Il Partito democratico tiene nelle sue roccaforti e il centrodestra, rispetto ai risultati del primo turno, complice l'astenzionismo del secondo, ridimensiona la portata della sua affermazione.
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Post n°393 pubblicato il 23 Giugno 2009 da GURU1960
Alessandria. Paolo Filippi è stato confermato presidente della Provincia di Alessandria. Al ballottaggio ha ottenuto 88.849 voti pari al 51,3 % contro il 48,7% di Franco Stradella (84.283 voti), ribaltando il risultato del primo turno che vedeva lo sfidante davanti di oltre tre punti. In forte calo i votanti, passati dal 71,27 di quindici giorni fa al 48,59 per cento con punte minime (meno del trenta a Cabella) e massime (oltre il 55 a Castelletto d’Erro), ovviamente senza contare i centri-zona dove si doveva eleggere anche il sindaco. Dai risultati dei primi piccoli comuni sembrava profilarsi un testa a testa sino all’ultimo voto, poi Filippi è passato in testa e la situazione non è più cambiata se non con scarti decimali. Un lungo pomeriggio per entrambi i competitori tra telefonate, lettura dei risultati man mano che arrivavano dalle varie zone. Filippi nella sede provinciale Pd della Pacto, Stradella in quella del Pdl di via Mazzini. In sala consiglio di palazzo Ghilini, assessori della giunta uscente insieme a rappresentanti dei partiti della coalizione di centrosinistra. La tensione ha cominciato a sciogliersi verso le 17,30 quando i dati delle città, pur non definitivi, hanno fatto capire che il risultato si stava cristallizzando. Filippi, per scaramanzia, non ha voluto commentare sino alla fine. Poi ha detto: «Dopo un’ora si era capito perché abbiamo recuperato dove avevamo perso. Abbiamo fatto un grande risultato in Alessandria, Acqui, Ovada e Novi, dimezzando lo scarto nelle altre città. Il mio pensiero va a tutti quelli che mi hanno votato e a chi ci ha creduto fin dall’inizio». Pacato il commento di Stradella: «Sono mancati i voti perché evidentemente la gente non si è convinta della nostra proposta, c’è stata una diminuzione dell’affluenza ma questo penso possa essere ripartito tra le due coalizioni. La scelta della continuità amministrativa forse è quella che ha premiato. Al risultato elettorale non c’è che da inchinarsi». Deluso da qualche città in particolare? «Ci sono aree dove la sinistra è più insediata di noi, in altre noi siamo più presenti e quindi abbiamo fatto il risultato. Alessandria è sempre stata molto incerta, con esclusione dell’elezione del sindaco Fabbio, ha avuto comportamenti alterni nelle fasi elettorali. In questo caso ha premiato il centrosinistra. Ne prendo atto. Io quello che potevo fare l’ho fatto, posso rimproverarmi di avere accettato un’impresa che adesso è risultata non realizzabile, di avere tarpato le ali a qualche amico di partito che magari poteva avere più opportunità di me ed avere un risultato migliore. Mi dispiace per tutti quelli che hanno lavorato e aiutato in questa campagna elettorale. Però io, francamente, ho fatto tutto quello che potevo. Ci ho messo la faccia e la buona volontà, ho rifiutato la passerella di ministri e sottosegretari perché volevamo dare un segno forte di presenza e impegno elettorale. Gli elettori hanno detto no. Ha vinto Filippi, viva Filippi». L’assessore regionale ai Trasporti, Daniele Borioli, ha seguito l’andamento dello spoglio in Provincia con Rocchino Muliere, capogruppo Pd a palazzo Lascaris. «Il secondo turno è meno politico, gli elettori hanno dato un giudizio sul lavoro svolto in questi cinque anni e un incoraggiamento a proseguire». Soddisfatto Gianfranco Comaschi, assessore nella precedente giunta e che nel collegio Acqui III-Rocca Grimalda quindici giorni fa ha ottenuto oltre il 33 per cento dei voti: «Siamo una delle poche province in cui il centrosinistra ha resistito. Un premio per il lavoro svolto e, avendo fatto parte della giunta, non posso che considerarlo positivo». Per Comaschi l’apparentamento al ballottaggio con l’Udc è stato importante «per il significato politico anche in prospettiva futura». |
