Un blog creato da AracnoMania il 20/09/2006

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« ...solamente una...VIII - Morbidi flutti »

Danzare sulla luna

Post n°18 pubblicato il 07 Ottobre 2006 da AracnoMania
 
Tag: Festa

Come di consueto la cara amica G. organizza feste nel suo piccolo palmento etneo con vista sul golfo di Riposto.

Questa notte speciale, al chiaro di una Luna magnificamente piena, accompagnati da musiche etniche medievali e d'avanguardia, danzeremo salutando l'estate.

Chiunque voglia librarsi nell'aria fresca si può aggregare fisicamente...chi no potesse esprima un bel pensiero, lo porterò con me e sarà come esser con noi.

Besitos

Commenti al Post:
Ventudeca
Ventudeca il 07/10/06 alle 18:39 via WEB
il mio pensiero lo sentirai con la brezza marina, buona serata ;)
 
rattopennugu2
rattopennugu2 il 09/10/06 alle 23:12 via WEB
Portate la libertà con voi! E se vi riesce ridatemene quel che rimane!
 
Semeyaze
Semeyaze il 10/10/06 alle 02:36 via WEB
Ma quanto vale un amico che ti fa pertire internet?? In ceti momenti guardo il cielo. La notte quando sono lontano dalla citta tossica in cui vivo e quando la mia amata luna mostra solo la sua falce, le stelle sono una moltitudine chiara e stupenda.. Ricordo momenti in cui ero in compagnia di fratelli veri, quelli con cui ho versato lacrime e sangue, con cui ho seguito sogni a discapito della vita, quegli stessi fratelli a cui ho badato per eoni donando loro un dolce ma letale fiele, che gli uomini chiamano amore.. Guardo le stelle perche mi ricordano loro, le vedo e rimpiango i momenti in cui avevo qualcuno.. poi mi accorgo di una cosa, le stelle sembrano vicine ai nostri occhi ma non lo sono..forse queste stesse ritengono di esser sole.. ed è cosi, un infinito vuoto gelido li separa.. caldo è il dolce tepore della morte a confronto.. sono solo mi ricordo..sono solo.. e da solo riuscirò nel mio destino.. Solo le stelle che mi fanno da ombra..
 
DallaCenere
DallaCenere il 10/10/06 alle 13:57 via WEB
...Vorrei tanto tornare in Sicilia.
 
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LE AVVENTURE DI MOTANGA

Il vento soffiava leggermente da Nord. Sbrillo esausto contemplava il cielo strappato di nuvole, mentre sorseggiava quella bevanda denominata Adrenina, dal sapore dolciastro e il colore purpureo, sedeva su una sedia in una terrazza del centro del paese di Faglie. Dal balconcino si affacciò Otto, era sudato con gli occhi spiritati, aveva avuto una litigata con una delle sue donne e poi l'aveva posseduta per due ore abbondanti. 
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Sbrillo aveva capito che Otto voleva la sua pozione magica, magari per concludere in bellezza con la dama o magari per riuscire a dirle che era meglio non vedersi più. Controvoglia preparò l'intruglio, lo assaggiò, e lo mise di fronte alla porta di Otto, bussò e si diresse nuovamente in terrazza. Sapeva che in una decina di minuti sarebbe stato lì accanto a lui e avrebbero deciso finalemente il da farsi.
Erano anni che si frequentavano e si scambiavano opinioni varie, avevano avuto la possibilità di fare alcune traversate insieme, ma adesso si trattava di scegliere se formare una ciurma e rimettere in sesto Motanga o continuare ognuno per la propria strada come sempre.

Passarono altre due ore, l'attesa uccideva Sbrillo che nel frattempo aveva cominciato a mischiare Tequila, Adrenina e il suo personale intruglio a base di Foglia del Diavolo. Decise di muoversi, andò a cercare la Musa dei Cerchi di Fuoco.
Faglie era la città natale di Sbrillo, ma non ci si muoveva a suo agio, preferiva viaggiare e stare continuamente in balia della corrente. Ma si sa: i sogni per realizzarsi hanno bisogno di tempo, vera volontà e fatica.
Per sua fortuna trovare una Musa non era un sogno, sua personale confidente era entrata nella vita del giovane Sbrillo poco tempo prima ed aveva occupato immediatamente un ruolo stabilizzante. Infatti Arachiù, così lo conoscevano in paese, era solito avere momenti di follia incontrollabile che manifestava con un arrossamento del viso (diventava magenta in alcuni casi) e un'insaziabile bisogno di sputare veleno e acido citrico su chiunque fosse alla portata della sua voce. Il compito che la Musa assolveva con tenerezza era quello di portarlo nuovamente nel mondo razionale che solitamente ordinava il giovane marinaio.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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