NAPOLI. La Procura di Napoli ha tutt’altro che chiuso il cerchio. Sul calcioscommesse si è appena all’inizio. Lo ha fatto intendere a chiare lettere il procuratore aggiunto della Dda, Rosario Cantelmo, che ha detto che nel mirino ci sono almeno 150 partite tra serie A e B, ma anche di serie minori. Partite che potrebbe essere state condizionate da qualcuno che agiva per conto dei clan e non solo. Il procuratore aggiunto ha anche riferito che è in corso una rogatoria con un Paese straniero e altre ne saranno avviate: dalle indagini sono emersi contatti tra i D’Alessandro-Di Martino e alcuni loro referenti in Spagna e Sudamerica. La Dda, con la procura di Torre Annunziata, sta esaminando il comportamento, definito «anomalo», di alcune tifoserie nei confronti di calciatori di squadre minori: c'è il sospetto che possano esserci contatti con i clan. «Si nota che la criminalità organizzata si fa sentire o addirittura le si chiede di intervenire», dice Cantelmo. Questo vuol dire che la cosca di Castellammare di Stabia ha fatto del calcioscommesse una entrata fissa nel bilancio delle proprie casse. Ne sono convinti i pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Napoli che in queste ore stanno mettendo nuova linfa ad una inchiesta che va avanti da un anno. L’ipotesi di reato è quella di riciclaggio e va avanti spedita grazie agli incroci di intercettazioni telefoniche e ambientali e a riscontri continui che cercano investigatori ed inquirenti. Il fascicolo è coordinato dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo ed è seguito da vicino dai due pubblici ministeri Pierpaolo Filippelli e Claudio Siragusa che avevano già indagato sugli affari sporchi del clan D'Alessandro. Si era sempre parlato di una inchiesta che avrebbe potuto toccare squadre minori, di campionati di serie C e addirittura della categoria dei Dilettanti, ma in realtà l'indagine è molto ampia. Si parte infatti dallo studio dei palinsesti che ogni giorno decine di siti autorizzati mettono in rete. Basta una carta di credito, la registrazione on line e il gioco è fatto. Le puntate sono senza limiti e in questo modo si può riuscire a mettere in circolo migliaia di euro. Rosario Cantelmo, il procuratore aggiunto, proprio prima dell’estate ha ascoltato un esperto informatico. Lo ha sentito a Roma. L’interrogatorio si è svolto nella capitale poichè lì il magistrato aveva altri impegni e ha, dunque, deciso di approfittare della trasferta per incontrare il teste, che lavora a Roma. L'obiettivo di Cantelmo, che segue le indagini assieme ai sostituti Pierpaolo Filippelli e Claudio Siragusa, è comprendere meglio i meccanismi con cui avvengono le giocate e il sistema dei flussi. I pm, infatti, intendono incrociare i dati degli incontri sospetti - quelli su cui convergono molte puntate rispetto agli altri in programma nella stessa giornata - con le informazioni ricavate attraverso le intercettazioni telefoniche. Per fare questo hanno dunque bisogno di informazioni tecniche che sono state chieste alcuni giorni fa all'esperto. L'ipotesi investigativa è che il clan D'Alessandro, anche corrompendo alcuni calciatori, sia riuscito a pilotare l’esito di incontri di calcio; l'attenzione degli investigatori è focalizzata su diversi incontri, anche di serie A. Fabio Postiglione - Il Roma