La fonte AQUILANA L'Aquila è la storia dei suoi terremoti, epidemie, guerre e volontà di ricostruire, secondo il poeta medioevale Buccio di Ranallo che ha cantato la fondazione della città. Ora il poema viene riproposto dal premio Nobel per la letteratura in un nuovo «contrasto» e con ulteriori scoperte L'Aquila è forse l'unica città importante, capoluogo di regione che i romani non riuscirono a conquistare e porre sotto il proprio dominio per la semplice ragione che al tempo di Roma L'Aquila non esisteva ancora. L'aquila come rapace non c'entra niente col carattere del popolo di indole tutt'altro aggressiva e grinfànte che la abita. Oltretutto questo non è il nome originale della città, capoluogo d'Abruzzo. La sua radice etimologica si riferiva senz'altro all'acqua chiara e spumeggiante che riga i terreni della valle; quindi l'acqua fu trasformato in L'Aquila per compiacere all'imperatore Federico II nipote del Barbarossa che favorì la nascita della città e teneva come simbolo della casata appunto il grintoso rapace. L'Aquila è città particolare, unica nel Medioevo italiano, nata non per una casualità ma per progetto secondo un disegno armonico che non trova precedenti nella storia dell'architettura urbana: in poche parole la città fu costruita secondo un progetto rigorosamente urbanistico che teneva conto non solo di case e palazzi, ma di un impianto fognario ben distinto da quello delle acque potabili e dai percorsi canalizzati per mulini e servizi alla popolazione. Contro i maggiori Nella valle dell'Aterno (fiume più lungo d'Abruzzo) non esistevano che piccoli borghi popolati da contadini e artigiani. La nascita vera e propria della città si concretizza nel 1254 ad opera degli abitanti dei villaggi del territorio circostante fin da allora autonomi: costoro, proprio in quell'anno, si ribellarono alle continue vessazioni dei baroni feudali che imperversavano su tutto il territorio e decisero di unirsi in una confederazione di reciproca difesa che riuniva i vari agglomerati di uomini liberi. Così gli originali borghi si trasformano in quartieri organizzati della nascente città. Naturalmente essi a ricordo dei Longobardi che occuparono per molti secoli l'intera vallata dell'Aterno costituirono un brolo, cioè un centro logistico amministrativo dove si riunivano i rappresentanti non solo della città, ma anche dell'intero contado. Essi non solo in quella forma di giurisdizione mantenevano il diritto civile di una democrazia, ma sviluppavano l'uso comunitario delle proprietà collettive di pascoli, acque e boschi. La storia di questo straordinario evento e delle sanguinose lotte a cui dovettero partecipare i minori associati per ottenere e difendere la loro autonomia sono narrate da un geniale poeta a mezzo fra lo storico e il giullare in un'opera chiamata «Cronache» che ci è pervenuta quasi intatta e che egli stesso chiamò «La mordacchia e la libertà». Nella sua testimonianza spesso satirica Buccio si scaglia ferocemente contro i maggiori e le loro scorrerie, i delitti immancabilmente impuniti a cui fanno ricorso per riottenere potere perduto né, nei suoi interventi di sarcastica denuncia, si tira indietro quando si trova a dover coinvolgere principi, cardinali, nonché lo stesso Papa e imperatore. Per questo rischia assai e puntualmente ecco spuntare la più pesante delle censure dove gli immancabili servi del potere si scagliano in difesa della potestà e vanno cantando la risaputa litania del «è indegno, non si può fare! Mancar di rispetto al Santo Padre e all'egualmente Santissimo Imperator!». Bosch, disastri e promesse «È vergogna imperdonabile!» si grida mentre si assiste al precipitare dalle finestre - fatto accidentale - dei soliti reprobi e degli immancabili blasfemi e laggiù come in un dipinto di Bosch bruciano interi villaggi e qualche chiesa gestita da frati in odore di eresia. Poi scoppia la peste, naturalmente mandata dall'Altissimo per punire quell'umanità indegna che sventola il vessillo della parità dei diritti. E a chiudere l'arcata del castigo ecco esplodere nel 1315 un tremendo terremoto con crollo di case, palazzi e perfino una chiesa: quella dedicata a San Francesco. I morti, su una città di diecimila abitanti, sono ottocento, i feriti non si contano. Ben poche sono le case rimaste in piedi. Le