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MOVIMENTO DI AGGREGAZIONE POPOLARE
Siamo delle persone che attraverso forme di lotta come i referendum, le proposte di legge, petizioni popolari, informazione, vogliono creare un'opposizione atta a contrastare il potere e i privilegi acquisiti dai politici .
Ritornare a fare politica per il bene del cittadino e sensibilizzarli sui principi di democrazia, di giustizia, uguaglianza e libertà, fuori da una logica di rappresentanze parlamentari per una partecipazione più diretta, senza nessuna distinzione etnico culturale.
Il progetto siamo vivi ha per oggetto:
1) Divenire voce unitaria del dissenso.
2) Promuovere un referendum per diminuire i privilegi della casta e delle alte cariche della pubblica amministrazione.
3) Abolizione dell'immunità parlamentare escludendo i reati d'opinione.
4) Un tetto massimo di reddito tra stipendio parlamentare e privato.
5) Diminuzione del numero dei parlamentari ed abolizione enti provinciali
6) Eliminare le pensioni d'oro con un giusto livellamento delle altre,una sola pensione con scadenza nei termini previsti per età e anni lavorativi.
7) Lotta alle forti disuguaglianze dei salari e abolizione del precariato.
8) Destinare i finanziamenti per l'istruzione esclusivamente alla scuola pubblica.
9) Una giustizia veramente uguale per tutti con la responsabilità civile e penale per i giudici.
10) Ristrutturare l'organizzazione della Pubblica Sanità.
Dal 16 al 18 maggio sono in programma trenta interessanti appuntamenti tra: incontri, dibattiti, presentazioni di libri e interviste agli esperti.
L'energia spiegata, per una tre giorni ricchissima d'incontri, dibattiti a più voci, presentazioni di libri e interviste agli esperti. Oltre cinquanta ospiti e più di trenta appuntamenti per parlare di futuro, ambiente, clima, impresa ed energie possibili. Percorsi al futuro è il titolo di questa prima edizione della manifestazione.
Post n°30 pubblicato il 06 Maggio 2009 da siamo_vivipuglia
Roma, 19 apr. Da 134mila a 81mila euro lordi all'anno, con un taglio del 40%: per gli europarlamentari italiani la nuova legislatura a Strasburgo si aprira' all'insegna dell'austerity per quel che riguarda l'indennita' che i nostri rappresentanti nelle istituzioni dell'Ue percepiranno dopo il voto del 6 e 7 giugno prossimi. E' l'effetto delle nuove regole varate dal Parlamento europeo anche per la 'busta paga' dei parlamentari che d'ora in poi percepiranno tutti lo stesso 'stipendio' base, fissato in 7mila 665 euro lordi al mese, che al netto delle tasse diventeranno poco piu' di 5mila. Un bel colpo di forbici per gli italiani, che fino ad ora potevano contare su un'indennita' di circa 12mila euro mensili, pari a circa 134mila euro lordi l'anno, ma una vera e propria manna dal cielo per gli europarlamentari lettoni, che i 12mila euro li raggiungevano in un anno, o per i loro colleghi ungheresi (9mila 132 euro l'anno) o polacchi (7mila 369 euro l'anno). Chi entrera' a Strasburgo per la prima volta dovra' obbligatoriamente attenersi alle regole del nuovo statuto dei parlamentari europei; chi invece verra' rieletto potra' scegliere se continuare a percepire il 'vecchio' stipendio, pagato dallo Stato di appartenenza, oppure di accettare il nuovo trattamento economico, a carico del bilancio del Parlamento europeo. Ma per questioni di carattere pensionistico, a tutti (o quasi) converra', sotto il profgilo economico, accettare il nuovo meccanismo. I deputati del Parlamento europeo dovranno inoltre aderire ad un regime pensionistico comune: i contributi saranno versati dal Parlamento. Oltre all'indennita' di base, gli europarlamentari possono contare anche su altri contributi, come i 4mila 202 euro mensili per le spese generali. Quelle, ad esempio, relative ai costi di gestione di segreterie e uffici nello Stato d'origine: bolletta della luce e del telefono, acquisto