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SAN GIORGIO A CREMANO. Centinaia di salvadanai di latta erano stati distribuiti agli esercizi commerciali in diversi comuni vesuviani. Servivano, si leggeva sul dorso dei salvadanai, per raccogliere fondi necessari a far operare un bambino colpito da un tumore al cervello, ricoverato in un noto ospedale pugliese. Ma era solo una squallida truffa. A scoprirlo i poliziotti di quartiere in servizio al commissariato di San Giorgio a Cremano. Ad organizzare la mega truffa che, si ipotizza, potrebbe essersi ramificata anche in altre regioni d'Italia, tre giovani poco più che ventenni di Castellammare di Stabia. Sono ancora in atto i sequestri dei salvadanai, mentre dal commissariato comunicano: «Chiunque abbia ricevuto quei salvadanai in custodia, li consegnino al commissariato di zona». Tutta l'inchiesta è partita dalla segnalazione dei due agenti della pattuglia appiedata che avevano notato una giovane ragazza, dipendente di un'agenzia di volantinaggio, che questi barattoli di latta in diversi negozi del comune vesuviano. A colpire l'attenzione dei due poliziotti era stata la fotografia ed i loghi di note associazioni per la lotta ai tumori posti sui salvadanai di latta. Le immagini, solitamente ben visibili, risultavano in realtà sbiadite e poco identificabili. Per appurare la fondatezza dei sospetti, i due agenti hanno così chiesto alla ragazza di vedere le bolle di accompagnamento e tutta la documentazione a riguardo. Tranquillamente la giovane ha fornito loro quanto richiesto, ma qualcosa ancora non risultava chiaro al fiuto investigativo dei due poliziotti. Sono così partite le indagini che hanno portato ad evidenziare la squallida truffa. Tre individui di Castellammare, due dei quali, S.R e E.A, entrambi 25enni, già identificati e denunciati a piede libero per truffa, si erano “organizzati” per portare a segno un losco affare che gli avrebbe fruttato, nella peggiore delle ipotesi, più di 30 mila euro, da incassare entro la fine d'aprile. I tre, spacciandosi per i rappresentanti di un'associazione di volontariato genovese, estranea al fatto e pronta a querelare i responsabili, avevano stipulato un regolare contratto con un'agenzia di volantinaggio affinchè questa consegnasse, ai negozi dei comuni vesuviani, circa 440 salvadanai per raccogliere denaro per le cure al bambino malato, già operato in un ospedale pugliese, così come si leggeva nel referto medico allegato alla documentazione per la stipula del contratto e firmato da un fantomatico primario Francesco Rossi, risultato poi inesistente. In pochi giorni i dipendenti dell'agenzia, credendo di collaborare ad una causa benefica, si sono dati da fare più del solito per consegnare il prima possibile tutti i salvadanai. Li portavano ai rivenditori, consegnavano loro la documentazione richiesta, e concordavano il ritiro dopo due mesi dalla consegna. Entro pochi giorni erano stati consegnati già più della metà dei contenitori per le offerte. Al loro arrivo nella sede dell'agenzia di volantinaggio, gli agenti hanno infatti rinvenuto solo 115 salvadanai con le stesse caratteristiche di quello scoperto nell'esercizio commerciale dove era stato trovato il primo salvadanaio, mentre decine di salvadanai, contenenti già danaro raccolto, sono stati rinvenuti presso altrettanti esercizi commerciali del comune vesuviano e sottoposti a sequestro. Intanto ora dopo ora la presenza dei salvadanai della truffa viene rilevata anche nei comuni limitrofi di Portici, Torre del Greco, San Sebastiano al Vesuvio, Cercola e Volla e nella zona di Capodichino. La Procura di Napoli a breve emetterà un decreto nazionale di sequestro, per evitare che altri inconsapevoli cittadini cadano nella rete della truffa. Angela Saracino - Gionale di Napoli GUARDA IL VIDEO