vie di comunicazione sono interrotte in centinaia di passi, a cominciare dai ponti crollati e dalle strade montane franate a valle. Dopo quest'ultimo terremoto ne seguono altri e con loro si alternano i nuovi governanti della città. Ognuno di loro abbattendo il rivale promette un governo di libertà e progresso e aggiunge: «Certo dovrete darmi del tempo e collaborare...», ma il tempo è breve e ne sale su un altro. Signori d'ogni regione e razza: ognuno viene a far visita dopo ogni funerale, porta vivande, qualche tenda, abbraccia e bacia le vedove delle vittime davanti alle bare, sempre ordinatamente disposte e ogni volta, lancia l'immancabile promessa: «Ricostruiremo di nuovo questa città, più bella di prima!». Biblico, come Gerico Lo strano è che ognuno dei despoti visitatori, svolazzando in giravolte come avvoltoi sui feretri, si susseguono sbrodolanti parole di speranza e conforto... dopo un po' vengono colpiti da una sorte feroce che li elimina dal gioco del potere. C'è chi subisce attentati, chi incidenti di viaggio, tanto in carrozza che su vascelli e addirittura facendo l'amore con donne piacenti, travolte da tanta pomposa autorità. Dire L'Aquila e pensare al terremoto, col tempo diventa quasi luogo comune. Nei secoli a seguire, si ripetono immancabili scosse e disastri, ma sempre la città e i suoi cittadini dimostrano una forza straordinaria nel riuscire caparbiamente a ricostruire, nonostante che ad ogni cinquantennio si verifichino scosse disastrose, finché si giunge a cavallo fra il Sei-Settecento. Si tratta di un «cavallo davvero scatenato che va scaraventandosi di dosso ogni cosa gli stia sul groppo». Caracolla per giorni interi finché nulla rimanga più in piedi: gli storici parlano di scosse che raggiungono i 10 gradi della Scala Mercalli. Tutte le chiese danneggiate, alcune crollano completamente quasi ridotti in polvere. Sempre gli storici stimano che nelle varie scosse i morti in quel cataclisma raggiungono oltre 6.000 vittime. I sopravvissuti non erano nemmeno in grado di salvare qualche oggetto, delle loro case non restavano che detriti, perciò la maggior parte delle famiglie era costretta ad abbandonare la città. Si assisteva a qualcosa di tragicamente biblico, pari all'esodo dalla città di Gerico abbattuta dalle trombe di Giosuè. Solo un gran pulviscolo che saliva a dismisura, non si leggevano nemmeno i profili delle montagne né il declinare delle valli, tanto era fitta e intensa la polvere che il vento portava roteando intorno al flagello. La scelta di Clemente XI Ma Papa Clemente XI, sant'uomo di straordinaria tempra e caricato di un impeto a dir poco sacrale, impose che L'Aquila dovesse ritornare a risorgere. «Ma come può una città rivivere senza la presenza di cittadini ricchi di prole?» gli contestarono vescovi e cardinali. E di rimando il pontefice: «Vi si conducano giovani uomini e donne, in grado di formare famiglie in grande quantità». «E dove pensate di raccogliere, Santità, un numero sufficiente di nuovi abitanti procreatori?». «Facciamo razzia? - azzardò un chierico screanzato - Magari presso gli indigeni delle coste africane?». «No, nessuna razzia. Ci rivolgeremo ai nostri più stretti collaboratori. La Chiesa è ricca di giovani suore e di seminaristi, nonché preti appena consacrati: saranno loro la nuova linfa di Gerusalemme... sì, voglio dire de L'Aquila!» «Cioè, pensate di unire anche sessualmente suore consacrate e converse con giovani sacerdoti creando famiglie?!... E come la mettete Santo Padre con il sacro vincolo della castità?». Il Papa lo guardò con espressione d'odio e pensò a una risposta addirittura triviale, ma giacchè era un uomo risoluto sì, ma saggio e paziente rispose: «Fortunatamente noi, grazie allo Spirito Santo, abbiamo la facoltà di dire e anche di disdire... quindi come consacriamo sorelle e giovani fratelli alla castità possiamo ancora dispensarli, toglierli dai loro doveri corporali in obbedienza alla priorità dello spirituale e scioglierli da ogni voto... liberi da ogni vincolo... salvo quello di accoppiarsi per procreare con feconda continuità. Quindi selezioniamo giovani religiosi adatti al compito e spediamoli sul luogo del disastro