Il naturalista stabiese dott. Ferdinando Fontanella denuncia l'ennesimo atto di stupidità di noi stabiesi
In uno dei suoi film più fortunati il grande Totò vestiva i panni di uno arabo, se non sbaglio il film in questione è intitolato “Totò sceicco” o forse “Totò d’Arabia”, non ricordo.
Comunque, in una delle sequenze di questa divertentissima pellicola, il principe della risata si impegna a calpestare il traboccante petrolio che trasuda dalla terra. Lo calpesta e lo appella, con disprezzo, “lo sputo del diavolo”.
La geniale comicità di questa scenetta sta nel fatto che lo spettatore è consapevole dell’immenso valore del petrolio, “l’oro nero”, e gli sembra paradossale e per questo comico, che qualcuno possa così scioccamente rifiutarlo e disprezzarlo.
Questo breve preambolo cinematografico mi serve da spunto per raccontarvi la tragicomica realtà in cui viviamo. Noi, novelli Totò, non calpestiamo zampilli di “oro nero”, l’Italia per fortuna non possiede grandi quantità di questa risorsa, ma ci dilettiamo a schiacciare la nostra più grande ricchezza, il nostro inestimabile patrimonio storico, artistico e naturalistico.
In quest’arte gli stabiesi, poi, sono dei veri e propri maestri!
Proprio oggi, passeggiando per via Sanità a Castellammare, ho avuto modo di farmi un mucchio di risate, mentre camminavo ho notato che una delle antiche fontane della città, quelle che un tempo erano sparse un po’ ovunque a Castellammare e con la loro fresca acqua dissetavano i viandanti, mentre oggi servono come immondezzai, era stata distrutta. Che risate immaginare lo stabiese che annientava un pezzo del nostro patrimonio. Non me ne voglia il grande Totò, ma ho riso così tanto che alla fine dagli occhi mi scendevano dei lacrimoni grandi come una casa.
Ferdinando Fontanella.