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Post n°14 pubblicato il 16 Maggio 2009 da SIAMO_VIVISICILIA
 
Tag: PONTE

Il grande imbroglio del Ponte sullo Stretto

Uno degli slogan più accattivanti durante le campagne elettorali è da sempre stato la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Ora, senza fingere di essere troppo ingenui, un pò tutti sappiamo che dietro certe "importanti" promesse si nasconde soltanto la poco nobile intenzione di accaparrarsi il voto elettorale.
Allora forse potrebbe esserci qualcosa che non quadra.
Anche il cittadino più distratto dovrebbe cominciare a chiedersi se il Ponte sia davvero utile o sia solo uno squallido strumento per incantare la gente. O, peggio ancora, una immensa manovra finanziaria ed economica per fare soldi, a spese ed alle spalle dei cittadini contribuenti, devastando ancora i nostri territori, e magari partorendo l'ennesima incompiuta.
Dovremmo iniziare a chiederci se la Sicilia e tutto il Sud non preferirebbero prima che si terminassero altre opere o se ne realizzassero altre mai iniziate.
Noi abbiamo pensato quindi di invitare, chi ancora è convinto che il Ponte ci vuole, a  riflettere su alcuni dati che riporteremo qui di seguito, e, per chi già è contro la sua costruzione, un ulteriore spunto di riflessione.
Questi dati, purtroppo, non vengono mai ricordati da chi vuole portare a termine la costruzione del Ponte, forse perché si scoprirebbe che non è poi un'opera così utile come vogliono farci credere, anzi...


  1. I costi stimati per la realizzazione del ponte (oltre 10 mila miliardi di lire) non sono costi certi, reali e finali per l'opera completa. Lo stato, per coprire il 50% delle spese, dovrà alla fine vendere beni artistici ed aumentare le tasse.
  2. I costi di gestione, assicurazione e pedaggio saranno poi a carico della collettività e dei cittadini messinesi e calabresi.
  3. I tempi di percorrenza, tra Sicilia e Calabria, con il Ponte non saranno ridotti ma aumenteranno a causa dei 24 km di raccordi e svincoli oltre i 3 km e 360 metri di campata.
  4. L'impatto dei soli pilastri e delle strutture con l'ambiente urbano e vegetale sarà devastante. Faro, Granatari, Ganzirri, saranno stravolti e perderanno ogni interesse turistico.
  5. Il vento e il conseguente rumore renderà impossibile vivere nel raggio di 4 km. Sempre a causa del vento il Ponte non potrà essere utilizzato per diversi mesi l'anno.
  6. L'indebidamento che lo stato dovrà sopportare alla fine dei lavori non permetterà la realizzazione di infrastrutture indispensabili e urgenti come ospedali, acquedotti collegamenti ferroviari, scuole.
  7. Durante i cantieri verrebbero scavati 8 milioni di metri cubi di materiali di scarto che finirebbero a mare. Le sole piattaforme di ancoraggio dei cavi - a 50 metri di profondità (due palazzi di 5 piani) - raccoglieranno 200 mila metri cubi di concilomerato.I cantieri occuperebbero 4600 persone di manodopera specializzata (non locale).
  8. La realizzazione di un'opera così imponente diventerebbe un facile bersaglio per atti di terrorismo. Un eventuale attacco farebbe andare in fumo miliardi di investimenti pubblici e privati.
  9. La sismicità della zona dello Stretto ( magnitudo oltre 7,5 gradi scala Richter) e lo scostamento geologico progressivo delle coste siciliane e calabresi dovrebbero scoraggiare ogni ipotesi di collegamento stabile a campata unica.
  10. Con meno del 10 % dei costi preventivati per realizzare l’opera si potrebbe invece armare una flotta di navi Ro-Ro per collegare la Sicilia a tutti i porti del Mediterraneo.
  11. Con gli oltre 200 miliardi già spesi dalla società "Stretto di Messina SpA" si sarebbero già risolti tutti i problemi di collegamento sostenibile tra Messina e la Calabria.
  12. La prevedibile necessità di imporre alte tariffe per il pedaggio di attraversamento del ponte obbligherà il governo ad intervenire sugli operatori marittimi per evitare che flussi di traffico possano scegliere la strada del cabotaggio ( autostrade del mare). Quindi il ponte esclude l'alternativa più sostenibile ed economica del trasporto marittimo alterando le stesse regole del mercato. Ovviamente i cittadini - attraverso le tasse - dovrebbero poi sostenere gli "aiuti" economici per le società di navigazione.
  13. Altri oneri pubblici sarebbero quelli sostenuti dal traffico ferroviario che pagherebbe un canone predefinito’’ alla società che gestirà il ponte. Tale canone (pagato dai cittadini) costituirebbe la principale e certa entrata per i concessionari che gestiranno il ponte.
  14. Il sistema di appalti e subappalti, delle tangenti, delle estorsioni, farebbe nascere una vera e propria PONTOPOLI DELLO STRETTO a spese dei cittadini.

 

                        

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