con l'ordine di ricostruire e di creare amandosi con la giusta passione perché continui la vita in quella città». Da non crederci Stupefacente, no? C'è da non crederci! Voi ne eravate al corrente? No? Nessuno? Ebbene, nemmeno io. E vi dirò che subito mi sono dato alla verifica su più di un volume di storia patria... niente! Vuoi vedere che quel cronista che ci ha fornito 'sta folle testimonianza se l'è del tutto inventata... così per allocchirci di scalpore... tant'è che s'è tenuto anonimo! Però c'è un particolare non da poco che mi ha sorpreso e che mi fa pensare. Sfogliando le cronache aquilane del '700 mi ha stupito constatare che prima di tutto le notizie del cataclisma di quell'inizio di secolo sono tutte concordi nel denunciare l'alto numero di vittime, (oltre diecimila, e più di trecentomila feriti) che per venir curati in mancanza di ospitali agibili, furono costretti ad essere traslocati in ricoveri della regione non colpiti dal cataclisma. Altro dato certo è che vi sia rimasto un gran numero di superstiti privi di abitazioni: circa il 50% dei sopravvissuti si è deciso a emigrare in luoghi non soggetti a perturbazioni sismiche continue. In poche parole fra le macerie erano rimasti come statuette di coccio di un orrendo presepe solo vecchi e qualche tapino che la violenta aggressione del terremoto aveva reso attonito, quasi demente. Quindi è più che attendibile la notizia dello svuotamento della città ridotta a reperto fantasma. Eppure, sempre le cronache di quel secolo ci danno testimonianza di una seguente avvenuta ripresa sia mercatale che manufattiera: ecco riapparire le tessiture e le imprese edili, nonché i mercati e perfino un carnevale strabordante di gente che si dà allo sgamàzzo e gran risate da far tremare il terreno. E da dove viene tutta 'sta popolazione? E nota bene, nessuno parla di immigrazioni più o meno forzate, quindi ecco che la testimonianza del cronista anonimo prende decisamente tono veritiero. I nuovi aquilani son figli di suore converse e preti amorosi. Frati e sante hanno fatto il miracolo della ripopolazione. E qui devo confessarvi che 'st'idea di trasformare queste desolate terre aquilane in un Eden gioioso e stracarico di creature, Clemente XI non l'ha partorita solo grazie al suo fecondo cervello, ma da uomo colto ed erudito qual era s'è rivolto ai poeti. Certo Clemente doveva di sicuro conoscere i grandi lirici e umanisti del Rinascimento: Petrarca, Bembo e naturalmente soprattutto Ruzzante. Ed ecco che è proprio da lui, dal Beolco, che ha tratto la pensata del travolgere d'amore anche i parroci e le monachelle. E ve ne voglio dare dimostrazione con un brano tratto dall'orazione al Cardinal Cornaro declamato personalmente da Ruzzante in persona davanti al sommo prelato. Parla il contadino del Ruzzante Siamo nel paradosso: è il contadino Ruzzante che dà consigli al gran Cornaro e il sant'uomo lo ascolta con molta attenzione e con mossa giocondità. Eccovi il brano tradotto in italianesco perché tutti possiate capire: Vui ben savéte, signor 'lustrìssimo Cornaro, che anco Deo Santissimo in lo creàr lo creato ha ordenàto che bisognàsse farse ragion dell'amore. Ah, l'Amore! Se non ce fodèsse l'amore! Non naserèbbe nissùno en 'sto onervèrso grando, e pégore, cavàgli e criàture de tuto lo rovèrso mondo non facerèbbero mai fructo. Oh, l'Amor! Inspécie lo quello naturale... Illo è la meglio cosa che ci sta nello monno. E viene senza dover enventàrse marchingegni strambi come quello de dondolàrse su doe altalene: una per la femmina e l'altra de contro per el màstcio. Or li vedìte: se van sfiorando in nel dondolo. El vento maligno suléva la vèsta de la filiola. Per colpa de un ramo allo zóvine se strazza le braghe. El vento virgola l'altalena: un de qua, l'altro de là se van scontrando in del mezzo e... sciàff!, restano inchiavardàdi! Oh che piasér! Illa remàn gravida, illu tutto sderenà! Oh che pecà! No, non hai besógno d'esti smachinaménti svolànti. L'amor, chillo veràce, zónze col vento, si ficca in lo profondo per farce innamorare la terra... nutrire le biade, il frumento, le rape... e dentro al mare fa innamorare pesci che zompano in branco come fontane. Ah s'è morirèsse