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Buongiorno, se tale sarà! L'"amica" psicologia forense, ha qualche problema di comunicazione...
PS: L' "amica" è passata stanotte, ma non mi ha degnato di risposta...atteggiamento atto a suscitare quale tipo di reazioni? Lo chiederei a lei stessa...stanotte comunque passerò ad un altro post. Se non risponde significherà forse che non ha nessun valore ciò che diciamo o non siam degni di lei (mi dispiacerà!)...
Da:Psicologia Forense A: Semeyaze
sbagliando !
Cara Amica, ti rispondo volentieri. Ho letto il profilo e il blog. Li ho esaminati con la tecnica della stilometria. Non ti sto ad annoiare con i particolari. Tu hai uno sfondo marcatamente depressivo . Quando ti trovi immersa in altri problemi anche difficili, reagisci... e non lo avverti. Quando invece "tiri i remi in barca" xchè ti senti "bene" e non sei sottoposta ad attività stressanti e/o urgenti, ecc... , ecc... l'aspetto depressivo emerge in tutto il suo vigore con gli effetti che Tu hai descritto. TUTTO QUI. Non è nè grave, nè preoccupante......... Se la cosa ti "strazia" la vita bisogna associare una modesta terapia farmacologica con una psicoterapia cognitiva brevissima (10/20 sedute). Resto a tua disposizione per ogni necessità o informazione. FELICISSIMA NOTTE
Da: Semeyaze A: Psicologia Forense
Hai sbagliato ad inviare il messaggio per "xyz"...
Scusami, ma vorrei chiederti perchè dai questo valore agli psicofarmaci, sona una cosa che ha poca utilità su un tipo comune come la sopramenzionata...
dovrebbero essere consigliati ad individui che per disfunzioni ormonali hanno un anomalia in questi, generando effettivamente depressioni immotivate, o altro....
solo chi può nuocere a se stesso o agli altri dovrebbe pensare di ricorrervi.
L'introspezione dei problemi, e delle nostre paure, dovrebbe essere sempre il primo passo...
mi sembri un'azionista di una casa farmaceutica.
Non prenderla come offesa, ma fino ad ora gli individui di mia conoscenza che sono stati spinti a fare uso di farmaci.., hanno solo perso parte della loro anima, quando invece avevano bisogno di ritrovare se stessi.
Semeyaze
Da:Psicologia Forense A: Semeyaze
Lei rispetto ad "xyz" chi E' IL SUO PSICHIATRA, IL SUO NEUROLOGO, IL SUO MEDICO CURANTE???? PERCHE' DEFINISCE "xyz" COME UN OGGETTO gratificandola con la aberrante definizione "un tipo comune come la sopramenzionata..." Perchè interviene in problematiche che la legge sulla privacy tutela? HA UNA PALLIDA IDEA DI QUELLO CHE DICE? ( in Italia 27.000.000 di adulti usano psicofarmaci, sono tutti "SENZA ANIMA"? COME DICE LEI?) CMQ mi spieghi dove fonda, sul piano scientifico, i suoi convincimenti. ASPETTO!!!!!!!!!! Mi illustri cosa, sul piano del biochimismo cerebrale, è necessario per "ritrovare se stessi". Mi illumini sui sistemi dopaminergici, sui bloccanti dei recettori Daergici, sui ricettori GABA(B) e GABA (A), sulla biochimica del sistema serotoninico.. e su tutto cio' che riguarda DIRETTAMENTE "xyz". SARO' FELICISSIMA DI PUBBLICARLO SUL MIO BLOG CON I SUOI DATI .
Da questo si evince che
1) Si permette di alludere ad una violazione sulla privacy, quando la prima che sta entrando nella testa di un'altra persona è lei...(sappia che lei stessa, sbagliando, ha mandato il messaggio al mio indirizzo) ed inoltre chiede dati che non potrebbero essere pubblicati per rispetto della privacy...mah!.
2) Mi chiede qualifica e spiegazioni scientifiche ad una semplice domanda non scientifica e non invasiva (come, invece, lo è stata la sua diagnosi nei confronti di una persona che non ha nemmeno mai visto...forse vuole aprire un nuovo rango della psichiatria, scrivimi chi sei ti dirò che xanax prendere!).
3) Sensazionale 27 milioni di persone in italia usano psicofarmaci...qua siamo in 2 e nessuno dei due li usa, siamo fuori statistica, o si se li fa tutti lei anome dei suoi pazienti? Ups--troppo pesante!--non mene voglia--se l'è cercata!
