EDUARDO DOTTORE Castellammare di Stabia. Si gioca a Pagani, no a Foggia. Non si gioca. Due giorni infuocati hanno fatto da cornice alla vigilia del derby che, domenica, avrebbe dovuto opporre Juve Stabia e Paganese al «Marcello Torre». Alla fine ha scontentato, è il caso di dirlo, tutti, il prefetto di Salerno, Claudio Meoli, che ha dichiarato inagibile l’impianto paganese, rimandando ogni decisione per fissare una data del recupero del derby a dopo il 10 gennaio. Alla prima ipotesi di una gara a porte chiuse per entrambe le tifoserie, aveva fatto eco la possibilità di uno spostamento di sede, si era parlato anche di Foggia. Ieri sera la decisione del prefetto che ha vietato lo svolgimento del match, considerando lo stadio degli azzurro stellati inidoneo a un tipo di gara di questa portata. «Siamo dispiaciuti – ha subito detto il patron della Juve Stabia, Franco Giglio - e anche stupiti. Non sapevamo di questa decisione, resto allibito. Non credo sia la strada migliore per combattere la violenza. Chiudere gli stadi va solo a discapito dei tifosi veri, e soprattutto delle società». Già, le società. In molti lo avevano preventivato alla decisione della Lega di inserire tutte le campane nello stesso girone, come se i pericolo o le rivalità non fossero noti a tutti. «Avevamo cercato di far sentire la nostra voce ma, forse, si era cercato di dimostrare che le cose non stavano proprio così. Peccato, alla fine ha perso come sempre lo sport. Certo, se quest’anno abbiamo accettato la situazione, e ormai non si può tornare indietro, alla definizione dei gironi, per la prossima stagione non si potrà non tener conto di questa situazione, di quante gare si sono disputate quest’anno senza tifoserie o a porte chiuse». Delusione in casa Juve Stabia, la squadra stava preparano al meglio il derby, una sfida che avrebbe potuto dare motivazioni importanti in un momento difficile. «Siamo alla fine del girone di andata e ovviamente avremmo sperato in un’occasione importante per chiudere bene la prima parte del torneo. Vorrà dire – continua Giglio -, che ci riposeremo domenica. Ma sia ben chiaro, non siamo d’accordo, non è così che si deve agire, chiudere gli stadi non serve a nulla. I tifosi sono violenti? Si trovi il modo di educarli, ma impedendo loro di assistere a questi eventi si finisce solo per aumentare le tensioni». Per chiudere, una constatazione singolare e amara sul derby che chiude il girone d’andata. «Immaginiamo una situazione analoga all’ultima di campionato - sostiene Giglio -. Pensiamo a un match che possa valere qualcosa di importante in classifica, cosa accadrebbe? Lo farebbero disputare nel torneo successivo?». il mattino