tutti senza 'sta amore! La majór de tute 'ste nove regole, è che ogni prévete, curato, frate o cappellano, possa prendere moglie... e le converse sòre... maridàrse. E così andrà pure a ramengo 'sta maledetta fragilità della carne! Perloché 'sto foco pija anche i préveti che, sebbene coperti di religione, immersi nell'incenso che sfumàzza dai turiboli, quando gli accatta 'sto fremito della carne, non sanno in che buco cacciàrse. Ché, d'accordo che so' préveti ma so' anco uòmmeni come noàltri, e qualcuno è pur anco più maschio de nui. E per il fatto che non hanno femmine sottomano quando lo spiffero amoroso si infila deréntro al suo aspersorio, appena si imbatte in una delle nostre femmine... alla prima botta benedetta di fatto le ha già ingravidate. E noi poveretti facciamo le spese dei suoi figlioli... ci tocca mantenerli, crescerli, allevarli 'sti figli d'un curato! Al contrario, se saranno castrati, noi non avremo questa bega sulle spalle. E meglio, se avranno moglie... non saranno di continuo con gli orpelli infuocati... e in eterno il perno in calore!... Che, 'ste loro mogli, li terranno costantemente ben munti. E se anche continueranno a ingravidare le nostre femmine, nui alla stessa manéra, engravidarémo anche quelle de loro. E alla fine se sarebbe alla pari... che d'accordo che dovarèmmo far le spese di allevàrglie e crescere i loro figliuoli... ma anche loro dovranno crescere e mantenere i nostri... e per giunta dovranno non soltanto nutrigàre l'anima a 'sti figli, ma dovranno darce da magnàre anco al corpo, se no quelli ce màgnano il Vangelo, la Bibbia, le candele e il sacrestano! In 'sta manéra, a la fine, se sarebbe tutti una stessa cosa, non ce potrà stare più invidia né inimicizia... per il fatto che saremo tutti un parentado. E tutte le donne sante o non troppo saranno piene gravide, e si adempirà infine la legge del signor Jesus-Dio Cristo che dice: "Crescete e moltiplicatevi!". Così, di sicuro, non ce avremo giammai orrendo spavento né de tempeste e ne manco de' tremammòti che fa stragge, per la razÓn che n'avrèm di rencàlzi per 'na razza nova da covrìr coi figlioli ogni nostro terretòrio fino al ziélo. Ecco da chi s'è arrubbato l'idea per regenerare L'Aquila il Santo Papa Clemente XI! Di qui, dall'orazione del Ruzzante! E poi dìcheno la conoscenza non è necessaria! Forse per i minchioni, ma a chi tocca governare le femmene, l'uommini e l'animaccia loro e l'è issinziàle! www.dariofo.it |
Post n°387 pubblicato il 24 Aprile 2009 da GURU1960
Il governo, riunito nel capoluogo abruzzese, approva il decreto legge sul terremoto L'AQUILA - Il Consiglio dei ministri, che stamane si è eccezionalmente riunito all'Aquila, ha dato via libera al decreto legge per stanziare le risorse in favore delle zone terremotate dell'Abruzzo e ha approvato la decisione di spostare il G8 della Maddalena all'Aquila, fermo restando che per dare seguito alla decisione bisognerà sentire i Capi di Stato degli altri paesi partecipanti. Il provvedimento mette a disposizione un totale di otto miliardi di euro in tre anni, di cui 1,5 per fronteggiare l'emergenza e 6,5 miliardi per la ricostruzione. "In futuro i nuovi alloggi diventeranno campus". Quando poi ogni famiglia avrà completato la ricostruzione della propria casa, ha aggiunto il premier, questi nuovi alloggi antisismici "potranno essere occupate da giovani che si faranno una famiglia o da studenti universitari. Le case saranno progettate come campus. Per il primo periodo saranno adattate per le famiglie ma in un secondo tempo diventeranno campus capaci di attirare qui studenti da tutto il mondo. Oggi studenti da fuori non verrebbero qui dopo il terremoto. Noi realizzeremo per loro case sicurissime. Da un male può arrivare un bene" Contributi per imprese, negozi e anche seconde case. Nel decreto sono previsti contributi ed indennizzi per le imprese colpite dal sisma, ma anche per le strutture adibite alle attività sociali, ricreative, sportive e religiose, come, ad esempio, gli oratori. Ma anche bonus fiscali per ricostruire negozi e seconde case. Sono inoltre previsti indennizzi a favore delle imprese che hanno subito conseguenze economiche sfavorevoli per effetto degli eventi sismici e per quelle che dovranno riparare o ricostruire beni mobili distrutti o ripristinare le scorte. Ottanta milioni per straordinari pompieri e forze ordine. Per proseguire gli interventi di soccorso in Abruzzo il governo ha autorizzato uno stanziamento di 80 milioni dal primo giugno per i vigili del fuoco e le forze di polizia. Aumenta inoltre il tetto di straordinari per il personale impegnato, fino ad un massimo di 75 ore mensili pro-capite. Gelmini: 110 milioni per l'edilizia scolastica. Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ha annunciato lo stanziamento di 110 milioni per l'edilizia scolastica e di 70 per la ricostruzione dell'Università dell'Aquila, i cui studenti quest'anno non pagheranno le tasse. I nuovi alloggi per gli studenti, ha sottolineato Berlusconi, saranno supersicuri: "Dopo il terremoto - ha detto, con una battuta - se mio figlio mi dicesse vado a studiare all'Aquila, gli direi sei matto, e lo chiuderei nel cesso. Ma con le nuove case siamo degli Speedy Gonzales...Il rettore ha detto una battuta infelice e sbagliata". Le risorse: prevista anche una nuova lotteria. La maggior parte delle risorse destinate ala ricostruzione (circa 5 miliardi), provengono da tre fondi: il cosiddetto 'Fondo letta' attivato presso la presidenza del Consiglio, il fondo infrastrutture e quello per gli ammortizzatori sociali. Un miliardo ciascuno saranno mesi a disposizione dagli enti previdenziali e dalla Cassa Depositi e Prestiti (si tratta di mutui autorizzati e non utilizzati). Parte degli 1,5 miliardi destinati all'emergenza sarà ricavata da una nuova lotteria istituita per l'occasione. Ma escluso il 5 per mille. "Non useremo il 5 per mille per reperire le risorse per il dopo terremoto", ha chiarito il ministro Tremonti, ponendo fine alle polemiche seguite all'annuncio da lui anticipato qualche giorno fa. Per il titolare di via XX settembre l'ipotesi che lui stesso aveva fatto "non era per togliere al volontariato ma per aggiungere qualcosa per l'Abruzzo. Dopo abbiamo deciso di rinunciare vista la vena polemica che ha radicalizzato il tutto. Se alla fine ci potevano essere più soldi e ce ne saranno meno si ringrazino i polemici signori della politica". Appello di Berlusconi alla Ue: "Sia generosa". L'Europa deve essere generosa'' con le aree abruzzesi colpite dal sisma, ha auspicato Berlusconi. Il premier ha spiegato che il contributo Ue ''dovrebbe superare i 500 milioni di euro''. Comuni esclusi, occupata per protesta una strada. Intanto alcuni cittadini di tre dei Comuni esclusi dai contributi per la ricostruzione, e cioè Capitignano, Montereale e Cagnano Amiterno, hanno occupato per protesta una strada statale di collegamento all'Aquila. Domani all'Aquila il procuratore Grasso. Sulla ricostruzione, e sulle sorveglianza per prevenire il rischio di infiltrazioni antimafia, è stato confermato per domani l'arrivo del procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, che incontrerà all'Aquila il procuratore della repubblica Alfredo Rossini per i primi contatti ufficiali sulle questioni aperte dal terremoto. Lo ha confermato Olga Capasso, uno dei quattro magistrati del pool antimafia, già oggi nel capoluogo abruzzese. L'attenzione dei magistrati, secondo quanto appreso, sarà incentrata sulle aziende locali che potrebbero essere avvicinate da organizzazioni mafiose. (23 aprile 2009) |
Post n°386 pubblicato il 23 Aprile 2009 da GURU1960
L'AQUILA - Il Consiglio dei ministri, che stamane si è eccezionalmente riunito all'Aquila, ha dato via libera al decreto legge per stanziare le risorse in favore delle zone terremotate dell'Abruzzo e ha approvato la decisione di spostare il G8 della Maddalena all'Aquila, fermo restando che per dare seguito alla decisione bisognerà sentire i Capi di Stato degli altri paesi partecipanti. Il provvedimento mette a disposizione un totale di otto miliardi di euro in tre anni, di cui 1,5 per fronteggiare l'emergenza e 6,5 miliardi per la ricostruzione. Nel decreto non è previsto alcun aumento delle accise nè nuove tasse: "Si risponde al terremoto senza aumento della pressione fiscale e senza mettere le mani in tasca agli italiani".