e manutenzione di computer e fax, tutte da giustificare con un dettagliato rendiconto. Anche perche', da quest'anno, i rimborsi non saranno piu' forfettari ma a pie' di lista. L'indennita' viene ridotta del 50% se il deputato e' troppo assenteista, se cioe' partecipa a meno della meta' delle sedute plenarie di un anno parlamentare (da settembre ad agosto), senza giustificare le proprie assenze. Un'altra voce relativa ai rimborsi e' quella per i viaggi sostenuti nel territorio della Comunita' europea per partecipare alle riunioni ufficiali del Parlamento Ue come le sedute plenarie o le riunioni delle commissioni e dei gruppi. Ma anche qui servono le 'pezze d'appoggio': la carta d'imbarco per il viaggio in aereo, il biglietto ferroviario se il deputato si sposta in treno, una 'dichiarazione di viaggio' con il numero di immatricolazione del veicolo e la lettura del contachilometri all'inizio ed alla fine del viaggio se il mezzo adoperato e' l'auto. Un'indennita' di 4mila euro l'anno e' prevista per i viaggi anche fuori dall'Ue, se ad esempio il deputato e' relatore in una conferenza o se e' invitato a una riunione internazionale fuori dai confini Ue. Il Parlamento, poi, versa un'indennita' forfettaria di 298 euro per ogni giornata di partecipazione alle riunioni ufficiali degli organi delle istituzioni Ue, un rimborso che copre le spese di vitto e che viene versata solo se il parlamentare firma un registro di presenza ufficiale. Per le riunioni in Paesi non appartenenti all'Ue, il Parlamento versa un'indennita' giornaliera di 149 euro (sempre firmando il registro di presenza) che copre le spese di alloggio e prima colazione.Infine, il capitolo assistenti parlamentari. L'importo del rimborso e' alto: 17mila 540 euro al mese, ma e' giustificato dal fatto che ogni parlamentare europeo ha generalmente un numero di collaboratori che puo' variare da tre a sei. A versare l'indennita' agli assistenti e' direttamente il Parlamento europeo e d'ora in poi e' esclusa l'assunzione di parenti stretti del deputato, cosa che in passato non era scontata.
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1° Maggio: Festa del Lavoro.
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Sicurezza sul lavoro - Multe dimezzate e niente arresto per i responsabili Il profitto vale piú della vita umana, questo il senso del DDL proposto dal ministro Sacconi domenica 29 marzo 2009 di Carmine Colacino Il nuovo decreto privilegia il "rischio di impresa" (cioè il rischio - eventuale - di avere un profitto un po’ piú basso) sul "rischio" che possano avvenire incidenti sul lavoro (cioè che qualcuno possa morire, cosa che avviene normalmente diverse volte al giorno, ogni giorno ogni anno, in Italia). Evidentemente la vita a certi legislatori interessa solo se è un mezzo per imporre scelte fideistiche ai suoi cittadini (cosa lecita se l’Italia fosse uno Stato confessionale, come l’Iran per esempio, e non piuttosto uno Stato che si professa laico). Causare la morte di un lavoratore per inosservanza accertata delle norme sulla sicurezza, quindi, non porterà piú il colpevole in prigione, che invece pagherà una sanzione finanziaria alleggerita dallo stesso provvedimento che qui si riporta. Il provvedimento, messo a punto dal ministro del welfare (malfare?) Maurizio Sacconi ovviamente ha lo scopo dichiarato di voler migliorare la funzione prevenzionistica della legge attualmente in vigore. Ai malpensanti potrà sembrare il completamento delle norme che già hanno abbassato i livelli di sicurezza, per esempio nelle discariche controllate dai militari, e la preparazione allo scempio che si farà con il nucleare. Finché si confonderà il "rischio di impresa" con il rischio di infrangere la legge per fare piú profitti (illegalmente) sulla pelle dei lavoratori, non credo sia possibile aspettarsi leggi differenti da questo governo. E prepariamoci a vedere e sentire sui media il solito coro di osanna per questo decreto veramente innovativo e che mette l’Italia al passo con la normativa europea (non è vero, ma tanto si dice sempre cosí e nessuno lo contraddice). Le anticipazioni sui contenuti della bozza del DDL che sarà portata in Consiglio dei ministri la prossima settimana. 