S.O.S. NO_PROFIT
SIAMO QUI per AIUTARE il PROSSIMO senza APPROFITTARE di ESSO...
Creato da S.O.S.NO_PROFIT il 07/10/2008AVVISO PER TUTTI
Si vuole creare uno spot incisivo di denuncia di grandi mali, inizialmente mafia e pedofilia e pubblicarlo su un gran numero di profili\blog con una serie di link che portano il visitatore verso pubblicazioni-siti-blog che trattano il problema professionalmente, convinti che si possa contribuire efficaciemente alla formazione di una coscienza della drammaticità dei problemi e magari fornire anche qualche risposta o proposta per gli operatori. Questi schifosi e delinquenti dovranno sentirsi additati ovunque. Ovviamente tutti, te compreso sei chiamata/o al contributo in termini di idee e spazio sulla tua pagina. Niente politica ma solo coscienza sociale. Chi è bravo in grafica (o ne conosce uno) si segnali, intanto raccogliamo il materiale circolante nella rete e cerchiamo di creare un'azione comune con gli amici che stanno già facendo azioni analoghe. Per scambiarci materiale e idee usa la mia mail box. Ciascuno invii questo msg ai propri amici.
FATEVI SENTIRE AMICI E CONTRIBUITE COME POTETE A QUESTA INIZIATIVA
Ci sono cose per cui sono disposto a morire....
ma non ce n'è nessuna per cui sarei disposto ad uccidere.....
(Mahatma Gandhi)
aggiungo io W LA PACE
http://blog.libero.it/tuttociocheevita/view.php?nocache=1234595673
CARI LETTORI!!!
Questo blog intende RACCONTARE la VITA e le DIFFICOLTA’ degli ULTIMI della FILA. Chi fatica ad arrivare alla seconda settimana, chi è precario, chi è senza lavoro, chi rischia la vita tutti i giorni e chi muore di lavoro.
INTENDIAMO SOFFERMARCI sulla SOCIETA’ Italiana, non quella edulcorata della TV ma quella che vive, lavora e soffre tutti i giorni per mille euro al mese.
INTENDIAMO PROPORRE – DISCUTERE – ARGOMENTARE.
INTENDIAMO MOBILITARCI per le GUERRE NASCOSTE, quelle che l'informazione non ci racconta.
INTENDIAMO MOBILITARCI contro le DIFFERENZE SOCIALI, contro l'INCAPACITA’ della classe politica a recepire i disagi della gente
INTENDIAMO mettere in DISCUSSIONE la LOGICA del BUSINESS a tutti i COSTI che PREVALE su DIRITTI UMANI e BISOGNI SOCIALI.
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Post n°11 pubblicato il 22 Ottobre 2008 da mizar_s_light
Ai figli illustri vestiti di invisibili armature che nulla e nessuno può scalfire, si contrappongono i figliastri abbandonati al loro destino. Tremila, tanti sono i nostri connazionali abbandonati nelle carceri di tutto il mondo, detenuti spesso in paesi in cui i diritti umani e civili vengono violati anche per puro capriccio, in strutture che ben darebbero l'idea di cosa fossero i Lager nazisti o i Gulag comunisti (così non scontentiamo nessuno), in paesi in cui la condanna a morte è un'istituzione. Conoscendo la loro storia ho deciso di sostenere l'iniziativa del blogger lucano Nathan2000, che in accordo con il padre del giovane Angelo, Giovanni Falcone, ha scritto una lettera, con la richiesta che il 22 ottobre (ultimo giorno utile per il ricorso im appello per i due ragazzi) venga pubblicata su più blog possibili, anche con un semplice copia e incolla, e che venga mandata via email agli indirizzi in calce da più persone possibili.