Domani all'Aquila il procuratore Grasso. Sulla ricostruzione, e sulle sorveglianza per prevenire il rischio di infiltrazioni antimafia, è stato confermato per domani l'arrivo del procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, che incontrerà all'Aquila il procuratore della repubblica Alfredo Rossini per i primi contatti ufficiali sulle questioni aperte dal terremoto. Lo ha confermato Olga Capasso, uno dei quattro magistrati del pool antimafia, già oggi nel capoluogo abruzzese. L'attenzione dei magistrati, secondo quanto appreso, sarà incentrata sulle aziende locali che potrebbero essere avvicinate da organizzazioni mafiose. (23 aprile 2009) REPUBBLICA.IT |
venerdì 20 marzo 2009 "È LA TUA SCELTA". AL VIA LA CAMPAGNA DI INFORMAZIONE SULLE ELEZIONI EUROPEE In vista delle elezioni europee del giugno prossimo il Parlamento ha presentato la sua strategia d'informazione. La preoccupazione di fondo, in merito all'affluenza dei cittadini per il rinnovo dell'assemblea di Strasburgo, è stata la motivazione che ha portato l'istituzione parlamentare a presentare una propria campagna d'informazione sull'utilità del voto europeo. Alla presenza della direttrice della direzione generale per l'informazione, Francesca Ratti (unica direttrice italiana nelle istituzioni europee) e di due vice presidenti, il popolare spagnolo Vidal Quadras e la socialista tedesca Metschilde Rothe, sono state presentate alla stampa accreditata le tematiche della campagna che sotto il lemma "è la tua scelta", in forma di manifesti o di installazioni vere e proprie, saranno presenti su tutto il territorio dell'Unione, o quasi. Non si sa ancora, infatti, se gli italiani vedranno nelle piazze delle loro città i manifesti della campagna del Parlamento europeo. Il ministro per le politiche comunitarie, Andrea Ronchi, ha fatto sapere, tramite un laconico comunicato stampa, che il governo italiano non sosterrà la campagna istituzionale in quanto" ritiene che i contenuti della campagna di comunicazione promossa dal Parlamento europeo, nella sua attuale formulazione, non siano idonei a migliorare la percezione e la conoscenza dei valori e delle opportunità derivanti dall'appartenenza all'Unione europea." Una prima forte reazione al comunicato del Ministro Ronchi è venuta dal presidente della delegazione italiana nel Gruppo PSE, Gianni Pittella, che ha denunciato la scelta del governo come non europea e ha manifestato la preoccupazione che tale scelta non sia in realtà che la conferma delle intenzioni del governo Berlusconi di effettuare una campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo incentrata esclusivamente sugli affari interni del Paese e non sulle scelte europee da compiere. L'acuirsi del dibattito sulla tematica ha fatto sì che durante la presentazione a Bruxelles la stampa italiana presente rivolgesse domande sulla non adesione della campagna da parte del governo ai due vicepresidenti. Nel rispondere, Vidal Quadras, del partito di Jose Maria Aznar, ha ironicamente ringraziato il governo italiano perché suo malgrado ha fatto già pubblicità alla campagna di informazione aggiungendo che al Parlamento Europeo, più che ai governi, interessa avere il sostegno dei cittadini. I temi scelti dalla prestigiosa società di comunicazione Scholtz and Friends con base a Berlino, vanno dalla sicurezza alimentare alla conciliazione tra vita privata e vita lavorativa, alla sicurezza dei cittadini, alle tematiche relative ai mercati finanziari e alla loro regolamentazione. Durante la presentazione, il vice presidente spagnolo ha aggiunto che la campagna: "si rivolge deliberatamente a tutta la gamma di opinioni politiche, da quelle più integrazioniste a quelle più preoccupate per la salvaguardia della sovranità nazionale". Non sarà mica troppo libera per l'Italia? Alberto Corsini |
