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« In viaggio per Orgocrit | Messaggio #7 » |
La bella ed elagante Motanga era ormeggiata a Nord di Orgocrit, dolcemente cullata dalla onde sembrava aspettasse i suoi marinai. Si avvicinarono al molo carichi di pacchi, sembravano due muli del XIX secolo camminavano ciondolando da un lato all'altro rischiando spesso di cadere. Scaricarono tutto nel sotto coperta, slegarono la barca spiegarono le vele, Otto al timone Sbrillo, eccitatissimo e concentrato, si muoveva dalla poppa alla prua dell'imbarcazione. Il sole era si abbassava inesorabile, ma non c'era tempo da perdere, avrebbero navigato di notte auspicandosi un vento favorevole al loro viaggio. Si erano lasciati alle spalle Orgocrit da un paio d'ore, quando lo stomaco di Sbrillo si risvegliò e chiese cibo. Otto ben felice preparò un Panriso al burro, l'Arachiù apprezzò molto e decise di chiudere la cena con un bel decotto di erbe limonose per facilitare la digestione.
<< Deh! Otto il Panriso era buonissimo e questo decotto è l'uvetta sul panettone, ma adesso tocca anche a te assaggiare un po di amaro...ti spiego il perchè di questo viaggio! >>
Otto che sorseggiava il decotto con la pipetta in mano rispose << Deh! Cchai combinato, amico mio? >> con lo sguardo rivolto verso le stelle, Sbrillo continuò << Credo di aver scoperto una formula magica potentissima, che ha aperto porte tra questo mondo e gli altri...sono stato contattato da un Mago delle Terre del Nord di nome Etzbuol, che mi ha chiesto di studiare gli effetti e i poteri della Foglia del Diavolo! >>...
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LE AVVENTURE DI MOTANGA
Il vento soffiava leggermente da Nord. Sbrillo esausto contemplava il cielo strappato di nuvole, mentre sorseggiava quella bevanda denominata Adrenina, dal sapore dolciastro e il colore purpureo, sedeva su una sedia in una terrazza del centro del paese di Faglie. Dal balconcino si affacciò Otto, era sudato con gli occhi spiritati, aveva avuto una litigata con una delle sue donne e poi l'aveva posseduta per due ore abbondanti.
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Sbrillo aveva capito che Otto voleva la sua pozione magica, magari per concludere in bellezza con la dama o magari per riuscire a dirle che era meglio non vedersi più. Controvoglia preparò l'intruglio, lo assaggiò, e lo mise di fronte alla porta di Otto, bussò e si diresse nuovamente in terrazza. Sapeva che in una decina di minuti sarebbe stato lì accanto a lui e avrebbero deciso finalemente il da farsi.
Erano anni che si frequentavano e si scambiavano opinioni varie, avevano avuto la possibilità di fare alcune traversate insieme, ma adesso si trattava di scegliere se formare una ciurma e rimettere in sesto Motanga o continuare ognuno per la propria strada come sempre.
Passarono altre due ore, l'attesa uccideva Sbrillo che nel frattempo aveva cominciato a mischiare Tequila, Adrenina e il suo personale intruglio a base di Foglia del Diavolo. Decise di muoversi, andò a cercare la Musa dei Cerchi di Fuoco.
Faglie era la città natale di Sbrillo, ma non ci si muoveva a suo agio, preferiva viaggiare e stare continuamente in balia della corrente. Ma si sa: i sogni per realizzarsi hanno bisogno di tempo, vera volontà e fatica.
Per sua fortuna trovare una Musa non era un sogno, sua personale confidente era entrata nella vita del giovane Sbrillo poco tempo prima ed aveva occupato immediatamente un ruolo stabilizzante. Infatti Arachiù, così lo conoscevano in paese, era solito avere momenti di follia incontrollabile che manifestava con un arrossamento del viso (diventava magenta in alcuni casi) e un'insaziabile bisogno di sputare veleno e acido citrico su chiunque fosse alla portata della sua voce. Il compito che la Musa assolveva con tenerezza era quello di portarlo nuovamente nel mondo razionale che solitamente ordinava il giovane marinaio.