Arsenale del clan Cesarano in casa
CASTELLAMMARE DI STABIA. Arrestato nella sua abitazione poiché nascondeva tra la biancheria sporca una pistola carica con il colpo in canna e praticamente munizioni sufficienti per un esercito. È finito in manette la scorsa notte Salvatore Inserra, 43 anni, pregiudicato ritenuto affiliato al clan Cesarano che opera nella periferia stabiese ed a Pompei. L’uomo era nella sua abitazione di via Schito, periferia di Castellammare di Stabia, quando è stato sorpreso da un controllo di routine effettuato dai carabinieri della compagnia stabiese, agli ordini del capitano Giuseppe Mazzullo e del tenente Andrea Minella, in collaborazione con il nucleo cinofili e artificieri di Napoli. Durante la perquisizione, i militari dell’arma hanno rinvenuto una pistola all’interno di un armadio, tra la biancheria sporca. Si tratta di una Beretta 9000 calibro 9, detenuta irregolarmente: la matricola era abrasa, mentre il caricatore conteneva 11 cartucce. Inoltre, sempre tra i panni sporchi sono state rinvenute 135 cartucce di vario calibro: 29 calibro 357 magnum, 62 calibro 38 special, 44 calibro 9. Tutto è stato posto sotto sequestro. L’arma e le munizioni saranno inviate in giornata al Racis di Roma per gli esami tecnico-balistici, che serviranno a stabilire se la pistola è stata utilizzata da poco. Nel frattempo, Salvatore Inserra è stato arrestato e trasferito nel carcere di Poggioreale, dove resta in attesa di essere interrogato dai magistrati per la convalida del fermo. Per lui l’accusa è di detenzione illegale di arma e munizioni. Poiché è ritenuto affiliato al clan Cesarano, da tempo Inserra era tenuto sotto stretta osservazione dalle forze dell’ordine, soprattutto perché, da quanto emerso nei giorni scorsi, erano avvenuti alcuni strani movimenti, non sfuggiti agli inquirenti. Anche se il calibro è sempre il 9, si tratta di un’arma insolita, da “intenditori”, poiché la Beretta 9000 è ritenuta “poco comoda” per l’impugnatura molto larga, anche se molto precisa. È andata fuori produzione nel 2006 ed è stata prodotta per la difesa personale e per il personale di polizia in borghese: nel 2002 il design di questa pistola fu affidato a Giugiaro. Sequestri di armi si susseguono quasi quotidianamente a Castellammare di Stabia, dove era in atto da un paio d’anni una sorta di corsa all’armamento da parte dei clan. I D’Alessandro si sono affidati ad armi provenienti dal mercato dell’est Europa, per lo più pistole semiautomatiche calibro 9 luger di fabbricazione cecoslovacca, considerate armi da guerra in Italia, mentre vendute nelle normali armerie in quasi tutta l’Europa orientale. Tutte calibro 9, semiautomatiche e facili da usare: identikit perfetto delle armi che hanno ucciso 7 volte iin meno di 12 mesi tra Castellammare e Gragnano. Per quanto riguarda Inserra, proseguiranno i controlli, poiché sono stati trovati altri tipi di cartucce che potrebbero essere state trattenute dal 43enne in attesa che qualche altro affiliato ai Cesarano passasse a ritirarle. Dunque, altre armi pronte a sparare sono presenti a Castellammare. Da non sottovalutare un particolare: il primo sequestro di munizioni è avvenuto proprio nell’area dei Cesarano, a casa di Giovanni Battista Lambiase Grimaldi, il quale nell’aprile 2008 nascondeva 13 cartucce calibro 9 luger. Dario Sautto - GdN