Roma - "Ho avuto la possibilità di poter essere me stesso, questa è la mia vera vittoria....". Parola del "principe" dei ballerini (dilettanti ma impegnati a imparare). Già, perché Emanuele Filiberto, principe di Savoia, figlio di Vittorio Emanuele e nipote dell'ultimo re d'Italia Umberto II, ha vinto la finale di Ballando con le stelle, il programma di Milly Carlucci che alleva vip ballerini (e aspiranti tali). Dopo la vittoria televisiva (a furor di telespettatori, tanto che se fosse stato un referendum per la monarchia non ci sarebbe stati problemi...), Enabuele Filiberto è partito per raggiungere la famiglia a Parigi, la moglie attrice Clotilde Coreau e le due figlie Vittoria e Luisa di sei e tre anni e partire per la Normandia. Reale senza trono, Emanuele Filiberto, nato a Ginevra nel '72, ha conquistato le simpatie dei telespettatori puntata dopo puntata: per lui e Natalia Titova (bravissima a "guidare" il principe sulla pista della finale), con un televoto da quasi 1 milione di telefonate, c'é stato un plebiscito con il 75% di preferenze, 25% per la coppia finalista rivale con Alessio Montovoli giovane sulla rampa di lancio grazie a Ballando e la brava Ola Karieva. E il programma di Raiuno ha fatto record: con il 60% nel finale e oltre il 33% di media. Il valzer, visto il sangue reale, ce l'ha avuto nel sangue sin dall'inizio, per il resto, per dirla con uno dei giurati del programma, lo stilista Guglielmo Mariotto, Emanuele Filiberto era un "piripicchio". La sua partecipazione a Ballando è stata coraggiosa ma alla fine si è anche rfivelata unìottima operazione d'immagine, "un'operazione simpatia" che fa dire al principe: "Sono veramente felice per questa vittoria assolutamente inaspettata. Ho partecipato al programma per la stima nei confronti di Milly e per la possibilità che mi veniva offerta di poter essere me stesso. Dal profondo del cuore ringrazio tutti gli italiani che mi hanno sostenuto e votato, questo successo lo devo soprattutto a loro". Il futuro di Emanuele Filiberto sarà tra la moda (una linea d'abbigliamento intitolata Principe d'Italia), la tv e forse la politica. Non ha smentito infatti l'ipotesi di una sua candidatura alle prossime europee. Da Londra, dove è appena arrivata per raggiungere il figlio liceale Patrick, Milly Carlucci conferma "la grande determinazione di Emanuele Filiberto a fare bene. Si giocava molto partecipando a Ballando, invece è stato apprezzato per essere un ragazzo come tanti, senza spocchia, con una grande voglia di amicizia, consapevole di essere personaggio in vista e quindi desideroso di essere all'altezza". |
by Eric Clapton Sailing down behind the sun, Just a toerag on the run. Then the light begins to shine Where do I find the words to say? Then the jagged edge appears As my soul slides down to die. My father's eyes. |
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Post n°380 pubblicato il 07 Marzo 2009 da GURU1960
Il telescopio americano Keplero è stato messo in orbita con successo 62 minuti dopo il lancio dalla base militare di Cape Canaveral, in Florida, poco prima dell'alba italiana. La Nasa ha confermato che il distacco del del terzo stadio del vettore Delta 2 è avvenuto come previsto a 721,53 km d'altitudine. Keplero sarà presto pronto a mettersi al lavoro: dovrà scandagliare il campo stellare alla ricerca di pianeti esterni al nostro sistema solare - i cosiddetti esopianeti - che possano avere dimensioni e condizioni complessivamente comparabili a quelle della Terra.
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Post n°379 pubblicato il 14 Febbraio 2009 da GURU1960
Roma, 12 feb. (Adnkronos) - Berlusconi ci "preoccupa". Pd in piazza per difendere la Costituzione che il presidente del Consiglio ha lasciato intendere di voler cambiare a colpi di maggioranza. |
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