Creato da sacraeprofana il 17/07/2013

NOLI ME TANGERE

La spada infuocata simboleggia la sua fermezza nel difendere ciò che è sacro o proibito.

 

« Esempi reali..reale e vero. »

PROLOGO.

Post n°61 pubblicato il 22 Aprile 2020 da sacraeprofana
 

 

 

 

 

 

 

Il clangore dei nuovi Dei ci clonerà in una notte d'uggia

e di tormento fantasmi del passato dentro il futuro

sgomento nostra creatura, debole natura che risalendo il vento

dei secoli si chiuderà fra cielo e cielo d'ogni miseria -

lei vera brama d'infinito e paura d'esso.

 

 

 

 

 

 

 

 

Talvolta inginocchio davanti alla mia protervia

svio l'occhio sapiente della morte mi arrampico

su per la parete della vita e cerco appigli come un'edera tenace -

di sotto il solito scenario si svolge in un mondo di talpe

che sbucano improvvise da rabbiosi sottosuoli ed io odioso eremita

posso maledire i segni dei tempi trafiggendoli come farfalle da collezione.

Talvolta la morte mi pare più lontana e allora cado

da lei trafitto e il ritorno alla luce mi abbaglia e mi stupisce.

 

 

 

 

 

 

Poi ho rimuginato dentro l'ombra della mente

quale mai pensamento nella tua vai rimuginando viso

da poker piazzato lì davanti alla telecamera come un oggetto

di porcellana bene dicente che a me pensa ed io solo ti chiedo

pause di silenzio pause d'assenza dalla mia vita che mesce

tranquilla il suo dolceamaro in bottiglie per l'inverno.

Lascia la mia vita alla pace e chiedi sogni in prestito

se vuoi alla notte formica alle pagine del libro

che sta sotto pergole d'uva o boschi di nocciole.

 

 

 

 

 

 

 

Se le cose andranno male tu potrai sempre

vendere bene la faccia piatta a qualche occhiata di sole

a qualche monello che la tinga di baffi a pizzo e cornellati capelli

Mefisto Sigmund Freud del baratro e della pena che pena dà.

Se mai sorriso ti nasca e l'erre vizza t'inviperisca inviperito

ti giunga il mio veleno sul piatto della sera al tuo desco diabetico

orsacchiotto di lana stinta ed arruffata.

Oh t'avessi davanti a me per roderti come una mela

malefico vecchio bambino non sono tuo padre.

 

 

 

 

 

 

Non voglio più sedermi allo stesso desco con questo secolo e dirmi figlio di lui

Vorrei essere vento lacerto d'obici brandello di foglia

davanti alla mitraglia traccia di una rosa rossa nella neve o nube di pira che in alto

levandosi strida "Osanna Figlio di David!"

dove la terra si fende alla sete dove la luna inquieta traluce per boschi di tragedia

sull'incredula smorfia dei cadaveri.

Non voglio più calcare queste strade dove l'urlo

della notte sgargia nei colori d'una festa eterna

e memoria di secoli marcisce negli scoli.

O notte dentro il tuo uovo antico girare in tondo

dentro il tuo occhio un'ombra che va da nulla

a nulla senza provare vergogna non voglio

e invece sognare con levità di cuore.

di G.l.

 

PROLOGO

 

 

 

 

 

 

 

Un VIRUS NON PORTA SEMPRE CORONE.

 
 
 
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Esistono le paure ed esiste a perenne

 

aspirazione a cercare, a indagare.

 

E io spero che non siano le tue paure

 

a vincere, poiché chiunque vive

 

soggiogato dalle paure, non vive affatto:

 

è già morto.

 

 

 

 

 

La paura è parte della morte,

 

non della vita. Il rischio, l'avventura,

 

addentrarsi nell'ignoto, ecco che cos'è la vita!

 

 Dunque, cerca di comprendere le tue paure.

 

E ricorda una cosa: non sostenerle,

 

sono tue nemiche. 

 

Sostieni l'aspirazione che è ancora viva

 

dentro dite, rendila una fiamma tale

 

da poter bruciare tutte quelle paure,

 

allora potrai incamminati alla ricerca...

 

Paura della vita

 

La gente ha paura

 

della vita e ne ha paura

 

perché la vita è possibile

 

solo se sei in grado di

 

essere selvaggio:

 

selvaggio nel tuo amore,

 

selvaggio nel tuo canto,

 

selvaggio nella tua danza.

 

E qui dimora la paura.

 

Chi ha paura della morte?

 
 
 

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