ad essere padre putativo. Con il suo silenzio, Giuseppe sintetizza mirabilmente vita attiva e contemplativa.“Nel silenzio e nell’abbandono confidente sta la vostra forza” (Is 30,15)
S.Giuseppe ha vissuto fino in fondo questa verità. Mettiamoci dunque alla sua scuola e cerchiamo di imitare quel raccoglimento, quella calma, quella fiducia, quell’ascolto, quell’obbedienza, quell’unione al Signore. Per intercessione di S.Giuseppe, chiediamo il dono del silenzio perché, come dice S. Bernardo, "il silenzio è nostro custode e la nostra forza risiede in lui; il silenzio è il fondamento della vita spirituale, per mezzo di esso si acquisisce la giustizia e la virtù: parlate poco con gli uomini e sperate molto in Dio". La via della santità passa per il silenzio.
(Patrizia Galluccio)

 
 
 

Sii profeta!

Post n°150 pubblicato il 15 Marzo 2010 da REBECCHINI
 

fonte: sentinelle del matttino

 
 
 

Sembra una pillola, invece è un aborto: arriva la sorellina della Ru486

Post n°149 pubblicato il 11 Marzo 2010 da REBECCHINI
Foto di REBECCHINI

Sta per irrompere sul mercato italiano EllaOne la pillola dei cinque giorni dopo. Spacciata per anticoncezionale d’emergenza, EllaOne sarà un nuovo rimedio per impedire una gravidanza indesiderata entro 120 ore da un rapporto sessuale potenzialmente fertile.

  

          Sta per irrompere sul mercato italiano EllaOne la pillola dei cinque giorni dopo. Spacciata per anticoncezionale d’emergenza, EllaOne sarà un nuovo rimedio per impedire una gravidanza indesiderata entro 120 ore da un rapporto sessuale potenzialmente fertile. Vediamo di cosa si tratta esattamente.

           Questa pillola contiene una molecola che si chiama ulipristal acetato, un antiprogestinico di seconda generazione. Per i profani è sufficiente sapere che quel composto sintetico si lega ai recettori del progesterone (ormone prodotto dalle ovaie) esattamente come la pillola abortiva C. L’azione del progesterone è fondamentale per l’iniziale sviluppo della gravidanza poiché prepara l’utero ad accogliere l’embrione ed EllaOne, legandosi appunto ai recettori di quell’ormone ne inibisce l’azione.

          Poiché, quindi, contrasta l’annidamento dell’embrione, quella pillola svolge in realtà un’azione intercettiva-abortiva. E non contraccettiva. Non è un caso, infatti, che i primi studi sulla EllaOne siano stati realizzati proprio confrontando la sua azione con quella della RU486.

          E’ interessante anche analizzare la differenza tra EllaOne e la cosiddetta “pillola del giorno dopo”, ovvero la contraccezione a base di levonorgestrel. Il più rilevante tratto distintivo si riferisce al periodo di assunzione dei due prodotti. Mentre il levonorgestrel, infatti, deve essere assunto entro 72 ore, la posologia di EllaOne prevede un arco temporale maggiore, ovvero un’assunzione entro le 120 ore (5 giorni). Peccato, però, che nella fisiologia della riproduzione, l’embrione a cinque giorni dal concepimento sia già in utero per annidarsi. Più interessante appare la correlazione tra EllaOne e la RU486.

          Entrambe le molecole, infatti, appartengono al gruppo degli antiprogestinici, i quali svolgono la loro azione inibitoria dell’annidamento dell’embrione. La farmacodinamica dell’ulipristal acetato è, peraltro, pressoché identica a quella del mifepristone (Ru486). Parole complicate per dire che si sta spacciando per contraccettivo un prodotto che, invece, ha effetti abortivi. Tutto regolare? Non direi proprio.

          Com’è noto, la Direttiva europea 2005/29/CE dell’11 maggio 2005, relativa alle pratiche commerciali sleali tra imprese e consumatori nel mercato interno, prevede una severa disciplina in materia. E l’Italia è stato il primo Paese dell’Unione a recepire integralmente quella direttiva, attraverso il Decreto Legislativo 2 agosto 2007, n. 146, il cui art.21, primo comma, lett. a) e b), espressamente prevede che debba considerarsi ingannevole una pratica commerciale non solo quando contiene «informazioni false» ma pure quando «in qualsiasi modo, anche nella sua presentazione complessiva, inganni o possa ingannare il consumatore medio», e ciò «anche se l’informazione è di fatto corretta».

