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« LA CONFUSIONESONNO E RISVEGLIO »

GESU' E LE MELE

Post n°40 pubblicato il 26 Giugno 2007 da warda22

BISMILLAHI

As salamu alaykum

Ho letto recentemente una parabola attribuita a Gesu' in uno di quei Vangeli che, per una ragione o l'altra, sono condannati dalle varie chiese.

" Gesu' disse:  ' Due uomini andarono a vendere mele.  Il primo decise di vendere le bucce a peso d'oro senza tener conto della sostanza del frutto.

L'altro desiderava regalare quelle mele in cambio di un po' di pane per il viaggio.

La gente, tuttavia, compro' le bucce a peso d'oro senza curarsi dell'uomo che era felice di regalare le mele, ma, anzi,  disprezzandolo'..".

Se volete imparare, mettetevi in cammino e seguite la Via.

Se invece desiderate solo informazioni sui motivi per i quali dovete intraprendere il cammino, non vi rivolgerete a chi insegna, ma comprerete a peso d'oro da chi espone erudite opinioni sui rispettivi pregi delle varie vie.

Un giorno ci disse il mio amato Mawlana Shaykh Nazim: " Farsi raccontare dell storie e' certo piacevole, in particolar modo se chi le narra e' un fine dicitore ed ha grande sapienza...ma imparare a leggere e' cosa piu' saggia!

salam

Nur ala Nur

Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 26/06/07 alle 19:35 via WEB
E' un piacere leggere ciò che scrivi. Continua pure, ti interromperò solo per continuare il mio racconto. Besitos. Sbrillo
 
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LE AVVENTURE DI MOTANGA

Il vento soffiava leggermente da Nord. Sbrillo esausto contemplava il cielo strappato di nuvole, mentre sorseggiava quella bevanda denominata Adrenina, dal sapore dolciastro e il colore purpureo, sedeva su una sedia in una terrazza del centro del paese di Faglie. Dal balconcino si affacciò Otto, era sudato con gli occhi spiritati, aveva avuto una litigata con una delle sue donne e poi l'aveva posseduta per due ore abbondanti. 
<>
Sbrillo aveva capito che Otto voleva la sua pozione magica, magari per concludere in bellezza con la dama o magari per riuscire a dirle che era meglio non vedersi più. Controvoglia preparò l'intruglio, lo assaggiò, e lo mise di fronte alla porta di Otto, bussò e si diresse nuovamente in terrazza. Sapeva che in una decina di minuti sarebbe stato lì accanto a lui e avrebbero deciso finalemente il da farsi.
Erano anni che si frequentavano e si scambiavano opinioni varie, avevano avuto la possibilità di fare alcune traversate insieme, ma adesso si trattava di scegliere se formare una ciurma e rimettere in sesto Motanga o continuare ognuno per la propria strada come sempre.

Passarono altre due ore, l'attesa uccideva Sbrillo che nel frattempo aveva cominciato a mischiare Tequila, Adrenina e il suo personale intruglio a base di Foglia del Diavolo. Decise di muoversi, andò a cercare la Musa dei Cerchi di Fuoco.
Faglie era la città natale di Sbrillo, ma non ci si muoveva a suo agio, preferiva viaggiare e stare continuamente in balia della corrente. Ma si sa: i sogni per realizzarsi hanno bisogno di tempo, vera volontà e fatica.
Per sua fortuna trovare una Musa non era un sogno, sua personale confidente era entrata nella vita del giovane Sbrillo poco tempo prima ed aveva occupato immediatamente un ruolo stabilizzante. Infatti Arachiù, così lo conoscevano in paese, era solito avere momenti di follia incontrollabile che manifestava con un arrossamento del viso (diventava magenta in alcuni casi) e un'insaziabile bisogno di sputare veleno e acido citrico su chiunque fosse alla portata della sua voce. Il compito che la Musa assolveva con tenerezza era quello di portarlo nuovamente nel mondo razionale che solitamente ordinava il giovane marinaio.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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