4) Visto che avrebbe voluto pubblicare sul questo blog i miei eventuali studi sul campo, ma purtroppo non sono laureato in tale materia, umilmente la precedo per risolvere (forse) un qui pro quo.
5) Nota personale (Sbrillo): Sono rimasto sconcertato quando ho letto il messaggio di psi.for., non mi aspettavo tanta rabbia...inoltre non capisco come una persona che dovrebbe leggere fra le righe e fare un analisi approfondita, possa sbagliarsi a tal punto da non rendersi conto del tono con cui è scritto un messaggio e non recepire che si sta soltanto cercando di riaprire il discorso già affrontato nel suo blog (che pertanto ci vedeva assidui lettori e portatori di idee, forse troppo diverse da quelle imposte dagli studi ad una laureata nel campo). Non mi considero un esperto nel campo, ma ho amici psicologi che trovano soluzioni alternative prima di ricorrere all'uso di psicofarmaci, mentre non capisco come faccia a prescrivere una cura ad una persona che non ha mai avuto difronte e della quale conosce solo il modo di scrivere...(ma se leggesse ciò che scrivo, mi manderebbe la neuro a casa)...per fortuna non sono una persona che si fa influenzare dalle supposizioni di una che non conosco e che non mi ha presentato nessuna carta attestante i suoi studi specifici e non facendo parte di quei 27 milioni di italiani che usano psicofarmaci (forse voleva dire 27 mila) posso affermare di aver superato alcuni miei problemi senza tale uso, ma rifacendomi a scritti, saggi e opere di autori, cercando risposte dentro me e nel mio passato (non insegna forse questo la psicologia?)...mi dispiace che una blogger del suo calibro (la consideravo una "grande") possa abusare della sua posizione in questo modo poco professionale.
Gradirei dai visitatori quanti più commenti possibili, perchè vorrei capire se le mie considerazioni sono illazioni o ne ho ben donde di risentire di un tale comportamento.
PS: L' "amica" è passata stanotte, ma non mi ha degnato di risposta...atteggiamento atto a suscitare quale tipo di reazioni? Lo chiederei a lei stessa...stanotte comunque passerò ad un altro post. Se non risponde significherà forse che non ha nessun valore ciò che diciamo o non siam degni di lei (mi dispiacerà!)...
Besitos
Sbrillo
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LE AVVENTURE DI MOTANGA
Il vento soffiava leggermente da Nord. Sbrillo esausto contemplava il cielo strappato di nuvole, mentre sorseggiava quella bevanda denominata Adrenina, dal sapore dolciastro e il colore purpureo, sedeva su una sedia in una terrazza del centro del paese di Faglie. Dal balconcino si affacciò Otto, era sudato con gli occhi spiritati, aveva avuto una litigata con una delle sue donne e poi l'aveva posseduta per due ore abbondanti.
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Sbrillo aveva capito che Otto voleva la sua pozione magica, magari per concludere in bellezza con la dama o magari per riuscire a dirle che era meglio non vedersi più. Controvoglia preparò l'intruglio, lo assaggiò, e lo mise di fronte alla porta di Otto, bussò e si diresse nuovamente in terrazza. Sapeva che in una decina di minuti sarebbe stato lì accanto a lui e avrebbero deciso finalemente il da farsi.
Erano anni che si frequentavano e si scambiavano opinioni varie, avevano avuto la possibilità di fare alcune traversate insieme, ma adesso si trattava di scegliere se formare una ciurma e rimettere in sesto Motanga o continuare ognuno per la propria strada come sempre.
Passarono altre due ore, l'attesa uccideva Sbrillo che nel frattempo aveva cominciato a mischiare Tequila, Adrenina e il suo personale intruglio a base di Foglia del Diavolo. Decise di muoversi, andò a cercare la Musa dei Cerchi di Fuoco.
Faglie era la città natale di Sbrillo, ma non ci si muoveva a suo agio, preferiva viaggiare e stare continuamente in balia della corrente. Ma si sa: i sogni per realizzarsi hanno bisogno di tempo, vera volontà e fatica.
Per sua fortuna trovare una Musa non era un sogno, sua personale confidente era entrata nella vita del giovane Sbrillo poco tempo prima ed aveva occupato immediatamente un ruolo stabilizzante. Infatti Arachiù, così lo conoscevano in paese, era solito avere momenti di follia incontrollabile che manifestava con un arrossamento del viso (diventava magenta in alcuni casi) e un'insaziabile bisogno di sputare veleno e acido citrico su chiunque fosse alla portata della sua voce. Il compito che la Musa assolveva con tenerezza era quello di portarlo nuovamente nel mondo razionale che solitamente ordinava il giovane marinaio.