          L’inganno deve riguardare «l’esistenza o la natura del prodotto», ovvero «le caratteristiche principali del prodotto», quali, tra l’altro, «la composizione», «l’idoneità allo scopo» ed i «risultati che si possono attendere dal suo uso». EllaOne, come si è visto, agisce impedendo il proseguimento dello sviluppo dell’embrione, giacché rende impossibile il suo annidamento nella parete uterina.

          Non si tratta, dunque, di un effetto contraccettivo bensì di un meccanismo prevalentemente abortivo qual è quello antinidatorio, che si estrinseca dopo l’avvenuta fecondazione, quando è già iniziato il processo di sviluppo di una nuova vita umana. Sul punto, lo stesso Prof. Baulieu – padre della pillola abortiva RU486, e quindi insospettabile sotto il profilo bioetico - ha affermato che «l’interruzione della gravidanza dopo la fecondazione può essere considerata alla stregua di un aborto» (Il Punto sulla RU486, in «JAMA ed. italiana», 1990, 2,12).

          Anche la logica, del resto, vuole la sua parte. Dal punto di vista etimologico il termine “contraccezione” deriva dall’inglese contra-conception e sta ad indicare l’attività volta ad impedire la concezione, la fecondazione. Ora come può EllaOne pretendere, logicamente, di impedire qualcosa che in realtà è già avvenuto, ovvero la fecondazione? Dopo il concepimento, in realtà, non si è più nell’ambito della contraccezione ma in quello contragestazione, cioè dell’attività che contrasta la gestazione. Impedire l’annidamento significa impedire lo sviluppo di una vita già iniziata.

          Sempre in tema di logica, è interessante notare che il punto 4.1 delle istruzioni per l’uso di EllaOne, relativo alle «indicazioni terapeutiche», includa tra i casi in cui assumere la pillola anche la «contraceptive failure», ovvero l’ipotesi di mancato funzionamento di un contraccettivo. Come si può, quindi, logicamente immaginare che il rimedio al fallimento di un contraccettivo possa essere un altro contraccettivo? Alla “contraceptive failure” non può che seguire un’azione contragestatoria, ovvero abortiva.

          Ora, da quanto fin qui evidenziato, risulta evidente che presentare EllaOne come u contraccettivo d’emergenza anziché come un prodotto abortivo, rappresenti una grave manipolazione semantica, tale da integrare una vera e propria pratica commerciale ingannevole, in palese violazione dell’art. 6, primo comma, lett. a) e b) della Direttiva 2005/29/CE, e dell’art.21, primo comma, lett. a) e b) del Decreto Legislativo 2 agosto 2007 n.146, violazione sulla quale, peraltro, dovrebbe intervenire l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato.

           Né si può tacere sulla natura e sull’oggetto dell’inganno. La posta in gioco, in realtà, assume rilievi non indifferenti di natura morale, etica, filosofica, culturale. Usare un contraccettivo non è come abortire. Per questo l’informazione deve essere chiara e obiettiva, affinché una donna possa acquisire la piena consapevolezza della sua scelta e sappia che qualora opti per l’uso della pillola EllaOne non sta evitando un aborto. Lo sta praticando.

Link utili:
http://www.ilsussidiario.net 
http://www.donboscoland.it/articoli/articolo.php?id=126054
autore: Gianfranco Amato

 
 
 

Usa, rapporto choc: 12 percento di detenuti minorenni vittime di abusi

Post n°148 pubblicato il 11 Marzo 2010 da REBECCHINI
 

 

 

 

 

 

 

 

   Il rapporto, voluto dal ministero della Giustizia, rivela che i colpevoli sono quasi sempre le guardie carcerarie.

 

Un rapporto sconvolgente è stato pubblicato oggi negli Stati Uniti d'America dopo un'indagine ordinata dal ministero della Giustizia Usa..

Secondo il documento, oltre il dodici percento dei minorenni rinchiusi nelle carceri statunitensi.

In alcuni istituti penitenziari Usa, la percentuale di minorenni oggetto di abusi sessuali supera il trenta percento.

L'inchiesta rivela che oltre il dieci percento degli stupri e degli abusi sessuali sono commessi dalle guardie carcerarie mentre solo il due per cento è attribuibile ad altri detenuti..

Il documento sottolinea che la maggior parte degli abusi sono commessi da guardie carcerarie donne..

Recentemente in una prigione dello stato Usa dell'Indiana quattro secondine sono state sospese dal lavoro dopo una serie di denunce di abusi sessuali. .

Nelle carceri Usa sono rinchiusi oltre 26 mila minorenni. Il rapporto è basato su 9.198 interviste fatte a detenuti minorenni rinchiusi in 195 diverse prigioni

 

Fonte: http://humanitauomo.it.gg/Violenze-USA.htm

 
 
 

♥ La Donna usci' dalla Costola dell'Uomo... ♥

Post n°147 pubblicato il 08 Marzo 2010 da REBECCHINI
 
Tag: Donna

Non dai Piedi per essere calpestata. Ne' dalla Testa per essere superiore. Ma dal Lato per essere uguale. Sotto il Braccio per essere protetta. E accanto al Cuore per essere amata.

Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell'essere umano nella gioia e nel travaglio di un'esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita...

 
 
 

Mia figlia non stia con il nonno disabile

Post n°146 pubblicato il 02 Marzo 2010 da REBECCHINI
 

Cari amici, vi propongo di leggere e commentare la notizia di seguito riportata...

Per lei – semplicemente – il nonno parla diversamente, si nutre diversamente, comunica diversamente: niente di più, niente di meno.

           Luisa (nome di fantasia, ndr) gioca, fin da quando è nata, salendo sulle gambe del nonno materno nel suo letto. Gli fa scherzetti per poterne ridere insieme. Ci va in giro seduta sulle sue ginocchia quand’è in carrozzella. E qualche volta fa anche finta di dargli da mangiare, lei stessa, col sondino. Ha così insistito, e per così tanto tempo, che ora lui in qualche modo (usando cioè solamente le dita delle mano sinistra) riesce a dipingere coi colori della piccola nipotina, che ha tre anni e mezzo.

 

          Per lei – semplicemente – il nonno parla diversamente, si nutre diversamente, comunica diversamente: niente di più, niente di meno. I piccoli non si formalizzano mai troppo sui dettagli. Basterebbe vederli e sentirli quando sono l’uno con l’altra. Anzi, basterebbe guardare i sorrisi nelle decine di foto che li ritraggono l’una accanto all’altro negli ultimi tre anni.

          Vivono in una città dell’Emilia Romagna. La mamma di Luisa si sta separando dal marito: una separazione non indolore, né consensuale. E intanto si è dovuta trasferire con la bimba proprio dai suoi genitori. Ma il marito coi suoi avvocati adesso hanno deciso di spingersi a presentare una richiesta che non ha precedenti: «Per meglio comprendere l’intera situazione – scrivono, motivandola, al Tribunale nel loro ricorso – giova ricordare» che il nonno di Luisa «è disabile al cento per cento da anni, essendo afflitto da una grave malattia».

          E «pur comprendendo il dramma umano di una famiglia che coabita con situazioni di tale gravità – bontà loro –, è pur vero che tale ambiente non è il più idoneo a far crescere una bambina di soli tre anni e mezzo, che ha bisogno di vivere in un ambiente armonioso e meno afflittivo, cosa che per altro ha sempre fatto, vivendo nella casa dov’era nata e cresciuta ed è giusto torni a vivere, tant’è che la bambina nonostante la giovane età, mostra già segni evidenti di disagio».

          Un colpo bassissimo. E se è vero che in genere sono pochi i coniugi che se ne risparmiano nelle separazioni giudiziali, lo è almeno altrettanto che stavolta la richiesta del marito e dei suoi due legali si sia spinta a ignorare almeno due principii addirittura costituzionalmente tutelati. Quello sottolineato nell’articolo 2 della Carta: «La Repubblica (...) richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale». E quello nell’articolo 3: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».

          Così, dai legali del nonno e della nonna di Luisa è già stato depositato un esposto al Consiglio dell’Ordine degli avvocati – contro quei loro due colleghi – proprio per «aver violato principii della nostra Carta costituzionale tutelati dal nostro ordinamento, oltre che secoli di civiltà», con quanto sostenuto nel ricorso. «Se il disabile grave non è un nonno, ma un genitore o un fratellino? – si legge nel lungo esposto – È legittimo che un avvocato, avallando le inusitate istanze del proprio cliente, chieda l’allontanamento e l’affidamento del minore "sano" ad altra famiglia o magari ai servizi sociali?». Oppure, ancora: «Può un avvocato proporre istanza per l’allontanamento dai giardini pubblici dei disabili perché la loro vista è "afflittiva" per i bambini?».

          La piccola Luisa, nel frattempo, non sa niente di carte bollate e battaglie fra separandi: lei continua a giocare allegramente col nonno che, pur essendo cieco e avendo la completa paralisi di tutti i muscoli volontari del corpo (a parte quelli della mano sinistra e della bocca), è lucido, sveglio e ben presente a se stesso. E siccome lui aveva già scritto qualche anno fa un libro (dettandolo faticosamente un po’ alla volta), la nipotina ha deciso d’allestire una piccola "mostra" coi disegni realizzati insieme al nonno, visto che fra l’altro anche lei ormai ha deciso di disegnare solamente usando... le dita.

Link utili:
http://www.avvenire.it
www.donboscoland.it

 

 

 
 
 
 
 

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