21 Marzo 2009 — Multe dimezzate; eliminazione dell’ipotesi dell’arresto a favore di un sistema che privilegi l’applicazione di sanzioni, che prevedono l’alternativa tra arresto e ammenda; rimodulazione degli obblighi per il datore di lavoro; potenziamento del ruolo della bilateralità; introduzione di misure di semplificazione relative, per esempio, alle comunicazioni dell’Inail, modalità della formazione e utilizzo del libretto formativo del cittadino, procedure e condizioni di operatività dello strumento della sospensione dell’attività imprenditoriale: sono queste le principali ’novità’ introdotte dal nuovo testo unico in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro (Dlgs), messo a punto dal ministro del welfare Maurizio Sacconi, che approderà la prossima settimana in consiglio dei ministri. Le disposizioni ’integrative e correttive alla legge numero 123 del 3 agosto e i provvedimenti di attuazione del decreto legislativo numero 81 del 9 aprile 2008 rappresentano l’ideale completamento del processo di riforma intrapreso’ come si legge nella relazione di accompagnamento, sono raccolti in un nuovo testo che conta oltre 170 articoli. Le correzioni al testo del Governo dovrebbero entrare in vigore a fine luglio. In materia di sanzioni il Governo osserva che ’non è certo introducendo la sanzione dell’arresto che si realizza l’obiettivo di innalzare i livelli di tutela negli ambienti di lavoro’. L’esecutivo si propone, pertanto, di ’eliminare le ipotesi del solo arresto a favore di un sistema che privilegi l’applicazione di sanzioni che prevedono l’alternativa tra arresto e ammenda e alle quali si applica la procedura della prescrizione obbligatoria ex dlgs n. 758/1994, la quale opera in funzione prevenzionistica permettendo al soggetto inottemperante di regolarizzare le condizioni di tutela degli ambienti di lavoro usufruendo, in caso di corretto adempimento dell’ordine impartito dall’organo di vigilanza, della possibilità di pagare un’ammenda ridotta rispetto al massimo edittale’. In sostanza, risulterà assai piú difficile effettuare l’arresto, anche per i casi di aziende ad elevato rischio industriale come quelle sottoposte alla ’direttiva Seveso’. Per esempio: centrali termoelettriche, impianti e installazioni dove è presente il rischio di radiazioni ionizzanti, fabbriche di esplosivi, miniere con più di 50 addetti, case di cura e ricovero con oltre 50 addetti, cantieri temporanei con più di 200 uomini-giorno e attività che espongono a gravi rischi biologici, ad agenti cangerogeni e all’amianto.
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Post n°26 pubblicato il 22 Aprile 2009 da siamo_vivipuglia
22 Aprile: Giornata mondiale della Terra L'idea di dedicare una giornata alla riflessione sulle condizioni del nostro pianeta risale al 22 aprile del 1970,ad opera del senatore americano democratico Gaylord Nelson. Ogni 22 aprile, da quell'anno, si festeggia la Giornata mondiale della Terra, come occasione di approfondimento e di impegno sui problemi del pianeta, attraverso eventi, seminari, campagne di sensibilizzazione sui temi della sostenibilità e della tutela dell'ambiente. E' una festa riconosciuta in 175 nazioni e celebrata da quasi mezzo miliardo di persone. ![]() |
Francesco Guccini:
“Lasciate che lo dica ma il rivoluzionario quando è vero
è guidato da un grande sentimento di amore,
ha dei figli che non riescono a chiamarlo,
mogli che fan parte di quel sacrificio,
suoi amici sono i “companeros de revolucion…”
DAL SALENTO
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