Pompei - Pompei non è la cartolina sbiadita e distorta, simbolo di cattiva gestione, ma un sito dove per anni si sono raggiunti importanti e soddisfacenti risultati. Se ne discute nel corso della tavola rotonda, organizzata presso la sala conferenze del Denaro in piazza dei martiri. L'evento, fortemente voluto dalla giornalista e senatrice Pdl, Diana De Feo, offre l'occasione pre tracciare un bilancio delle attività svolte in questi anni, grazie anche alla partecipazione della sopraintendente, Maria Rosaria Salvatore, in passato alla guida del pless e per presentare un progetto pilota messo in campo dalla Federico II. "Quello che non si è detto su Pompei sono i rusltati raggiunti in due anni di commissariamento - spiega De Feo - interventi di resaturo, adeguamento dei percorsi, della segnaletica e della vigilanza, miglioramento dei servizi e della vivibilità del sito per i visitatori. Resta da affrontare il nodo della gestione delle acque reflue e della governance dei fondi, perché non è vero che non siano già sufficienti. Sì all'apertura ai privati, sulla base di programmi seri e obiettivi condivisi". Per Salvatore, ex soprintendente Beni Archeologici di Napoli e Pompei: "L'obiettivo da porsi è quello di un monitoraggio su parametri scientifici del sito archeologico che consenta la programmazione della manutenzione ordinaria. Pompei ha bisogno di una cura che esuli dalla cronaca e dall'ottica dell'emergenzialità, ma che abbia una visione di prospettiva. Un modello esemplare di sinergia dei privati viene dalla vicina Ercolano, dove la fondazione Packard collabora attivamente, ovvero non solo con finanziamenti, ma assumendosi l'incarico di intervenire in prima persona nella manutenzione, alla gestione del locale parco archeologico". All'incontro moderato da Alfonso Ruffo, partecipa anche Fabio Mangone, delegato rettore Federico II per il patrimonio storico e per i beni culturali: "E' in via di definizione un protocollo d'intesa con l'ateneo federiciano per un progetto pilota, in base al quale 40 tra dottorandi e specializzandi delle facoltà di Ingegneria e Architettura studieranno la realizzazione dell'impianto di canalizzazione e smaltimento delle acque reflue. Ciò senza nessuna remunerazione, ma solo in cambio della possibilità per i ragazzi di formarsi in loco. Qualora il pilota dovesse funzionare, sarebbe esteso all'intero parco archeologico".