"È ciò che ci chiedono i Cittadini", è una frase che spesso, troppo spesso, abbiamo ascoltato in TV, pronunciata da tutti, dico tutti, i rappresentanti dei suddetti Cittadini che siedono in parlamento. Chi le scrive è uno di quei Cittadini di questo Paese, di quei cittadini che ancora credono, in maniera piuttosto forte, alle Istituzioni. Finora non mi è mai capitato di sentirmi fare, da qualcuno dei parlamentari di questa Repubblica, la domanda: "Cosa chiedi, carissimo Cittadino, a noi tuoi rappresentanti?". Non voglio inoltrarmi in polemiche e critiche immotivate. non ci penso e non ne sarei capace. Vorrei, soltanto, rendere noto a Lei quale sia il mio concetto di Stato; concetto che posso semplificare come segue: lo Stato è un Padre che deve (ma soprattutto, Vuole) occuparsi dei propri figli senza riserve e senza tentennamenti; Un Padre è colui che si precipita a rotta di collo dal proprio Figlio ogni qual volta ve ne sia la necessità; ogni volta che si presenti una difficoltà che implichi un aiuto, un consiglio, un intervento di qualsivoglia natura. Un Padre amorevole ma, all'occorrenza, inflessibile. Inflessibile quando sia palese un cattivo comportamento di un suo figlio. Un Padre pronto a comprendere, ma pronto anche a punire, se lo merita, un figlio che si sia comportato in modo non adeguato alle regole familiari. Questa lettera nasce dopo mesi di riflessione su di una vicenda particolare di cui poco si parla: l'arresto e la detenzione in India di un nostro concittadino. Il suo nome è Angelo Falcone, ed è stato arrestato, con il suo amico Simone Nobili, dalla polizia Indiana con l'accusa di detenzione di 18 kg di droga. Seguendo il blog del padre di Angelo, Giovanni Falcone, ho scoperto che di nostri cittadini detenuti all'estero ve ne sono più di 3.000! Non ho potuto verificare di persona, pertanto mi debbo fidare delle cifre fornite dal sig. Falcone. ma non ho motivi per dubitare di quanto affermato sul suo blog. Allora, la mia domanda è la seguente: questi nostri concittadini detenuti all'estero sono figli di questo Padre-Stato? Se sì, come mai le istituzioni di questo paese non si comportano come si comporterebbe un Padre nel caso di un proprio figlio? Ad Agosto, per Angelo Falcone e l'amico Simone, c'è stato il verdetto di Condanna a 10 anni. La possibilità di ricorso in appello ha come termine perentorio il 23 ottobre. il tempo stringe! Mi aspetterei, da un Padre, una corsa in India per vedere di persona come stanno le cose. Giovanni Falcone non riesce a parlare con suo figlio neppure telefonicamente. E, da quanto mi capita di leggere sul suo blog, l'interessamento delle Istituzioni di questo Paese sulla faccenda è, per così dire, insufficiente. Come se il Padre-Stato abbia già emesso giudizio di condanna sul proprio figlio, ed abbia deciso di punirlo per la mancanza commessa. Mi sarei aspettato, nel caso particolare di Angelo e, più in generale, nel caso dei nostri oltre 3.000 connazionali detenuti in penitenziari esteri, un atteggiamento differente. In fondo, bisognerebbe domandarsi se in tali paesi esistano quelle garanzie che sono caratteristiche di un qualunque Stato di Diritto degno di questo nome. Siamo sicuri che l'India garantisca gli imputati secondo tali canoni? E tutti gli altri paesi in cui sono detenuti nostri concittadini? Ecco: un Padre dovrebbe correre in soccorso di un proprio figlio per cercare di garantirgli tutto il necessario per affrontare le vicissitudini in cui è incappato. Se, con tutte le garanzie del caso, si dovesse dimostrare un "ERRORE PALESE" commesso dal Figlio, allora il Padre avrebbe tutti i motivi per punire tale errore. Voglio sottolineare il fatto che, più volte, Giovanni Falcone ha dichiarato che, se sulla base di un processo serio ed equo, suo figlio Angelo dovesse essere riconosciuto colpevole, sarebbe il PRIMO a pronunciarsi per la detenzione. Per un processo serio ed equo, segnato, cioè, da tutte le garanzie che vengono concesse nel nostro paese a chiunque incappi nei meccanismi della legge, le Istituzioni italiane si sono mosse? Nel caso di Angelo e dei più di 3.000 già citati, è stato fatto tutto ciò che andava fatto? Concludo dicendo che, da Cittadino di questa Repubblica, chiedo alle Istituzioni tutte, di occuparsi dei propri Figli detenuti all'estero. In virtù del fatto che il mio sentire lo Stato è forte, e altrettanto forte deve essere la risposta dello Stato ai propri cittadini. Se ciò non dovesse essere possibile mi troverò nella bruttissima condizione di figlio di un Padre non disposto ad occuparsi di me. fatto che, per il mio modo di sentire lo Stato e le Istituzioni, non mi lascia tranquillo affatto. Distinti saluti presidenza.repubblica@quirinale.it (Presidente della Repubblica) http://presidente16.camera.it/servizio/30/mail.asp (Presidente della Camera dei Deputati) schifani_r@posta.senato.it (Presidente del Senato) gabinetto@cert.esteri.it (Ministro degli Esteri)
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MESSAGGIO IMPORTANTE Gli operatori delle ambulanze hanno segnalato che molto sovente, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro un telefono portatile. Tuttavia, in occasione di interventi, non si sa chi contattare tra la lista interminabile dei numeri della rubrica. Gli operatori delle ambulanze hanno lanciato l'idea che ciascuno metta, nella lista dei suoi contatti, la persona da contattare in caso d'urgenza sotto uno pseudonimo predefinito. Lo pseudonimo internazionale conosciuto è ICE (=In Case of Emergency). E' sotto questo nome che bisognerebbe segnare il numero della persona da contattare utilizzabile dagli operatori delle ambulanze, dalla polizia, dai pompieri o dai primi soccorritori. In caso vi fossero più persone da contattare si può utilizzare ICE1, ICE2, ICE3, etc. Facile da fare, non costa niente e può essere molto utile.
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